I fatti sono noti, quindi tralasciamoli. Egualmente note sono sia le mie previsioni, avanzate in tempi meno sospetti, che la mia opinione sul regista dell'operazione. Tralascio, quindi, incipit ed antifone e vengo al grano.
- L'operazione FFF è organizzata dal centro e i ruoli sono chiari. La mia impressione è che essa prosegua benissimo, almeno al momento: BS, i suoi servi nei media, i parlamentari del PdL e gli ex-AN in particolare, la Lega e, finalmente, Giulio Tremonti, stanno svolgendo ognuno il ruolo affidatogli. Purtroppo ho l'impressione che anche Gianfranco Fini stia recitando la parte che i suoi nemici gli hanno cucito addosso e che probabilmente non vorrebbe recitare. Ah, buon ultimi son saltati sul carro di Tespi anche le solite comparse romane (Casini, Rutelli, qualche cardinale, .. fra un po' spuntano anche Pezzotta e Montezemolo, vedrete).
- Il capo si tiene fuori, insiste a dire che tutto va bene, che non vede ragione per le tensioni, che lui di Fini ha stima, eccetera. Insomma, se Fini s'incazza, sbraita, denuncia ed alza il tono della polemica è perché la vuole fare, perché soffre d'invidie davanti agli enormi successi governativi ed alle mille cose fatte sotto la guida illuminata del leader supremo. Perché Fini è un politico di professione che si dedica a trame di palazzo e polemiche pretestuose, invece che lavorare al bene comune come fa il piccolo padre della patria. Lui politico di professione non è, è solo un grande e geniale imprenditore-cincinnnato che ha dovuto immolarsi sull'altare della politica per salvare il paese dal comunismo. Insomma, è Fini che pianta casini (sic!) e coopera all'operazione spazzatura avviata dalla sinistra comunista. Non l'ha ancora detto, ma ha già suggerito che, chiaramente, Fini è, se non in combutta, almeno in sintonia con La Repubblica ed i "farabutti" che, probabilmente spinti dal KGB, spandono falsità su BS. Tutto questo l'ha spiegato BS ieri sera all'uomo che gli fa il baciamano, io ho solo fatto un riassunto.
- I media controllati direttamente da BS fanno il lavoro sporco, quello più pesante. Guidati, rispettivamente, dai due guappi più esecrabili e fedeli, Feltri e Fede, i giornali e le televisioni di BS gettano fango continuo sul nemico rivelandone la natura di politico subdolo e di nessun valore. Il resto dei giornali e delle TV che il novello caudillo controlla fanno da contorno, addolcendo i toni mano a mano che ci si allontana dal centro ma rimanendo comunque funzionali all'operazione (per esempio le tre ore di propaganda di regime regalate oggi al popolo dal baciamano, per informare ovviamente). Il loro compito è mostrare che BS fa e produce, governa, risolve problemi, salva il paese. In questo è impegnato, nella salvezza del paese e non ha tempo per le vuote polemiche su astratti principi in cui il presidente della Camera vuole trascinarlo tirandolo per la giacca. Ma lasciatelo lavorare, insomma: non vedete i miracoli che ha già fatto? Non avete visto le case? E voi a cianciare di diritti degli immigrati e laicità dello stato, ma per favore, cerchiamo di essere seri invece di essere solo invidiosi!
