Questa settimana: Boeri su flessibilità e regole di bilancio; Perotti e Teoldi sull'uso dei fondo strutturali europei; ancora sulle partecipate e la concorrenza; spunti per un dibattito sulla disuguaglianza; l'occupazione negli Stati Uniti.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Su lavoce.info Tito Boeri cerca di fare un po' di chiarezza sulla situazione attuale relativa alle regole di bilancio. La verità è che non sembra stia poi succedendo molto, nonostante ci sia un po' un clima da battaglia finale contro il cattivo teutone. Mah.
- Sempre su lavoce.info questa settimana è comparso un interessante articolo (più e-book) di Perotti e Teoldi sull'uso dei fondi strutturali europei. Il ''disastro'', come loro lo chiamano, dovrebbe consigliare una certa prudenza a chi sostiene che una politica di massicci investimenti pubblici sia il toccasana di cui il paese ha bisogno. Prima di lanciarsi in ampi programmi di spesa pubblica occorre sempre interrogarsi su quale è lo stato della governance pubblica per il controllo di tali programmi.
- Si può stare assolutamente certi che nessun cambiamnto sostanziale di politica seguirà all'allarme lanciato dalla Corte dei Conti su costi delle società partecipate da enti pubblici, specialmente gli enti locali. Su Leoniblog Massimiliano Trovato torna sul tema, analizzando specificamente la situazione della raccolta rifiuti. Sarebbe interessante verificare da un punto di vista quantitativo qual è il contributo della mancanza di concorrenza nel settore dei servizi pubblici locali alla scarsa produttività totale dei fattori.
- Chris Dillow, da persona di sinistra, si chiede se non ci siano buoni argomenti per difendere la disuguaglianza. L'elenco che fa è interessante e offre, come si dice da queste parti, food for thought.
- Menzie Chinn sul blog Econobrowser analizza l'andamento dell'occupazione negli Stati Uniti alla luce dell'ultimo rapporto del Bureau of Labor Statistics, relativo al mese di giugno. Le notizie appaiono buone, e certamente tali da destare invidia dall'Italia.
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www.nytimes.com/2014/07/04/upshot/what-about-the-jobless-who-arent-looking.html
But hold the celebrations. Another 3 percent of the adult population reported that they are working part-time because they cannot find full-time jobs. This figure remains far above the December 2007 level of about 1.8 percent. In fact, part-time jobs accounted for two-thirds of all new jobs in June. Some economists expect employers to draw on this pool of partially employed workers as the economy continues to expand. Others, however, argue that at least some of these workers will not be able to find full-time work because of their shortcomings or because the economy is shifting toward part-time jobs.
Finally, we have the people who are not counted as unemployed because they are not actively seeking work. We don’t know how many of these people might return to the labor market as the economy improves. One simple measure: In June, the government reported that 2.7 percent of American adults said they were not actively looking for work, but they would still like a job now. About 2 percent of adults were in that category in December 2007.