Le due inchieste a cui mi riferisco, le trovate rispettivamente qui (ospedali) e qui (universita').
La prima probabilmente la conoscete a menadito, e' finita su tutti i quotidiani, in televisione, alla radio, in parlamento, al governo. La notizia e' stata ripresa ed ampliata da tutti gli altri media. Sono state avviate inchieste ed indagini, qualcuno si e' persino dimesso. Non che la mala-sanita' italiana sia ora in via di guarigione, pero' almeno qualcosa ne e' uscito, qualche azione e' stata intrapresa e l'attenzione dell'opinione pubblica sulla conduzione degli ospedali sembra molto forte. Questo e' utile, molto utile. Non solo, e' cio' che ci aspettiamo che il quarto potere faccia in simili circostanze.
La seconda inchiesta e' meno ben fatta ed usa meno documentazione diretta, ma la sostanza non cambia. Visto che molti lettori di questo sito tali cose le hanno gia' lette qui, o altrove, non mi dilunghero' piu' di tanto. Sommariamente: i concorsi universitari sono in gran parte truccati, fraudolentemente truccati o "spontaneamente" tali. La selezione di ricercatori, associati ed ordinari avviene a mezzo d'un meccanismo mafioso rigidamente osservato da quasi tutti, che consiste di favori reciproci, strizzatine d'occhio, intese, cordate, comprensioni, eccezioni, sguardi rivolti altrove, minacce agli insubordinati, creazione di posti ad hoc, eccetera. Ad nFA ne siamo tutti consapevoli, non solo perche' (chi recentemente, chi nel lontano passato) ne abbiamo sofferto le conseguenze sulla nostra pelle, ma anche perche' della nostra disciplina qualcosa capiamo ...
L'ordinario, l'associato ed il ricercatore medio italiani, nel campo dell'economia almeno, sono degli ignoranti con poca o nessuna dignita' accademica, messi in cattedra perche' ammanicati al politico, al vecchio barone, all'amico che gia' e' arrivato e con il quale si gestiscono le consulenze, all'amante nemmeno tanto segreto, all'ex compagno di scuola, al compagno di partito o sindacato o anche solo di credo ideologico. Oppure, semplicemente, sono associati ed ordinari perche' son del posto, perche' si son laureati li', perche' li' hanno famiglia, chiesa, studio commerciale, sezione di partito. Negli altri campi l'evidenza a disposizione suggerisce che la situazione e' la medesima.
Gli esempi riportati dall'Espresso sono solo quelli a cui e' arrivata la magistratura, le lettere dei lettori in calce all'articolo ne aggiungono altri. Spero i commenti dei nostri lettori ne aggiungano altri ancora. Se avete bisogno di rimanere anonimi, rimanetelo ma riportate i fatti. L'esperienza personale dimostra che a volte, insperabilmente, serve. Non e' vero che sia cattivo gusto chiamare incompetenti, raccomandati, intrallazzati e financo delinquenti coloro i quali lo sono: a parte il fatto che se lo meritano, serve pure ad evitare che altri come essi arrivino dove non dovrebbero arrivare. Tacere e' omerta', non prova di "stile" e di "classe", con buona pace dei tanti che cosi' van difendendo la loro carrieruncola. L'argomento secondo cui puntare il dito contro il singolo e' "male" perche' ve ne sono altri cento come lui/lei, e' un argomento specioso ed ipocrita. Se ve ne sono cento d'incompetenti, nominiamone cento: e' un numero finito, basta cominciare dal numero uno ed iterare l'operatore {+1} per novantanove volte. Con un po' di pazienza si completa la lista.
Invito alla denuncia pubblica perche' lo scandalo nello scandalo e' che, sulla questione concorsi truccati, baroni mafiosi, incompetenti in cattedra, dopo l'inchiesta dell'Espresso quasi tutto tace. Nessun servizio televisivo, nessuna interrogazione parlamentare, nessun invio di NAS negli atenei, nessun provvedimento speciale del signor Ministro, o del suo viceministro ed ex-rettore di Pisa, il nostro caro amico professor Modica. Uniche eccezioni: Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo , che 2 settimane fa hanno fatto una serie di articoli sul Corriere, riportando anche i casi di nepotismo. Inoltre i casi di Bari erano stati menzionati da La Repubblica un paio d'anni fa, quando la magistratura inizio' ad interessarsene. Per il resto, silenzio. Perche'? Perche' l'omerta' al quadrato? Distruggere la salute e' grave, distruggere l'educazione no?
L'educazione dei nostri figli e la ricerca universitaria non mi sembrano cose di minor rilevanza che la sanita'. La seconda inchiesta dell'Espresso denuncia una situazione simile a quella degli ospedali nei dipartimenti universitari di mezza Italia, da Bari a Bologna. Qui i roditori ed i parassiti hanno due gambe invece che quattro, insozzano le menti insegnando fregnacce, ma anche questo e' socialmente molto grave. Si moltiplicano, assumono piu' o meno fraudolentemente copie di loro stessi, come documentato sia qui che dai nostri lettori (punto (17)), con grave nocumento del bilancio statale, della salute mentale, della produttivita' degli italiani. Non solo, approfittando delle cattedre universitarie, dove insegnano pochissimo e fanno ancor meno ricerca, questi mediocri personaggi s'accaparrano consulenze ministeriali e non, presidenze di banche e casse di risparmio, presidenze e commissariamenti di grandi enti pubblici di ricerca - dal CNR all'ENEA, tanto per far due nomi non a caso - siedono nel CNEL, gestiscono Fondazioni miliardarie di soldi piu' o meno pubblici, eccetera. Ossia, una valanga di mediocri gestisce la ricerca e la cultura del paese, se ne appropria e la fa degenerare contribuendo al declino generale. Il problema e' grave: l'accumulo d'incompetenza in posti chiave, per quanto coperta da vestiti alla moda ed abbronzature da lampada, porta allo sfascio. Eppure tutto tace, nessuno fa nomi, nessuno dice nulla. Perche'?
