Sono stato in Italia un paio di settimane. Come tutti gli espatriati sanno bene, quando si torna in Italia per brevi periodi si vedono amici e parenti, si fanno un mucchio di cene ed aperitivi, e si e' continuamente richiesti giudizi sulla situazione italiana: "Ma la' come vedono ...." (inserire l'oggetto preferito, Berlusconi, Prodi, il Papa, Materazzi, la Telecom, l'economia italiana, la mamma...).
Ma quest'anno ho anche avuto a che fare con l'economia vera, quella dei vecchi imprenditori e dei loro figli: sto facendo costruire un annesso in una casa avita che mia moglie possiede in una ridente cittadina di montagna, meta di orde di milanesi (anche per Pasqua ho scoperto). Naturalmente, come molti accademici, non sono capace di gestire nulla, ma osservo e studio quello che vedo, imparo, provo e disprovo teorie economiche osservando in che modo la gente mi frega.
Ecco alcuni nanetti (per coloro che siano cosi' giovani da non aver visto il Renzo Arbore dei tempi d'oro con coda di amici comici tra cui Nino Frassica, la parola "nanetti" e' traducibile rozzamente in "aneddoti", ma e' molto piu' pregna di significato) da cui ho tratto insegnamenti e indicazioni di politica economica in Italia (vabbe', esagero).
Il gelataio. Sto mangiando un gelato e chiaccherando amabilmente con il caro amico gelataio e i suoi figli (impresa familiare di grandissimo successo locale; amici di famiglia da tempo immemorabile: la moglie del gelataio ha cresciuto mia moglie come baby-sitter). Entra una ragazza giovane (non molto bella; indicazione importante per non fraintendere le intenzioni dell'amico gelataio), si rivolge al gelataio e ne nasce il seguente scambio:
- sto cercando lavoro per questa estate, per pagarmi gli studi
- quanti anni hai
- 18
- assunta; lasciami nome e telefono e passa la settimana prossima che facciamo le carte; e poi passa prima di giugno un pomeriggio che ti insegno il lavoro
Io, stupito dalla rapidita' e semplicita' del tutto, sospetto che tutta l'operazione sia in nero. Ma non e' cosi': i nuovi contratti (credo di formazione) a due mesi danno all'amico gelataio la flessibilita' di cui ha avuto bisogno per decenni (che per qualche ragione la domanda di gelato e' piu' alta d'estate, specie in questo ameno villaggio di 8.000 persone che diventano 55.000 d'estate). E lui, ogni tanto un po' scorbutico e lamentoso quando parla degli affari della gelateria, di questo e' felice come una Pasqua. Non solo, ma tutto questo permettera' al figlio di evitare turni pazzeschi d'estate e di venire a New York (la figlia no, mi par di capire; non esageriamo) a sondare il terreno per aprire una gelateria sotto casa mia.
Sia lodata la flessibilita' (il precariato), la globalizzazione, il Dio mercato e i buoni gelati (di cui, manco a dirlo, sono ardente consumatore, anche d'inverno!
Il tecnico (no, che tipo di tecnico non mi pare il caso di dirlo, ma che vi frega?). Ci conosciamo da molti anni. Ha fatto alcuni piccoli lavori a casa di mia moglie ed e' un uomo molto intelligente e simpatico. Un intellettuale vero, nonostante il lavoro manuale, di quelli che si incontrano solo in provincia. Ci facciamo un grappino dopo cena e mi dice, felice e giocondo: "Da un mese sono in pensione" . Poiche' lavora in proprio e non credo abbia alcuna intenzione di smettere di farlo, chiedo, "ma cosa vuol dire, in pensione?" E' la domanda che voleva, e risponde, sempre piu' felice, "100% in nero".
Mi racconta che tasse ne ha sempre pagate poche; la pensione che riceve e' infatti minima davvero, 700 euro, ma i) e' certo di piu' di quanto ha contribuito negli anni, a occhio; ii) non e' povero, anzi. Non e' che abbia paura piu' di tanto che aumentino l'eta' della pensione (anche se questo ha avuto un effetto nella decisione di andare in pensione), ma e' il non dovere tenere conti, il non avere a che fare col commercialista, che lo ha spinto a chiudere la partita IVA, con acrimonia verso il passato che lo ha costretto a escamotage burocratici di ogni sorta per poter continuare a non pagare tasse allegramente.
Ma com'e' che la burocrazia fiscale e' cosi' pazzescamente inefficiente che non solo non riesce a far pagare tasse al mio amico (che non deve essere cosi' difficile, se usassero un qualunque metodo di imputazione di reddito condizionale alla locazione e al tipo di lavoro; credetemi, dato il suo lavoro e il luogo in cui "esercita" anche un modello econometrico fatto da me, di quelli a spanne tirate con il righello, indurrebbe a fargli una ispezione al mese) ma riesce comunque a rovinargli la vita (e ad ingrassare il commercialista). Com'e' che lo sento parlare, lo sento raccontare dei lacci e lacciuoli che la partita IVA gli impone, e mi convinco che e' lui la vittima?
