Ho cercato sul sito di Repubblica, ho scandagliato il Fatto Quotidiano, ho passato al microscopio persino il sito dell'Unità. Tutto invano. Delle manifestazioni indette orgogliosamente dal PD per l'11 e il 12 dicembre in risposta al “no B-day”, non se ne trova traccia. Eppure dovevano incentrarsi sui temi concreti: la sanità, i redditi, la disoccupazione, l’ambiente, la famiglia addirittura (quella non manca mai), non la solita solfa dei giustizialisti ossessionati dalle pendenze giudiziarie dell'Unto. A quelle nel PD ci pensa Violante, che si ritiene -- a giusto titolo -- più qualificato di Ghedini a imbastire un salvacondotto per Berlusconi. Oppure ci pensa Letta (quello più giovane) che, come il suo beneamato zietto, trova giusto che un Presidente del Consiglio si difenda “dal” processo. Ovvio. Per i Letta (e le Letterine) ci mancherebbe altro che qualcuno si mettesse in testa che vanno fatti rispettare principi come la legalità, l'uguaglianza di fronte alla legge, il rispetto per le istituzioni. Cosa credono gli Italiani? Forse di vivere in un paese civile? In uno stato di diritto? I giudici, come sapeva il mugnaio, stanno a Berlino, non a Roma o a Casal di Principe.
Quindi nemmeno i pensionati della CGIL, che costituiscono l'estremo parco buoi del PD, le truppe cammellate da scorrazzare in giro per piazze e per primarie, si sono scomodati troppo per una palese presa in giro, malamente raffazzonata per dimostrare che il PD non ha bisogno di seguire quegli scalmanati che invocano le dimissioni del governo. Bersani è un Segretario che bada alle cose concrete, perbacco, mica un agit prop da rete. Lui sguinzaglia i mobilitanti (http://www.mobilitanti.it/), altro che Feisbuc. Sentite qua come monta la marea che spazzera’ via il governo con un’opposizione intransigente e puntigliosa (nessuna ironia, e’ tutto tratto verbatim dal sito succitato):
A Beinasco nell’hinterland torinese il PD ha organizzato un volantinaggio al mercatino di Natale per far conoscere le proposte alternative non accettate dal governo, a Castelmassa nel Polesine si è scelto di piazzarsi durante il mercato in via Cesare Battisti di fronte alla banca, scrivono gli organizzatori “sia per parlare con i nostri militanti che per ascoltare le vostre opinioni”. Stesso format dei circoli genovesi che domani a via XX Settembre presentano le iniziative come un occasione “per parlare non del leader del PDL, ma dell'Italia, dei problemi del paese. Il circolo di Sandrigo, nel vicentino annuncia un gazebo con volantini cioccolata calda e pandoro, e a Vigevano c’è addirittura un " gazebo mobile" per andare in giro tra piazze, scuole e un convegno sull'acqua.A Signa, nel fiorentino, hanno promosso le 1000 piazze a chilometri zero, in piazza Cavour sabato 12 dicembre dalle 14.30 alle 19.00.Il PD della Versilia organizzerà una raccolta di firme, da inviare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Ministro della Giustizia Angelino Alfano, ai Presidenti di Senato e Camera.
Un vero peccato che nemmeno i cronisti dell'Unità si siano rovinati il week end prenatalizio per scrivere del vuoto pneumatico di queste iniziative annunciate con gran fanfara e apparentemente dimenticate anche prima che si svolgessero.
Bersani è un politico che ha alle spalle una tradizione, una storia, un percorso, come si dice in politichese, e come lui tiene a sottolineare. Da ciò trae forza interiore, visione e strategia. Infatti ispirandosi agli anni gloriosi della lotta antifascista, sta lavorando per portare il PD nella clandestinità.
Dal nulla non nasce nulla.
Il PD è nato sul nulla e nel nulla è destinato a restare.
Bersani non può inverire una rotta che non c'è e non c'è mai stata.
