I dati sugli ingressi e le uscite dai singoli ruoli della carriera universitaria negli anni 2000-2008 chiariscono bene la portata della rivoluzione aperta dai concorsi locali della riforma Berlinguer (1999). La Tabella acclusa li mostra insieme alle consistenze di fine anno 1999 e 2008. [Un caveat: vi sono alcune discrepanze all’interno dei dati dalle fonti MIUR-CNVSU, ma il loro ordine è modesto e riguarda soprattutto i primi anni 2000]. Gli ingressi nei ruoli di ordinario ed associato sono distinti in “passaggi” dai/dal ruolo inferiore e “nuovi ingressi” (di persone cioè precedentemente esterne all’università). Le “uscite” includono i passaggi ai ruoli più elevati e le cessazioni (esplicitate in apposita colonna) del rapporto con l’università (pensionamenti, etc). Dunque: alla rilevante crescita complessiva (+ 25% , nonostante la flessione del 2007-08) si è unito uno straordinario processo di ricambio, concentrato nei primi anni della applicazione della riforma e alla vigilia del ritorno al vincitore unico nel terzo bando 2005. Gli ingressi sono il risultato di 23 tornate concorsuali svoltesi dal 1999 al 2005. La riforma stabiliva 3 idoneità su ciascun concorso nel primo biennio e 2 successivamente. Alle 3 idoneità del primo biennio si deve la particolare crescita degli anni 2000-02. Gli ingressi tornano poi a crescere quando il timore di un mutamento delle regole concorsuali – ossia il passaggio al vincitore unico – fa riesplodere il numero dei bandi. Il ministro Moratti passa effettivamente (dopo 4 anni dal suo insediamento al ministero!) al vincitore unico nella terza tornata concorsuale 2005, i bandi crollano e comunque i concorsi per ordinari e associati sono fermati alla prima tornata 2006, nella attesa di una revisione di tutta la materia. Gli ingressi di ordinari e associati nel 2007-08 sono residui da problemi-lungaggini di concorsi precedenti.
Professori Ordinari - PO | |||||
Ingressi |
Uscite | ||||
Passaggi da PA a PO |
Passaggi da RU a PO |
PO nuovi ingressi |
Ingressi totali PO |
PO Usciti | |
2000 |
2435 |
79 |
47 |
2561 |
443 |
2001 |
2185 |
87 |
47 |
2319 |
458 |
2002 |
1598 |
42 |
101 |
1741 |
499 |
2003 |
351 |
3 |
14 |
368 |
541 |
2004 |
575 |
10 |
22 |
607 |
486 |
2005 |
1614 |
33 |
40 |
1687 |
494 |
2006 |
1089 |
11 |
43 |
1143 |
574 |
2007 |
360 |
8 |
33 |
401 |
626 |
2008 |
150 |
3 |
13 |
166 |
858 |
totali |
10357 |
276 |
360 |
10993 |
4979 |
Professori Associati - PA | |||||
Ingressi |
Uscite | ||||
Passaggi da RU a PA |
PA nuovi ingressi |
Ingressi totali PA |
PA Usciti |
PA Cessati | |
2000 |
1688 |
367 |
2055 |
2867 |
432 |
2001 |
2741 |
516 |
3257 |
2645 |
460 |
2002 |
2164 |
488 |
2652 |
2034 |
436 |
2003 |
384 |
33 |
417 |
825 |
474 |
2004 |
804 |
191 |
995 |
991 |
416 |
2005 |
2286 |
623 |
2909 |
2056 |
442 |
2006 |
1386 |
326 |
1712 |
1600 |
511 |
2007 |
424 |
136 |
560 |
917 |
557 |
2008 |
182 |
80 |
262 |
743 |
593 |
totali |
12059 |
2760 |
14819 |
14678 |
4321 |
Ricercatori RU | |||||
Ingressi |
Uscite | ||||
RU Nuovi ingressi |
RU Usciti |
RU Cessati | |||
2000 |
1847 |
1932 |
165 | ||
2001 |
3365 |
2997 |
169 | ||
2002 |
3173 |
2363 |
157 | ||
2003 |
174 |
645 |
258 | ||
2004 |
1804 |
1044 |
230 | ||
2005 |
3366 |
2528 |
209 | ||
2006 |
2747 |
1710 |
313 | ||
2007 |
1367 |
856 |
424 | ||
2008 |
2593 |
566 |
381 | ||
totali |
20436 |
14641 |
2306 | ||
Docenti per ruolo | |||||
PO |
PA |
Ru |
Totale Docenza | ||
1999 |
12911 |
17780 |
19627 |
50318 | |
2008 |
18939 |
18261 |
25569 |
62769 | |
Fonte : MIUR-CNVSU |
La mole delle promozioni di questi anni ha modificato radicalmente la composizione di ordinari e associati, nelle cui categorie la componente dei vincitori dei concorsi locali diventa assolutamente (associati) o nettamente (ordinari) prevalente. Se si considera poi che nel 2009 4.202 ordinari e 1.227 associati erano di età compresa tra 66 e 75 anni [ordinari: 3.328 tra 66-70 e 874 tra 71-75; associati: 1.193 tra 66-70 e 34 tra 71-75], è facile affermare che i concorsi Berlinguer domineranno nel prossimo triennio la docenza universitaria e, vale aggiungere, la sua governance. Su cosa si è sviluppata la massiccia ope legis di questi anni? Temo che non tutto risulti ancora chiaro.
