Questa settimana: un commento acido sulle preferenze; un pessimo pezzo di Fubini sulla professione economica e una risposta; l'immiserimento dei giovani europei; la riforma delle tariffe elettriche; la concorrenza nel settore della telefonia USA.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Sono appena arrivate le prime condanne dell'inchiesta cui è stato dato il nome di ''mafia capitale''. Un articolo di sei mesi fa de La Stampa ricordava come diversi politici coinvolti nell'inchiesta erano ''campioni di preferenze''. Posso umilmente suggerire che questo non è un caso? La popolarità delle preferenze in vasti strati della popolazione e in tutte le aree politiche è qualcosa di terribilmente male informato e male pensato. Le preferenze sono un sistema terribile, che incoraggia enormemente la corruzione e il voto di scambio. E no, l'alternativa non è data dalle liste imposte dai partiti. L'alternativa è l'abbandono del proporzionalismo, che è un pessimo sistema per varie altre altre ragioni in ogni caso.
- Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, ha scritto un pezzo sorprendentemente poco informato (è la cosa più gentile che riesco a dire) riguardo alla professione economica e al suo tasso di rinnovamento. Repec, la base di dati da lui utilizzata per sostenere le sue tesi, ha già spiegato i problemi dell'analisi empirica. A costo di rischiare di essere mal interpretato, io dico sinteticamente che caso mai il problema in economia e in altre scienze sociali è l'esatto opposto di quanto dice Fubini: siamo troppo pronti ad andare dietro a nuove mode.
- Con un po' di ritardo segnaliamo questo studio di Hüttl, Wilson e Wolff sulla crescente disparità di reddito e ricchezza tra giovani e vecchi in Europa; il problema, come si può vedere, non è solo italiano.
- Un lungo pezzo di Simona Benedettini su Econopoly cerca di spiegare la riforma delle tariffe elettriche al popolo. Non so se il pezzo è veramente leggibile dalla casalinga di Voghera, ma per chi ha un interesse nella regolamentazione delle utilities è sicuramente interessante.
- Sempre parlando di regolamentazione, un interessante commento di Kevin Drum sugli effetti della mancata fusione, a causa dell'azione dell'antitrust americano, tra T-Mobile e ATT. La concorrenza è cresciuta, i prezzi sono scesi e le opzioni per i consumatori sono aumentate.
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Solo per segnalare che è intervenuto nei commenti all' articolo di Repec per dire la sua sulle critiche ricevute.
Insieme alla risposta di Christian Zimmermann. Direi che se Fubini taceva faceva miglior figura.