Nobel per l'economia a Tom Sargent e Chris Sims

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Tom è mio collega e un caro amico - non sarò quindi distante e imparziale. Altri, anche tra noi, sapranno esserlo. Io ho grande stima di lui, come economista e come persona. La sua capacità di essere mentore a varie generazioni di economisti, dagli studenti di oggi, ai vecchi come me, è unica (forse solo Ed Prescott ha saputo fare altrettanto).

Grande Tom!

P.S. Congratulazioni anche a Sims - che però non conosco personalmente e di cui quindi parleranno altri.

Tom e' uno dei padri della macroeconomia moderna, assieme a Bob Lucas e ad Ed Prescott. Adesso il Nobel lo hanno tutti.

Per macroeconomia moderna intendo quella macroeconomia   1) che deriva il comportamento delle variabili aggregate (inflazione, Pil, etc.) dal comportamento degli individui, 2) che riconosce che il comportamento degli individui e' influenzato in modo fondamentale dalle loro aspettative sull'andamento futuro del sistema economico.

Alla fine degli anni 70 in vari modi e forme Lucas, Prescott, Sargent (ma anche altri naturalmente; uno che mi piace citare e' Neil Wallace) hanno spinto questa rivoluzione in macroeconomia rispetto alla macro keynesiana, spesso derisi dal gotha della professione, ad esempio da economisti come J. Tobin. La rivoluzione va sotto il nome di "aspettative razionali". Il contributo di C. Sims e T. Sargent alla rivoluzione e' consistito soprattutto nello sviluppo dei metodi econometrici per studiare empiricamente  modelli con aspettative razionali.

Sargent ha fatto anche molto altro, ma a questo e' stato dato il Nobel. In verita', la motivazione del Nobel non fa riferimento diretto all'analisi empirica di modelli con "aspettative razionali" - non so perche', ci sara' senz'altro una motivazione politica. Ma questo significa. Provo a spiegare

for their empirical research on cause and effect in the macroeconomy [trad. per la loro ricerca empirica delle cause e degli effetti in macroeconomia]

Prima delle aspettative razionali, la questione di causa ed effetto in macro era semplice: quello che viene prima causa quello che viene dopo. Ma con aspettative razionali, quello che viene dopo (meglio, le aspettative su quello che viene dopo) causano quello che viene prima.  Tassi di interesse attesi decrescenti "causano" minori investimenti oggi (e maggiori investimenti in futuro). Ed ecco che la questione di causa ed effetto diventa cruciale - ed ecco che aspettative razionali entrano dalla porta di servizio.

Oggi, con buona pace di Krugman, la ricerca in macroeconomia e' sulle spalle di aspettative razionali (Sargent con Lars Hansen sta lavorando al superamento di aspettative razionali, nel senso di ipotesi meno restrittive su come le aspettative siano formate, ma naturalmente rispettando le regole metodologiche che la rivoluzione ha imposto alla macro). Inoiltre, oggi il lavoro empirico in macro e' essenzialmente nella sua totalita' derivato dai contributi di Sims e Sargent degli anni 80 e da quelli di Lars Hansen, che avrebbe certamente meritato di essere li' con loro, ma e' piu' giovane e lo avra' in un altro momento.

Come la vedo io, questo Nobel - dopo quello a Krugman - e' come quelle operazioni chirurgiche di cucitura oggi di moda a Hollywood che aiutano attrici e ricche ragazze a ricostruirsi la verginita'.

Alcune note personali su Tom - come dicevo certamente parziali (Tom mi ha aiutato molto in tutta la mia carriera - e anche ora e' la mia Chicago-via-da-Chicago al dipartimento - quando mi sento intellettualmente isolato, vado a parlargli e sono un uomo nuovo, carico di energia).

Tom e' un intellettuale vero, uno di quelli che potrebbe passare la vita a parlare coi ricchi e potenti (sono almeno 20 anni che e' considerato tra gli economisti piu' influenti al mondo) ma invece passa il tempo al lavoro e con gli studenti. La sua attivita' di mentore e', come dicevo unica. La figura postata da Antonio Mele nei commenti che riporta il suo network di studenti e' impressionante.

