Scrivo queste righe con la voglia non solo di provocare, ma anche di capire perchè due casi apparentemente simili (forse) siano trattati in modo dissimile.
Come sapete recentemente la Cassazione ha confermato una condanna a 9 anni e mezzo per Vanna Marchi, riconosciuta responsabile di aver truffato decine di persone alle quali venivano promesse pronte guarigioni in cambio dell'adempimento di speciali riti magici e della corresponsione alla stessa di congrue “offerte” in denaro. Ovviamente, sulla vicenda processuale ho ben poco da dire visto che la conosco solo in base ai resoconti giornalistici.
La provocazione risiede in questa considerazione. Ma non ci sono forse altri soggetti che abusano della credulità popolare ottenendone in cambio vantaggi e altre utilità in denaro e in anche in altre forme? Perchè un prete che officia una messa in suffragio ad un defunto, con relativo pagamento dell'offerta non abuserebbe della credulità popolare? Esiste o non esiste un business di alcuni movimenti, cattolici ma non solo, dove la partecipazione a riti collettivi, previo pagamento di un offerta (per le spese logistiche di organizzazione, come si ama dire), è parte della possibilità di essere guariti anche dai mali fisici? Esiste o non esiste la vendita (dico: la vendita) di acqua benedetta proveniente da fonti miracolose mariane; di medaglie di santi particolarmente attivi sul fronte dei miracoli e così via? Insomma, perchè Vanna Marchi è in galera, e altri invece si affacciano baldanzosi dalla finestra, senza nulla dover temere, se davvero le condotte di costoro sono assimilabili (in realtà mi sto chiedendo se lo sono realmente)?
La prima obiezione potrebbe consistere nel fatto che nel caso oggetto della recente cronaca giudiziaria, i soggetti condannati si adoperavano ad ottenere il denaro “terrorizzando” le loro vittime. Dunque lo scambio di denaro in cambio dei servizi offerti non era, almeno dopo il primo incontro fra l'imputata e la vittima, volontario. A questo si potrebbe obbiettare che, a quello che ne so, non tutte le vittime della Marchi sono state terrorizzate e che comunque l'abuso di credulità popolare non sembra necessariamente collegato al ricorso alle minacce, che eventualmente costituiscono un reato ulteriore. Il punto “mi serve” per chiarire che può esistere abuso della credulità a prescindere dalle minacce che si associno all'abuso stesso. Quindi la domanda che pongo è: perchè alcuni abusi della credulità popolare sono tollerati, e altri invece repressi? Insomma, perche' Lourdes e Padre Pio hanno il diritto di promettere miracoli in cambio di soldi, mentre Vanna Marchi no?
Si potrebbe tagliare la testa al toro osservando che la Marchi è stata condannata per truffa: vendere rametti di edera tagliati dalle piante che crescono vicino alle mura dei propri uffici spacciandole poi per miracolose è una truffa; e lo stesso dicasi dei numeri del lotto che non possono essere venduti come personalizzati, perchè nel caso in cui essi siano effettivamente vincenti ... lo saranno per tutti i giocatori, anche quelli che non hanno fatto ricorso ad astrusi rituali! Ma, ancora, la mia domanda è: perchè non è truffa benedire un paio di candele e sostenere che se si andrà a messa il giorno di San Biagio e si riceverà la speciale benedizione (si mettono le candele a croce di S.Andrea intorno al collo dei fedeli) ci si “preserverà dai mali della gola durante l'inverno”? Perchè spacciare le ceneri del caminetto del parrocco come ceneri benedette da apporre sulla fronte dei fedeli a inizio quaresima è solo un rito e non una truffa? Come tollerare che alcuni, possano, in seguito a queste esibizioni magico-misteriche, spogliarsi di alcuni loro beni? E come giustificare che forme di cannibalismo rituale (comunione) siano precedute da forme di plagio psicologico nel quale si invitano i fedeli a raccontare pubblicamente ad un estraneo la propria vita intima, compresa quella sessuale?