Sia maledetto lo stato interventista inefficace, inefficiente, ingiusto.
Il notaio, l'ingegnere, il geologo. Non sono riuscito ad andarci, da notaio. Lui non lo conosco (me li scelgo io gli amici). Ma so che l'avrei insultato e accusato di tutto cio' che non funziona nel paese. Non so nemmeno bene perche' ma l'inizio dei lavori ha richiesto un qualche documento di quelli completamenti inutili, tipo "accertazione di esistenza in vita", o un qualche timbro sull'attestato di proprieta', una qualche cazzata di queste, da 2.000 euro. Vabbe', direte voi, cosa c'e' di nuovo. Ok. Ma non e' finita qui. Il mio costruttore (di cui parlo dopo) ha dovuto farsi firmare dall'ingegnere i conti sulla composizione del cemento armato. L'ingegnere mica li ha controllati i conti, si fida del costruttore, lo conosce e lo stima. Anch'io lo conosco e lo stimo. Non potevo fidarmi io invece dell'ingegnere? Avrei risparmiato un altro paio di migliaia di euro. No, e' la legge, l'ingegnere firma e io pago. E il geologo. E' venuto, ha infilato un fottuto tubo in terra, che lo poteva fare mio figlio e ci si sarebbe pure divertito, e ha visto quanto andava sotto e ha sentenziato "abbiamo raggiunto il buono" (cosi' parlava). "Ma se invece del buono avessimo raggiunto una pietra?", dico io, "non sara' il caso di fare un po' di analisi di perturbazioni locali con un altro buco li' vicino?" "No", dice lui, che tanto il costruttore scava e lo vede lui per davvero dov'e' il buono". E allora, lasciamo fare al costruttore che lo pago comunque. Eh, no troppo semplice; e' la legge. Il geologo deve firmare. E via un altro 1.500 euro.
Siano maledette, stramaledette, le professioni protette; che fa anche rima.
Il costruttore. Brava persona il costruttore. Intelligente, svelto, onesto; .... costa carissimo. All'entrata del suo ufficio ha un quadretto appeso con una riproduzione di una frase di Luigi Einaudi che dice (parafraso, che non mi ricordo e che Einaudi non parlava cosi'): "e lasciamole lavorare queste imprese famigliari, sono fatte di brave persone che si fanno un culo rotondo, fiere di farselo; poche tasse e semplici, niente burocrazia, dovremmo garantir loro." E' stato bloccato 2 settimane, che tanto pago io, per una di quelle ispezioni del fisco che avrebbero dovuto fare all'amico tecnico. Hanno fermato lui invece, io credo, perche' e' probabilmente l'unico costruttore in zona che paga le tasse. Cosi' tutti hanno perso 2 settimane, lui, io, gli ispettori. Alla fine, quando gli e' stata contestata la regolarita' fiscale di un anziano signore che per due ore ha spazzato con la ramazza, ha perso la testa. Ha cercato di portare di forza (ma di forza; e' un costruttore; c'ha due mani cosi') il maresciallo della finanza alla stazione del treno, dove oltre ai pochi treni stazionano decine di albanesi che aspettano di lavora a giornata per altre imprese di costruzione ovviamente in nero. Ho creduto che lo arrestassero il mio costruttore da tanto che urlava come un assatanato.
Sia lodato ..... Sia maledetto .....
Ovviamente mi sono inventato tutto. Ma sarebbe potuto accadere. Cioe', nella sostanza e' accaduto. Cioe', non proprio cosi'. Ma insomma, lasciamo stare i dettagli, sono nanetti dopo tutto. In ogni modo, comunque, la morale dei nanetti e' quella giusta.
Nei settori la cui attivita' e' considerata stagionale, la flessibilita' c'e' sempre stata. Ne ho conoscenza diretta, essendo nato e cresciuto a Rimini. Durante le scuole superiori, ho lavorato in bar e ristoranti durante l'estate. La procedura era semplice, e presumo non sia cambiata. In primavera, chi cerca lavoro per l'estate comincia a chiedere ad amici e conoscienti. Appena ottenuto il nominativo di un imprenditore che cerca personale, si fissa un appuntamento. All'incontro, ci si squadra, si parla delle esperienze (una sorta di CV orale), e se c'e' un match, si conviene sullo stipendio (non solo l'ammontare, ma anche lo split tra bianco e nero, cioe' tra tax e non-tax), sulle regole del tipping, e sulle date di inizio e fine impiego. La classica stretta di mano suggella l'accordo. La common law romagnola da' anche il diritto all'imprenditore di cambiare il periodo di impiego, a seconda dell'andamento della stagione. Per esempio, mi ricordo che nell'estate post-maturita' il mio accordo era di lavorare solamente luglio ed agosto. Siccome verso fine agosto le prenotazioni per settembre erano above estimate, mi fu chiesto di continuare durante il mese seguente. In principio, avrei potuto rifiutare ( visto che a quel tempo l'universita' iniziava a meta' ottobre, non era comunque il caso, ndr), ma avrei macchiato la mia personal history, il che si sarebbe tramutato in un ostacolo negli anni a venire.