La Paranoia al Potere

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Il populismo e l’incompetenza di una classe dirigente sono misurabili dall’accanimento con cui si scaglia contro i termometri invece di affrontare le cause della febbre.

In Germania il governo ha deciso di bandire le vendite di credit default swaps quando l’acquirente non abbia una corrispondente posizione lunga nei titoli sottostanti. Questa è nota, ma c’è tutto un fervore di iniziative nell’Unione Europea per proibire le vendite allo scoperto di titoli (come peraltro già fatto nella fase acuta della crisi) e altre misure che non servono a ristabilire la solidità del sistema finanziario, anzi sono largamente dannose, ma sono utili per far credere ai grulli che si combattono gli "speculatori".

Per coloro che non hanno familiarità con le innovazioni finanziarie, un credit default swap (CDS) è una forma di assicurazione sul debito di uno stato sovrano o di una impresa. Chi acquista un CDS si impegna a pagare ogni anno al venditore una quota predeterminata (una specie di premio di assicurazione), ma in caso di fallimento o di dichiarazione di moratoria sul debito da parte dell’emittente, l’acquirente del CDS riceve un rimborso pari al valore nominale dei titoli che ha “assicurato”. Sempre che, ovviamente, chi ha venduto l'assicurazione abbia i soldi per farlo: AIG, per esempio, non li aveva.

La differenza con un contratto di assicurazione consiste però nel fatto che l’acquirente di CDS può non detenere in portafoglio le obbligazioni emesse dalla compagnia o dal paese oggetto del CDS (le cosiddette reference entities). In altre parole l’investitore potrebbe comprare un CDS semplicemente per il gusto di scommetere sul fallimento di uno stato sovrano o di una società. Questo in soldoni è il naked CDS, che tanto fa infuriare i politici ed i burocrati reggicoda perché scompiglia, a loro dire, i mercati, riduce la liquidità e deprime il prezzo dei titoli obbligazionari.

La paranoia ....

Queste argomentazioni hanno una certa vena paranoica. Cominciamo da un'analogia. Un’automobilista acquista un’assicurazione perchè in caso di incidente grave non vuole dover pagare danni considerevoli. Cosa accadrebbe se le autorità decidessero di vietare l’assicurazione sulle auto? Probabilmente molte persone preferirebbero utilizzare i trasporti pubblici pur di non affrontare rischi o guiderebbero solo in caso di assoluta necessità. In modo analogo nei mercati finanziari molti investitori probabilmente deciderebbero di non acquistare i titoli di stato greci (a parte le BCE che comunque usa i soldi dei contribuenti e non rischia niente), quindi è probabile che i prezzi dei titoli greci (nonché spagnoli, portoghesi ed italiani) scenderebbero molto di più se non ci fossero i CDS. In sostanza la possibilità di proteggersi aumenta i volumi di titoli scambiati e quindi la liquidità.

Infatti non esistono evidenze empiriche o ricerche accademiche a supporto dell’idea che la liquidità nel mercato obbligazionario diminuisca all’aumentare dell’ampiezza del mercato dei CDS. Idem per il mercato delle opzioni e di altri titoli derivati.

Ma il punto controverso enfatizzato dai critici si focalizza sui naked CDS. Per rimanere nell'analogia, i politici chiedono a gran voce perchè mai qualcuno vorrebbe assicurarsi contro gli incidenti provocati da altri, in cui non si è assolutamente coinvolti?

La risposta è semplice. In caso di bancarotta, le conseguenze, non si limitano ai soli possessori di obbligazioni. Altre categorie sono esposte ad un rischio anche maggiore di quello che puó colpire gli obbligazionisti: fornitori e dipendenti di una societa’ per esempio. Nel caso di stati sovrani una bancarotta coinvolgerebbe le banche commerciali che hanno concesso prestiti a società o individui; o i fondi di private equities che hanno investito nel paese; o le aziende che hanno sussidiarie e grossi contratti; o gli esportatori e via discorrendo. Insomma motivazioni “legittime” anche se volessimo adottare l'ottica di governi in preda alla paranoia sugli "speculatori".

