Il testo della Relazione lo trovate qua. Un commento giornalistico ed una spiegazione della novità lo fornisce, per esempio, il Sole 24 Ore. Perchè perdo tempo a commentarla, se ho già annunciato che non dice nulla? Per questo, perchè non dice nulla e questo è un fatto sintomatico: la pochezza delle politiche concrete è anche frutto della pochezza intellettuale che s'esprime nei documenti governativi.
Tralasciamo le dichiarazioni di vittoria e gli auto-elogi, fanno parte del gioco. Tralasciamo anche il fatto che l'intera analisi è di stampo "macro keynesiana alla Ackley, 1961", in cui la crescita viene perchè le varie componenti della domanda crescono allegre - soprattutto: si importa meno di quanto s'esporta; vi siete mai resi conto che la macro keynesiana ha, fra i tanti difetti, anche quello d'essere mercantilista? Mi interessava il modello, come dire, di equilibrio generale, l'idea di fondo che costoro, o per lo meno costui, ha(nno) in mente su come funziona un sistema economico e cosa rende la gente che dentro vi vive produttiva, o meno. Non l'ho trovato. Ho però trovato questi argomenti, che riassumo facendo finta TPS parli in prima persona.
1. Occorre ridurre deficit e debito ed ottemperare alle richieste di Bruxelles.
2. Non si prospettano tagli di spesa, ma invece aumenti. Però, anche se il gettito è cresciuto alla grande non ho tanti soldi da darvi per fare le politiche della domanda, perchè ho promesso al mio amico Almunia che l'anno prossimo tengo il deficit sotto quello di quest'anno. Mi dispiace, capisco che questo possa deludervi, ma con la crescita ciclica che va di suo, andiamo bene lo stesso nel 2007/2008 (tocco ferro, perche' in realta' non ne ho la minima certezza). Magari non taglio le tasse, io mai ho detto che sia utile tagliare le tasse.
3. La struttura microeconomica ed il sistema degli incentivi nulla hanno a che fare con la crescita, che risulta tutta da compatiblità macroeconomiche definite in termini di contabilità nazionale. Di produttività e di cosa la determina io non so nulla, chiedete a Bersani. Delle pensioni nemmeno, e di efficienza intergenerazionale nemmeno. Quindi di questo io mi occupo: del bilancio dello stato e di C+I+G +X=Y.
4. Forse tagliamo un poco le tasse alle imprese. Ma non so quanto, anche perche' ora Franco Marini (che dovrebbe fare il Presidente del Senato ma invece fa il sindacalista come ha fatto tutta la vita) ha detto che servono gli sgravi per le famiglie del Sud. Quindi non so, vediamo come la sistema Prodi. Meglio detto, vediamo cosa dicono domani Bonanni, Epifani e quello che non mi ricordo mai come si chiama, insomma il terzo.
5. Tanto, ora che ho fatto i conti per benino comandano di nuovo i sindacati, come l'anno scorso. Solo che quest'anno si comincia con calma, perchè siamo già al governo e loro vogliono assicurarsi che si continui a buttare il 16% del PIL nelle pensioni dei loro iscritti cinquantenni, anzi vogliono assicurarsi che le aumentiamo un pochino, specialmente al Sud che poverini sono tutti invalidi e con la minima da quelle parti. Lo so, in Spagna sono sotto al 10% del PIL, e quando CC.OO. ed UGT cominciano con la solfa delle pensioni il mio amico Pedro fa finta d'esser sordo. Forte il Pedro, ma loro crescono a quasi il 4% da tredici anni, noi al 2% da 6 mesi, e speriamo duri altri 8 o 9. Io mica posso permettermeli certi lussi ...
6. In sostanza, l'unica cosa che conta, ora che ho presentato conti e previsioni, è la trattativa che dobbiamo fare con i sindacati. La mia Relazione serve solo per calcolare quanti soldi ci sono a disposizione per le loro richieste.