La sua curiosita'  e la sua umilta' intellettuale sono eccezionali. Vederlo ai seminari (e io tra qui e Chicago lo osservo da 20 anni ) e' una esperienza - non fa mai quello veloce che capisce tutto prima dello speaker - anzi fa quello tonto che ha bisogno di doppia spiegazione - ma alla fine impone al seminario la struttura necessaria che evidenzia contributi e limitazioni del paper - senza bullshit, come si dice qui. Vederlo, come e' successo a molti, alle tue classi (non adesso, ma quando ero un giovine assistant professor), in ultima fila, col suo cappello da baseball, che prende appunti, incute timore (meglio: terrore) ma anche fiero rispetto. Sentirlo ai faculty meeting mentre cerca di influire sulla politica del dipartimento esplicitamente sempre solo con la forza degli argomenti - mai gettando la carta "io sono Sargent" - fa davvero impressione. [Proprio ieri mi ha mandato una email che voleva supportare una diversa strategia di assunzioni rispetto a quella che io ho messo in pedi per il dipartimento - ma con un tatto e una ricchezza di argomenti, ... citazioni; un piacere riceverla, nonostante le critiche]. Vederlo interagire con Bob Lucas (l'ultima volta qui a NYU la settimana scorsa) - pendere dalle sue labbra, come potrei fare io - e' stupefacente.

Grande Tom! Sono proprio felice. Per lui. [E anche per me: alla mia eta',  non potendo  far altro che osservare ed esaminare i miei fallimenti, questa mattina, per un breve istante, mi sono sentito fiero di essere arrivato dalla lower middle class di Buccinasco fino a qui. Basta accontentarsi.]

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Commenti

Ci sono 154 commenti

Lo so, sono off topic, maledettamente off. Nell'attesa di leggere motivazioni e commenti sul Nobel e sulle ricerce che lo hanno motivato segnalo una nuova verita' di Giovanardi (l'ineffabile) che getta una nuova luce sulla crisi dell'economia: i trader sono drogati, controlli antidroga a Piazza Affari. Credo che questa sintesi meriti attenzione e menzione per l'assegnazione del prossimo IGNobel per l'Economia.

 

come se la crisi mondiale dipendesse dalla borsa di milano. controlli a montecitorio e palazzo madama sarebbero (un po') piu' efficaci, perlomeno per la parte di crisi spettante all'italia.

Sono d'accordo, grandissimo!!! :-)

Com'è l'aria a Washington Square oggi? Si farà festa? ;-)

L' albero genealogico di economisti che origina da Tom Sargent (ovvero economisti di cui Tom e' stato PhD supervisor o di cui un vecchio studente di Tom e' stato supervisor etc.). Quando lo vidi la prima volta rimasi impressionato, c'e' praticamente quasi tutta la macroeconomia di oggi. 

Ma un lettore non economista cosa comprende da questo articolo e dai suoi commenti? Prof. Bisin, ci dica qualcosa di più!

Quanto meno un lettore non economista avrebbe potuto comprendere che il resto sarebbe arrivato - visto che lo dicevo esplicitamente. Faccio del mio meglio, ma sai com'e' ho varie cose da fare - incluso festeggiare Tom. Comunque adesso scrivo.

un'interessante intervista a Tom Sargent di un anno fa in cui difende la macro moderna (his arguments are a little bit stretched, IMHO) e dice altre cose interessanti sul mercato del lavoro europeo e sulla crisi europea del debito.

(mi dispiace Luciano, purtroppo non è semplice seguire l'intervista in alcuni punti se non si ha un'infarinatura di economia, ma in generale da un'idea di che persona è Tom)

Ebbene, un po' di divulgazione sarebbe benvenuta ...

Grazie per il link, molto interessante!!

 

Veramente un premio meritato, anche se quando ho sentito "Sargent" mi sarei aspettato che, in modo quasi naturale e conseguente, fosse seguito da "e Wallace". Non mi è chiaro invece l'accostamento con Sims.

L'accostamento con Sims e' che entrambi hanno pensato a come stimare empiricamente modelli macro che tenessero conto dei problemi di endogeneita' delle policies, per esempio. Da questo punto di vista, il contributo di Wallace e' stato limitato, Sargent ha dato un contributo piu' ampio, e Sims ha da solo inventato VAR che ora e' usato dappertutto. 

Molto interessante, cercherò di studiare un po' per farmi una cultura.

la questione di causa ed effetto in macro era semplice: quello che viene prima causa quello che viene dopo.

Bello; è un tema storico della filosofia della scienza, tipo: osservo che in una fabbrica ogni tanto suona una sirena, e poco dopo frotte di operai escono, ed altri entrano. Conclusione: il suono della sirena è causa dell'entrata e dell'uscita degli operai.