Tuttavia la diatriba sui naked CDS pone un interrogativo più generale: è legittimo per un governo sindacare le motivazioni alla base di un contratto tra privati? Perché bisogna giustificare alle autorità il motivo per cui si prende una certa posizione? Se io voglio scommettere che la Grecia andrà in bancarotta quale interesse generale vengo a ledere? Perché dunque il governo dovrebbe impedirmelo? Perché posso scommettere che un titolo obbligazionario acquisti valore comprandolo, ma non posso scommettere che perda valore?

Ogni transazione ha due facce. Per ciascun investitore che compra un’assicurazione (o qualsiasi strumento finanziario) ne esiste un altro che è disposto a venderla; questi due individui hanno sicuramente un’opinione diversa sul valore dell’assicurazione  (o del titolo) e vietare questo tipo di transazioni non ridurrà il rischio aggregato. I problemi potrebbero invece sorgere qualora una delle due controparti non diversificasse il proprio rischio e quindi, come AIG alla fine del 2008, finisse per ritrovarsi in una situazione in cui le perdite accumulate minacciano la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso.

In altri termini il problema non sono le tipologie di contratti liberamente stipulati ma la concentrazione dei rischi. E questo principio vale per i prestiti ai pizzicagnoli come per le opzioni esotiche. Quindi non c'è nulla di particolarmente sinistro nei CDS, a parte il fatto che questi titoli sono scambiati su mercati over-the-counter (OTC), cioé non regolamentati. Pertanto non è facile capire chi sia esposto e per quale ammontare (e quindi valutare bene i rischi di controparte) e non è facile valutare il volume aggregato.

La soluzione logica consisterebbe nel richiedere agli intermediari finanziari di riportare le proprie posizioni ai regolatori e assicurarsi che nessun soggetto abbia un'esposizione a cui non potrebbe far fronte. Insomma è legittimo porre un tetto all’esposizione di in ogni settore (questo è un tema molto più ampio che rimandiamo ad un post futuro), per evitare un’eccessiva concentrazione di rischio. Sarebbe anche meglio implementare sistemi di Clearing and Settlement attraverso i mercati regolamentati, per rendere le posizioni trasparenti ed evitare il rischio di controparte o di frodi (è questa la via imboccata negli USA dalle recente riforma del settore finanziario).

 

... e il ridicolo

 

E' una posizione troppo liberista la nostra? Troppo amerikana? Ebbene provate ad indovinare chi conferma che i CDS non hanno provocato, in se e per se, nessuno sconquasso? Secondo il Financial Times proprio un’inchiesta della Commissione Europea, voluta principalmente da Francia e Germania, sull’utilizzo “speculativo” dei CDS. Per di più a Bruxelles potevano anche risparmarsi lo sforzo perché già a marzo l’organo tedesco per la supervisione finanziaria, BaFin, aveva dichiarato che non era stato possible trovare alcuna evidenza che i CDS fossero stati utilizzati sistematicamente a fini speculativi contro i titoli del debito pubblico greco. E non potrebbe essere diversamente:  il volume dei CDS greci è stato stimato intorno al 5% del mercato complessivo dei bond greci pari a circa 300 miliardi di euro.

 

Quindi alla BaFin potevano sicuramente occuparsi di cose più serie, ad esempio dell'insolvenza delle Landes Banken. Ma quelle sono protette dai politici locali e nazionali, senza bisogno di CDS. Per il governo teutonico è molto meglio arruffare le penne e ingaggiare battaglie immaginarie contro gli "speculatori".

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Commenti

Ci sono 93 commenti

sono d'accordo che si tratta di pura paranoia che produrrà solo danni.

Volevo però un chiarimento sull'analogia, in particolare sul fatto che i CDS possano avere un effetto sui prezzi dei titoli. Se compro un'obbligazione e un CDS ricevo già un rendimento più basso visto che dal rendimento del titolo dovrò sottrarre il costo del CDS, in altre parole pago di più il titolo in cambio di un rischio più basso. In tutto questo però mi aspetterai che la presenza o meno del CDS non abbia un effetto sul rendimento 'lordo' (senza CDS) del titolo, in caso contrario ci sarebbe un'opportunità di 'arbritage', o mi sono perso qualcosa?