Perchè, vedete, in Italia la politica economica si fa così. Prima il ministro del Tesoro, nella sua veste di Ministro delle Finanze, tassa chi produce qualcosa di vendibile e li spreme sino all'osso. Con i soldi raccolti paga le spese "acquisite" (che sono un poco come i diritti acquisiti, sono il prodotto delle trattative precedenti con i sindacati e le lobbies varie) e fa i conti se avanza qualcosa. Se avanza qualcosa, e Bruxelles non protesta che occorre ripagare il debito, il Ministro fa sapere ai sindacati (a mezzo della Relazione che qui si commenta, ufficialmente, ma anche con una telefonata di cortesia, che sono permalosi) che vi sono delle "risorse per lo sviluppo". Quest'anno le "risorse per lo sviluppo" hanno un nome nuovo, ossia "tesoretto", perchè grazie anche al governo precedente (ma guai a chi lo ammette) abbiamo tosato i produttori parecchio più del solito ... roba da fregarsi le mani. Insomma, ora che il tesoretto è a disposizione occorre spartirlo, perchè in questa maniera si crea sviluppo e benessere.
Lo so, capisco, a voi questo sembra illogico: se le risorse ci sono vuol dire che sono state già prodotte, se sono state già prodotte vuol dire che qualcuno ha lavorato e si è sviluppato anteriormente, dite voi. Mah, forse sarà anche così in qualche astruso modello, ma io ho fatto il Master al MIT con Franco, ed a me hanno insegnato che la capacità produttiva è data ed è quella che è. Se si utilizza o meno, e quindi se si genera reddito, dipende dalla domanda, e perchè ci sia domanda occorrono risorse da spendere. Da qui il ruolo del tesoretto, della tosatura fiscale dei produttori egoisti e degli evasori rapaci, e del fatto che loro, grazieaddio, si sono sviluppati già da soli ed hanno prodotto quello che noi abbiamo tassato. Senno voglia avevamo, erano ... amari.
Come l'hanno prodotto loro il loro sviluppo se l'anno scorso noi non avevamo tesoretti da dare ma solo tasse da aumentare? Non so, non fatemi domande difficili, è da tanto che ho finito il Master e certi modelli non me li ricordo più tanto bene. Dev'essere il moltiplicatore-acceleratore, ecco quello dev'essere. Samuelson, quando veniva al Faculty Club, diceva che era tutta una questione di "equilibrio economico generale" e del "flusso circolare". Ci vogliono equazioni alle differenze non lineari e del secondo ordine, roba da far tremare le vene ai polsi persino ai miei PhDs della Direzione Generale, che hanno i PCs con dentro MatLab. Ma si può spiegare in parole povere: lo sviluppo dei "tosati" al tempo t produce il "tesoretto" che al tempo t+1 fa sviluppare i tosatori: ecco fatto! Lo shock esogeno, si sa, ci vuole sempre in questi modelli dinamici, sennò non partono da soli.
Ora non mi venite a molestare con il fatto che, sempre a rigor della mia logica, redistribuendo queste risorse da chi le ha prodotte nel periodo t a chi le consumerà nel periodo t+1 è improbabile che si crei ulteriore sviluppo fra chi le risorse le dovrebbe produrre nel periodo t+2! Il periodo t+2, in quantoquasi oltre la fine della legislatura, è chiaramente nel "lungo periodo": nel lungo periodo, questo lo ha detto anche Keynes, siamo tutti morti, o almeno dimissionari.
Comunque non importa, noi questo in Italia, tra governo e sindacati, lo chiamiamo "sviluppo". Come dice Bonanni, che è uno che se ne intende: "perché - ha detto - non c’è welfare senza sviluppo". Vedete che alla fine una logica economica coerente si trova? Se non ci fosse lo sviluppo, dei produttori da tosare, non ci sarebbe il welfare, per noi ed i nostri amici che li tosano, Matematico no?