- I vari Gasparri, La Russa, Alemanno e compagnia giocano oramai da soli. Pur professando una qualche forma di fedeltà verbale al vecchio capo, come una muta di cani affamati si son perfettamente resi conto da un anno a questa parte che la volpe bolognese è abbastanza debole e isolata e che il caudillo lo ha nel mirino. Meglio quindi lasciare che la stanino, facendo finta di nulla e mostrandosi comunque utili al caudillo (Gasparri, da questo punto di vista, batte tutti ...). Al più si può pretendere di star fuori dalla rissa o addirittura di volerla evitare quando invece l'agguato finale potrebbe essere già in corso. Ci sarà sempre tempo per dire "Oops, non m'ero accorto della spranga che aveva in tasca il camerata (oops, amico)!" Idem per il resto del PdL. Quelli che se la presero a suo tempo perché li apostrofai come "clerico-fascistì'' (non era un'offesa, era la conclusione di un'analisi storica e culturale) son perplessi (che per Fini il loro animo fascistoide una certa simpatia la conserva), persino sorpresi ed amareggiati, ma, se proprio li dovessero forzare a prendere posizione, loro stanno con chi vince, ossia con il caudillo. Come giustificazione per stare con il caudillo ne han trovata una ottima [okkio al link se vi danno fastidio le boxes pubblicitarie, il ragazzo ne ha di invadenti: quanto gli renderanno al mese?]: c'è una cospirazione in atto (corollario: Fini è parte, forse involontaria ma non importa, della medesima, quindi nemico oggettivo) quindi il geniale cincinnato fa bene a sparigliare. Il piccolo gruppo di Libertiamo (guidato da Benedetto della Vedova) si è schierato chiaramente con Fini ma, come avevo cercato di spiegar loro a suo tempo, invece d'essere il lievito nel pane sono solo la mosca al naso.
- La Lega gioca anch'essa il proprio ruolo, chiarissimo. La Lega è l'analogo politico di Feltri e Fede: aggredisce violentemente, abbaia ogni giorno, emette proclami roboanti a cui non fa seguito nessuna azione politica concreta (non sarebbero nemmeno in grado di scrivere il testo di legge costituzionale che implementa la secessione, se dovessero farlo). La funzione di tutto questo latrare è, ancora una volta, stanare Fini ed i suoi pochi seguaci, costringerli nel callejon sin salida d'un gioco quotidiano di autodifesa, di rintuzzamento, di ripetizione (inefficace ed anzi dannosa, perché non accompagnata da proposte politiche alternative, il punto chiave è questo) di principi elementari e metodologici (laicità, immigrazione, separazione dei poteri, libertà di stampa, eccetera) che nella situazione concreta appaiono come giaculatorie poco utili e pretestuose. Fini, devo dire, sembra cadere oramai regolarmente in questa trappola.
- Tremonti - la cui candidatura ad essere il vero numero due del regime (oops, PdL) e la sua testa pensante, è palese - agisce da saggio mediatore rilasciando interviste in cui (stra)parla come se fosse Don Bosco e Fanfani che parlano per bocca di Derrida. Tremonti non dice nulla di concreto e coerente - non gli è quasi mai successo prima: perché cominciare ora? - ma nel suo abile uso del vuoto linguaggio post-post (che Verdiglione sia nascosto in un antro del palazzo di Via XX Settembre e gli faccia ripetizioni notturne?) egli sa porsi come colui che sta nel mezzo ma sopra, che ragiona e sintetizza, che guarda avanti alla strategia e non alla polemica quotidiana, che elabora programmi di governo, che "sa" dove sta il bandolo della matassa. Insomma, GT è la vera spalla (ed il successore naturale, dovesse "malauguratamente" (virgolette sue ...) succedere) di BS. Fini è solo un invidioso senza idee e con troppa ansia per il potere e le trame di palazzo.