Tre fattori hanno cooperato. Le triple, doppie idoneità hanno costituito un incentivo perverso a concorsi preconfezionati (sia su candidati ottimi che su candidati indecenti) e a ingressi in ruolo al di fuori di ogni vero piano di crescita. Ma la pessima regola concorsuale, da sola, non spiega per intero ciò che è avvenuto. Di pari importanza nel decennio è stato il ruolo e il potere che l’autonomia ha dato alle corporazioni che popolano la nostra università. L’autonomia ha avviato una competizione tra le corporazioni assolutamente nuova, estesa ad ogni snodo della vita universitaria. La enorme quantità di bandi di concorso di questi anni, come peraltro la quantità di nuove lauree o la frammentazione degli insegnamenti, sono il risultato esattamente di questo. Con l’aiuto di una regola concorsuale fasulla, buona parte della mole dei bandi ad personam è stata creata per finalità solo corporative, di affermazione e di espansione del territorio delle singole corporazioni. Esattamente così sono nati bandi per vincitori programmati a cui nessuno avrebbe mai pensato prima e che nessuno avrebbe mai osato richiedere nella prospettiva di una reale competizione nazionale; ed esattamente così sono entrati a far parte di commissioni di concorso persone che nessuno si sarebbe sognato di votare in una commissione nazionale. Infine, una autonomia senza incentivi e senza penalizzazioni ha privato di remore i calcoli corporativi e gli interessi personali e ha offerto il contesto più favorevole alla irresponsabilità delle decisioni. Ricercatori sostanzialmente scelti da un singolo professore, il “professore di riferimento”, e una quantità di ordinari ed associati creati, senza competizione, nelle modalità sopra accennate sono il complessivo risultato del decennio.
A questo scenario occorre oggi riparare e con questo scenario occorre oggi fare i conti. Riparare e fare i conti significa soprattutto tagliare e premiare, ossia ridurre e far crescere. Purtroppo manca la sola arma per realizzare ciò: un operante sistema di valutazione della ricerca, un sistema che possa dirci cosa c’è oggi nell’università italiana. L’esercizio CIVR commissionato dal ministro Moratti con l’obiettivo di graduare i finanziamenti è fermo – come è stranoto – al triennio 2001-03. Quali che siano stati i limiti di quel primo esercizio, o anche eventuali errori, il danno di non averlo proseguito , ampliato, messo a punto, è enorme. Ed è enorme soprattutto se si tengono presenti le patologie con cui si è largamente affermata nell’ultimo decennio la selezione della docenza. Non voglio qui perorare la necessità di valutazione, ma sottolineare inconsistenze, problemi e danni del non disporne.
Mi soffermo su tre aspetti. La Finanziaria per il 2009, accanto a consistenti tagli programmati al FFO, ha posto un fortissimo vincolo al turnover per il triennio 2009-2011. Il vincolo è modificato nel gennaio 2009: è attenuato al 50 % del personale docente cessato nell’anno precedente ma con l’ulteriore imposizione di un vincolo sul restante, disponibile 50%: il 60% almeno di questa somma deve andare a ricercatori a tempo indeterminato e determinato e non più del 10% all’assunzione di ordinari. Ora, è evidente che vincoli al turnover possono essere uno strumento per penalizzare. Realisticamente è l’unica via per “ridurre”, ove si sia valutato che vi sono motivi per ridurre. La non disponibilità di aggiornate valutazioni non ha nemmeno posto il problema di impostare tagli ai finanziamenti dell’università in modo selettivo. (Naturalmente qui sto prescindendo dalla adeguatezza o meno dei finanziamenti complessivi). Un vincolo indiscriminato, che penalizza tutti nella stessa misura, politicamente può forse costar meno ma è terribilmente inefficiente in un sistema la cui eterogeneità è diventata profonda e talora abissale.