Ma con aspettative razionali, quello che viene dopo (meglio, le aspettative su quello che viene dopo) causano quello che viene prima

Certamente immagino che (lo schema generale di) questa teoria funziona meglio se le persone maturano sempre le stesse aspettative in risposta alle stesse circostanze. Ecco perchè l'utilizzo dell'epiteto di "irrazionale" come insulto e come qualifica verso chi, avendo valori diversi (e quando assegnando valori diversi rispetto a quelli "previsti"), finisce con lo scombussolare sperimentalmente la teoria stessa.

Era solo un piccolo inciso, una immagine mentale che mi è venuta da scrivere per spiegare perchè, quanto leggo o sento la parola "razionale" in bocca ad un economista, mi viene da pensare male, e comunque rifletto sul fatto che sitratta di una parola "malata".

RR

 

 

 

Da quel poco che ho capito e sentito dire a proposito della teoria in questione mi sembra che il Sig Renzino abbia preso un colossale abbaglio, la teoria in questione proprio perchè cerca di incorporare nel comportamento attuale delle persone le aspettative su ciò che può succedere dopo secondo me riduce la possibilità di definire comportamenti stereotipati "se le persone maturano sempre le stesse aspettative in risposta alle stesse circostanze", ma distrugge contemporaneamente l'illusione del burocrate di dirigere il comportamento delle persone con "direttive" e "regolamenti" astratti.

Secondo me hanno tolto l'enfasi su rational expectations non solo per motivi politici, magari e' il motivo per cui non hanno aggiunto wallace. : intanto perche' VAR non e' necessariamente associata ad una particolare teoria delle aspettative, secondo perche' Sargent stesso ha fatto anche cose diverse, vedi i suoi studi con learning, e su robust estimation. Quest'ultima non mi pare ancora una cosa da meritare il nobel, questo si, ma mi pare l'abbiano menzionata sulle motivazioni.

Comunque, ancora una volta, ci ritroviamo a pendere dalle labbra di quattro svedesi... mah. 

 

Anche io sono immensamente contento, da indegno suo studente di corso.

Soprattutto e' un sollievo per la mia coscienza. Per fortuna la slavina di accidenti che gli ho tirato quando studiavo sui suoi libri e cercavo, con mediocri risultati, di risolvere gli esercizi che assegnava, non gli hanno arrecato alcun nocumento! 

(Sargent con Lars Hansen sta lavorando al superamento di aspettative razionali, nel senso di ipotesi meno restrittive su come le aspettative siano formate, ma naturalmente rispettando le regole metodologiche che la rivoluzione ha imposto alla macro).

Caro Prof Bisin, ce ne può parlare? Grazie.

Ok, troppo tardi stasera, tra un festeggiamento e l'altro. Lo faccio domani, prometto. E anche Sims, indipendentemente sta lavorando in una direzione distinta ma connessa. Parlero' anche di quello.

Bell'articolo, chiaro anche per me che economista non sono.

secondo la Stampa, i due neo-nobel consigliano alla UE gli euro-bond per salvare l'unione monetaria.

Già che ci sono segnalo ai redattori una succosa occasione per un post: stasera sul La7 parla Prodi...

 

secondo la Stampa, i due neo-nobel consigliano alla UE gli euro-bond per salvare l'unione monetaria.


Alberto, parla con Tom. L'analogia fra UE e la creazione degli Stati Uniti d'America su cui basa la sua analisi suggerisce che non sia ben informato sull'attuale situazione europea. Urge un briefing ...

Sarebbe bello se un giorno un premio Nobel avesse il coraggio di dire a un giornalista: 'guardi, io del problema X non so un cazzo, quindi non ho niente da dire'.

Ecco, penso che quel momento segnerebbe il 'coming of age' dell'economia come scienza, almeno nell'atteggiamento.

Il ritorno del rimosso ... (Prodi, ovviamente)

 

 

Il manuale di Sargent per me era difficile ma sono contento. Posto due commenti: di Sorrentino su Il Sole 24 Ore e di Brancaccio sul manifesto. Corriere e Repubblica non pervenuti, almeno on-line.

www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-10-11/metodo-questo-nobel-063909.shtml

 

www.emilianobrancaccio.it/wp-content/uploads/2011/10/brancaccio-nobel-2011-versione-estesa2.pdf

 

 

 

l'articolo di Brancaccio si può descrivere così: come essere parziale ed ideologico di fronte ad una persona che ha fatto dell'imparzialità e della ricerca obiettiva di fatti lo scopo della sua vita.

Brancaccio sul manifesto

curioso l'uso sistematico del termine "merci" invece di "beni e servizi"

I miei pensieri e affetti si rivolgono al nostro stimato connazionale Renato Brunetta, a cui ancora una volta è stato sottratto il giusto riconoscimento a causa delle pressioni della lobby europea-tecnocratica-massonica-gargamelliana.

