Mi spiego. Ho trovato divertente l'iniziativa
di Beppe Grillo di partecipare alla prossima assemblea degli azionisti
Telecom invitando i suoi lettori ad inviargli le deleghe di voto (beppegrillo.it ha migliaia di lettori, e' uno dei blog piu' letti al mondo,
non solo in italia). Non ho ancora capito bene cosa voglia fare con
queste deleghe. Mi aspetto il peggio, ma fa lo stesso, faccio il tifo per lui giusto per
farmi quattro risate e vedere cosa succede.
E qualcosa succede, certo che succede... e non siamo nemmeno arrivati
all'assemblea... Succede che Antonio di Pietro decide di aderire
all'iniziativa con tanto di annuncio sul suo sito. Succede che la
CONSOB se ne accorge ed invii una lettera al ministro e lo inviti a
desistere ad aderire ad una attivita' illegale. Cosi', siccome la borsa
in Italia e' un modello di mercato trasparente, alla CONSOB non sanno proprio cosa fare, e siccome devono giustificare lo stipendio, tanto vale che perdano un po' di tempo a
mettere i pali fra le ruote al Don Quixote di turno.
Meglio sorvolare, anche perche' il lettore fedele nel frattempo si e' chiesto: "ma come, e' illegale
chiedere deleghe di rappresentanza alle assemblee degli azionisti?". A
quanto pare si', secondo la lettera inviata dalla CONSOB a Di Pietro.
La sollecitazione di deleghe mica si puo' fare col Blog, puo' farla
solo un intermediario (e neanche uno qualsiasi: "impresa di investimento, banca, societa' di
gestione, ..." approvato dalla CONSOB).
"Domani devo andare dal
Dentista, fammi un favore, ci vai tu all'assemblea?" No, non si puo'
fare. Sarebbe troppo semplice, caro il mio piccolo azionista. Bisogna passare dall'intermediario sotto casa che poi ti manda
dal notaio dietro l'angolo a firmare la delega. Ma quanto costa questo
giochetto? Peggio dei geologi di Alberto, almeno quelli la firma la
mettono! L'intermediario a cosa serve esattamente?
Ma non finisce qui. La lettera dice anche che Pinco Pallino azionista qualsiasi mica
puo' andare dall'intermediario e dirgli "guarda, per favore sollecitami
delle deleghe". No, il committente (dell'intermediario) deve avere
almeno l'1% del capitale. Ma neanche questo basta. Ce ne vogliono cinquanta, di Pinchi Pallini. Dice la legge: "Asua volta la raccolta di deleghe
di voto e' un'attivita' riservata alle associazioni di piccoli
azionisti [...] che non esercitano attivita' di impresa, composte da
almeno 50 persone fisiche ciascuna delle quali e' proprietaria di un
quantitativo di azioni non superiore allo 0.1 per cento del capitale".
Siete in 49? Nisba! Il vostro amico Giuseppe gioca a fare il day trader e si e' per
sbaglio comprato lo 0.11%? Tutti a casa!. E mi raccomando, che non pensiate di svolgere attivita' d'impresa. Partecipare all'assemblea deve essere un'attivita' ludica, altrimenti gli anziani della media borghesia cosa fanno, mica possono fare le gite in pullman.
E ancora una volta mi
chiedo, ma chi le scrive queste leggi? Ma che mente contorta bisogna
avere? Pensavano che Keynes dicesse sul serio quando suggeriva di far
scavare buche per poi riempirle?
A me pare che in questo caso non siamo di fronte a una legge scritta male e arzigogolata ma semplicemente a una legge che ha obiettivi da noi non condivisi. Quando si fanno comparazioni internazionali sulla corporate governance, la facilità di raccogliere deleghe è una delle misure standard del grado di protezione del management esistente. Non stupisce per niente che la legge italiana renda la raccolta delle deleghe così difficile. Non è una misura della stupidità del nostro legislatore. È una misura del suo asservimento a chi controlla (senza necessariamente possedere) le imprese.
Oops, Sandro mi ha battuto per 9 minuti.
Grazie del chiararimento, la ratio della legge l'avevo capita, con la chiusa dell'articolo volevo fare una battuta da finto ingenuo che mi e' riuscita male... piuttosto sono ancora stupito della CONSOB, ma possibile che non abbiano altro da fare? Loro sono preposti a tutelare gli investitori, hanno davvero paura che Grillo possa turlupinare i suoi lettori? Forse sono ingenuo davvero.