Il primo punto e' corretto dal punto di vista dell'investitore individuale: il rendimento totale sulla posizione bond + CDS e' minore del rendimento del solo bond e corrisponde al principio che a minor rischio corrisponde minor rendimento.

Il secondo punto, il rendimento lordo dei titoli obbligazionari o il loro prezzo di mercato, e' un effetto aggregato e dipende dall'avversione al rischio degli investitori. Se la possibilita' di assicurarsi contro eventi estremi (la bancarotta in questo caso) induce gli investitori a comprare obbligazioni (che in assenza di assicurazione non avrebbero comprato) il prezzo di mercato dovrebbe aumentare e quindi il tasso di interesse scenderebbe. Se gli investitori fossero neutrali rispetto al rischio questo effetto non si produrrebe (ma ovviamente nemmeno i CDS esisterebbero).

 

 

 

credo che la problematica sia più complessa del semplice modello di trading assicurativo.

sicuramente pesano gli studi tipo: Self-Fulfilling Risk Predictions - An Application to Speculative Attacks. dove in certi contesti si è valutata la capacità della speculazione di autoalimentarsi.

La correlazione tra spread dei cds e yeald dei bonds  è altissima e i naked CDS possono forzare i rendimenti delle aste future.

Sul counterpart risk, invece concordo, naked o non naked non fa grande differenza.

 

La correlazione tra spread dei cds e yeald dei bonds  è altissima e i naked CDS possono forzare i rendimenti delle aste future

Che la correlazione tra spread dei CDS e yield dei bond sia altissima e' ovvio: sono due misure molto simili dello stesso fenomeno (la probabilita' di default del paese o della societa' in questione). Ma che ci sia una causalita' nel senso che intendi tu e' tutto da dimostrare. Anzi, sei in grado di dimostrarlo? Ad esempio, puoi dimostrare (coi numeri) che le aste obbligazionarie di oggi si comportino in modo diverso da quelle di dieci anni fa quando i CDS giocavano un ruolo microscopico? E puoi dimostrare (coi numeri) che tale cambiamento sia dovuto proprio alla presenza di CDS?

Intanto credo ci siano parecchi ingorghi di macchine in paesi in via di sviluppo dove gli autisti non sono assicurati. L'analogia e' comunque fuori luogo perche' si parla di naked CDS, e non di investitori che si assicurano sui titoli greci che hanno effettivamente acquistato.

L'argomento che le conseguenze di una bancarotta di stato non si limita solo a chi ha comprato obbligazioni di stato non regge. Se vengono coinvolte banche commerciali o private equities, allora gli azionisti di queste banche commerciali e private equities si comprino dei CDS sulle queste azioni. Mi sembra una scusa per giustificare una scommessa anziche' un'assicurazione su un bene che si possiede.

Se si vuole scommettere se la Grecia va in bancarotta, sono d'accordo che non si fa del male a nessuno, pero' basta andare a Las Vegas invece che a Wall Street. In linea di principio sono d'accordo con questa regulation e contro il messaggio di questo articolo. Investire vuol dire anche speculare, ma qui si cerca di fare ordine tra assicurazioni e scommesse. Ci si assicura su cio' che si ha, altrimenti le scommesse sulle corse dei cani, sugli incontri di pugilato, sui naked CDS, fatele pure, ma a Las Vegas. 

 

 

C'è o non c'è un rapporto causale tra l'utilizzo dei CDS "naked" e un aggravamento del dissesto finanziario di alcuni stati?

Mi sembra di capire che gli studi riportati di UE e Banca Centrale tedesca dicono che non è possibile trovare neanche una correlazione.

A partire da questa premessa mi sembra difficile giustificare la proibizione dei naked CDS e voler imporre al mercato le modalità "giuste" per difendersi dagli effetti della possibile bancarotta di uno stato.

