Nel mio periodo alla Fed con Geithner ho interagito poco, ma mi è sembrato persona sempre pronta a porre le domande giuste quando sapeva di non sapere, onestamente interessata ad imparare. I dubbi, semmai, li avevo sulla nostra capacità (nostra intendo della scienza economica) di fornire risposte adeguate, o di convincerlo che ancora non le abbiamo. Mai ho avuto occasione di dubitare della sua onestà ed integrità. Nonostante questo, che si tratti di evasione ho pochi dubbi, anche se il team di Obama cerca di edulcorarla come honest mistake, un errore in buona fede. Il sig. Geithner si sarebbe dimenticato di pagare i contributi pensionistici dal 2001 al 2004, periodo durante il quale lavorava al Fondo Monetario Internazionale. Il Fondo è infatti, per legge, esente dall'imporre detrazioni alla fonte: la maggioranza dei suoi dipendenti, quelli di nazionalità non statunitense, sono esenti da tasse e contributi. Quelli americani devono ogni anno versarli volontariamente.
È risaputo che all'IMF gli americani ricevono una paga maggiorata proprio come compensazione del fatto che devono pagare le tasse. È persino scritto in un manuale che l'IMF fornisce ai suoi dipendenti, e in "buste paga" trimestrali e annuali che ricordano al dipendente la maggiorazione del salario ricevuta allo scopo suddetto. Tutto perfettamente documentato in questo documento del senato (si veda in particolare la pagina 5).
Della "dimenticanza" si sono accorti gli ispettori del ministero del tesoro che nel 2006 hanno chiesto a Geithner di pagare tasse e interessi per i contributi non pagati nel 2003 e 2004 (di solito le indagini degli ispettori si fermano ai tre anni precedenti). Le penali gli erano state perdonate, avendolo ritenuto un errore in buona fede. Poi, improvvisamente, pochi giorni prima della nomina a candidato da parte di Obama, Geithner paga volontariamente i contributi anche per gli anni 2001 e 2002 (questa volta la spintarella gliel'hanno data gli ispettori di Obama). Questi i fatti: un errore di "gioventù" o una dimenticanza, chi lo sa.
Le udienze di conferma dei ministri di fronte al senato sono uno degli eventi più interessanti della democrazia americana. Non si tratta per nulla di eventi formali, molti senatori, di maggioranza e di opposizione, colgono l'occasione per dimostrarsi "cattivi" di fronte alle telecamere mettendo con le loro domande in difficoltà i candidati. In tempi normali, errori di questo tipo avrebbero causato il ritiro della candidatura, o comunque la mancata conferma. Si ricordino, per esempio, i molti candidati ministro dell'era Clinton che fallirono la conferma per avere assunto, in passato, baby sitters straniere mancanti di documenti di residenza regolari. L'udienza di Geithner è stata spostata a mercoledì, ma gia si preannuncia che anche i senatori dell'opposizione non calcheranno troppo la mano sulla questione, con la scusa del "too big to fail".
Davvero spiacevole che un evasore sia messo a capo del ministero preposto a decidere delle tasse ed a controllarne l'evasione, fra le altre cose. Davvero non esiste un candidato altrettanto o più competente? I repubblicani sembrano, dopo questa sconfitta e per effetto della "paura da crisi economica" rinunciare al loro ruolo di partito di opposizione, commettendo lo stesso errore commesso dai democratici dopo l'11 Settembre.
Il cambiamento avanza a passi da gigante, non c'è che dire. Afferriamoci bene, che oramai in questo paese sembra funzionare solo la politica della paura, sia essa paura dell'arabo terrorista o della depressione fatale. Non mi piace nulla questo paese in paranoia, nulla. Ed oramai e' un buon decennio che c'e' entrato ... mah ...
In compenso, il Bel Paese decide di mantenere le distanze inalterate santificando pubblicamente Giulio Andreotti. Quanto segue vorrei averlo scritto io, ma non guardando Porta a Porta non ho avuto l'ispirazione ...
Giova forse ricordare le ultime righe della sentenza d'appello del processo Andreotti:
“In definitiva, la Corte ritiene che sia ravvisabile il reato di partecipazione alla
associazione per delinquere nella condotta di un eminentissimo personaggio politico
nazionale, di spiccatissima influenza nella politica generale del Paese ed estraneo
all’ambiente siciliano, il quale, nell’arco di un congruo lasso di tempo, anche al di fuori di
una esplicitata negoziazione di appoggi elettorali in cambio di propri interventi in favore di
una organizzazione mafiosa di rilevantissimo radicamento territoriale nell’Isola: a) chieda
ed ottenga, per conto di suoi sodali, ad esponenti di spicco della associazione interventi
para-legali, ancorché per finalità non riprovevoli; b) incontri ripetutamente esponenti di
vertice della stessa associazione; c) intrattenga con gli stessi relazioni amichevoli,
rafforzandone la influenza anche rispetto ad altre componenti dello stesso sodalizio tagliate
fuori da tali rapporti; d) appalesi autentico interessamento in relazione a vicende
particolarmente delicate per la vita del sodalizio mafioso; e) indichi ai mafiosi, in relazione a
tali vicende, le strade da seguire e discuta con i medesimi anche di fatti criminali gravissimi
da loro perpetrati in connessione con le medesime vicende, senza destare in essi la
preoccupazione di venire denunciati; f) ometta di denunciare elementi utili a far luce su fatti
di particolarissima gravità, di cui sia venuto a conoscenza in dipendenza di diretti contatti
con i mafiosi; g) dia, in buona sostanza, a detti esponenti mafiosi segni autentici – e non
meramente fittizi – di amichevole disponibilità, idonei, anche al di fuori della messa in atto
di specifici ed effettivi interventi agevolativi, a contribuire al rafforzamento della
organizzazione criminale, inducendo negli affiliati, anche per la sua autorevolezza politica,
il sentimento di essere protetti al più alto livello del potere legale.
Alla stregua dell’esposto convincimento, si deve concludere che ricorrono le condizioni
per ribaltare, sia pure nei limiti del periodo in considerazione, il giudizio negativo espresso
dal Tribunale in ordine alla sussistenza del reato e che, conseguentemente, siano nel
merito fondate le censure dei PM appellanti.
Non resta, allora, che confermare, anche sotto il profilo considerato, il già precisato
orientamento ed emettere, pertanto, la statuizione di non luogo a procedere per essere il
reato concretamente ravvisabile a carico del sen. Andreotti estinto per prescrizione."
Tanti auguri, vecchio Giulio!