Questa settimana: il New York Times sulla condizione dei giovani In Italia; il 2011 visto dal 1931; la diffida de Il Giornale a Tremonti; cosa sta succedendo in Costa d'Avorio?; Economists' Voice sulla riforma sanitaria in Amerika; Galli della Loggia ci spiega che è tutta colpa nostra.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Un articolo nell'edizione domenicale del New York Times racconta della mancanza di prospettive dei giovani in Italia e più in generale nel Sud Europa. Anche The Economist dà il suo contributo. Nel leggere l'articolo del NYT, non mancate di cliccare sul link al Corriere con l'intervista di Giuliano Amato, che ci eravamo persi. La sua ricetta è che il debito pubblico si risolve con più tasse. Grassie dotor sotile.
- Sempre il New York Times, nel 1931 compiva 80 anni. Nell'occasione si divertì a chiedere a un gruppo di luminari (che includeva il signor Ford della casa automobilistica) di fare previsioni su come sarebbe stato il mondo dopo altri 80 anni. Ossia, nel 2011. Ora quel pezzo è commentato sul blog di uno studio legale del South Carolina (non chiedeteci come ci siam finiti). Pezzo lungo ma divertente e istruttivo.
- Un articolo di Mario Giordano su Il Giornale mette ufficialmente sotto osservazione Voltremont, che i più fidi scherani del padrone sospettano intento a complottare per occupare scranni che spettano per diritto all'Unto. L'articolo lascia abbastanza sbigottiti per la tecnica del dire e non dire e dei messaggi obliqui, a cominciare dalle ridicole e sperticate lodi iniziali per l'obiettivo dell'ira, ma poi uno si ricorda che non è un quotidiano vero quello che si sta leggendo e che Il Giornale ha fatto anche assai peggio. Un solo appunto a Giordano. A un certo punto afferma ''Del resto, ormai ne abbiamo viste di tutti i colori. Ci manca solo Cassano docente al corso di bon ton per educande, Tonino Di Pietro all’Accademia della Crusca e Tremonti voltagabbana, poi abbiamo fatto l’en plein.'' Ecco, Cassano e Di Pietro certamente non raggiungeranno mai le posizioni descritte, però a dir la verità il buon Tremonti, alle elezioni del 1994 venne eletto in un partito e passò appena eletto a un altro. Il Tremonti voltagabbana non manca proprio. Infine, sempre sullo stesso tema, segnaliamo il sempre ottimo Phastidio.
- Su indicazione di Massimo Famularo, segnaliamo la continua tensione in Costa d'Avorio (altre informazioni, in inglese, qui e qui; per background vedere qui). I continui problemi che troppo spesso si verificano negli stati africani ogni volta che un givernante deve abbandonare lo scranno restano purtroppo un importante impedimento allo sviluppo economico del continente.
- Una serie di articoli su Economists' Voice discute la riforma sanitaria di Obama; quello di David Cutler, in particolare, discute i pro (l'autore era il principale consulente dell'amministrazione sulla politica sanitaria). Il link richiede registrazione, ma per un solo articolo è gratuita.
- Il rifiuto da parte del Brasile di consegnare all'Italia un criminale di nome Battisti è stato da più parti interpretato come un segnale della nostra debolezza diplomatica. Ma perché siamo così diplomaticamente deboli? Marco Boninu ci segnala un articolo in cui Galli della Loggia va alla radice del problema e ci spiega che la colpa è tutta dagli intellettuali italiani che vanno all'estero e che, per compiacere i propri interlocutori stranieri, provano un irresistibile impulso a parlar male del proprio paese. Ci aggiunge per soprannumero gli intellettuali italiani che restano in Italia e che si permettono di tradurre opere non sufficientemente deferenziali di storici foresti. La soluzione del buon GdL è semplice. Più soldi agli Istituti Italiani di Cultura e maggiore controllo governativo dei corrispondenti esteri in Italia. Manca inspiegabilmente la proposta di sussidiare la sagra del tortellino in tutte le capitali mondiali, metodo sicuro per aumentare il prestigio del paese. E noi che pensavamo che la nostra debolezza derivasse dal fatto di essere governati da una manica di ridicoli cialtroni. Ooops, l'abbiamo fatto ancora. Abbiamo parlato male del paese. Meno male che i nostri colleghi non leggono l'italiano.
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che miracolo avrebbe fatto il nostro se le banche italiane , da lui tanto odiate , avessero avuto i problemi di quelle tedescho od inglesi?
Mai nessuno che glielo ricordi!