Faccio notare che secondo una logica "etica" anche comprare e vendere un titolo in borsa nel giro di un giorno, una settimana o un mese (o anche un trimestre) potrebbe essere considerata speculazione. Obblighiamo allora chiunque compra o vende un titolo in borsa a tenerlo minimo per un anno (se compra) o a non poterlo ricomprare per almeno un anno (se vende). Abbasso gli speculatori!! :-)

[...] si comprino dei CDS sulle queste azioni

Il problema e' che i CDS su 'queste azioni' non esistono (nel caso private equity) o possono essere talmente illiquide da non poterci fare affidamento (nel caso di azioni scambiate in borsa). La ricerca di una copertura vuole essere qualcosa che diminuisca i rischi, non che li aumenti!

scommettere [...] a Wall Street

Nel mondo della finanza si investe e si specula (leggiti Ben Graham o Seth Klarman per una buona definizione di cosa sia un investimento e cosa sia una speculazione), ma non si scommette. L'uso di questa parola e' completamente fuorviante. Le 'scommesse' sul mercato le fanno quasi esclusivamente i privati cittadini che vogliono divertirsi. L'industria - per fortuna - e' ben diversa

Ho seguito l'articolo, più che altro nel suo senso generale, e sono daccordo non fosse altro per il ricorso massivo nei telegiornali alla misteriosa e non spiegata parola "speculazione". Però secondo me è il titolo ad essere sbagliato, "paranoia al potere" non rende l'idea esatta di una classe dirigente immune alla paura, che invece crea dei feticci popolari per catalizzare quella creata dalla propria incapacità.

Se si vuole scommettere se la Grecia va in bancarotta, sono d'accordo che non si fa del male a nessuno, pero' basta andare a Las Vegas invece che a Wall Street.

E perche' mai a Wall Street (o a Francoforte nel caso specifico) deve essere vietato cio' che e' permesso a Las Vegas, se non si fa male a nessuno? Piu' in generale per quale motivo lo Stato deve proibire transazioni che non fanno male a nessuno? O che non recano danno ad alcun interesse generale?

Investire vuol dire anche speculare, ma qui si cerca di fare ordine tra assicurazioni e scommesse. Ci si assicura su cio' che si ha, altrimenti le scommesse sulle corse dei cani, sugli incontri di pugilato, sui naked CDS, fatele pure, ma a Las Vegas. 

Ripeto, se le scommesse su un evento qualsiasi (dai risultati di calcio ai destini della Grecia) sono dannose dovrebbero essere proibite. Se non lo sono dovrebbero essere permesse. Che senso ha permetterle a Las Vegas o in qualche altra amena localita' e proibirle altrove? Non e' che le si renda meno dannose per la collettivita' spostando il mercato. L'unico risultato sara' di aumentare i costi di transazione costringendo gli "scommettitori" a recarsi fisicamente a Las Vegas.

E infatti i naked CDS proibiti in Germania saranno con tutta probabilita' scambiati a Londra, a Istanbul, a Singapore, a Cipro, a Kuala Lumpur con buona pace di Frau Merkel.

 

 

 

Dicevo Las Vegas e Wall Street come punti di riferimento generici. I saloni ippici ci sono in tutti i paesi, come la schedina del totocalcio. Non voglio proibire il gioco d'azzardo ma intendevo che una regulation che aiuta a distinguere investimenti da gambling penso sia utile.

Non credo che si possa assicurare una Fiat Punto pagando il premium di una Ferrari per poi riscuotere dieci volte il valore della propria auto "in caso" di incidente. Perche' chiudere un occhio in finanza? L'ideale sarebbe che chi assicura oltre i propri limiti nel caso di avversita' faccia bancarotta. In realta' abbiamo visto che politicamente finisce tutto in bailout, percio' preferisco come second best solution una regulation che perlomeno distingue le assicurazioni dalle scommesse decine di volte oltre il valore dell'asset sottostante.

E' evidente, c'è fame di capri espiatori da esporre. Però, quando parte la caccia alle streghe, di solito non viene mai bruciata la madre di 8 figli tiomorata di Dio e con la cuffietta di pizzo,  moglie del mugnaio: di solito, la folla va a prendere la vedova belloccia o la putta del villaggio - cioè, si attacca l'anello più debole, quella che (anche se di certo non strega, e non meritevole del rogo) qualche marachella l'ha ben combinata.... Uscendo di metafora, di tutte le diavolerie della finanza creativa, il CDS mi pare la più abietta ed inutile, specie in versione  naked ma secondo me anche in quella coperta.

