Questa settimana: un provvedimento bipartisan per evitare che la gente legga troppo; tassare il cinema per sussidiarlo; un esercizio di memoria; la qualità dei servizi pubblici in Italia;
Buona lettura e buon fine settimana.
- Il Senato ha approvato il disegno di legge teso a limitare gli sconti che si possono applicare sul prezzo di copertina dei libri, ossia teso ad alzare il prezzo dei libri favorendo il potere monopolistico di editori e librai. La simpatica iniziativa ha ottenuto l'appoggio quasi unanime del Senato, sembra che solo la pattuglia dei radicali si sia astenuta, e aveva preso le mosse un paio d'anni fa con un disegno di legge presentato alla Camera dall'ineffabile Ricardo Levi, il signore che già nel passato diede sfoggio della sua creatività in campo legislativo con il cosidetto decreto ammazzablog. Leggere anche il commento di Francesco Costa.
- Tanto che parliamo di politiche dementi in campo culturale, ricordiamo un provvedimento proposto a febbraio su cinema e dintorni e recentemente approvato con il decreto milleproproghe. La sostanza è che si impone una tassa di un euro sui biglietti di cinema in modo da raccogliere soldi (circa 90 milioni l'anno) per sussidiare il cinema nazionale. Ossia, si fa pagare di più chi va al cinema, riducendo quindi gli spettatori, in modo da dar soldi a chi fa film che nessuno vuole vedere. Non è il caso di commentare ulteriormente.
- Ogni tanto fa bene guardarsi indietro. Facendo una ricerca per meglio capire lo stato del federalismo fiscale per le regioni sono incocciato in queste dichiarazioni berlusconiane dell'ottobre scorso, in cui assicurava che entro marzo si sarebbe fatto il federalismo. Beh, a marzo ci siamo, anche se solo all'inizio, e quello che si vede è una richiesta di proroga di 4 mesi del decreto legislativo iniziale, in scadenza a maggio. Sì, lo so che le balle e le smargiassate di Berlusconi non sono esattamente né cosa rara né cosa nuova. Ma è bene lo stesso ricordarle, soprattutto su un tema di tale rilevanza.
- Francesco Bripi, Amanda Carmignani e Raffaela Giordano, della Banca d'Italia, hanno raccolto in uno studio sulla qualità dei servizi pubblici in Italia. Utile e interessante, anche se la scarsa qualità di molti servizi è abbastanza nota.
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Il link allo studio sull'efficienza dei servizi pubblici non funziona
Grazie della segnalazione, ora dovrebbe essere a posto. Ho trovato particolarmente interessante la figura 3 a pagina 12, che mostra da un lato il numero di insegnanti per studenti e dall'altro i risultati scolastici misurati dal test INVALSI. Appare, come atteso, la maggiore inefficienza media delle province meridionali, ma anche alcune province del nord non brillano.