Numeri in libertà. Spread, rendimenti, interessi.

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Da quando la parola spread è divenuta di uso corrente su  radio e televisione, girano su giornali e tv almeno tre bufale che oltre a disinformarci alla fine possono anche farci del male.

Spesso saranno semplice frutto di ignoranza, ma di certo altre volte sono cavalcate per colpire il governo. Nessuna difesa del pessimo governo Berlusconi-Lavitola, tuttaltro,  ma in questa situazione queste dichiarazioni in libertà  possono anche contribuire ad influenzare i mercati e alla fine rendere un cattivo servizio a tutti gli italiani svalutandone subito i risparmi e nel futuro aumentando la probabilità di default del paese. Il governo sta già impegnandosi al massimo per questo, sarebbe quindi auspicabile che opposizione, confvarie e media non lo aiutassero: non ne ha assolutamente bisogno.

-Il primo numero in libertà consiste nei tempi e nella misura del maggior esborso per interessi da parte dello Stato provocato dall'aumento della differenza fra il rendimento dei btp decennali italiani e quello dei bund decennali tedeschi (in seguito solo "spread") Si è persino sentito dire che essendo il nostro debito 1900 miliardi di euro, all'aumentare di 100 punti base dello spread gli interessi da pagare sarebbero aumentati da subito di 19 miliardi di €/anno. Purtroppo il governo, e Tremonti non hanno ancora sentito il dovere di fare chiarezza (sarà un silenzio interessato?) ma anche esperti di tutto rispetto (penso a Giavazzi, Lucrezia Reichlin e Dario Cossutta lunedì 24 e Perotti lunedì 31 al"L'Infedele") non si pronunciano in modo preciso sull'argomento.

 

In effetti, come dimostrato di seguito, dovessero stabilizzarsi i rendimenti di settembre (mese in cui lo spread medio è stato circa 200 p.b. superiore al medio di h1 - grafico 1 e il rendimento medio delle emissioni totali 4,10% contro 2,92 % di h1 a parità di mix) l'esborso annuale a regime per maggiori interessi ammonterebbe a 19,8 miliardi di euro. Tale livello però verrebbe raggiunto molto lentamente ( ˜40% nel 2014, ˜50% nel 2016 e ancora ˜90% nel 2030). L'onere extra a breve per lo Stato sarebbe quindi modesto. Più preoccupante invece il fatto che all'allargarsi dello spread le banche adeguano subito i tassi praticati alla clientela, compromettendo la competitività delle imprese e quindi frenando la crescita del paese

 

Grafico 1

L'inesattezza delle informazioni che circolano, quando non in malafede, derivano da: 1) scarsa conoscenza della struttura del debito, 2) ignoranza circa il funzionamento dei Titoli di Stato e 3) leggerezza nello stabilire il rapporto spread vs rendimento e rendimento vs interesse. Di seguito si cercherà di vedere la vera relazione, quantitativa e temporale, fra variazione dello spread e variazione dell'onere per interessi.

avvertenza: di seguito si userà "rendimento" per indicare la remunerazione degli investitori, "interessi" per indicare l'esborso del Tesoro.

--1.1- struttura del debito: a fine 2010 il nostro debito pubblico (1843 miliardi di €) era coperto dai seguenti strumenti:

Obbligazioni: 1548 miliardi di euro (di cui Titoli di Stato interni 1454,8 miliardi di euro), Prestiti: 139 miliardi di euro, Depositi e monete circolanti: 156 miliardi di euro.

(i dati li trovate qui seguendo il percorso: statistical data base, economy and finance, governement statistics, government deficit and debt, government deficit/surplus..., GD_F33, GD_F4 e GD_F2 )

Lo spread interessa solo i Titoli di Stato pertanto ogni considerazione va eventualmente fatta sulla loro consistenza e non sulla totalità del debito.

--1.2) - scadenze dei Titoli di Stato. Le figure seguenti mostrano le distribuzioni dei valori dei Titoli di Stato Interni in circolazione a fine giugno 2011 secondo le date di scadenza. Nella distribuzione cumulativa ad ogni data il valore di debito scadente alle date successive non è influenzato dai nuovi rendimenti.

Grafici 2

Solo a fine 2041 tutto il debito sarà "nuovo", cioè emesso dopo l'aumento dei rendimenti. (ammesso che duri fino ad allora). Ne deriva che ad ogni data i nuovi rendimenti (interessi) avranno effetto solo sul valore dei titoli in circolazioni diminuito di quello dei titoli già in circolazione il 30-06-2011 scadenti dopo la data stessa.(esempio: a fine 2015 dovrebbero essere in circolazione titoli per 1686 miliardi di euro; di essi 729 miliardi erano già in circolazione a fine giugno 2011 per cui il valore dei titoli emessi con nuovi rendimenti sarà 957 miliardi, il 57% del totale, e solo su essi avrà effetto l'aumento.)

-- 2 - Titoli di Stato.- Funzionamento.

La tabella seguente descrive i Titoli di Stato attualmente emessi, in circolazione e in scadenza:(QUI la versione ingrandita).

Tabella 1

L'interesse corrisposto ai detentori di Titoli di Stato è costituito da due componenti: una parte consistente nella cedola nominale pagata semestralmente  una parte nella differenza fra valore rimborsato e valore di collocamento (scarto o disaggio di emissione). Per BOT e CTZ, di solito indicati come titoli "zero coupon": l'interesse e il rendimento consistono nel solo scarto di emissione.