1) perchè devo comprare il debito Greco o Fiat, e poi ricoprirmi con Morgan Stanley con un CDS? che senso ha? mi compro il debito Morgan Stanley direttamente, punto. Oppure vendo i titoli Greci o Fiat che gia possiedo, punto. L'esempio dell'RC Auto è poi del tutto fuori luogo, in quel caso si limita un rischio collaterale ed inevitabile, in quello del CDS invece il rischio è stato assunto volontariamente dall'investitore in quanto lender! E' come andare al casinò, ma assicurarsi contro le perdite, o "quasi tutte" le perdite: tanto vale che ci vada con 50€ al casinò, e gli altri li tengo in BOT.  

2) Mi spieghi qualcuno, prego (domanda non retorica: mi sfuggirà qualcosa): da dove arriva il valore nei CDS, con cui si mantengono migliaia di trader? perchè il rischio del borrower X non riesce ad arrivare al lender Y senza che il trader CDS Z si metta in mezzo? non registro scarsezza di broker o attriti informativi sul mercato. A parte piccole "nicchie" (esempio: la relationship bank che è piena del rischio Tizio ma vuole partecipare al syndacated loan per non perdere il cliente, e poi si copre col CDS), a me pare che la sostanza sia l'arbitraggio regolamentare (alimentare lo shadow banking system). E quindi, che il regolatore cerchi di non farsi arbitraggiare, a me pare normale.   

3) Inoltre, i CDS sono l'esempio paradigmatico del moral hazard: chi li vende, ultimately, incassa il premio fintanto che la barca va. Tanto, quando scatta il domino finale, al massimo perde il suo bel 5% di equity, anzi manco quello perchè arriva pantalone con l'assegnino da un trilione come il signor Bonaventura! Ma dai, siamo seri, qui si mantengono in vita con bonus milionari migliaia di trader di CDS basati su questo equivoco: quando arriva l'evento raro , il Black Swan (che so: fallisce il Regno Unito!) questi furbacchioni che incassano il CDS UK (a quanto sta?) saltano tutti in aria in un batter d'occhio, perchè salta tutto il sistema! E' come assicurarsi contro la caduta di un meteorite sulla terra: se mi pagate (anche poco), ve la scrivo io una bella polizza, e beh se la terra si disintegra vi devo un sacco di soldi; nel frattempo, donne e champagne per il sottoscritto, e grazie mille del contributo.

4) Quanto alle scommesse: è giusto, si facciano pure, ma non si chieda che il credito da esse derivante sia protetto dalla legge. Se perdo 1000€ a poker, posso non pagare, resta un problema tra me ed i miei (a quel punto ex) amici: i tribunali hanno altro da fare, e questo il legislatore lo ha capito non proteggendo le obbligazioni derivanti dai debiti di gioco. Oppure, pre-pago il mio debito: compro le fiches del casinò, e mi gioco quelle (= perfetta collateralizzazione in exchange trades).

5) Infine, sull'onere della prova, e scendendo sulla terra: se esiste una ragionevole evidenza o sospetto che il Talidomide faccia male lo elimino dagli scaffali, e non mi metto a pontificare di epistemologia sulla qualità delle statistiche disponibili: magari, nel dubbio, salvo qualche bambino in più dalla defromazione vitalizia, o no? Ora, a nessuno qui viene il sospetto che l'enorme mole di CDS abbia contribuito alla opacità totale che poi ha portato al botto finale? Proprio a nessuno? Ma andiamo!

Ascrivere il problema dei rischi sovrani ai CDS sarebbe francamente grottesco: è ovvio che il problema è strutturale. Ma se lo short massiccio dei govies è più difficile della vendita del CDS (come a me pare che sia) il non avere i naked CDS darebbe magari più tempo per risolvere i suddetti, rendendo più costosi (e quindi difficili) gli attacchi al ribasso, magari concertati in giganteschi e profittevoli aggiotaggi (oops, l'ho detta grossa: i mercati sono perfettamente efficienti ed il prezzo è un previsore unbiased del futuro!). Almeno questo lo si concederà: è più facile fare aggiotaggio se i mercati sono molto voluminosi, liquidi e con bassi  costi di transazione (nessuno ha mai pensato a fare aggiotaggio sugli appartamenti , per esempio).  