- Veniamo finalmente a Fini, l'attore principale di questo assalto neanche tanto nel buio e certo non all'arma bianca: le vittime, come Marat in vasca da bagno e Cesare sulla scalinata del Foro, sono sempre gli attori principali negli assassinii politici. Fini paga pesantemente la non presenza nel governo ed il suo ruolo istituzionale che, mentre non lo protegge dagli attacchi dei guappi, gli impedisce di muoversi e fare politica vera (su questo torno più sotto, perché questo è il punto chiave). Sbaglia anzitutto a pensare d'avere in Napolitano un alleato o almeno una sponda. Non elaborerò sul perché il principe di Napoli non possa e non voglia giocare questo ruolo, mi sembra ovvio: sta altrove, anche se non sa nemmeno lui dove, ma sta comodo nel grande Palazzo. Il suo orizzonte temporale è cortissimo, e questo conta per gli umani. Il principe di Napoli è molto umano. Non solo: poiché non ha potere (nel senso che non controlla alcun portafoglio) Fini sta perdendo progressivamente il supporto degli ex-AN a vari livelli e non sta acquisendo nessuna base elettorale nuova nelle altre parti del PdL. Anche solo per questo rischia di essere ferocemente massacrato senza pietà; dove sono le sue armate elettorali, dove il suo popolo osannante, dove i suoi famigli che dalle sue prebende dipendono, dove i gruppi sociali che da una sua "vittoria" potrebbero trovar giovamento? Specialmente quest'ultimi, appunto: dove sono? Credo che nemmeno Fini lo sappia, e qui sta il problema: a chi parli, Gianfranco? Quali interessi vuoi rappresentare? Che altra destra vuoi che si materializzi? Che altro paese vuoi far emergere e progredire? Io non l'ho ancora inteso, e ti garantisco che a queste cose ci faccio una certa attenzione.
E qui vengo al commento finale, che come al solito mi son dilungato troppo nell'analisi. Dice il vecchio Bob: It takes a model to beat a model. Traduzione: ci vuole una politica per sconfiggerne un'altra. Oggi questa "altra" politica, altra dal peronismo di BS e GT, in Italia non sembra avercela nessuno. Che non ce l'abbia la nuova DC che chiamano PD, l'abbiamo detto e ridetto tante volte che non vale ripeterlo. Il problema del momento è che non sembra avercela neanche Gianfranco Fini, e questo fa danno e dispiace. Ecco, quindi, una scaletta di cose su cui Fini, se vuole uscire dal callejon sin salida dove l'hanno spinto i guappi ed i masnadieri (o i "farabutti", per usare l'espressione della sua nemesi), deve trovare la capacità di affermare il proprio Che Fare?
- Federalismo e stato italiano. Che stato nazionale vuoi e dove stai sulla questione federalismo? Non puoi stare con la cacca fritta della cosidetta riforma federalista malscritta da Bossi&Co. O stai contro, per lo stato centrale ed unitario, o stai oltre, per un federalismo liberale senza se e senza ma.
- Crisi economica, modello di sviluppo, liberismo. Vuoi anche tu l'economia sociale di mercato? Pensi sia la risposta adeguata alla crisi economica (quella vera, non quella finanziaria) in cui l'Italia sta? Come cresce l'Italia nei prossimi vent'anni? Quali azioni di politica economica sbloccano la macchina italiana e la mettono, se può, in moto di nuovo? BS ha scelto l'economia sociale peronista, il PD (e, temo, IdV) han scelto l'economia sociale solidarista. Tu, stai con uno dei due o stai altrove?
- Nord-Sud (che NON è la stessa cosa che il federalismo): vogliamo dire che il problema c'è e parlare, finalmente, al popolo del Nord che produce - che è ampio e senza il quale nessuno mai governerà l'Italia - ed a quello del Sud che un po' produce e parecchio vorrebbe farlo - che magari non è così ampio, ma c'è e non se lo fila (mi veniva un altro verbo, scusate ...) nessuno? Se non passi da lì, se non trovi una cosa o due (e che sian convincenti) da dire a chi ancora produce o intende farlo, continueranno a chiederti quante divisioni hai, sorridendo ironici.
- Tasse e spesa pubblica. Le tagliamo per davvero o no? Vogliamo un paese in cui la spesa pubblica (e quindi le imposte) vanno sotto o stanno sopra al 40% del PIL? Le pensioni devono continuare ad essere il 15% del medesimo o vanno ricondotte al 10%? Vogliamo uno stato sociale che tale sia, o vogliamo sempre e comunque le prebende ai famigli? Le tasse servono per punire chi lavora e produce (i "ricchi") o per finanziare la spesa pubblica che serve, quando serve?
- Magistratura e divisione dei poteri: vogliamo tagliarlo il nodo gordiano? Vogliamo dire che non ci sono i buoni ed i cattivi, ma che il sistema giudiziario va radicalmente riformato non per punire le toghe (rosse, nere o nerazzurre che siano) ma perché possano fare il loro lavoro, che consiste nel mandare in galera chi viola le leggi, tutte le leggi?