IL rendimento (remunerazione per l'investitore), quello su cui si monitora lo spread, è costituito dall'interesse più il rendimento degli interessi, immaginati reinvestiti allo stesso rendimento (QUI il programmino che permette di determinare il rendimento di un titolo dati interesse cedolare, prezzo e durata )

Si intuisce come l'onere per lo Stato consista solo negli interessi e sia minore dei rendimenti: il virtuale reinvestimento degli interessi, pur potendo essere fatto in titoli di stato, non ne aumenta il volume che è determinato solo dal fabbisogno: pertanto per determinare l'extra onere del Tesoro andrebbe considerata anzichè la differenza fra i rendimenti quella  fra gli interessi, in genere minore o uguale  dello spread monitorato.

La differenza di esborso per interessi fra due emissioni comportanti lo stesso incasso per il Tesoro consisterà nei differenti interessi cedolari pagati ogni sei mesi e nella differenza fra i prezzi di collocamento dei titoli pagata alla scadenza dei titoli. Alcune emissioni sono fatte aggiungendo tranches a un titolo preesistente caratterizzato da un certo interesse cedolare  e rendimento. Per adeguare l'emissione ai rendimenti di mercato del momento si deve agire sul disaggio (differenza fra prezzo di rimborso e prezzo di collocamento); se il rendimento è maggiore bisognerà ridurre il prezzo di un fattore ß (ß<1) e poichè il fabbisogno è coperto dall'incassato e non dal valore nominale emesso, questo dovrà essere aumentato di un fattore 1/ß, aumentando della stessa misura il debito; gli interessi pagati nell'intera vita della tranche consisteranno in: interessi cedolari che si sarebbero pagati sul valore nominale che si sarebbe emesso a rendimenti invariati (N) (ogni sei mesi Nxi/2), interessi cedolari sull'extra valore nominale emesso (ogni sei mesi ixNx(1-ß)/ß)/2). La differenza derivante dai diversi interessi cedolari può essere vista come la somma fra (1) differenza di interessi cedolari sul volume che si sarebbe emesso a tassi invariati (zero nel caso precedente) e (2) interessi cedolari corrisposti sull'extra volume emesso. Alla scadenza, per competenza economica (come stabilito da SEC95, pagina 141), sarà poi corrisposto l'extra disaggio Nx(1-ß)/ß. Pertanto durante la vita del titolo (e in particolare nei primi anni) l'effetto dei nuovi rendimenti sull'esborso degli interessi sarà modesto, sarà invece molto pesante nell'anno di scadenza

Il grafico 3 seguente chiarisce quanto sopra:

Grafico 3

La figura mostra per tre emissioni, idonee a realizzare lo stesso incasso (1149,4 milioni di €), il cumulativo degli interessi pagati durante la loro vita; a destra il particolare ingrandito degli ultimi tre anni di vita dei titoli. La "a" è una emissione reale (asta del 14 luglio scorso- rendimento 5,64%), la "b" come avrebbe potuto essere l'emissione se i rendimenti fossero rimasti al livello di aprile (4,88%) ed infine la "c" una emissione virtuale strutturata con rendimento cedolare idoneo per essere emessa alla pari e garantire lo stesso rendimento della emissione reale (5,64%). Nei dodici anni di vita residua della tranche "a" l'extra onere per interessi ("a"-"b") ammonta a 124,7 milioni di € di cui 45,3 pagati in 24 rate semestrali di 1,89 milioni e 79,4 milioni pagati "one shot" alla scadenza. Gli extra interessi che sarebbero stati richiesti da "c" (BTP virtuale), sarebbero stati un poco minori (100,3 milioni di €) tutti però pagati in rate semestrali di 4,18 milioni. (QUI il dimensionamento delle tre emissioni) Come già accennato, per i titoli "0 coupon" (BOT e CTZ) l'interesse è interamente corrisposto alla scadenza, 3, 6, 12, 24 mesi dopo l'emissione. Qundi la maggior parte dell'effetto dei nuovi rendimenti (il 100% per i titoli 0 coupon) graverà sul Tesoro con un ritardo uguale alla vita residua dei titoli.

Tenuto conto di quanto sopra si è simulata la differenza di esborso per interessi da parte del Tesoro nel futuro (rispetto alla situazione che si avrebbe avuta con i rendimenti di h1) nell'ipotesi che (1) le future emissioni garantiscano tutte i rendimenti di settembre (il mese peggiore per livello di rendimenti del terzo trimestre),  (2) quelle dei titoli short term (zero coupon) siano costanti in valore (worst case). quelle degli altri titoli (con cedola-medium long term) con mix uguale a quello di settembre. Da  h2 2011 al 2014 si è operato sul quadro programmatico di aprile (quello del pareggio di bilancio nel 2014) e dal 2015 in poi a debito costante in valore, assumendo che il il pareggio di bilancio sia stato raggiunto almeno nel 2014 (considerate le manovre più robuste per anticiparlo al 2013) e mantenuto negli anni seguenti. La simulazione assume inoltre che tutta la variazione del debito fino al 2014 sia coperta esclusivamente da Titoli di Stato Interni (ulteriore worst case) (QUI la simulazione)

Il grafico 4 seguente (parte sinistra) mostra anno per anno gli extra interessi che graverebbero sul bilancio dello Stato  mentre la sezione di destra mostra la situazione che si sarebbe verificata qualora i disaggi avessero dovuti essere imputati al conto economico per competenza giuridica anzichè per competenza economica (notare il modesto contributo al 150° mediante patriottici colori :-))

Grafico 4

 

 

Si vede come l'extra onere per interessi raggiunga velocemente il regime per i titoli zero coupon. (0 coup). Per i titoli con cedola invece sia gli effetti del maggiore interesse sulle extra emissioni necessarie (ext em), sia quello relativo alla differenza di interesse cedolare (ext ced) sia quello relativo ai disaggi (disaggio) crescono asintoticamente (con piccole oscillazioni i due ultimi). Il regime della somma (circa 19,8 miliardi di €) è raggiunto gradualmente molto il là nel tempo. Nel 2014 il valore è ancora 7,9 miliardi (un poco meno del 40% del regime) e raggiunge il 90% solo intorno al 2030.

