Però una cosa breve breve fuori tema la devo dire: che profondo schifo l’affronto peloso appena prima della fine della trasmissione da parte del sindaco Moratti sui trascorsi politico/legali di Pisapia: operazione di killeraggio disgustosa, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno una zona d’ombra nell’accaduto.
Veniamo a noi, cioé al programma.
La visione. Secondo Pisapia Milano deve affrontare tre ordini di problemi, quello demografico (i giovani se ne vanno, le famiglie con un solo genitore crescono,…), quello economico (lo sviluppo della città richiede investimenti in nuove tecnologie), quello di democrazia (limitata partecipazione dei cittadini alla politica, anche a causa della mancanza di trasparenza della politica stessa).
Il metodo. Secondo Pisapia, questi problemi si affrontano attraverso politiche di intervento pubblico. Il programma rivendica alla sua lista elettorale il “primato delle politiche pubbliche” come elemento caratterizzante del metodo politico. Questo primato si dovrà manifestare contro l’organizzazione economica della mafia ma anche contro “infrazioni ambientali, urbanistiche, nei cantieri, annonarie, alla circolazione stradale”. Un po’ troppo città-polizia nel tono, per i miei gusti. Ma è solo il tono. E poi se infrazioni sono… un po’ di polizia non ci ucciderà. E poi, oltre al primato del pubblico anche tanto volontariato (privato buono?)… qui, là, dappertutto.
Regole di intervento. Se un maggiore intervento pubblico è quello che ci aspetta, esso sarà sottoposto a regole. Innanzitutto il comune si dovrà attenere, secondo Pisapia, a buone relazioni di lavoro con
- i dipendenti: buone relazioni sindacali, retribuzione degli stagisti, permessi familiari, quote rosa (“città delle donne” dovrà essere Milano, se ho capito bene);
- i fornitori: regolarità e correttezza nei pagamenti, controllo serrato delle società appaltanti (in via diretta e subordinata), con riferimento a possibili rapporti con la mafia.
Finissero qui le regole, ci sarebbe poco da dire, eccetto che il problema principale dei dipendenti comunali non è affatto la mancanza di protezione sindacale o di permessi famiglia, quanto l’inefficienza grave di varie sacche di essi. Ma vabbé, è una lista di sinistra, non ci si può purtroppo aspettare altro su questo punto (non condivido – constato).
Ma non finiscono qui le regole, purtroppo. Pisapia propone di rivisitare la regolamentazione e la pratica degli appalti comunali per permettere al comune di avvantaggiare imprese che investano in sicurezza dei lavoratori, che limitino il lavoro precario, che siano cooperative di lavoro, … Questo no. Questa non è una questione di gusto. Qui abbiamo il tentativo velleitario e inefficiente di intervenire sul mercato del lavoro secondo precetti ideologici. Il tentativo è velleitario, perché il sindaco di Milano alla fine può ben poco sul mercato del lavoro nazionale, o anche solo regionale. Il tentativo è inefficiente perché avvenendo attraverso nuove regole di appalto, necessariamente poco chiare, non fa che permettere alla giunta di favorire gli amici degli amici, per simpatia politica o anche per corruzione. E poi questi precetti ideologici sono deficienti, nel senso che mancano di alcun supporto teorico ed empirico, come ci ostiniamo da anni a scrivere in questo sito.
Interventi in grande scala. Il piano di interventi di Pisapia contiene:
- interventi ovvi (non condivido – constato l'ovvietà): lotta alla criminalità e alla prostituzione, investimenti nel trasporto pubblico, nella scuola, nella raccolta differenziata della spazzatura, la costruzione di piste ciclabili, di parchi e verde pubblico;
- interventi quasi ovvi (non condivido – constato l'ovvietà): incentivi all’innovazione, incentivi al mercato del lavoro e al collocamento dei disoccupati;
- interventi gravemente errati, come una qualche non ben definita forma di equo canone: il termine non è mai usato esplicitamente, ma gli interventi per abitare i “deserti urbani” (le case sfitte), per limitare gli affitti in centro, per sostenere “canoni calmierati”, o addirittura gli incentivi per “la condivisione tra anziani e giovani di spazi di abitazione e lavoro” suonano tanto mercato immobiliare Milano anni '70 o addirittura Budapest anni '80;
- interventi folli: un fondo di Venture Capital e attività di micro-credito (come in Bangladesh), una società di consulenza per Piccole Medie Imprese,....
E poi tasse naturalmente (come si finanziano sennò gli interventi pubblici?); nella forma di una revisione del catasto.
