Questa settimana: le dinamiche dei gruppi parlamentari; l'incredibile comunicato del Ministero del Lavoro; una domanda sulla ''mafia capitale''; dualismo del mercato del lavoro e addestramento sul lavoro.
Buona lettura e buon fine settimana.
- L'ottimo openpolis ci racconta che in questa legislatura 155 deputati e senatori hanno cambiato gruppo parlamentare 187 volte. Anche escludendo i 57 parlamentari del Nuovo Centro Destra, gruppo formatosi durante la legislatura, si tratta di un fenomeno piuttosto rilevante. A beneficiarne soprattutto il PD, con un aumento di 18 parlamentari. I Grillini invece, dominano (escludendo Forza Italia, che ha avuto una scissione) il saldo negativo, perdendo 14 senatori e 5 deputati.
- EDIT: Ho cancellato il pezzo originale che conteneva una diatriba contro l'Istat, mentre invece il problema è del Ministero del Lavoro; i commenti di Giovanni e Alberto sotto si riferiscono al pezzo precedente; scusate per la cappellata -- sandro.
- Non è che realmente ci sia molto di interessante da dire sull'inchiesta ''mafia capitale''. I dettagli erano (e probabilmente in buona parte ancora sono) ignoti, ma che la politica locale romana sia un'enorme cloaca a cielo aperto era difficilmente dubitabile. Una questione forse un po' più interessante da porre è la seguente: in moltissimi aspetti sia della politica locale sia di quella nazionale le aziende del settore no profit vengono trattate con un occhio di riguardo, sia formalmente (trattamento fiscale) sia informalmente (sono viste spesso come moralmente superiori alle bieche aziende ''for profit''). Non è il caso di ripensarci un po'? Non è che le aziende del settore privato non facciano la loro parte di attività corruttive, quando è il caso, ma l'intreccio tra politica e aziende no profit ha raggiunto livelli tali che forse alcune priorità vanno ripensate.
- I mercati del lavoro duali, in cui una parte dei lavoratori gode di estese protezioni contro i licenziamenti mentra un'altra parte è soggetta a molta più incertezza, tendono a creare problemi alla crescita della produttività, sia perché rendono più lenta la riallocazione dei lavoratori alle attività in cui sono più produttivi sia perché disincentivano gli sforzi diretti alla crescita professionale dei lavoratori temporanei. Un paper di Cabrales, Dolado e Mora (qui un riassunto degli autori) cerca di quantificare gli effetti del dualismo guardando specificamente all'addestramento fornito sul lavoro, usando i risultati del PIACC, un esame per adulti disegnato dal'OECD. Come ci si può attendere i lavoratori temporanei ricevono meno addestramento, in una misura che varia dall'8% al 16% rispetto ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato.
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non si capisce bene. Quale è la fonte deii dati (provvisori) sui nuovi contratti - l'ISTAT o il ministero del lavoro stesso?
No dai, l'Istat non c'entra stavolta, e' il Ministero che ha fatto un comunicato "falso" per coprire mediaticamente quello "vero" dell'Istat.