La tabella 2 che segue mostra con maggiori dettagli gli effetti sul Conto Economico Tendenziale (pagina 38) corretto con la manovra allora prevista (pagina 22) per il pareggio nel 2014.

 

Tabella 2

Dalla tabella si vede come l'effetto sul 2011 sia quasi nullo, 3,0 miliardi di euro sul 2012 e 6,2 sul 2013. L'indebitamento netto 2014 risulta peggiorato di 7,9 miliardi di euro (poco più di 0,4 punti di PIL); considerato che da allora sono state varate due manovre, sovradimensionate sulla carta, per anticipare il pareggio di bilancio al 2013 si puo ritenere che se l'obiettivo sarà fallito la responsabilità sarà solo dovuta o alla non idoneità delle misure varate o alla incapacità di renderle operative o ad entrambe. I risultati precedenti sono ottenuti con le ipotesi di mix e tassi di settembre ma al punto in cui siamo il risultato 2013 è ormai difficilmente compromissibile: oltre ad una nuova impennata dei rendimenti il mercato dovrebbe soprattutto costringere ad aumentare di molto la percentuale di BOT da emettere; da fine anno infatti le emissioni di CTZ e titoli con cedola non avranno praticamente più effetti sul 2013.

- 3 - Rapporto spread - interessi.

È gia stato detto in varie discussioni come con lo spread sui decennali non possano ricavarsi rendimenti e interessi in quanto esso puo variare anche al solo variare del rendimento di riferimento del bund. Si è già discusso come al fine di prevedere l'extra costo del debito sarebbe più corretto considerare lo spread fra gli interessi.(nel mix considerato ad una variazione di rendimento dei titoli con cedola dell'1,32% corrisponde una variazione di interessi corrisposti dell'1,09%)  Ora, in aggiunta, si registra un fenomeno per cui all'aumentare dello spread sui decennali i rendimenti dei titoli di durata più breve aumentano in misura proporzionalmente maggiore come mostrato dal grafico 5 seguente (che non comprende i titoli indicizzati).

Grafico 5

in questa situazione lo spread fra i soli decennali non dà informazioni sufficienti. Bisognerebbe considerare gli spreads per ogni durata. La simulazione che ha prodotto i risultati esposti sopra supera questo problema poichè per i titoli "zero coupon" sono stati usati per ogni durata i rendimenti (in questo caso uguali a interessi) specifici di h1 e settembre mentre per i titoli con cedola sono stati usate le medie pesate dei disaggi dei due periodi e i rendimenti cedolari specifici di settembre.

Ritornando al primo grafico dell'ultima figura si ritiene che la convergenza dei rendimenti dei titoli di più breve durata verso quello del titolo di maggiore durata possa essere dovuto sia alla estrema volatilità dei mercati sia al fatto che si parli quasi esclusivamente dei titoli decennali: forse farebbe meno danni uno spread stabile a 425 punti base piuttosto uno in continuo movimento fra 350 e 400.

Se però questa tendenza dovesse continuare ed amplificarsi in futuro il significato sarebbe più amaro: la sfiducia sul nostro debito si sposterebbe dal medio lungo al breve termine. (termine "0" = default)

- Il secondo numero in libertà consiste nel fantomatico rendimento limite del btp decennale oltre il quale la sorte del nostro debito sarebbe segnata. Per un poco era fissato al 6% salvo subito aumentarlo al 6,5 - 7,0% non appena raggiunto e superato il 6.0% (a questo numero sono affezionatissimi Floris e Mentana). Non si sa chi abbia e come calcolato questo limite: in televisione dicono sempre "6%, come molti ritengono" ma di questi molti non si conosce nome e cognome di nessuno. Alcuni giustificano il 6 o 6,5 o 7 come il livello di rendimento raggiunto il quale per la Grecia è iniziato il percorso di non ritorno verso il default. Questa ultima spiegazione è quantomeno bizzarra perchè prescinde da tutti gli altri parametri da cui dipende la stabilità del debito e l'innesco dell'effetto valanga (oltre all'interesse sul debito occorre considerare la  crescita nominale, o reale, il deflatore del pil, il saldo primario, il livello di partenza del debito/pil, la duration media dei titoli in circolazione). Se paragoniamo questi parametri della Grecia a fine 2009 e dell'Italia a fine 2010 ci rendiamo conto della diversità della situazione e di conseguenza di non potere prevedere esiti uguali dal fatto che uno solo dei parametri da cui l'esito dipende è uguale. Senza poi contare che il rendimento del BTP decennale non è legato in modo stabile ai rendimenti delle altre scadenze.