La lingua. Il programma è lungo, contorto, parecchio ripetitivo. La sostanza è quella che è (e che ho provato a riassumere). Ma è la terminologia che la dà via:
“sviluppo responsabile, sostenibile, etico, e solidale”, “consumo critico”, “finanza etica”, “agricoltura di prossimità” (gli orti?), “impronta ecologica”, “processi di partecipazione”, “filiera corta”, “filiera controllata”, … per non parlare della ossessione per la “facilitazione dell’incontro tra la domanda e l’offerta” (nel mercato del lavoro, immobiliare, del credito,… della sanità: “dentista, ortopedico, ginecologo, pediatra, geriatra, oculista”). Saranno parallele la domanda e l'offerta di servizi? Ci fosse un prezzo che fosse uno a facilitare questo incontro. O almeno le Pagine Gialle!
Insomma: socialismo post-moderno in tutta la sua eloquenza. E anche un po’ bastardo (nel senso che il papà e la mamma provengono da mondi diversi), perché non è difficile notare elementi che non possono che essere il risultato del pensiero stupendo (nel senso di Patty Pravo) di una società di consulenza con tanto di bilinguismo ridicolo e affettato:
“green economy”, “pet-therapy”, “e-democracy”, “jam-session” (come metafora), “venture capitalists”, “business angels”, “spin off”, “start upper” (giovani) … e poi anche in italiano: “incubatori tecnologici”, “città delle donne”, “città amica”, “amici della citta'” (l’organizzazione delle organizzazioni di volontariato)“, deserto urbano”, “rifugi anti-noia” (le biblioteche!), “alberghi diffusi” (boh, qualcosa che usano gli studenti, forse i posti dove dividono le stanze con gli anziani). E la piu’ bella di tutte: “politica delle 3R(+1)” (credo di capire che le 3R sono Riduzione, Riuso e Riciclo; e il +1 è il Risparmio; ma non sono certo)- roba da Harvard dei poveri, anni '80.
Le nuove istituzioni. Per metterle in atto, tutti questi interventi, saranno necessarie nuove istituzioni/forme politiche. A leggerle (e a scriverle) tutte in fila fa un certo effetto (la maiuscole sono nel testo; evito le virgolette):
Sportello dei diritti (“in tutte le zone, in tutti i quartieri”), Analisi dell’Impatto Rispetto al Genere delle Politiche di Governo della Città, Bilancio di Genere, Banca dei Saperi Femminili, Sportello Municipale a favorire il Trasferimento Tecnologico da Università e Centri di Ricerca, Fondo di Venture Capital, Officina/Emporio municipale a sostegno della creatività, Sportello municipale a favorire l’imprenditoria giovanile, unico Assessorato che raccolga funzioni in materia di lavoro, Campus verde del lavoro, Consulta delle professioni e del lavoro autonomo, Rete di servizi per turisti, Piano per il governo del territorio, Negozi di vicinato, Piano della mobilità metropolitana, Rete diffusa di servizi alla persona, Patto tra cittadinanza e Amministrazione comunale, Patto civico con le lavoratrici e i lavoratori del comune, Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), Fondo immobiliare municipale, grande Assessorato per il Nuovo Sviluppo Economico, Centri di Quartiere, Tutor per le famiglie, Sportello per le assistenti familiari, Consulta per l’Handicap, Piano Eliminazione Barriere Architettoniche, Piano per l’attuazione del progetto individuale, Centri diurni, Tavolo tecnico sulle politiche dello sport, Garante comunale dei diritti dei bambini e dei ragazzi, Registro delle unioni civili, Servizio di pronto soccorso per animali, Guardie ecologiche, Luoghi e procedure a facilitare la denuncia dell’illegalità, Commissione antimafia, Codice comportamentale per la sicurezza, Osservatorio permanente della criminalità diffusa, Ufficio per il sostegno ai cittadini vittime della criminalità, Tavolo permanente per monitorare le situazioni ambientali, Servizio di orientamento e riorientamento per studenti, giovani, e adulti, Scuole civiche serali paritarie, Tavolo dell’educazione permanente, Conferenza permanente tra comune, università, enti di ricerca, Carta dello studente, grande Assessorato alla Cultura, Sportello pubblico per tutti gli operatori della cultura, Sportelli “Nuove Cittadinanze”, Consulta cittadina della cooperazione internazionale, Progetto integrato a connettere cooperazione per lo sviluppo e volontariato in paesi terzi, Commissione consiliare ad hoc per la verifica dell’esecuzione degli obiettivi del comune.
Parliamone.
Leggere i programmi è sempre pessima idea. Primo, sono sempre scritti in un modo profondamente irritante. Secondo, non servono a niente.
Perche' sono pieni di informazioni, non solo sulla sostanza ma anche indirettamente nella forma. in questo caso poi la campagna e' stata particolarmente poco "locale" e quindi e' solo li' che trovi informazioni.
E poi ero in aereo e le 300 pagine di Heckman su causalita' che mi sono portato mi hanno ucciso