Morale, secondo il mio parere se anche i CDS fossero aboliti non si farebbe gran danno ad alcuno, magari un piccolo fastidio ad alcuni, come proibire la circolazione delle Panda gialle: ma, oltre che impossibile, sarebbe brutto e fuori moda. Occorre però concentrarne lo scambio in exchange centralizzati, con adeguata collateralizzazione; per quelli OTC, a meno che non ci sia  un sottostante in hedging, dovrebbe essere obbligatoria una forte collateralizzazione (anche le assicurazioni hanno le riserve tecniche, no? altrimenti gli tolgono la licenza). Non sarei nemmeno contrario ad una transaction tax.

 

 

Sono pronto a sottoscrivere tutto il commento precedente anche se non comprendo le "finezze" finanziarie dei CDS.

A me sembra che per chi ama le sconnesse ci siano solo quattro posti in Italia dove lo si può fare legalmente (casinò). Nella civilissima America (Stati Uniti) le scommesse godono di un mercato più fiorente (Las Vegas, su tutte) rispetto all'Europa. In inghilterra sono nate con le scommesse sui cavali e si sono rapidamente diffuse ad altre tipologie merceologiche.

Certo che, quando per proteggermi dal rischio di una obbligazione che ho comperato, vado in banca e, per acquistare un CDS sottostante pari a venti volte il capitale, mi faccio finanziare con un prestito 20 volte superiore all'obbligazione posseduta, e la banca mi concede il prestito con in garanzia la mia obbligazione, qualcosa non funziona.

E' circa la stessa logica di quelli che giocano al lotto e puntano sui numeri ritardatari e ogni settimana raddoppiano la giocata perchè, oltre la vincita che arriverà, devono spesare tutte le giocate precedenti perdenti.

La risposta dei trader per giustificare l'operazione sopracitata (scusate per l'interpretazione rozza di una rispettabile professione): se non si usa la leva finaziaria non si può guadagnare apprezzabilmente.

che carrettella! oppure "quanno ce vo', ce vo'!"

alcuni passaggi non sono mica tanto lucidi però:

2) gli attriti informativi ci sono eccome: tutti, ma proprio tutti, guardano agli spread dei cds, che sembrano contenere informazioni specifiche ed esclusive, e il mercato ne tiene ben conto (sennò non staremmo qui a parlarne :-) )

3) mah, "se fosse così facile, se fosse ancora innamorata di me..." come ci ricorda la canzone. le controparti dei cds non sono sprovveduti retailers, ma la crema dell'avidità mondiale. certo, non è una garanzia di intelligenza, però spillar soldi a loro vendendogli la polizza contro "fine di mondo" è difficile.

per arrivare al peggio, cioè  5) chiamiamo questo insulso argomento col nome proprio, visto che è sempre più popolare: "principio di precauzione".

semplicemente, visto che può essere usato con TUTTO, non è buono, è olio di serpente emotivo.

non si fa, non sta bene.

 

 

Se avessi avuto tempo avrei scritto (quasi) le tue parole, quindi ti ringrazio.

Concordo pienamente: allo stato attuale i CDS non offrono nulla in più, salvo le laute commissioni a chi lo confeziona e lo vende. Mi sembra che nel post ci si sia dimenticati del ruolo delle "rating agency" nel creare e pompare il mercato dei CDS, "prezzandoli".

Io, nel mio piccolo, infinitesimo, pulviscolo aziendale noto che le materie prime quotate a Londra hanno oscillazioni pazzesche, quelle non quotate (in quanto non quotabili, data la struttura polverizzata dell'offerta, ad esempio le materie plastiche) sono molto più stabili, con oscillazioni di breve raggio.

E mi domando: siamo così sicuri che la "speculazione" non sia in grado di amplificare fenomeni di per sè di poco conto ? Soprattutto senza avere alcuna relazione su quel mercato, e utilizzando leve finanziarie pazzesche?

