Per chi non conoscesse il bike-sharing, funziona così. Si inserisce la propria carta di credito in una delle macchinette come quella raffigurata a destra delle bici nella foto, e si sceglie la durata del "pass". Il costo è abbastanza limitato per le durate più lunghe ($25 per una settimana a New York, $15 per 3 giorni a Washington; a Parigi, ho poi scoperto la scorsa settimana, sono ancora più economiche) ed esistono anche opzioni mensili o annuali per i residenti. Effettuata questa breve operazione, si ri-inserisce la carta di credito per sbloccare una delle biciclette disponibili, e si può cominciare a viaggiare. Si ha diritto ad un uso illimitato e gratuito di una bicicletta per durate inferiori alla mezzora. Per durate più lunghe, il costo d'uso aumenta esponenzialmente con la durata. Questo, tuttavia, non è un problema perché le stazioni ove parcheggiare la bici si trovano praticamente ovunque, e spostamenti in bici che richiedono un percorso eccedente la mezzora non sono consigliabili.
Una delle mie perplessità era che, non essendo dotate di lucchetto, non fosse possibile usarle per recarsi a fare, per esempio, delle veloci compere in un negozio. Questa è una leggera scomodità rispetto all'uso di una bici personale, ma la densità delle stazioni non rende questo un grosso problema. Ad occhio e croce, non si deve mai camminare più di cinque minuti per trovare una stazione il che implica che ogni destinazione si trova a non più di 2-3 minuti. Forse sto esagerando per difetto, ma non molto. D'altro lato un po' di tempo lo si risparmia perchè non è necessario legare la bici: basta infilarla in uno dei ricettacoli liberi, aspettare la lucetta verde che assicura il bloccaggio, e si può procedere con i propri affari. Niente lucchetti, chiavi da cercare, né alberi o piloni da trovare per legarvi la bici, né la preoccupazione di vedersi rubata la bici, o anche solo una ruota o il sellino. E nemmeno la necessità di portare la bici dentro e fuori dal garage di casa (ammesso che uno, in queste città, lo possieda), o dell'hotel (idem).
A volte le stazioni sono senza bici (più di spesso di quanto pensassi, di sera, downtown), e a volte sono piene e non si riesce a parcheggiare la bici noleggiata (sempre di sera, nelle zone turistiche piene di ristoranti), ma è possibile ottenere un'estensione del tempo gratuito di noleggio. È possibile visualizzare nel proprio smartphone l'ubicazione delle stazioni con l'indicazione del numero di bici disponibili e di posti vuoti.
Le bici sono un po' scomode e pesanti, il che disincentiva, se non bastasse il costo, l'utilizzo per viaggi lunghi. La sella, facile da alzare e abbassare, è un po' troppo dura e un po' orientata in avanti verso il basso. Dei tre rapporti (inspiegabilmente orientati al contrario di quelli di tutte le bici che ho usato) il primo è inutilizzabile perché troppo leggero, e ne rimangono altri due; si sente spesso il bisogno di almeno un altro rapporto usabile. Il cestino per appoggiare la borsa, posto sopra la ruota anteriore, è pratico ma un po' piccolo.
Tutto sommato, la facilità d'utilizzo compensa questi difetti e l'esperienza complessiva è piacevole. A Washington ho viaggiato sia per recarmi a lavoro che per svago pedalando agevolmente tra zone pedonali e gli ampi marciapiedi di cui questa città è dotata. A New York onestamente si rischia un po' la vita, ma gli automobilisti sembrano aver accettato la presenza di questi strani viaggiatori a due ruote, e l'amministrazine cittadina sembra seriamente intenzionata ad aumentare il numero di piste ciclabili. La pista ciclabile che costeggia il fiume Hudson (foto sotto a sinistra) è ampia e piacevole da percorrere, almeno da Battery Park al Greenwich Village; dalla parte dell'East-River invece ancora molti tratti sono asfaltati male e/o in costruzione. A destra, una foto del Brooklyn Bridge scattata dalla bici. Alcune Avenues sono dotate di una sezione per biciclette non separata fisicamente dal traffico, ma a volte è necessario procedere in mezzo al traffico (impossibile viaggiare nei marciapiedi senza doversi fermare in continuazione e causare imprecazioni dei pedoni, molto meno pazienti degli automobilisti).
Ho notato l'esistenza di servizi simili anche a Milano e Roma ma, a giudicare dalle mappe delle stazioni che ho visto (meno di due dozzine nel centro di roma, pochi piu' nella zona centrale di Milano), sembrano ancora piuttosto limitati. Indubbiamente, un servizio del genere richiede un serio impegno e collaborazione da parte dell'amministrazione cittadina a concedere spazi per le biciclette e per la costruzione di una rete di piste ciclabili, senza le quali la navigazione fra le auto rimane un po' rischiosa. Tutto sommato però mi sembrano iniziative utili, esportabili in molte città di sufficiente densità, e che complessivamente aumentano la qualità della vita di cittadini e turisti.
ma dove? ma quando mai? io l'ho usata per ben 5 anni e MAI l' ho trovata puzzolente. E' nuovissima, con i vagoni fatti in Italia dalla ditta Breda o Brera e nelle stazioni e pensiline di D .C. e' vietato mangiare e perfino bere percio' non ci sono sporcizie.
NYC e' un'altra storia
si in effetti pensavo piu' a NY