D'altra parte, egli ha dimostrato, perseguendo centri farmaceutici nei grandi supermercati e evitando la liberalizzazione delle farmacie, di volere più lavoratori dipendenti (laureati in farmacia che dipendono da altri farmacisti o dai grandi centri commerciali) e non più lavoratori autonomi; nonché di voler spostare la ricchezza dai lavoratori autonomi (i titolari di farmacie) al grande capitale (e non ad altri lavoratori autonomi).
La medesima strategia la ha perseguita abolendo i minimi tariffari. Le grandi imporese e le medie hanno ottenuto un guadagno: pagano sia ai grandi professionisti che ai piccoli il 60% dei minimi anziché i minimi. Ancora una volta trasferimento di ricchezza dal lavoro autonomo al capitale. I cinsumatori, ovviamente, non hanno ottenuto alcun vantaggio, perché non hanno il potere di pretendere una parcella al di sotto dei minimi (salvo nei casi in cui già in precedenza la ottenevano). E anzi, i più poveri dei cittadini sono stati colpiti con l'abolizione del patto di quota lite (un compenso per gli avvocati, che fa da contraltare alla perdita che questi ultimi hanno avuto a favore del grande capitale). Gli unici "professionisti" non colpiti sono i titolari dei megastudi, che possono compensare la riduzione del corrispettivo con economie di scala (gli studi piccoli possono non avere la capacità di lavorare al 60% dei minimi). Dunque più ricchezza a questi professionisti, che in realtà sono titolari di attività fondate su grande quantità di capitale e dunque sono imprenditori. Più lavoratori salariati (tali sono i dipendenti dei grandi studi professionali). Neno ricchezza ai lavoratori autonomi.
Uno così secondo voi può far del bene all'Italia?
Sui minimi tariffari non mi posso pronunciare perchè non mi ritengo sufficientemente competente, ma sulle parafarmacie i fatti concreti danno ragione a Bersani, in questi anni sono state aperte 2500 piccole imprese creando 5000 posti di lavoro, la parafarmacie all'interno dei centri commerciali sono qualche centinaio, per fare un paragone, le parafarmacie sono spesso aperte con orari molto più lunghi delle farmacie e anche il sabato, vendono tutti i farmaci da banco con sconti del 20% rispetto alle farmacie, con notevoli vantaggi per i consumatori, e quindi criticarle è pura difesa di una corporazione che sta perdendo alcuni privilegi, dal punto di vista della professionalità la legge dice che una parafarmacia deve avere solo persone laureate, mentre, nel caso non lo sappiate i figli di farmacisti possono operare anche senza laurea, è sufficiente l'iscrizione all'università.
Il tentativo di distruggere la concorrenza delle parafarmacie nei confronti della lobby delle farmacie si è concretizzato in un aberrante disegno di legge da parte dei sigg. Tomassini & Gasparri, vedremo se va a finire come per l'eroica difesa dei taxisti fatta dal centrodestra che è riuscita a distruggere ogni minima possibilità di avere un servizio taxi a livello decente, che sarebbe un incentivo al turismo mille volte più efficace delle vaneggiate campagne di stampa della Brambilla.
Non sono un estimatore di Bersani e ritengo complessivamente piuttosto abominevole il governo di cui ha fatto parte, tuttavia ritengo che abbia operato bene e correttamente autorizzando la vendita dei medicinali da banco nelle parafarmacie. Non credo esistano norme che impediscano parafarmacie gestite da lavoratori autonomi esattamente come le farmacie e leggo in altri commenti che la grande maggioranza di parafarmacie sono gestite da lavoratori autonomi. Se e' cosi' mi sembra vengano meno le ragioni alla base della critica esposta.
Puo' essere che qualcuno abbia beneficiato piu' di altri dall'abolizione dei minimi ma anche se cosi' fosse nessuno della platea dei consumatori e' stato danneggiato e tutti sono stati almeno potenzialmente avvantaggiati. E' normale che chi ha piu' conoscenze e risorse abbia piu' vantaggio dall'esistenza di un mercato meno ristretto e piu' concorrenziale, sarebbe sbagliato curare questo riducendo gli spazi di mercato e concorrenza, semmai lo Stato dovrebbe aiutare in altro modo (minori aliquote fiscali sui redditi bassi, sussidi ad esempio).