Mi sembra lo stesso caso dei CDS: non anticipano niente, ma amplificano effetti già presenti sul mercato, che di per sè il mercato potrebbe forse correggere, ma che la "scommessa" implicita nel CDS rende di difficile e costosa soluzione, mentre l'emettitore del CDS sostanzialmente non rischia niente. Tutto qua.

Ma i CDS non funzionano assolutamente come un'assicurazione, il principio cardine delle assicurazioni è la tendenza (al limite) tra frequenza empirica e teorica, al crescere degli assicurati. Con i CDS la frequenza teorica dell'evento negativo tende a modificarsi (ad avvicinarsi a 1) al crescere degli assicurati, dunque non esiste alcun meccanismo di risk sharing & pooling, anzi funge al contrario. Senza contare che il risarcimento non deve mai essere superiore al danno causato (pena la sicura rovina dell'assicuratore), i naked CDS non rispettano neppure questa basilare richiesta.

Queste mi sembrano le osservazioni chiave, se posso dire, che rendono impropria l'analogia fra CDS (od ogni tipo di assicurazione verso eventi aggregati che influenzino un grande numero di persone) e l'assicurazione contro gli incidenti individuali in genere.

Le parole chiave sono, ovviamente, rischio idiosincratico versus rischio aggregato. Come l'esperienza AIG dimostra, assicurarsi contro i tassi d'interesse che salgono (evento aggregato) è attività improbabile, come insegnavamo in classe ai bancari che non capivano e continuano a non capire.

L'analogia corretta è fra CDS e catastrophic insurance, in cui il pooling conta ben poco, anzi: più gente si assicura più e improbabile che l'assicuratore possa rimanere solvibile e più probabile è l'evento (aggregato) che farebbe danno a tutti.

Questa, mi sembra, è l'analogia su cui occorre riflettere per capire se i CDS e cose simili hanno, o non hanno, un ruolo socialmente utile.

Per quanto riguarda quelli naked (o per ammontare superiore all'esposizione, che è la stessa cosa) la loro unica funzione sociale sarebbe di "price discovering", ossia di permettere agli operatori di raccogliere opinioni di più parti sulla probabilità dell'evento in questione (e.g. defautl greco) e quindi "prezzare" (sorry :-)) adeguatamente i titoli che hanno payoffs determinati dall'evento.

Qui, ovviamente, la questione che occorre affrontare è quella delle informational cascades. Sappiamo come funzionano e vi è evidenza che esistono ed accadono. Il problema empirico di policy è: permettere CDS naked le rende più o meno probabili? La risposta non mi sembra, al momento, ovvia.

Però, non essendo ovvia, direi di andarci cauti sia con gli anatemi contro chi li vuole proibire sia con gli scongiuri contro l'esistenza dei naked CDS medesimi. Il rischio che facciano male c'è, però potrebbero essere anche utili se il loro prezzo si aggiustasse pubblicamente ed in modo trasparente e se fosse possibile (ci ho pensato, non ho risposta) creare dei "dynamic quantitative limits" che all'evolversi delle condizioni di mercato eliminassero il rischio di avere pochi assicuratori che vendono assicurazione a tutti contro un evento oramai molto probabile. L'equilibrio naturale, se i CDS funzionano, è quello, ed è un equilibrio insensato. Hence the problem, which is a real one.

Con i CDS la frequenza teorica dell'evento negativo tende a modificarsi (ad avvicinarsi a 1) al crescere degli assicurati

Mi spiegate il meccanismo? Perché se molti comprano CDS sul debito greco la Grecia ha piú probabilitá di fare default?

In fin dei conti se non ho capito male è come un'assicurazione incendio della ditta ALFA sulla casa di A ma stipulata (e pagata) a favore di B (magari un senzatetto).
Se brucia la casa di A (default, prima valeva 100 adesso vale 10) B incassa i soldi.
Che male c'é?
Che gli Stati salvino con i soldi di pantalone i pirla che hanno emesso i CDS naked?
Che la finanza così risulta troppo complicata per il piccolo investitore?
Che le scommesse "pure" come dicono in molti si fanno a Las Vegas e non sui mercati?
E sopratutto anche se i governi proibissero sti benedetti CDS naked noi non vivremmo bene ugualmente? Sono così indispensabili?

