Tom e' uno dei padri della macroeconomia moderna, assieme a Bob Lucas e ad Ed Prescott. Adesso il Nobel lo hanno tutti.
Per macroeconomia moderna intendo quella macroeconomia 1) che deriva il comportamento delle variabili aggregate (inflazione, Pil, etc.) dal comportamento degli individui, 2) che riconosce che il comportamento degli individui e' influenzato in modo fondamentale dalle loro aspettative sull'andamento futuro del sistema economico.
Alla fine degli anni 70 in vari modi e forme Lucas, Prescott, Sargent (ma anche altri naturalmente; uno che mi piace citare e' Neil Wallace) hanno spinto questa rivoluzione in macroeconomia rispetto alla macro keynesiana, spesso derisi dal gotha della professione, ad esempio da economisti come J. Tobin. La rivoluzione va sotto il nome di "aspettative razionali". Il contributo di C. Sims e T. Sargent alla rivoluzione e' consistito soprattutto nello sviluppo dei metodi econometrici per studiare empiricamente modelli con aspettative razionali.
Sargent ha fatto anche molto altro, ma a questo e' stato dato il Nobel. In verita', la motivazione del Nobel non fa riferimento diretto all'analisi empirica di modelli con "aspettative razionali" - non so perche', ci sara' senz'altro una motivazione politica. Ma questo significa. Provo a spiegare
for their empirical research on cause and effect in the macroeconomy [trad. per la loro ricerca empirica delle cause e degli effetti in macroeconomia]
Prima delle aspettative razionali, la questione di causa ed effetto in macro era semplice: quello che viene prima causa quello che viene dopo. Ma con aspettative razionali, quello che viene dopo (meglio, le aspettative su quello che viene dopo) causano quello che viene prima. Tassi di interesse attesi decrescenti "causano" minori investimenti oggi (e maggiori investimenti in futuro). Ed ecco che la questione di causa ed effetto diventa cruciale - ed ecco che aspettative razionali entrano dalla porta di servizio.
Oggi, con buona pace di Krugman, la ricerca in macroeconomia e' sulle spalle di aspettative razionali (Sargent con Lars Hansen sta lavorando al superamento di aspettative razionali, nel senso di ipotesi meno restrittive su come le aspettative siano formate, ma naturalmente rispettando le regole metodologiche che la rivoluzione ha imposto alla macro). Inoiltre, oggi il lavoro empirico in macro e' essenzialmente nella sua totalita' derivato dai contributi di Sims e Sargent degli anni 80 e da quelli di Lars Hansen, che avrebbe certamente meritato di essere li' con loro, ma e' piu' giovane e lo avra' in un altro momento.
Come la vedo io, questo Nobel - dopo quello a Krugman - e' come quelle operazioni chirurgiche di cucitura oggi di moda a Hollywood che aiutano attrici e ricche ragazze a ricostruirsi la verginita'.
Alcune note personali su Tom - come dicevo certamente parziali (Tom mi ha aiutato molto in tutta la mia carriera - e anche ora e' la mia Chicago-via-da-Chicago al dipartimento - quando mi sento intellettualmente isolato, vado a parlargli e sono un uomo nuovo, carico di energia).
Tom e' un intellettuale vero, uno di quelli che potrebbe passare la vita a parlare coi ricchi e potenti (sono almeno 20 anni che e' considerato tra gli economisti piu' influenti al mondo) ma invece passa il tempo al lavoro e con gli studenti. La sua attivita' di mentore e', come dicevo unica. La figura postata da Antonio Mele nei commenti che riporta il suo network di studenti e' impressionante.
La sua curiosita' e la sua umilta' intellettuale sono eccezionali. Vederlo ai seminari (e io tra qui e Chicago lo osservo da 20 anni ) e' una esperienza - non fa mai quello veloce che capisce tutto prima dello speaker - anzi fa quello tonto che ha bisogno di doppia spiegazione - ma alla fine impone al seminario la struttura necessaria che evidenzia contributi e limitazioni del paper - senza bullshit, come si dice qui. Vederlo, come e' successo a molti, alle tue classi (non adesso, ma quando ero un giovine assistant professor), in ultima fila, col suo cappello da baseball, che prende appunti, incute timore (meglio: terrore) ma anche fiero rispetto. Sentirlo ai faculty meeting mentre cerca di influire sulla politica del dipartimento esplicitamente sempre solo con la forza degli argomenti - mai gettando la carta "io sono Sargent" - fa davvero impressione. [Proprio ieri mi ha mandato una email che voleva supportare una diversa strategia di assunzioni rispetto a quella che io ho messo in pedi per il dipartimento - ma con un tatto e una ricchezza di argomenti, ... citazioni; un piacere riceverla, nonostante le critiche]. Vederlo interagire con Bob Lucas (l'ultima volta qui a NYU la settimana scorsa) - pendere dalle sue labbra, come potrei fare io - e' stupefacente.
Grande Tom! Sono proprio felice. Per lui. [E anche per me: alla mia eta', non potendo far altro che osservare ed esaminare i miei fallimenti, questa mattina, per un breve istante, mi sono sentito fiero di essere arrivato dalla lower middle class di Buccinasco fino a qui. Basta accontentarsi.]
Lo so, sono off topic, maledettamente off. Nell'attesa di leggere motivazioni e commenti sul Nobel e sulle ricerce che lo hanno motivato segnalo una nuova verita' di Giovanardi (l'ineffabile) che getta una nuova luce sulla crisi dell'economia: i trader sono drogati, controlli antidroga a Piazza Affari. Credo che questa sintesi meriti attenzione e menzione per l'assegnazione del prossimo IGNobel per l'Economia.
come se la crisi mondiale dipendesse dalla borsa di milano. controlli a montecitorio e palazzo madama sarebbero (un po') piu' efficaci, perlomeno per la parte di crisi spettante all'italia.