... con risultati che trovo affascinanti, ancorche' pericolosi.
Tralasciamo, per ora, l'angosciosa e difficilissima domanda che tormenta il nostro "insigne studioso", ossia di perche' il governo Berlusconi - che era self-proclaimed liberale avendo egli risollevato dal fango la torcia, e gli accoliti, del perseguitato tedoforo dell'Italia liberale, l'esule Bettino - non abbia fatto mezza riforma liberale o liberista che dir si voglia, anzi abbia fatto proprio tutto il contrario. Porsi una domanda del genere o ben e' un sapiente artificio retorico (cosa che dubito, alla luce di questo ed altri scritti del nostro) o ben deriva dal non aver capito assolutamente delle destre politiche dell'Europa continentale (e dell'America Latina, vedi sotto). La destra euro-continentale e latino-americana e' intrinsicamente e profondamente antiliberale e nemica del mercato, delle liberta' individuali, della concorrenza. Essa e' figlia del corporativismo fascista, delle guilde professionali medievali, dei confessionali tridentini, dei pulpiti vandeani, dell'economia politica di Amintore Fanfani e Manuel Fraga Iribarne, dei metodi imprenditoriali di Roberto Calvi e Michele Sindona, ed e' ben lontana dallo staccarsi da queste sue profonde e redditizie radici. Che tutto questo, dopo 12 anni di Berlusconi-Fini-Bossi, possa ancora apparire sorprendente denota non tanto ingenuita' intellettuale ma l'opposto.
M'affascinano, invece, le implicazioni del modello di <<divisione del lavoro politico>> che il professor AP propone, e se capisco bene utilizza, per intendere l'economia e la politica italiana.
In parole semplici, il modello funziona cosi. Le lobbies monopolistiche sono divise in due gruppi, il primo gruppo appoggia il partito A ed il secondo il partito B. Quando A e' al potere "colpisce" con riforme liberali le lobbies che appoggiano B, abolendo i loro privilegi. Quando B e' al potere fa lo stesso con le lobbies che appoggiano A. Nell'equilibrio di Nash del gioco ripetuto il paese diventa sempre piu' liberale mano a mano i governi si succedono, A-B-A-B-... Insomma una pacchia, anche perche' i baroni universitari non vengono colpiti ne' da A ne' da B, in quanto consulenti di entrambi i governi o, perlomeno, colleghi dei consulenti del governo in carica al momento, sia esso A o B. Non fate i pignoli, lo so che sto facendo l'ipotesi che i due blocchi siano sempre 50-50 e che quindi il vincitore sia deciso da un lancio di moneta ... mi rendo conto che in un gioco dinamico dove l'azione di governo al tempo T influenza le elezioni a T+1 magari tutto questo non funziona, ma insomma ho provato a rendere minimamente coerente un editoriale, mica un articolo su G&EB.
Cio' che m'affascina, in tutto questo, e' l'implicita ma fondamentale restrizione dell'insieme di strategie utilizzabili. Si', perche' sembra che le uniche strategie a disposizione dei governi italiani consistano in togliere privilegi o ad A o a B o ad entrambi. Ora, si da il caso che negli ultimi 50 anni il Bersani I e', dopo le privatizzazioni Amato-Ciampi, il secondo provvedimento pro-competizione che io ricordi (la legge Biagi fu una buffonata propagandistica, come spiegheremo nel
prossimo Ex-Kathedra, altro che liberalizzazione del mercato del lavoro). Evidentemente, oltre che liberalizzare, i governi italiani hanno a disposizione altre strategie, o no? E se nell'insieme delle strategie disponibili mettessimo anche quella di cancellare gli effetti dell'attivita' legislativa del governo precedente? Mi sbaglio o sia questo che il precedente governo l'hanno gia' utilizzata piu' di qualche volta questa strategia? Fatta questa banale ipotesi, che bella ed interessante altalena legislativa produrrebbe il sofisticato modello della <<divisione del lavoro politico>>!
E se poi aggiungessimo all'insieme delle strategie disponibili anche la punizione delle lobbies che hanno appoggiato il governo precedente e ne son state protette? Ossia, quando A ritorna al potere, non solo puo' eliminare le leggi che B aveva fatto e colpivano le lobbies amiche di A, ma puo' anche introdurre leggi che puniscano (tassandole o liberalizzandole "selvaggiamente", come dicono ora i leghisti-taxisti) le lobbies amiche di B! L'altalena allora diventerebbe ancora piu' divertente, che ne dite? Sto immaginando affascinanti scenari d'equilibrio di questo gioco ripetuto, con le lobbies che votano e scioperano/manifestano strategicamente mentre piovono bombe atomiche legislative e napalm-decreti, un quinquennio sugli insegnanti di sinistra e quello dopo sulle partite IVA di destra. Veramente carino come modello normativo, veramente carino. Bisognerebbe che i politici ascoltassero con piu' attenzione i consigli dei loro ex-colleghi che scrivono sul Corriere, sono molto acuti e dimostrano una sorprendente conoscenza della materia.
Ora che ci penso ... non e' che per caso AP e' tradotto in spagnolo e da conferenze a Buenos Aires, Caracas e Lima? Sara' un'impressione superficiale, ma gli equilibri appena descritti mi ricordano tanto l'Argentina ed altri paesi latino americani. A voi no?
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Nota: L'uso del virgolettato in "insigne studioso" e' dovuto al fatto che, a dire il vero, non so quanto insigne egli sia. Ho cercato il suo CV ovunque in rete, ma senza fortuna. Ho scoperto che e' ordinario di Scienze Politiche a Bologna, dove dirige un Master ubicato a Forli, che e' autore di vari libri uno dei quali (Modelli di Partito) variamente tradotto e citato, che gli hanno dato un premio Hemingway per la saggistica, in quel di Lignano Sabbiadoro, e che Google Scholar non sembra attribuirgli nessuna pubblicazione in riviste scientifiche, ma gli attribuisce i tre libri menzionati sopra.
... quello che si dice nell'editoriale di AP possa funzionare servirebbe un commitment ideologico da parte di entrambe le coalizioni, verso la liberalizzazione e il contrasto alle rendite.
altrimenti invece che liberalizzare le costituencies "nemiche" ogni governo penserebbe a proteggere le proprie e finiremmo cosi' per avere piu' protezione e rendite per tutte le costituencies invece che piu' liberalizzazioni... siccome le coalizioni italiche sembrano tutto tranne che committed verso la liberalizzazione...