Tabella 3

In effetti non si sa se questo interesse limite esista e nel caso se qualcuno lo abbia calcolato. Sull'argomento è intervenuto il neo Governatore di Bankitalia Ignazio Visco; apparentemente affermando che con l'8% di interesse totale sul debito e i parametri del quadro di finanza pubblica  aggiornato del 22 settembre il rapporto debito pil si stabilizza e non che l'8% è il rendimento limite delle nuove emissioni per la stabilizzazione. Applicando infatti la condizione di stabilità del debito/pil ai parametri 2014 dell'ultimo quadro di finanza pubblica si ottiene proprio 8% (nota 1) Come mostrato sopra emissioni con rendimento maggiore deteriorano il rapporto debito/pil abbassando l'interesse di equilibrio ma il tasso di interesse totale sul debito aumenta lentamente e con un certo ritardo seguendo il pattern di figura 4. Ne deriva che il rendimento massimo delle emissioni compatibille con la stabilizzazione del rapporto debito pil (non che renderebbe inevitabile il default) è sicuramente maggiore dell'8%.

In ogni caso il default avviene non perchè l'interesse delle emissioni raggiunge un dato livello ma perchè nessuno le sottoscrive.

nota 1: condizione di stabilità debito / pil = in = cn + spn*(1+cn)/dn-1 (vedere qui le definizioni) parametri 2014: crescita nominale 2014 = cn = 2,94%, saldo primario 2014 = spn= 5,67%, debito/pil 2013 = dn-1 = 116,4%.

- Il terzo numero non è sbagliato in sè: fa invece irritare il fatto che esso sia pronunciato con supponenza ed attribuendogli conseguenze disastrose. Trattasi del valore dei titoli in scadenza nel 2012. I numeri che di solito sono citati sono diversi tra loro e tutti sottovalutati. Nel 2012 infatti dovrebbero scadere circa 400 miliardi di euro (compresi i bot a 3 e 6 mesi emessi nell'anno stesso). Il numero non è certo perchè non si conosce ancora il volume dei: bot a 3 mesi che potrebbero essere emessi in novembre dicembre e nei primi tre trimestri del 2012, bot a 6 mesi che saranno emessi a novembre e dicembre e nel primo semestre 2012,  bot a 12 mesi che saranno emessi a novembre e dicembre ;la stima dovrebbe in ogni modo essere entro più o meno 5 miliardi.

Ebbene! Nel 2012 scadranno 400 miliardi, e allora? Cosa c'è di nuovo? Prima di parlare a vanvera questi signori si sono preoccupati di vedere la storia delle scadenze? Sicuramente no, troppa fatica! A ricavare la tabella 4 seguente, pur avendo già a disposizione molti dati, ci sono volute quasi due ore.

Tabella 4 - previsione 2011 e 2012 da situazone a 31-10-2011

Sorgente dei dati di tabella 4: qui per il 2009 e il 2010 (togliendo le pseudoscadenze derivanti dalle operazioni di concambio), qui per il 2011, dallo stesso file per il 2012 con la stima e aggiunta dei bot ancora da emettere con scadenza 2012.

La tabella mostra come le scadenze 2012 siano nella norma.

Conclusioni: mandare a casa il pessimo governo attuale è cosa buona, giusta e doverosa. Molti dei nostri problemi sono addebitabili alla sua incapacità e inerzia del passato e, se possibile, sono amplificati dalla sua non credibilità e dall'incapacità di difendere il poco di buono che possiamo vantare. Andrebbe però evitata la diffusione di parametri economici e aspettative ancora peggiori dei reali: questo forse potrà pure indebolire il governo , ma di certo mette in maggiore pericolo i risparmi anche di quegli italiani che della sua esistenza non hanno responsabilità alcuna.

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Commenti

Ci sono 100 commenti

che lavoraccio, Aldo! complimenti

Veramente ottimo post ma non mi rassicura del tutto. Il rischio, speriamo ridotto dopo le "dimissioni" (fra virgolette), è il panico fra i sottoscrittori di titoli di stato e quindi il fallimento di qualche asta. La BCE non può comperare titoli all'asta, anche se può finanziare banche per farlo (e la Banca d'Italia può esercitare moral suasion per costringerle).

Non so se la BCE non possa acquistare BOT/BTP in asta sul primario, di certo lo sta facendo sul secondario, con il dichiarato intento di "calmierare i prezzi" dei titoli di Stato (quindi i rendimenti).

Se la BCE compra dunque sul secondario, qualcuno sta vendendo i suoi titoli alla BCE. Non i privati (12,5% del totale), perchè non accedono al mercato all'ingrosso. Chi allora, ma soprattutto: a chi giova questa operatività della BCE?

Non allo Stato Italiano, perchè il costo del finanziamento del deficit deriva dalle nuove emissioni (o titoli indicizzati) e non dalle cedole "vecchie", già in circolazione (un vecchio BTP al 3% costerà allo Stato italiano sempre e solo il 3% fino a scadenza), come ben spiegato da Giovanni Federico.

Per lo Stato Italiano, un aiuto più efficiente sarebbe, invece, la sottoscrizione da parte delle BCE (o chi per essa) di titoli di nuova emissione, al tasso fisso, ad esempio, del 2% superiore al Bund tedesco (peraltro lo spread era proprio uno dei quattro parametri di convergenza previsti dal trattato di Maastricht). Lo sarebbe anche per la BCE: le nuove emissioni riguardano una minima frazione del debito pubblico (5 mld l'ultima asta BOT, contro uno stock di debito di 1900 mld!!)... è impossibile muovere il prezzo di un mercato del debito "usato" così vasto, mentre persino una grande banca, come DB, potrebbe "fare prezzo" sull'asta di una nuova emissione! 

