Certo, l'avevo imparata nei corsi di macro all'università italiana (1986-1991), e ogni tanto Axel la scrive nei suoi post per prenderci in giro, ma in ambiente accademico, dal 1993 ad oggi, io non l'ho sentita una volta se non parlando al passato. Non l'ho sentita durante il corso di PhD, non l'ho sentita a nessun seminario, a nessuna delle numerose conferenze cui ho partecipato. Proprio mai. Però ogni tanto si trova scritta nella stampa (italiana).
Colgo dunque l'occasione dell'umoristica menzione per rivelare un fatto abbastanza assodato nell'accademia mondiale: i monetaristi non esistono, e non si parla più in questi termini. Ah, Michele mi informa che, sino a qualche anno fa, alla Fed di St Louis c'erano dei "monetaristi"; sembra che, dopo che Bill Poole è andato in pensione, se ne siano perse le orme ... Ah, sembra anche che Steve Williamson e Randy Wright abbiano recentemente proclamato che vogliono ricreare i "neomonetaristi", ma non è chiaro se stiano scherzando o meno. Ciò che è palese anche ai ciechi è che né B&B né alcun altro di nFA c'entra nulla, anzi ...
E mi chiedo: ma chi le fa queste classificazioni? Nell'articolo troviamo, in ordine Neomarxisti, Sraffiani, Postkeynesiani, Sintesi Neoclassica, Monetaristi e Neoaustriaci. Quale sarebbe la logica? A che proposito il maggior quotidiano comico (oops, economico) italiano pubblica tabelline del genere? Stanno cercando di imitare Novella 2000?
Ovviamente, questa gente ha una confusione enorme su cosa sia la Scienza Economica. Scriviamo teorie, le testiamo empiricamente, ne traiamo le conclusioni di policy. Poi andiamo a conferenze e discutiamo delle ipotesi, della qualità dei dati e dei metodi che usiamo per testarle. Come si fa in ogni altra scienza insomma. E vi sorprenderò con un effetto speciale: chi fa questa scienza può trarre conclusioni di "destra" o di "sinistra" (whatever that means) sia con un modello RBC classico sia con uno neo-keynesiano quindi le classificazioni come le si vedono nei giornali fanno solo ridere chi conosce queste cose (chiariamo anche che anche quest'ultima dicotomia: RBC e neo-keynesian, ha poco senso visto che entrambi oramai usano gli stessi metodi e modelli e si differenziano per delle piccole, per quanto rilevanti, assunzioni sulla rigidità dei prezzi).
Ecco perché su nFA non facciamo politica come dice lei, caro Brancaccio (ebbene sì non ho ceduto alla tentazione, ho ascoltato l'"intervista"): cerchiamo (per quanto possibile, perché l'economia è difficile) di spiegare questi tre passaggi (ipotesi-test-implicazioni politiche) e di evidenziare gli errori più evidenti nelle analisi altrui. La politica la lasciamo ad altri.
P.S. Mi dicono B&B che una cosa ha fatto loro piacere: d'essere associati ad Aldo Montesano, uno dei pochi economisti italiani della sua generazione che hanno provato a fare ricerca economica seria e controcorrente. Altro che pensiero unico!
P.P.S. Sempre sulla stessa linea di voler classificare il prossimo, Brancaccio ha avuto la divertente idea di definire Michele e Alberto come "seguaci di Prescott". Ma quanto ignoranti bisogna essere per affermare certe cose? Per favore, leggere c.v. e papers prima di sparare a caso. Forse che basta essere colleghi di Prescott per diventarne seguaci? Alberto, per dirla tutta neanche fa macro, non potrebbe neanche se volesse essere seguace di Ed. Quanto a Michele, ci sono stato collega, assieme a Prescott, per alcuni anni, posso assicurare che litigavano spesso e volentieri. Di economia, non della qualità della birra.
l'autore dell'articolo, Riccardo Sorrentino, non è questo Riccardo Sorrentino, astrologo del calcio, verdad?
No, è questo qui!