 

 

Una chicca: Tom Sargent con alcuni dei suoi "nipoti" e "pronipoti" accademici: Pat, Selo e Fabrizio. Il primo a sx non lo riconosco, Dirk forse?

 

Bella :-)

Per caso hai anche una foto di Tom con il white (Minnesota Economics) lab coat?

Si, Dirk

Per chi con queste cose si diverte, una storiella divertente su Tom Sargent dal blog di Jell Ely et al.

Senza commentarli, ecco alcuni passaggi dall'articolo di Federico Rampini apparso su Repubblica di oggi (pp. 24-25).

 

"In comune [Sargent e Sims ndr.] hanno lo studio degli effetti delle politiche economiche sulla crescita. In particolare, il modo in cui la riduzione delle imposte o le manovre sui tassi di interesse possono rianimare l'economia. [...] Una parte del loro merito sta nella ricerca di una migliore qualità delle statistiche. La costruzione di dati attendibili è un passaggio indispensabile per misurare correttamente gli effetti di trasmissione fra le mosse dei governi e delle banche centrali e le reazioni dell'economia reale. [...] Se ci aspettavamo che il Nobel indicasse il nuovo John Maynard Keynes sarà per un'altra volta. La scienza economica non sembra sul punto di partorire una nuova "rivoluzione copernicana" come quella che consentì di rispondere alla Grande Depressione degli anni Trenta ribaltando il dogma del pareggio di bilancio e adottando le teorie keynesiane sulla spesa pubblica come volano della crescita. [...] In questo clima, ha deluso il fatto che il Nobel non sia andato a due teorici della crescita come Robert Barro e Paul Romer, candidati da molti anni. Una loro specialità è l'analisi dei legami fra innovazioni tecnologiche e sviluppo [sic] economico: un tema avvincente tornato al centro del dibattito pubblico in occasione della morte di Steve Jobs."

Continua.....

Oh boy

Interessante.

Credo che per una volta gli abbian detto: Federico, non tradurre l'articolo del NY Times sul Nobel, scrivine uno direttamente tu che di economia te ne intendi.

E Rampini ha fatto del suo meglio producendo una perfetta radiografia della sua crassa ignoranza.

Qualcuno sa quanto costa a De Benedetti questo personaggio?

Già che ci sono aggiungo che Sargent è anche un bravo professore.

Mi ritrovo in quello che scrive Alberto e in quello che ha scritto Fabio: ha un modo di fare che è il contrario dell'essere assertivo (a proposito, qual è il contrario di assertivo?). Insegna in maniera dialogica, spinge a far domande e poi manda avanti la conversazione tramite le domande, fino a un punto in cui fa la summa di quello che si è detto e ne mette in evidenza il senso.
Insomma, te ne vai dal suo corso con l'impressione di aver costruito qualcosa per quanto riguarda la tua conoscenza, per via un un ragionamento sensato.

E soprattutto te ne vai pensando che l'economia è una bella materia...

Non per sminuire il lavoro di Sargent e Sims (che peraltro non conosco e sara` certamente rivoluzionario), vorrei pero` far notare che, dopo che il Nobel per la Pace e` stato assegnato a quelle brave persone di Kissinger, Arafat e Obama (e quello della Letteratura a Fo), credo che qualunque persona seria debba avere un minimo di dubbio sui criteri con cui i Premi Nobel vengono assegnati..

E` anche vero che il Nobel per l` Economia non e` quello per la Pace e quindi (forse) meno carico di valenze politiche, pero`..

Ribadisco che non c` e` da parte mia nessuna critica sul lavoro dei due economisti citati (che non conosco), quanto sui criteri di assegnazione dei Nobel, sui queli nutro forti dubbi

 

Matteo Martini

Giusto per curiosita' personale: io ricordo che Fede esprimeva ben motivati argomenti per dissentire dal premio assegnato a Fo. Nel caso tuo quali sarebbero questi argomenti?

 

credo che qualunque persona seria debba avere un minimo di dubbio sui criteri con cui i Premi Nobel vengono assegnati..

il comitato del nobel assegna i soldi di un lascito privato ed è giusto che faccia come gli pare.

siamo noi che riconosciamo loro importanza, basta smettere e guardare i telegatti. o si preferibbe un qualche sistema sovranazionale e "democratico", tipo l'onu in sessione plenaria?

 

Permettetemi di dissentire da questa scelta. Il Nobel è stato assegnato dietro evidenti pressioni internazionali a due esseri "qualsiasi" a danno della genialità italiana come quella di Scajola inventore del mutuo inconsapevole.