Suvvia, parliamoci chiaro: la BCE sta ripulendo gli attivi delle banche estere "amiche" in vista del default dell'Italia! Questa è politica, non finanza!

 

Oggi LCH Clearnet ha alzato il margine applicato ai btp:

http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITL6E7M913L20111109

Qui il comunicato della società. Questo rischia di provocare la chiusura di alcune posizioni con conseguente ulteriore abbassamento delle quotazioni se non erro.

 

Questo rischia di provocare la chiusura di alcune posizioni con conseguente ulteriore abbassamento delle quotazioni se non erro.

dipende da quali sono le posizioni chiuse. in linea di principio, un aumento della marginazione dipende dall'aumentata volatilità del sottostante: la cassa di compensazione e garanzia prevede che questo trend continui e teme che qualcuno salti. però non è una misura direzionale, al rialzo o al ribasso; clearnet non è la bce.

vabbè, un aumento di volatilità è spesso correlato con un ribasso, secondo il detto: si sale per le scale, si scende con l'ascensore :-)

 

Aldo veramente complimenti per il lavoro. Rimane però fuori da tutto un dato, che è quello più importante: lo spread calcolato NON E' sui titoli in emissione, ma su quelli già in circolazione, ovvero ci sono investitori, che pur di non detenere i titoli italiani sono disposti a perderci (poco: li fanno ricomprare alla BCE).

Allora il problema finanziario non è sullo spread, sugli interessi, nè sulla presunta o meno capacità di sostenere il debito, ma sul fatto che le prossime vendite dei Titoli di Stato possano non avere compratori (e Basilea 3 alla fine dell'anno costringerà, volenti o nolenti, molte banche a non acquistare titoli, Banca d'Italia o meno).

Lo spread in campo finanziario è solo una misura sulla "fiducia", l'altro sono i CDS, l'Italia vola, LCH Clearnet da oggi chiede che i clienti che vogliono "tradare" i BTP facciano un extra-deposito, è evidente che nessuno si chiede se l'Italia può, o meno, ripagare il debito, è evidente che i mercati pensano che hai un debito elevato (stock) e che i tuoi flussi di cassa non siano in grado di ripagarlo, anzi, i tuoi flussi di cassa lo hanno visto aumentare negli ultimi tre anni.

Allora, io banca, mi domando: sto prestando soldi a uno che aumenta i debiti, non fa niente per ridurli (diminuzione di spese, nuovi business con aumenti di fatturato), che faccio ? Prima di tutto comincio a "prezzare" questo rischio, poi mi domando: ma se questo è disposto a pagare così tanto, non è che sta fallendo ? E mi ritiro (usualmente poi fallisce, è la storia di tutti i fallimenti degli ultimi anni). Tanto che, ad esempio, Deutsche Bank ha una posizione negativa sui BTP italiani (ne ha venduti più di quanti ne avesse, ha venduto allo scoperto).

La strada verso il default è solo una questione di "fiducia", i numeri riflettono la mancanza della stessa, e non viceversa ( i numeri peggiorano e manca la fiducia).

 

Allora il problema finanziario non è sullo spread, sugli interessi, nè sulla presunta o meno capacità di sostenere il debito, ma sul fatto che le prossime vendite dei Titoli di Stato possano non avere compratori (e Basilea 3 alla fine dell'anno costringerà, volenti o nolenti, molte banche a non acquistare titoli, Banca d'Italia o meno).

infatti qui è il punto: se i candidati sottoscrittori si convincono che (numero1) nel 2011 lo stato avrà un extra onere di 10 miliardi e non di meno di 200 milioni, che nel 2012 l'onere sarà di 20 miliardi e non di meno di 2,5, (numero2) che se il rendimento del decennala supera il 6% il default è inevitabile, (numero 3) se le scadenzae 2012 sono a un livello mostruoso e non nella media degli ultimi anni si guarderanno bene di sottoscrivere titoli alle prossime aste. In altre parole l'articolo si proponeva di rettificare alcuni numeri in libertà che se ritenuti validi dai potenziali sottoscrittori rendono più probabile il default.

 

La strada verso il default è solo una questione di "fiducia", i numeri riflettono la mancanza della stessa, e non viceversa ( i numeri peggiorano e manca la fiducia).

 

Converrai che numeri errati eccessivamente peggiori della realtà minano la fiducia oltre il dovuto.

Per il resto: lo spread di cui si parla è come dici tu lo spread che si registra sugli scambi sul mercato secondario ma ogni emissione, avendo un rendimento, ha uno spread suo specifico non necessariamente in perfetta linea con il primo.

 

Scusa Marco, ma in che modo Basilea 3 costringerà a non comprare titoli di stato? Sicuro ci sia qualche vincolo dalla fine di questo anno per investimenti in titoli sovrani?

Ho qualche dubbio sulla dimensione della componente di durata inferiore all'anno: i titoli a scadenza nel 2012 già attivi a metà 2011 sembrano valere circa 150 miliardi (10% del debito totale), mentre a fine 2011 il valore è doppio 303,4.

