Essendo appassionato di Formula Uno fin da bambino, e accanito tifoso della Ferrari da altrettanto tempo, leggo assiduamente qualsiasi cosa abbia a che fare con l'argomento su qualsiasi mezzo d'informazione mi capiti fra le mani (stampa specializzata, stampa nazionale, stampa internazionale, siti vari, eccetera).
Oggi (ieri per chi legge) è stato un giorno speciale perché, come tutti gli anni a gennaio (più o meno: in anni remoti, prima che il generale Todt-Bonaparte [chediolobenedicasempre] mettesse ordine in casa Ferrari, a volte si sforava anche a febbraio), come tutti gli anni dicevo si è avuta la presentazione della nuova Ferrari, la nuova monoposto che disputerà il mondiale di F1 nel 2009.
[La mettiamo la foto? ma si, perché no, mettiamoci la foto! Voglio vedere la faccia del Grande Timoniere adesso...]
Vabbeh, comunque, guardo le foto, ascolto i commenti tecnici di Pino Allievi sulla Gazzetta e leggo quelli di Craig Scarborough su Autosport.com, e via via i commenti di altri giornali, lettori eccetera. Alla fine, raschiando proprio il fondo del barile, mi metto a leggere un "BlogMotori" su Repubblica.it, di tale Vincenzo Borgomeo. Ed è qui che m'imbatto nel commento del nostro "Federico" che mi fa saltare sulla sedia.
I nostri fedelissimi e attentissimi lettori si ricorderanno del famoso articolo di Sandro Brusco (26/11/2007) che descriveva il "modello superfisso" come lo schema concettuale che, esplicitamente o in modo del tutto inconsapevole, sottintende gran parte del "dialogo", o "discourse" direbbero i postmoderni d'oltreoceano, su questioni di politica economica in Italia.
Come spiegava con estrema lucidità Sandro, il modello superfisso essenzialmente postula che bisogni, risorse, metodi di produzione, tecnologia, e quindi financo il PIL, siano fissi, dati, inamovibili. Ma soprattutto, il modello superfisso nega qualsiasi ruolo allocativo dei prezzi: in altri termini, nega la possibilità che i prezzi agiscano da "segnali" che informano la decisione di acquistare un tale bene o servizio piuttosto di un altro, di utilizzare un tale mix di fattori produttivi piuttosto di un altro, eccetera.
Il modello superfisso è davvero pervasivo. Esso è alla base delle posizioni più disparate, come ad esempio l'idea che ridurre la giornata lavorativa a 35 ore aiuti a sostenere l'occupazione, perché in questo modo i posti di lavoro (fissi!) vengono divisi fra più lavoratori. Oppure l'idea che le pensioni anticipate servano - di nuovo - a sostenere l'occupazione. Oppure ancora l'idea che per effettuare redistribuzione basti modificare d'imperio i prezzi (tanto, altro ruolo non hanno se non quello di premiare alcuni e punire altri). E via elencando, come faceva Sandro nel suo pezzo.
Sempre Sandro concludeva osservando come il modello superfisso sia estremamente diffuso e quindi estremamente pericoloso. Non sapeva, Sandro, quanto avesse ragione! Difatti lo troviamo perfino in un estemporaneo commento alla presentazione della nuova Ferrari.
Che si, la nuova Ferrari è bella (o brutta, o assomiglia a un trattore, o ad uno di quei nuovi rasoi dalle forme spaziali, eccetera, a seconda del commento), e il nuovo campionato speriamo che sia emozionante ed entusiasmante, oppure no, speriamo sia noiosissimo perché Massa (o Raikkonen) vince il Mondiale a cinque gare dalla fine, eccetera - MA ALLA FIN FINE, sarebbe stato meglio spendere tutti quei soldi per sfamare le famiglie messe in cassa integrazione dalla FIAT.
Corollario importante del modello superfisso e' che la "torta" (cioe' il PIL) ha dimensioni fisse, che non hanno niente a che vedere con incentivi, investimenti, tasso di risparmio, capitale umano, e cosi' via. E l'unica decisione importante riguarda la spartizione della torta: come distribuiamo quei soldi? A chi li diamo? Non solo, ma distribuire la torta di oggi nel modo X anziche' Y non ha alcuna conseguenza sulle dimensioni della torta che potremo produrre domani, tanto e' tutto fisso e prezzi ed incentivi non contano. In questa ottica la posizione di Federico e' perfettamente ragionevole: poco importa che i soldi spesi a produrre la Ferrari F1 generano profitti, mentre le FIAT prodotte con quei soldi non se le compra nessuno a quei prezzi.
Il lettore attento mi dirà che la Honda ha appena annunciato il ritiro dalle competizioni di F1, seguendo quindi apparentemente il consiglio del nostro Federico. Ma la decisione della Honda non fa che confermare la mia tesi: La Honda si è ritirata dalla F1 proprio perché ha tenuto conto dei segnali di prezzo! La Honda, in una decina d'anni di partecipazione recente alla F1, ha vinto poco o nulla (credo una gara, con Button, se non ricordo male); la Ferrari ha vinto 14 titoli mondiali e un fottio di Gran Premi: chissà quale team di F1 è più profittevoleperla propriacasa madre??
Bravo Federico, continua così. Del resto non ti preoccupare, sei in ottima compagnia...
scusa ma secondo me il modello superfisso non c'entra una beata fava. E' solo una questione di marketing. Chi compra una ferrari non e' sicuramente un tecnico, se no comprerebbe una porche. Le Ferrari vengono vendute solo ed esclusivamente perche' sono famose, come status simbol, l'abbandono della formula 1 da parte della ferrari corrisponderebbe alla sua morte. Ne e' dimostrazione il fatto che nel periodo in cui la ferrari non ha vinto mondiali ( 10 anni ), la sua produzione era cmq al massimo ( 5000 pezzi anno ) . Manteneva la sua immagine di protagonista nelle corse nel bene e nel male e se ne parlava. La prima cosa che hanno voluto i cinesi ricchi e' stata una ferrari e non certo per quei pallosissimi gran premi di formula 1 ( la cina vuole togliersi dal "circo della formula 1" per mancanza di spettatori ). La volevano perche' sapevano che i ricchi hanno almeno una ferrari. Le ferrari limited edition vengono vendute solo a chi ha piu' di una ferrari. Questo e' marketing. Ferrari non fa auto, Ferrari e' un club esclusivo. Premesso questo mi chiedo : e le famiglie dei dipendenti ferrari ?
Raf: rileggi quanto scrive il Giorgio e quanto scrivi tu. Siete d'accordo. È il Federico o Fabrizio del sito che Giorgio legge che non è d'accordo, ed è vero che ha in mente il modello superfisso!
Il F in questione pensa che "se non si spendono soldi per produrre Ferrari si possono dare quei soldi agli operai della FIAT in cassa integrazione", come se i "soldi" che si spendono per fare le Ferrari crescessero sugli alberi e fosse necessario decidere solo dove spenderli. Se il buon F capisse che i soldi che si spendono per fare Ferrari si guadagnano vendendole (mentre, evidentemente, i soldi che costa fare le FIAT che avrebbero fatto quelli ora in cassa integrazione non si sarebbero recuperati vendendole, perché non c'era gente che le comprasse a quei prezzi!) ecco, se capisse questo avrebbe capito che, quando dice le cose che dice, ha in mente un modello assurdo del mondo!