Negli utlimi giorni:
- Matin mi è venuto a salutare
- Mohamad ha venduto casa
- Aziz ha rilasciato una procura per vendere un'auto
- Olga ha sciolto una società.
Chi sono questa persone, direte voi, e perchè ce ne parli ?
E' presto detto:
Matin è un bengalese, lavora in una fabbrica di suole per scarpe, in Italia da quasi venti anni, due figli, uno dei quali andava nella stessa classe del liceo scientifico di mio figlio
- Mohamed è nato in Marocco, ha sposato una italiana, ha aperto una macelleria halal
- Aziz è nato in Pakistan ed ha tre figli uno dei quali gioca a calcio con mio figlio più piccolo e la cui conoscenza della formazone della Juve è certamente migliore dell'hurdu dei suoi avi.
E con ciò ? - direbbe il lettore giustamente irritato.
Ebbene:
- Matin, dopo sei mesi di cassa integrazione, mi è venuto a salutare perchè si trasferisce a Londra con tutta la sua famiglia
- Mohamed ha venduto la casa comprata sei anni fa, perchè ormai non riesce più a pagare il mutuo, ha trovato lavoro in Germania e va a vivere da un suo cugino che è già lì e guadagna bene
- Aziz faceva il mutatore per una società che è appena fallita, ha dato procura ad un amico per vendere l'auto che tanto a Bristol, dove si trasferisce, non gli serve
- Olga se ne va a Monaco di Baviera e raggiunge il marito che lì guadagna quasi il doppio di quello che prendeva qui da noi
Queste persone, hanno una cosa in comune: sono tutti cittadini italiani. Matin lo è diventato lo scorso anno, Mohamed ed Olga da un paio di anni, Aziz ha appena fatto il giuramento. Nell'arco di una generazione, hanno vissuto la parabola da immigrati, a cittadini, a emigrati "di rimbalzo". Naturalmente, queste storie non hanno alcuna scientificità statistica, si tratta di aneddoti e nulla più, ma quattro vicende simili in un mese, sono forse il segnale di una tendenza nell'Italia declinante. Come ha risposto Matin, alla mia domanda banale su cosa avrebbe fatto a Londra: "il lavoro si trova, non è un problema". Una frase sempre più difficile da ascoltare qui da noi.
Intanto a me questa vicenda ha fatto venire in mente "Su negli azzurri spazi" un racconto di Ray Bradbury contenuto in "Cronache Marziane" e che racconta dei neri americani che lasciano gli USA e si trasferiscono su Marte, lasciando sconcertati i razzisti bianchi. Lo so non c'entra nulla, ma le associazioni mentali non sono sempre razionali.
Dettagli di sci-fi a parte, non vedo nulla di strano in quanto viene raccontato. Cosí come orde di italiani decidono di provare l'esperienza all'estero (se son giovani) o trovare un lavoro e trasferirsi in pianta stabile (se si ha giá famiglia), non vedo perché anche altri, italiani a tutti gli effetti ma di origine straniera, non debbano fare lo stesso...