Vuol dire che nella seconda metà del 2011 sono scaduti bot per un valore complessivo di 150 miliardi (che si sono cosi nascosti nella prima tabella che parte dal 2012)?

non sono certo di avere capito bene: nel caso riformula la domanda

la tabella seguente dovrebbe chiarire la situazione:

titoli in scadenza nel 2012 il 30-06-2011: qui

 

titoli in scadenza nel 2012 il 31-10-2011: qui

 

le stime sono fatte considerando i volumi delle ultime emissioni

la differenza di cct/eu è dovuta al concambio qui che però non giustifica la variazione dei btp (-1211 milioni contro i 507,88 del concambio 

 

 

 

 

Articolo interessantissimo. Mi permetto di sottolineare un passaggio:

> "Più preoccupante invece il fatto che all'allargarsi dello spread le banche adeguano subito i tassi praticati alla clientela, compromettendo la competitività delle imprese e quindi frenando la crescita del paese"

Non è propriamente così, o meglio, dipende da cosa c'è scritto nel "contratto di finanziamento". Ma il vero punctum dolens è il fatto che il costo della raccolta per le banche italiane è divenuta insostenibile. Lavoro in una banca che finanzia infrastrutture per lo più in project finance (quindi prevalentemente finanziamenti di importo ragguardevole con durate molto lunghe). Da qualche tempo non riusciamo neanche a "prezzare" i progetti. O meglio, potremmo anche prezzarli, ma il cliente ci saluta e se ne va in qualche banca internazionale nostra concorrente. Ormai tutti parlano di spread (come ai tempi di luna rossa tutti parlavano di vela) ma per noi il fatto che torni a livelli "normali" è una questione quasi di sopravvivenza.

Ciao,

S.

certo non è uno ad uno ma per esempio ISP si finanziava 6 mesi fa con bonds biennali al 3% ora è sopra il 5% probabilmente per battere la concorrenza dei bot e ctz. Io credo che avrà un certo effetto anche sugli interessi dei prestiti.

Mi associo ai complimenti.

mi spieghi la differenza tra conto economico: competenza economica e giuridica?

 

Un chiarimento ulteriore su questo passaggio

IL rendimento (remunerazione per l'investitore), quello su cui si monitora lo spread, è costituito dall'interesse più il rendimento degli interessi, immaginati reinvestiti allo stesso rendimento 

Cosa significa interessi immaginati reinvestiti allo stesso rendimento? E' un anatocismo per caso?..un esempio concreto semplice non troppo tecnico grazie..

Ritengo si tratti la prima (competenza economica) dell'esercizio in cui iscrivo il costo a conto economico e la seconda (competenza giuridica) dell'esercizio in cui pago (escono i soldi).

Ritengo... 

mi spieghi la differenza tra conto economico: competenza economica e giuridica

c'era il link nell'articolo eccolo di nuovo (pagina 141  da riga 7 a riga 12)

il conto economico è il bilancio delle Amministrazioni Pubbliche

Cosa significa interessi immaginati reinvestiti allo stesso rendimento? E' un anatocismo per caso?..un esempio concreto semplice non troppo tecnico grazie

non è anatocismo dato un titolo con un rendimento cedolare, un disaggio e una durata esiste un rendimento che soddisfa la condizione sopra

certo non esiste unafoormula ma va determinato con approssimazioni successive

qui un esempio; non so se è abbastanza semplice ma è il più semplice che conosco

 

 

Mai stato cosi' alto, mi pare:

Market Data — Wednesday, 9 November 2011 12:45 GMT

Highest Default Probabilities
Entity Name Mid Spread CPD (%)
Greece5952.8189.99
Portugal1068.0759.53
Venezuela990.1050.34
Pakistan955.0348.80
Ireland749.6747.30
Argentina862.4645.56
Ukraine801.2942.75
Italy562.3438.52
Hungary564.5932.47
Spain426.8830.93

 

In ogni caso sembra non esserci correlazione diretta tra l'andamento dello spread e le vicende politiche delle ultime ore. Leggo infatti dal sito del fatto:

13.50 – Romani: “Dati sconfessano chi lega spread a premier”
“L’andamento dei mercati di oggi contraddice le tesi espresse finora da chi riteneva che la soluzione della crisi che ha colpito anche l’Italia potesse arrivare dalle dimissioni del premier”: parola del ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani.

E se lo dice lui... Pero' c'e' da ammirarlo: fedele fino alla morte.

 

 

penso che le dimissioni dovevano essere immediate;con i tempi lunghi diventa meno praticabile la soluzione M.Monti rispetto alle elezioni.

Poi in 15 giorni ritroverà 10 ascari come a dicembre (certo saranno più cari: ognuno potrà costare come dieci Tarantini)

possibile che Napolitano sia caduto nello stesso identico tranello?

 

Nessuna relazione tra la perdita del FTSE MIB (MCI)-3.78%  ???

e .. Mediaset: -12.04%

Insomma dovrebbe capirlo anche lui ... a meno che qualcuno non stia giocando in borsa, consapevole degli effetti di certe decisioni. 

 

Buon articolo, volevo inserire una precisazione

"Si intuisce come l'onere per lo Stato consista solo negli interessi e sia minore dei rendimenti."

L'onere dello stato é dato dalle cedole da pagare sullo stock esistente di debito. (chiamato interesse nell'articolo)

Lo spread (= (tasso di rendimento implicito nei corsi dei BTP) - (yield tasso di rendimento implicito nei corsi dei BTP) , e specularmente lo yield sullo stock di debito, espressi dai corsi sono grandezze che riguardano una quantita marginale, ovvero i titoli scambiati in quel momento sul mercato secondario ( chiamato rendimento [atteso] da parte degli investitori nell'articolo).