- Informazione: vogliamo dire che ad un paese libero serve un'informazione libera, indipendente e competitiva? Che la RAI va smembrata e privatizzata, che il duopolio deve essere spazzato via, che altri attori devono entrare e che la proprietà dei media va resa diffusa ed indipendente dai partiti e dallo stato?
- Meritocrazia e concorrenza: sei a favore o contro? Le vuoi o no? E se le vuoi, cosa occorre fare, dove occorre incidere? Non tutto e subito, in dieci anni mi basta. Ma senza dire parole chiare sul come, il tutto rimane una giaculatoria.
- Conflitto d'interessi e moralità pubblica. Che ci voglia la seconda l'hai detto, OK. Ma come, Gianfranco, la facciamo lievitare in questo paese amorale da troppo tempo? Passa per la risoluzione della questione conflitto d'interessi o no la ricostruzione d'una moralità pubblica per questo paese che chiamiamo Italia?
Il mio umile consiglio è questo, Gianfranco Fini. Non perder tempo a querelare i guappi del caudillo, questo fa solo il loro gioco. Lascia stare anche gli appelli di principio, tutti interni al PdL, che gli elettori non possono intendere. Prova a dare risposte chiare e dirette (Che Fare?) su almeno qualcuno di questi punti. Allora, forse, sarai tu a sparigliare il tavolo, non quell'altro.
Io sono un po' più ottimista sulle capacità di Fini e un po' più pessimista sulle sue intenzioni. Fini appare nel tuo pezzo come un ingenuo indeciso che si sta facendo mettere all'angolo senza reagire. Forse, ma il tizio è tanto che naviga nella politica italiana e non mi pare tipo che si faccia far fuori tanto facilmente. I legami che lui ha con gli ex AN sono cose che noi non vediamo bene ma che pesano, molto più e al di là delle posizioni politiche prese. Mi aspetto che usi tutta la sua capacità di influenza, che è ancora parecchia, prima di farsi uccellare senza reagire.
Sono invece pessimista sui suoi obiettivi. D'accordo, Fini fa scrivere dei veri liberali sui siti delle sue fondazioni. Però poi la sua base di potere era e resta la AN del Sud. Per esempio, nel recente rimpasto della giunta siciliana, sembra (di queste cose è impossibile essere certi) che abbia manovrato per inserire Strano (il mangiamortadella) tra gli assessori. Questa è una spia di un comportamento generalizzato. La vera base di potere di Fini, la sua speranza di essere rilevante, sta nel popolo di destra del Sud, sia ex AN sia il resto.
Vedo in questo senso anche la sua polemica con la Lega. Fini ha già avuto nel passato atteggiamenti tolleranti verso gli immigrati. Ma la mia impressione è che lui cerchi lo scontro con la Lega su un quelche tema, senza dire esplicitamente che vuole mantenere i sussidi al sud.
Come vedi le due cose (maggiore ottimismo sulle possibilità di sopravvivenza di Fini, maggiore pessimismo sui suoi, ehm, fini) si tengono assieme. Nella destra italiana lo scontro vero non è tra liberali e peronisti, dato che (a parte Della Vedova e altri due gatti che presero letteralmente lo 0,1% quando si presentarono soli alle elezioni come Riformatori Liberali) sono tutti peronisti. Lo scontro vero è tra peronismo con base al Nord e peronismo con base al Sud. Le ultime elezioni hanno spostato l'asse del PdL al Sud, ma l'asse del centrodestra al Nord. Fini vuole fare aggio su questa tensione sfruttando l'incazzatura del sud. Italy being Italy lo fa parlando a nuora perché suocera intenda, ossia ammantandosi di liberalismo e difesa dello Stato di diritto.
Comunque, fai bene a incalzarlo perché risolva le ambiguità. Chissà che alla fine qualcosa di buono salti fuori.