Ecco, questa è la teoria dello sviluppo che hanno in mente a via XX Settembre, a via Po', Corso Italia e dove sta la UIL non mi ricordo. Tale teoria è stata suffragata da sofisticate simulazioni econometriche condotte dalle centinaia di altamente qualificati (e profumatamente retribuiti) "economisti" che tra Ministero dell'Economia, Palazzo Chigi, ISAE e, temo, anche Banca d'Italia, scrivono sugosissime ed affascianti relazioni come quella che ho appena finito di commentare. Veri tesori di dati, di teoria economica e di politiche economiche originali e ben meditate. Altro che l'Economic Report of the President, che se lo scrivono in una dozzina e che di teorie affascianti e creative come le precedenti non contiene nemmeno l'ombra. Ah, il genio italico ...
Appendice. La Relazione non solamente non dice nulla, contiene anche dati aggregati triti e ritriti. Nella marea di tabelle e di numeri che riempiono le 102 pagine, si sono però intrufolati, certamente per una svista, alcuni fatti interessanti (a dire il vero ve ne sono anche degli altri, relativi alla composizione sempre piu' degenere della spesa pubblica italiana, ma quelli meriterebbero un post tutto per loro).
Fatto ignorato 1. Il tasso di occupazione (gruppo eta' 15-64) e' del 65% al Centro-Nord e del 46% nel Mezzogiorno. Insomma, la "congettura Lusiani" è corretta, visto che i valori per il Centro sono probabilmente differenziati lungo le linee regionali che egli menziona.
Fatto ignorato 2. La spesa pubblica, e non solo quella in conto corrente, continua a fluire sproporzionatamente nel Mezzogiorno, come oramai fa da cinque decenni. "La spesa in conto capitale della PA [nel Mezzogiorno] [è ...] pari a circa il 36 per cento della spesa in conto capitale del Paese. [...] la quota degli investimenti pubblici: dal 50,7 per cento del 2003 al 56,7 nel 2005." Nell'area definita come Mezzogiorno vive circa 1/3 della popolazione del paese e si produce una frazione molto minore del PIL. Però hanno le performances scolastiche che abbiamo visto. Cosa ci faranno mai, con tutti questi nostri soldi?
Fatto ignorato 3. I dati riportati nella figura di pagina 47 mostrano che la crescita del gettito fiscale avvenuta nel 2006 rispetto al 2005 era esaurita, anzi ha raggiunto un picco, in giugno e da allora ha solo declinato. Insomma, gli annunci del nuovo governo e tutto il resto non ne possono essere la causa, a meno che non si creda negli effetti speciali di Hollywood.
Premetto che concordo con tutto il post (molto divertente tra l'altro) e aggiungo un commento non propriamente economico.
Primo: questo fatto che i sindacati pilotano l'azione governativa lo condivido completamente. Ricordo vagamente di un modello di relazioni industriali che spiega che tende ad esserci un atteggiamento consociativo tra sindacato e parte datoriale quando l'impresa ha extraprofitti derivanti da potere di mercato (utilities etc.). Qui si potrebbe osservare che lo strapotere del sindacato nella determinazione della politica economica e distributiva nazionale è compatibile con l'illusione che la ricchezza prodotta sia una forma di rendita piuttosto che il frutto di una competizione di mercato.
Secondo: un ministro della Repubblica è una carica politica che risponde al proprio Governo, il quale risponde al proprio elettorato. Le leggi dell'economia non soltanto non sono sempre pacifiche, ma soprattutto non sono superiori alla sovranità popolare. L'idea, purtroppo sbagliata, che la ricchezza prodotta nel paese sia una specie di rendita da spartire, è radicata nell'elettorato nazionale, soprattutto al Sud, e non solo nel sindacato che è un effetto e non una causa. Quindi è ovvio che TPS faccia finta di non capire cose ovvie ma che esulano dal suo mandato, che è - appunto - quello di trattare con il sindacato la spartizione delle briciole.
Terzo: al punto 6 la frase "tassa chi produce qualcosa di vendibile" andrebbe sostituita con "tassa chi è tassabile, che produca o non produca, purché sia percuotibile". Non va dimenticato che sono i proventi da evasione la vera rendita nazionale.