Queste 2 grandezze trovano un punto di contatto nel momento dell'emissione di nuovi titoli: quando un emittente colloca nuovo debito, il mercato é solito chiedergli uno yield ( grandezza che per definizione che implica uno spread rispetto ad un altro strumento comaprabile) pari, o molto vicino, a quello espresso sul mercato secondario. Chiaramente in asta si possono giocare diversi bp di differenza (si veda le ultime aste greche che erano molto disallineate rispetto allo yield sul secondario), ma tendenzialmente il nuovo titolo paga una cedola pari allo yield che gira sul secondario in quel momento, siccome é prassi emettere alla pari.

Uno spread che sale, significa piu interessi (interesse come inteso nell'articolo, soldi pagati dallo Stato) da pagare sulle nuove emissioni, chiaramente non sulle vecchie, come detto nell'articolo.

Ciao.

PS: la soglia del 6%, 7%, 8%, etc sono numeri che girano nelle sale trading e nei meeting delle IB, sono le stime dei diversi uffici studi sulla sostenibilita del debito, numeri che poi entrano nel gergo e nelle credenze comuni del mercato, e in quanto tali diventano molto pericolosi nel senso di Self-fulfilling prophecy.

 

Concordo su tutto: infatti la simulazione prescinde dagli spreads ed è stata fatta solo considerando interessi cedolari, disaggi e vita residua.

Quanto a disallineamenti "spreads aste" "spread sul secondario del giorno ne abbiamo visti anche da noi.

 

In una situazione in movimento bisogna anche considerare il tempo che intercorre fra offerte e giorno d'asta e la modalità delle aste (marginale sul prezzo, competitiva sul rendimento).

 

 

PS: la soglia del 6%, 7%, 8%, etc sono numeri che girano nelle sale trading e nei meeting delle IB, sono le stime dei diversi uffici studi sulla sostenibilita del debito, numeri che poi entrano nel gergo e nelle credenze comuni del mercato, e in quanto tali diventano molto pericolosi nel senso di Self-fulfilling prophecy.

 

...poi arriva reuters graphics.thomsonreuters.com/11/07/BV_ITDBT0711_VF.html

sono di fretta e non ho letto tutti i commenti, quindi non so se sarà ridondante. Quel 7% di rendimento del btp 10Y come soglia limite sulla sostenibilità del debito esce da uno studio barclays. 

Se lo trovo magari posto poi il link

 

Ps: non sto avallando lo studio.

mi associo anche io ai complimenti a Lanfranconi ed era ora che qualcuno facesse chiarezza.Queste cose le vado dicendo in giro da mesi,anche se non con questo dettaglio ma a spanne,cercando di far capire per lo meno il ragionamento che sta dietro.E vado dicendo da mesi che in Italia siamo specialisti nel tafazzismo,sopratutto il nostri giornalisti ma anche i politici di volta in volta all'opposizione ma in particolar modo in questo momento.A forza di dire per mesi e settimane che stavamo andando al default ecc ecc...la classica situazione di circolo perverso di autoavveramento.

io comunque,sono dell'idea che se gli Italiano volessero,potrebbero far scendere gli spread e i rendimenti in poco tempo:basterebbe che comprassero titoli di stato italiani in massa :D

provochi? :)

Oggi l'hanno ripostato.

 

Qui via zerohedge 

 

 

ti ringrazio per il link

ho scorso lo studio linkato dalla pagina del tuo link e ancora una volta Barclays secondo il mio modestisiimo parere fa un poco di confusione.

Con i parametri che usa (debito 120%, ap 3%, crescita (attenzione a prezzi di mercato: l'inflazione ci aiuta) che lei dice bassa e che io ho messo al 2,9% il 5,5% e' effettivamente l'interesse al quale debito/pil rimane costante; un interesse maggiore lo fa aumentare.

Bene: ma l'interesse sono gli interessi pagati nell'anno n  sul debito sul debito dell'anno n-1; a fine 2010 questo rapporto era 3,98% ed era previsto salire, presumibilmente non ipotizzando la tempesta attuale, al 4,13%. Con la mia simulazione rimaneva praticamente costante e nulla cambierà con le emissioni di novembre e dicembre che avranno effetto al massimo sul 2012. E ora conti della serva, tipo quelli che ho criticato nell'articolo: Il 5,5% sul debito totale nel 2012 vorrebbe dire 106,5 miliardi di interesse, 30,2 più che nel 2011 (76,3 miliardi) e poichè i 400 che scadono dovrebbero valere circa 16 miliardi i nuovi dovrebbero costarne 46,2; fossero 500 miliardi le emissioni, pur dimenticando gli effetti del ritardo nel pagare i disaggi, sarebbe un interesse sopra il 9%. Con emissioni con interessi >9% l'interesse totale salirebbe al 5,5% compromettendo la stabilità del debito.

Spero di avere illustrato la differenza fra interessi totali sul debito totale (che giustamente al 5,5%, ma secondo me anche al 5,2%, compromettono la stabilità del debito e gli interessi sulla nuove emissioni che sono poco più del 20% del debito) 

Da qui scaturisce la necessità di aumentare con le misure in approvazione il saldo primario che aumenta l'interesse totale critico: è una corsa contro il tempo.

 

M i sembra che il problema non  è Berlusca ma semmai l' opposizione , non è una ma la somma di diverse posizioni contrastanti..ecco perche il pd ha paura di andare <alle elezioni.