Da un punto di vista libertario, è scontato dire che dovrebbe essere lasciata massima libertà di espressione ai culti religiosi, qualunque forma o contenuto dottrinario assumano; dunque sulla base di questo principio sarebbe sbagliato chiedersi se un intera istituzione, come la Chiesa Cattolica, possa essere “tutta” e indistintamente colpevole di promuovere credulità popolare o azioni dannose per i fedeli: è più ragionevole valutare caso per caso e situazione per situazione, come appunto si presume facciano i magistrati che indagano in merito a specifiche notizie di reato. Questa considerazione a mio avviso, chiarisce anche perchè non è ragionevole liquidare tutto l'operato delle religioni istituzionalizzate come semplicemente truffaldino; infatti se da un punto di vista ideologico, filosofico o religioso un individuo può considerare una certa fede (nelle sue pratiche rituali e nei suo dogmi dottrinari) del tutto esecrabile, egli non potrà spingersi a considerare tutte le manifestazioni di quella fede, o tutti i rapporti personali fra clero e devoti, come reati da reprimere: sarebbe una forma insostenibile di paternalismo. Mi sembra l'errore in cui incorrono coloro che periodicamente denunciano il pontefice per aver sostenuto di essere capace di trasformare le ostie in corpo e sangue di Cristo e così via.
Dunque la domanda da cui partivo, “perchè certe condotte sono sanzionate penalmente mentre altre, di intere comunità religiose storiche, sono tollerate?”, era mal posta, appunto perchè in discussione dovrebbero essere solo le condotte dei singoli, non di intere istituzioni...un punto già evidente quando si dice che la responsabilità penale è sempre individuale, anche se lo si dimentica quando si estendono indebitamente quelle responsabilità a intere istituzioni. Esiste, per altro, il reato di associazione a delinquere ...
C'è infine un altro punto. Sebbene da un punto di vista logico alcune pratiche truffaldine siano tipiche sia di istituzioni millenarie che di cani sciolti prontamente ingabbiati, com'è che le pratiche messe in atto dai secondi appaiono potenzialmente più pericolose? Forse, e dico forse, la ragione risiede nel fatto che le pratiche religiose sedimentate nei secoli e vissute dalle comunità in maniera diffusa si prestano a forme di controllo che invece forme nuove o settarie di religiosità, rendono più difficili (perchè gli aderenti sono pochi; le cerimonie non sono pubbliche e così via. Questo naturalmente non implica che i sostenitori di nuovi culti siano per definizione sospetti, ma solo che le circostanze della loro devozione inducono a pensare così). Se così fosse, sarebbe curioso: la tradizione storica di un culto sembrerebbe una garanzia, parziale ovviamente, a protezione dei fedeli dagli abusi derivanti dalla sua pratica. Insomma, il fatto che un culto abbia una lunga tradizione lo rende potenzialmente meno dannoso, meno una "truffa", dei nuovi arrivati, costruendo quindi una barriera all'entrata nel mercato dei "culti".
La cosa mi risulta strana, almeno sul piano personale, perchè da un punto di vista illuminista, io butterei a mare tutte assieme culto e tradizioni ...
Il tema è la tua analisi sono interessanti.
Aggiungerei ai motivi per cui i cani sciolti sono perseguitati e le istituzioni millenarie no che i primi sono funzionali al sistema di potere, i secondi no.
Non è Wanna Marchi ma sono i preti che benedicono le caserme dei Carabinieri all'inaugurazione ed il dovere di ogni buon cristiano era amare il Re e servire la Patria come soldato.
Quando il culto/setta non è più percepito come antagonista dal Potere (scusate il termine vetero comunista ma non me ne viene un altro) non viene più perseguitato.E' successo ai tempi dei romani (Costantino) e si può osservare oggi con Scientology che viene tollerata nei paesi dove la sua lobby è diventata rilevante ed è considerata una setta di manipolatori/truffatori (quali sono a mio avviso) in altri.
PS
L'unica vera religione, anche in questi momenti di crisi, è la mia (vedere profilo).