Il secondo aspetto riguarda l’apertura del ministro Gelmini all’inserimento di quote premiali nel FFO. Nel FFO 2009 la quota premiale è stata il 7% e il 50% di essa è stato ancorato ai risultati CIVR. Risultati, però, vecchi di 6 anni. Quanto varrà il CIVR nella quota premiale del FFO 2010? Il decreto FFO di quest’anno non vi è ancora, ma alcuni bene informati parlano di un 33% da attribuire ai risultati CIVR. E cosa sarà per il 2011, chiunque sia il ministro? E’ ovvio che il peso della valutazione 2001-2003 non può che tendere a zero se ad essa si rimane.
Ma la conseguenza forse ora più grave della non disponibilità di una aggiornata valutazione della ricerca si lega alle attuali tensioni sulla riforma Gelmini. Mi riferisco alle forti proteste dei ricercatori, proteste espresse peraltro in modo e con obiettivi alquanto differenziati. Alcune di queste proteste hanno ricevuto appoggi da segmenti o persone di grande valore dell’università italiana. Ora, che il lavoro di ricerca, e di didattica, di valenti ricercatori sia gratificato in termini di avanzamenti di carriera e di retribuzione non è solo una sacrosanta aspirazione dei valenti ricercatori, ma è un requisito necessario di un sistema universitario che funzioni, che sia in grado di attirare valenti ricercatori. Abbiamo letto, si è parlato del progetto di uno stanziamento, legato in qualche modo alla riforma, per concorsi che rispondano alle proteste dei ricercatori. Nulla si sa, o nulla ho colto, sulle modalità cui si pensa per questi concorsi (riservati? sarebbe terribile!) o sulla entità dello stanziamento. Il punto che voglio sottolineare è che l’assenza di una valutazione della ricerca priva di una essenziale base informativa ragionevoli decisioni su un investimento di questo tipo. Il pericolo è che la sua dimensione e le sue caratteristiche siano solo il risultato di una contrattazione politica. Attenzione poi: il fatto che la legislatura si chiuda , non elimina per nulla il pericolo. Il tema si riproporrebbe esattamente in una nuova legislatura.
Una ultima considerazione. L’attività valutativa del CIVR è stata assai breve e priva di una significativa incidenza sui finanziamenti all’università. In questi anni si è perso tempo prezioso, abbozzando un organismo onnivalutativo, l’ANVUR, dalla cui concreta operatività rimaniamo ancora alquanto lontani. Qualunque sia l’organismo operante, di valutazione ce ne sarà proprio bisogno, considerato anche che l’abilitazione a lista aperta – la nuova regola sulla quale tutte le parti politiche sono d’accordo – promette di mantenere una competizione concorsuale non dissimile da quella dell’ultimo decennio.
Più o meno quel che ha fatto (con profitto) la Lega: centrali nucleari sì (ma non in Veneto), lotta alla partitocrazia marcia romana (ma quando c'è da incassare ...) etc. I futuristi hanno imparato, e si muovono ormai con disinvoltura.
D'accordo al 100%.
Quello strategico, non so. Quello tattico è certamente quello di continuare a rosolare il Berlusca. Mary Star ha portato la pattuglia di governo in un pantano, e i vietkong futuristi ne hanno approfittato per tendere imboscate a raffica.
Temo però che poi i futuristi finiranno per far passare un DDL pateracchio, se non altro per assecondarele pressioni di Confindustria. Se Fini si è smarcato quest'estate, è anche perché è discretamente spalleggiato da Confindustria, che ritiene Mr. B inaffidabile e ormai bollito (e vorrei vede').
Il PD è un mistero glorioso. Vendola probabilmente era a suo agio. Tonino passa all'incasso (giustamente). Comunque, che volete farci: è questo il magico mondo mediatico in cui viviamo.
Anche qui sono d'accordo, ma i tetti c'entrano poco. La prima spacciatrice di demagogia è l'ineffabile Mary Star, che cerca di farci credere che questa sia una riforma meritocratica (anche se in tutti i punti che riguardano merito e valutazione il DDL rimanda a decreti e regolamenti di là da venire).
Le lire per le scuole private (anzi, paritarie - sennò Bagnasco s'inkazza) ci sono, mi sembra. E anche per le università private. E si parla pure di trasformare le università telematiche (tipo quella del signor CEPU) in università vere (alla faccia di proclami di non proliferazione). Quando ci penso mi viene quasi il sospetto che ci sia dietro un lucido piano che ha l'unico scopo quello di farci incazzare ;)
E comunque, se i soldi scarseggiano, è anche perché sono stati gestiti male, talvolta in contiguità col malaffare (ma questo, per l'appunto, è un altro discorso).