Gianni Z.

sorpresa:Napolitano ha nominato Mario Monti Senatore a vita...mmmmm...

beh anche qui non mi sembra ci sia molto da capire no ;) ?

Vorrei fare il punto con calma sull'interesse di equilibrio, l'nteresse con il quale il rapporto debito/pil rimane costante; con interessi maggiori aumenta, minori diminuisce

Qui ho derivato la condizione:

 

csn = 0 ---> in = cn +spn*(1+cn)/dn-1 

per il 2012 si prevede: spn 3,7%, cn 2,5% (0,6% crescita reale, 1,9% inflazione), dn-1 120,6%

interesse critico: 5.64% equivalente a 109,2 miliardi (su 1935,5 miliardi di debito)

a fine 2011 in-1 è circa 4,15% 76,6 miliardi

nel 2012 scadono 400 miliardi (16,6 miliardi di interessi); pertanto perchè in sia 5,64 i rinnovi dovrebbero comportare interessi per 49,2 miliardi

Quale deve essere l'interesse dei rinnovi= nuove emissioni.

io ho trovato questo giochetto...

graphics.thomsonreuters.com/11/07/BV_ITDBT0711_VF.html

e ho letto Giannino,che mi pare dia i numeri in maniera un po' strana...

www.chicago-blog.it/2011/11/09/attenti-a-cio-che-rischiamo-gia-50-miliardi-di-oneri-e-sara-peggio/

non do dove postare questo commento.

1)Che ne pensate dell'asta dei titoli di stato tedesco che oggi è stata abbastanza negativa?Tra l'altro,si dice che sia intervenuta la bundesbank ad acquistarne una parte:ma lo puo' fare?E quindi,anche Banca d'Italia puo' comprare direttamente all'emissione?

2)Gira da oggi in rete la notizia che il debito pubblico tedesco sarebbe sottostimato?A me paiono un po' bizzarri i numeri citati...

www.presseurop.eu/it/content/news-brief-cover/981591-l-imbarazzante-verita-sul-debito

BB non ha acquistato i titoli, il governo ha sopperito al mancato incasso attingendo al deposito presso la Bundesbank. 

vado ancora fuori tema:

www.repubblica.it/economia/2011/11/23/news/fisco_cala_l_acconto_sull_irpef_entro_novembre_solo_l_82_-25458194/

ma possibile?Non è stata una decisione del governo Monti,era una norma prevista nelle manovre del governo Berlusconi,il governo Monti ne ha dato semplicemente attuazione attraverso un decreto ministeriale.Ma che informazione è?Ma soprattutto,ma che senso ha il commento dell'esponente del PD?Ma è in malafede o è un incapace?La riduzione dell'acconto era previsto dalla 78 del 2010,doveva essere di 2 miliardi e 300 milioni,la legge di stabilità ha alzato la riduzione a 3 miliardi circa.O sbaglio?

era una norma prevista nelle manovre del governo Berlusconi,

Sì, ma ha combinato talmente tanti danni, che la prossima volta che piove diranno "piove, governo Berlusconi" :)

Qualcuno mi puo' chiarire se è vero o no che il bilancio della suddetta viene conteggiato nel pubblico?

In questo articolo del Corriere si afferma il contrario (cioè che la Germania bara mentre noi no), che però cozza contro quanto ammetteva lo stesso Tremonti.

dalla tabella seguente e in particolare dalla nota 5 sembrerebbe che la CDP sia esterna salvo i suoi conti correnti.

 

dal D.E.F. del 13-04-2011 Sezione II pagina 105

eliminato

 

Carissimo Aldo,

data la tua capacita di spiegare in modo semplice concetti matematici potresti scrivere a Il Giornale e a RAI News spiegando che portare l'IVA dal 21% al 23% non significa un aumento del 2% !

 

L'aumento è di quasi il 10%. Se ti riferisci all'aumento dei prezzi cambia poco( dipende dai punti di vista....): dell' 1.65%. 

Lanfranco,posto qui l'aggiornamento presentato alla commissione bilancio dal governo Monti nei giorni scorsi.Qui si legge che il governo prevede per il 2012 una spesa per interessi di 94 miliardi a fronte di una spesa prevista per il 2011 di 77 miliardi,17 miliardi in piu' (sulla legislazione vigente ante manovra).Azz,mi pare tantino...

www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/Relazione_2011_xPROTETTOx.pdf

Anzitutto grazie per la segnalazione del nuovo documento.

sotto riassumo la situazione interessi, compreso come la vedo io:

 

E' chiaro come tutti usino gli interessi per mutandarsi: come faceva Tremonti ad Aprile ad immaginarsi che sarebbero saliti da 76 a 84 e a 91? E a settembre come giustifica il calo seppur leggero del 2013?

Ho guardato il tendenziale di Monti. Bocciato! Se l'I.N. fosse -20,7 con la manovra di 20 miliardi fallirebbe l'obiettivo perchè i contenuti recessivi la riducono a 14 miliardi e quindi nel 2013 finirebbe a -6,7  (-0,4%) e non in breakeven. Secondo me è piu' fortunato: le entrate sul tendenziale varranno 5  miliardi in meno ma gli interessi almeno 10 in meno per cui l'I.N. tendenziale è a mio avviso a -15,7 per cui con i 16 miliardi netti della manovra arriverebbe a -1,7 B€ (-,1%).