Quali le argomentazioni degli studenti? La Sapienza è ostaggio del Papa. Liberiamo i saperi, è lo slogan. E poi c'è la questione di Giordano Bruno e di Galileo Galilei, ferite aperte che agli intellettuali de La Sapienza stanno naturalmente a cuore:
Fare scienza, è vero o almeno spero sia vero, non è reato. Ma impedire alla gente libera di andare dove vuole lo è, oltre che essere un atto di stupida violenza. Non ho molto da aggiungere, salvo il consiglio che mi permetto di dare, in chiusura d'articolo.
E i professori? Nella lettera si definisce incongrua l'idea di invitare il Papa a La Sapienza (incongrua nel senso, interpreto dal resto della lettera, di non congruo, non adeguato all'immagine di indipendenza intellettuale de La Sapienza). I professori parlano in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che
dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze.
Tutti novelli Giordano Bruno, novelli Galileo, gli studenti e i professori de La Sapienza. Loro non avrebbero abiurato come Galileo, ci mancherebbe. Loro dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, come Giordano Bruno. Basta vedere lo stato della diffusione delle conoscenze in Italia, dell'università e della ricerca. Inoltre l'università italiana ha dato prova più volte della propria indipendenza intellettuale. Come in occasione del giuramento di fedeltà al regime fascista, del 1931! Quanti professori universitari rifiutarono di firmarla? Vito Volterra ed altri 11. 12 in tutto. Dodici grandi accademici non la firmarono la fedeltà al regime, gli altri tutti dietro!
Ma nemmeno questo è il punto, mi sto facendo prendere anche io dalla vis polemica. Di fatto, quelli che firmano sono tutti notevoli scienziati, quasi tutti molto quotati nel mondo della Fisica. Dovrebbero capirne qualcosa di logica, ed invece non si rendono conto che, nel negare a Ratzinger il diritto di parlare in pubblico alla Sapienza contraddicono la loro stessa conclamata "dedizione alla diffusione delle conoscenze" ed all'esercizio del "pensiero razionale"? Marcello Cini, Carlo Bernardini e Giorgio Parisi, i leaders del gruppo, non ci arrivano a capire che la libertà di pensiero che professano e la laicità della scienza implicano che persino Ratzinger ha il diritto di andare a La Sapienza, se invitato, a dire le sue opinioni? Che le opinioni si debbono contradirre anziché censurare?
Nemmeno senso delle proporzioni e delle implicazioni logiche ha questa gente. Certo il Papa quanto a posizioni epistemologiche è magari alquanto deboluccio, e molto rispetto della scienza di certo non ha. Fa fatica a rifiutare l'elettricità, ma solo perché le candele rovinano la Cappella Sistina, e a non apprezzare i tulipani neri (che non ci sono in natura, sono selezionati geneticamente), ma molto oltre non va. Insomma, tende a dire cose improbabili per uno scienziato. Forse che non le dicono Prodi, Berlusconi, Bertinotti e compagnia, i quali pure con la scienza, il pensiero razionale e gli argomenti coerenti fanno a pugni da mane a sera? Se Bertinotti si compiace della laurea honoris causa (causa? quale causa?) da parte della Pontificia Universidad Catolica de Quito, che differenza fa fra lui e Ratzinger? Che si fa, signori scienziati un po' troppo seriosi oltre che incoerenti, gli si impedisce anche al Fausto amico vostro di visitare La Sapienza?
Che gli scienziati si limitino ad inventare e costruire cose utili e belle, lasciando i massimi sistemi ai teologi che in fatto di incoerenze ed intolleranza son maestri da sempre. Si', non è un granché come epistemologia, ma è difficile fare meglio dati i vincoli che l'esistenza di molteplici fedi fra loro conflittuali impone. Nel lungo periodo vince chi ha filo intellettuale da tessere e su chi avesse ragione fra Galileo e l'Inquisizione abbiamo oramai nessun dubbio. Eppur si muove, appunto, piaccia o non piaccia ai teologi tedeschi. Quindi lasciate pure che parlino, anche se fosse con la "s" davanti.
Quindi, suvvia, un po' di ironia se proprio volete immischiarvi in tali faccende, qualcosa di divertente se non di nuovo. Lasciamo frasi tipo docenti che
dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze per un'occasione migliore, per una nuova Dichiarazione sulla Razza magari, quando veramente la vita e le conoscenze siano in gioco. Per la visita del Papa all'università andiamo con l'ironia, che basta e avanza. Un suggerimento:
Traduzione per i non familiari con lo slang giovanile USA: un bong, un bong hit, 4=for ...
Insomma, vi ricordate "Fatte 'na pera, Luciano fatte 'na pera ...".
Ecco, quelli che cacciarono Lama erano di più, eran più violenti e criminali, ma avevano anche un maggior senso dell'ironia. O Tempora, o Mores ...
Vabbe', ma la questione centrale qui e': chi ha il diritto di invitare qualcuno in forma ufficiale all'Universita'? E perche' chi non apprezza la visita dovrebbe tacere il suo dissenso?
La liberta' di parola qui non c'entra nulla: il sig. Ratzinger ha gia' abbondanti pulpiti da cui predicare, sia i propri che quelli della stampa italiana che regolarmente ripete i suoi pronunciamenti (i quali spesso neppure riflettono il punto di vista dei cattolici, per tacere di quelle dei non cattolici).
Sono d'accordo con Enzo, questo non era una semplice lezione, o un invito a parlare, era il discorso alla fine dell'inaugurazione dell'anno accademico, una delle poche celebrazioni formali di un ateneo.