Vale la pena confrontare le reazioni del ministro della Sanita', Livia Turco, e del ministro dell'Universita', Fabio Mussi. La prima, almeno a parole, ha fatto fuoco e fiamme, ha mandato i NAS in tutti gli ospedali italiani, ha aperto inchieste, ha richiesto dimissioni. Tutta sceneggiata d'un abile politico? Tanto fumo e niente arrosto? Puo' essere: viste le esperienze, non posso escludere che cosi' sia'. Pero' alcune inchieste si sono avviate, piu' di qualcuno si e' dimesso, le notizie si sono diffuse, decine di altri casi sono stati denunciati, insomma qualche effetto positivo c'e' stato.
Per Mussi, invece, si tratta di un problema "culturale" - credo che al nostro normalista l'ironia sia sfuggita. Non gli sembra il caso di fare ispezioni, di licenziare incompetenti, di prendere provvedimenti straordinari, di svuotare il Consiglio Nazionale Universitario, organismo farcito di baroni pocosapenti. No, e' un problema culturale, come il caffe' in piedi, l'uso del clacson, ed il digestivo. E di soldi, dice: non ve ne sono abbastanza, e devono dargliene di piu', alla faccia degli studi che mostrano l'opposto. Notate la continua oscillazione fra il richiamo all'autonomia universitaria (ogni volta che la domanda fa cenno ad un fatto grave o ad un'inefficienza) e l'arrogarsi di poteri e criteri di decisione applicabili all'intero sistema (ogni volta che si parla del che fare, del come riformare, di chi assumere e chi no.) Chesso', avrebbe potuto inventarsi una commissione d'esperti indipendenti, possibilmente occupati all'estero, che esaminassero le credenziali accademiche di tutti gli ordinari d'eta' superiore ai 55, visto che anche lui s'e' reso conto che l'Universita' italiana e' ricolma di anziani signori che nulla fanno e probabilmente nulla sanno. O avrebbe potuto usare l'occasione per introdurre valutazioni piu' serie ed obiettive delle migliaia di ricercatori che vuole "regolarizzare" ed a cui vuole aumentare lo stipendio. Perche', diciamocelo, non e' che dal fatto che gli ordinari sono ignoranti e strapagati debba seguire la conclusione che i ricercatori invece sono geni incompresi sottopagati. De tal palo, tal astilla, dicono in Spagna. Avrebbe potuto far esaminare da commissioni indipendenti di stranieri tutti i concorsi che sono ora indagati dalla magistratura. Avrebbe potuto far valutare le credenziali accademiche e scientifiche di tanti signori che presiedono tante cose simultaneamente, Facolta' e centri di ricerca pubblici per esempio. Avrebbe potuto fare appello agli accademici italiani sapienti e per bene, perche' denuncino il malcostume, l'ignoranza, l'incompetenza, il familismo, le frodi, le combriccole, le cordate casalingo-provinciali. Invece nulla. E nessun sapiente e decente scienziato italiano che faccia un nome, che punti un dito, che alto faccia salire un nitrito ... Anybody listening out there?
Non sarebbe invece il caso di smettere lo star zitti? Non sarebbe il caso di piantar su un gran baccano, e vedere se qualcosa vien giu'? Che gli accademici italiani fossero tendenzialmente omertosi l'ho appreso circa trent'anni fa. Che lo siano cosi' tanto ed imperturbabilmente e (quasi) tutti, questo non lo credevo. In vent'anni, ho visto solo le denunce scritte dall'eroico Roberto Perotti, una blanda lettera aperta di Gino Giugni dodici anni fa, qualch lettera alla stampa esecrata dai piu'. Siete tutti ciechi e muti, cari e pochi colleghi con le pubblicazioni ed il curriculum non finto? Tutti coloro che vi stanno a fianco davvero meritano d'esser li', di percepire quello stipendio, di sedere in quello scranno? L'ultima volta che avete approvato un'assunzione, come vi siete sentiti?
Odo un silenzio assordante, assolutamente assordante. Nessuno che chiama per nome nessuno, nessuno che punta un dito accusatore, nessuno che dica "Si', e' vero. Io ero in quel concorso ed il tale e' venuto e mi ha proposto il seguente scambio ...", oppure qualcun altro che dica "La candidata tale il giorno tale mi ha chiamato al telefono di casa dicendo che nel posto X avevano chiamato una cattedra per lei e che sarebbe stata molto grata se io avessi accettato far parte della commissione esaminatrice, perche' ..." Tanto per fare casi ipotetici, sia chiaro ...
Proprio nessuno ha nulla da dichiarare, non ad nFA, ma alla stampa quotidiana o settimanale, o ad un magistrato indagante? E nessun giornalista del Corriere, o di Repubblica, o della Stampa, o del Sole 24-Ore o del Giornale o del TG3 ha voglia di andare a fare qualche intervista, di spulciare qualche curriculum, di confrontare i titoli accademici, di controllare le pubblicazioni? Perche' gli ospedali sono importanti e le aule universitarie no? Mens sana in corpore sano, ma non vale l'opposto?
Suvvia, davvero tutti cosi' mafiosi son gli accademici italiani?
Gia'...
Poi sentirli quando minacciano di andare all'estero!?
Ma quando mai... dove la trovano un'altra pacchia come qua?