Come probabilmente tutti gia' sanno, sia Napolitano che Marini si sono dedicati a criticare il governo per l'abuso del voto di fiducia e della tecnica "maxi-emendamento" in sede di finanziaria. Entrambi hanno pontificato sul distacco fra cittadini e classe politica, sull'assenza di moralita', eccetera, eccetera. Si potrebbe fare della facile ironia su tali prediche, lungo le linee di "da che pulpito ...", ma la evito. Non e' questo il punto: in Italia il moralismo vuoto ed il generalizzato invito a fare i bravi e comportarsi bene e' tradizionale, specialmente in questa stagione dell'anno complici le feste, il Natale, ed i panettoni. Niente di nuovo sotto il sole.
Mi ha invece colpito la reazione del Presidente del Consiglio Prodi a queste ed altre critiche. Anche qui, nulla di nuovo ed infatti il nostro Sandro aveva gia' menzionato tale tendenza in un post di poche settimane fa che stigmatizzava l'uso di fondi pubblici ad uso propagandistico attraverso l'invio a tutti i sedicenni d'Italia di lettere "personali" firmate dal governo, con allegato assegnino per acquisto del computerino per andare in rete. Sandro sottolineava, giustamente, che tale operazione imitava alcune delle pratiche piu' becere del precedente governo guidato da Berlusconi: propaganda elettorale continua attraverso i fondi pubblici.
La piccola novita' che vorrei commentare e' che tra ieri ed oggi il signor Prodi ha letteralmente teorizzato il "lo facciamo noi perche' l'han fatto anche loro", proprio per difendersi dalle critiche di cui sopra. Forse anche a causa della fretta non riesco a ritrovare un link decente ad un giornale che riporti la notizia, che ho pero' letto sul giornale cartaceo ieri. Poiche' per alcuni giorni c'e' persino lo sciopero dei giornalisti (il week end natalizio lungo viene bene a tutti) la notizia di sicuro sparira'. Ma non importa, l'ha detto. Per giustificarsi ha detto che l'hanno fatto tante volte Tremonti ed il governo della CdL, quindi perche' strapparsi le vesti se lo facciamo anche noi (loro, l'Unione; io non c'entro)?
Ecco, appunto. Questo e' il governo che pensa di poter eliminare l'evasione fiscale aumentando le imposte ed allo stesso tempo istituendo una specie di caccia alle streghe nazionale basata sullo schedare tutto, tutti, e tutto quello che si fa. Sembrano far finta di non sapere che l'evasione fiscale, il passare con il rosso, il parcheggiare dove non si potrebbe proprio, il non pagare il biglietto del tram, lo sporcare e deturpare gli spazi ed i beni pubblici, l'abusare di qualsiasi occasione per fregare il prossimo, il corrompere il professore perche' ti faccia passare l'esame o l'amministratore pubblico perche' ti faccia vincere il concorso, tutto questo e molto altro si regge su di un equilibrio socio-culturale per il quale il "cosi' fan tutti" e' colonna portante. Sia chiaro, "cosi' fan tutti" non e' l'unico elemento su cui tale equilibrio suicida si regge: per ognuno degli esempi che ho citato vi sono uno o piu' fattori specifici e concreti che motivano il comportamento antisociale in questione.
L'evasione fiscale, per esempio, si regge anche sul fatto che la tassazione italiana e' troppo alta, vessatoria e tecnicamente folle. Il parcheggiare sul marciapiede si spiega anche con il fatto che i parcheggi, liberi o a pagamento, mancano. La corruzione dei pubblici ufficiali sul fatto che le norme di concorso sembrano fatte per ridurre la trasparenza ed i nostri funzionari pubblici dei corrotti e fannulloni impuniti da sempre perche' protetti da una legislazione medievale ed un sindacato scandalosamente corporativo. Infatti, la corruzione del settore pubblico si regge anche sul fatto che in un paese in cui per fare qualsiasi cosa occorre un permesso bollato, ed in cui meta' dell'attivita' economica e' sotto controllo diretto d'un funzionario intoccabile, questo ovviamente s'avvantaggia del proprio infinito potere. La gente passa con il rosso perche' in Italia la polizia le multe non le da', non solo perche' "cosi' fan tutti". Ma il cosi' fan tutti e' il collante ideologico, la velina morale, la giustificazione personale pret-a-porter che tutti tirano fuori istantaneamente quando, molto raramente, vengono colti in flagrante.
