Questa settimana: sulla eleggibilità dei governatori regionali, sull'ennesima dimostrazione di classe di Mourinho, la paga dei padroni, Tremonti e lo sci.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Intervista a Mourinho fra derby e quarti di Coppa Italia con la Juve. Sono assolutamente di parte, ma a me Mou piace un casino, per la sua onestà intellettuale e la mancanza di peli sulla lingua. Permettetemi di riportare il suo commento sulla serie A: "Oggi è anche mia, un giorno sarà sempre vostra, come oggi il campionato portoghese continua a essere mio. Io voglio il miglior campionato possibile per me stesso che ora lavoro qui, ma sarà sempre il vostro campionato, e io lo vorrei con più bellezza e credibilità, con più tutto, tutto qui".
- Quanto guadagnano i manager italiani? Un paio di anni fa Gianni Dragoni e Giorgio Meletti hanno pubblicato La paga dei padroni, un libro che analizza gli stipendi dei manager italiani. L'Italia è un paese in cui la trasparenza su questo tema non è mai stata molto alta. Oggi il tema sta tornando di moda, dopo che la commissione Finanze del Senato ha approvato, da quel che ci è dato di capire all'unanimità, un emendamento del senatore Lannutti (IdV), che pone un tetto pari al compenso dei parlamentari per lo stipendio dei manager di aziende quotate in Borsa. Come al solito navighiamo tra il far west più totale e il dirigismo sovietico senza un minimo di senno e buonsenso. Onestamente, è difficile trovare prova migliore che si è governati da totali incompetenti e che il fenomeno è bipartisan. L'emendamento probabilmente non sopravviverà, è troppo stupido perfino per i babbei che governano (o fanno opposizione, a quanto pare). Se, contrariamente alle previsioni, dovesse restare si accettano scommesse su quanto tempo ci metteranno le maggiori società per fare delisting o per spostarsi all'estero. Sulla vicenda leggere anche Franco Debenedetti e il sempre ottimo Phastidio.
- Voltremont maestro di sci. D'accordo, questa è roba molto leggera, ma lo stesso un pezzetto di verità utile a capire i rapporti tra il potere politico e la stampa, ossia quelli che dovrebbero fare i cani da guardia e denunciare gli abusi di chi comanda. I viaggi merenda sui campi da sci non sembrano francamente un esempio di salutare distanza tra controllante e controllato.
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Formigoni va per il quarto...
Tre ne ha già fatti anche Giancarlo Galan (entrambi entrati con l'infornata del '95), mentre il contenzioso politico sulla opportunità del terzo muove le acque anche per Maria Rita Lorenzetti in Umbria.
Più in generale, il limite dei (due) mandati fu stabilito per i sindaci in un momento politico di grande "rinnovamento", quando si fissò la loro elezione diretta a doppio turno, ma la legge elettorale regionale fu fatta in un momento in cui questa "febbre" stava cominciando a scemare, e "non venne in mente" agli autori del Tatarellum di fissare questo limite.
RR
Grazie, precisazione corretta. Il luogo di ''candidarsi per il terzo mandato'' va letto ''candidarsi per un mandato maggiore o uguale al terzo''.
Da quando hanno approvato il loro Statuto (la Lombardia è stata una delle ultime Regioni a farlo), le Regioni possono legiferare anche in materia eettorale. Quindi il limite di mandato, se emergerà, potrà emergere solo nel "dibattito regionale". In Lombardia per esempio non credo se ne parli proprio. Al massimo, si discute se eleggere direttamente il Governatore (c'è tanta voglia di sentirsi Amerikani anche qui) oppure no.
Io sono in controtendenza, credo: trovo il limite di mandato piuttosto arrogante, sia in termini generali sia nello specifico caso italiano (vale solo per i Sindaci, che sono proprio i politici più accountable, almeno in linea di principio!).
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PS: ho commentato prima di leggere il contributo suggerito. Mea culpa. Passo dalla certezza di quanto scritto sopra il PS (che comunuqe lascio) alla semplice opinione o sensibilità, confermando peraltro la mia tesi. Cioè che della questione se ne occuperanno le Regioni quando - e soprattutto come - vorranno. A costo di arrivare alla Consulta.