Non possiamo non condividere, per una volta, le parole del comunicato emesso ieri dalla Presidenza dell'Associazione Nazionale Magistrati.
La lettura del disegno di legge sul cd. “processo breve”, presentato stamane al Senato, conferma e aggrava le forti perplessità già espresse ieri dall’Anm nell’incontro con la Consulta per la giustizia del Pdl, pur in assenza di testi e di particolari. Oggi sentiamo il dovere di dire che questa riforma avrebbe effetti devastanti sul funzionamento della giustizia penale in Italia.
Gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni (articolo 2, comma 5 del disegno di legge) che pone forti dubbi di costituzionalità. È impensabile, infatti, che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell’imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato.
Saranno invece destinati a inevitabile prescrizione tutti i processi per reati gravi, quali abuso d’ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d’ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d’autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino.
Per tutti questi reati sarà impossibile arrivare a una sentenza di primo grado entro due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, quindi sarà sempre impossibile accertare i fatti. Più che di una amnistia, si tratta di una sostanziale depenalizzazione di fatti di rilevante e oggettiva gravità. Truffatori di professione, evasori fiscali, ricettatori, corrotti e pubblici amministratori infedeli, che non abbiano già riportato una condanna, avranno la certezza dell’impunità.
Infine la norma transitoria, che estende ai processi in corso l’applicazione delle nuove disposizioni, è destinata a determinare l’immediata estinzione di decine di migliaia di processi, anche per fatti gravi. Per limitarci a qualche esempio, la legge provocherà l’immediata estinzione di gran parte dei reati nei processi per i crac Cirio e Parmalat, per le scalate alle banche Antonveneta e Bnl, per corruzione nel processo Eni-Power.
Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati
Giuseppe Cascini, segretario generale
Roma, 12 novembre 2009
Possiamo commentare con calma l'ennesima dimostrazione della tendenza italica a voler risolvere i problemi ope legis, l'ennesima dimostrazione della faccia di tolla dei personaggi politici che circondano Berlusconi, eccetera. Ma il punto essenziale è un altro.
Preservare quel che in Italia rimane della separazione dei poteri, dello stato di diritto e, soprattutto, di una res publica condivisa da tutti - insomma: preservare le vestigia di uno stato liberal-democratico in cui la stragrande maggioranza dei cittadini si riconosca - richiede che Silvio Berlusconi venga politicamente sconfitto e si ritiri a vita privata. Perseguire questo obiettivo ci sembra, oggi, il primo dovere di ogni persona amante della libertà e della liberal-democrazia.
Dopodiché si potrà ricominciare a discutere di tasse, spesa pubblica, riforma del sistema giudiziario, e quant'altro. Silvio Berlusconi, i suoi interessi privati ed i suoi malaffari, sono un veleno che sta oramai attaccando i gangli vitali dello stato di diritto e della convivenza civile in Italia. Fermarlo è la precondizione di qualsiasi riforma ed occorre farlo prima che sia troppo tardi.
Ci appelliamo anche agli elettori del PdL, e chiediamo: se non ora, quando? Dove avete tracciato la linea sulla sabbia? Come è fatta la goccia che fa traboccare il vaso? Cosa, cosa concretamente, sarebbe troppo, a vostro avviso? Quale crimine contro i diritti di proprietà personale (perché di QUESTO si tratta) sorpassa la soglia del "troppo" per voi?
Condivido in pieno il commento espresso; la priorità è la uscita di scena della persona e di tutto il suo carico di interessi personali, scheletri negli armadi, ragnatela di interessi e delle figure e mezze figure installate nei posti chiave dell'amministrazione che stanno inquinando il paese.
Dovrebbe essere ormai evidente, tranne a quelle persone che guardano il TG1 e leggono il Giornale, che BS e la democrazia sono incompatibili.