Il cosi' fan tutti accomuna elites e sottoproletariato, governati e governanti, padroni e dipendenti, comunisti e fascisti, alti e bassi, magri e grassi. E' una delle "memes" culturali che piu' fortemente caratterizza l'Italia e la differenzia dal resto del mondo, e lo fa in una maniera molto sottile. Le norme sociali, l'uniformarsi al comportamento degli altri nella vita quotidiana, nel micro per cosi' dire, e' ovviamente comune a tutto il mondo. Ma, quando mai vi e' capitato di sentire qualcuno che a Los Angeles o a Tokyo giustifica il proprio viaggiare gratis in metropolitana dicendo che cosi' fan tutti? Forse che qualcuno di voi che vive in Spagna o a Londra conosce di colleghi che, pizzicati perche' si saltavano la coda dell'autobus, han risposto con un'alzata di spalle ed un cosi' fan tutti? Per non parlare dell'evasione fiscale: tutti ci provano, non v'e' dubbio alcuno, o almeno tutti la sognano, ma mai ho sentito un americano o anche uno spagnolo spiegarmi che i soldini di quella piccola consulenza lui non li dichiarava perche' "cosi' fan tutti".
Tutto al contrario: all'estero, in decine d'occasioni mi e' stato fatto osservare che il tal micro-comportamento cooperativo andava rispettato perche' cosi' fan tutti. Fuori d'Italia il criterio mozartiano si usa per giustificare e difendere norme quotidiane a volte persino fastidiose ed ossessive, ma chiaramente cooperative e socialmente utili. Chesso', in Giappone nei luoghi affollati (inclusi i marciapiedi) la gente cammina rigorosamente dal proprio lato (che li' e' quello di sinistra). Negli USA nessuno getta cartacce per terra ed e' facilissimo che se lo fai qualcuno te lo faccia osservare (esperienza personale di tanti anni fa!). La donazione natalizia alla Salvation Army o a United Way si fa perche' cosi' fan tutti, e la precedenza al pedone anche se non ha ancora raggiunto le striscie perdonali e cominciato ad attraversare, altrettanto. Si parcheggia dove c'e' il meter, non cinquanta metri piu' in la' dove e' libero ma vietato, anche se ben sai che il poliziotto magari a quest'ora non c'e'.
L'elenco e' infinito, ma la regola mi sembra empiricamente solidissima. Fuori d'Italia ci si appella al cosi' fan tutti per sostenere e consolidare norme sociali cooperative quali punti di riferimento culturale. In Italia, buoni seguaci di Mozart e terra del suo librettista Da Ponte - personaggio peraltro geniale, leggetevi la sua autobiografia: concluse la sua vita come primo professore d'italiano a Columbia University! - il cosi' fan tutti e' la foglia di fico con cui tutti coprono le proprie piccole o grandi nefandezze antisociali, a cominciare dal molto probo, molto ligio, molto cattolico e molto moralista, presidente del consiglio. Un paese unito e culturalmente omogeneo, non c'e' che dire.
per il diletto di grandi e piccini, consiglio a tutti di leggere e guardare CAFONAL del 21 di dicembre, disponibile su www.dagospia.com
il tono e' ridicolo, ma forse e' meglio ridere che piangere, au fond,
il tema e' un congresso, convegno, tavola rotonda con tramezzini sul tema della RAI. L'aspetto affascinante e' che di fronte ad un organizzazione mafiiosa che sottrae denaro al tesoro pubblico e al pubblico (con il canone che risulta essere una "tassa") il partito di "riferimento" della maggioranza parlamentare attuale va a discutere con i mafiosi di varia collocazione, come si dice, politica e culturale, da Manca a Curzi, etc.
Partecipano anche soubrettes e chansonniers.
Una proposta interpretativa: e se "servizio pubblico" significasse in verita', servizio del pubblico a questi signori? Il pubblico serve i loro interessi, dalla produzione e trasporto di vallette a lor signori (documentato) sino a semplicemente solleticar la lor vanita'. In questo modo si capisce a che cosa serve la RAI.
buon anno a tutti di Nfa,
palma tra tempeste e aereoplani da prenotare.