Che mal c'è? Che gli Stati salvino con i soldi di pantalone i pirla che hanno emesso i CDS naked?

Per esempio, sì.

Che le scommesse "pure" come dicono in molti si fanno a Las Vegas e non sui mercati?

Anche: i mercati finanziari sono regolati, supervisionati, tutelati e non tutte le attività sono meritevoli di queste attenzioni che comunque generano costi.

E soprattutto anche se i governi proibissero sti benedetti CDS naked noi non vivremmo bene ugualmente? Sono così indispensabili?

Esatto, secondo me non se ne accorgerebbe proprio nessuno! Questo però non è un buon motivo in sè per abolirli. Il ragionamento vale anche per esempio per i fascicoli collezionabili Cavatappi nella Storia, con esclusiva copia del cavatappi personale di Luigi XIV in omaggio col primo fascicolo. ;-)

 

 

E se la Grecia compra CDS naked scommetendo sul proprio fallimento?

Difficile che riesca a farlo in modo massiccio senza farne salire il costo...

Nice try, anyway.

My two cents: il problema coi CDS è che si riproducono come i conigli. Non importa se un singolo CDS possa essere una legittima assicurazione su un investimento o una legittima scommessa. Quello che conta è che il meccanismo di creazione dei CDS consente e incentiva la loro proliferazione rapida e indiscriminata, tanto qualunque follia io faccia (scommettere sul default della Svizzera, comprare azioni di Telecom Italia, vendere CDS) mi potrò sempre “coprire” con altri CDS. Da cui il casino.

 

Si, mi pare che il problema sia questo: è ovvio che scommettere di per sè è legittimo, come su ogni mercato, ci mancherebbe altro; però i CDS proliferano e nascondono il vero rischio al regolatore, perchè lo imboscano sotto il tappeto di una finta assicurazione (mero trasferimento del rischio, infatti si chiama SWAP) che va a gravare su soggetti non regolati: i quali poi quando vanno belly up fanno esplodere il rischio di quelli regolati. 

 

 

Devo dire che non mi aspettavo di sollevare molte controversie con il questo post. Evidentemente davo per assodate alcuni aspetti che evidentemente non lo sono. Visto che Tommaso e' in viaggio provo a rispondere in maniera sistematica (e sintetica) alle obiezioni cercando di fare un po' di ordine (quantomeno nella mia testa) sui punti salienti. Mi scuso se non riesco a coprire tutti i temi in modo esauriente, ma mi ci vorrebbe un libro.

 

PUNTO 1: A cosa servono i CDS in definitiva? Sono una combinazione lineare di strumenti già' esistenti e quindi non aggiungono niente se non ricche commissioni nelle tasche di chi li tratta (un economista direbbe non aiutano a completare il mercato). In soldoni, se uno compra un'obbligazione ritiene che il debitore sia in grado di ripagarlo, che il tasso di interesse sia appetibile e che quindi sia un buon affare, altrimenti investe in altro. Assicurarsi contro un default quindi e' una strategia illogica.

 

Un titolo di credito o un qualsiasi strumento finanziario sono soggetti a molteplici rischi. Per un bond c'è il rischio che i tassi di interesse salgano, che l'inflazione aumenti, che gli investitori preferiscano comprare altro, e infine, all'estremo, il rischio di bancarotta. Non mi sembra cosi' difficile immaginare che un risparmiatore o un gestore di fondi ritengano di avere delle aspettative ragionevoli sull'inflazione e sull'evoluzione della curva dei tassi, e sulla base delle informazioni disponibili giudichino che il profilo rischio-rendimento di una certa obbligazione sia superiore ad altri titoli. Tuttavia nutrono alcuni dubbi difficili da verificare, ad esempio sospettano (anche se e' una possibilità che considerano tutto sommato remota) che un certo paese abbia falsificato la contabilità nazionale ed i conti pubblici al tal punto che il paese possa trovarsi a rischio di bancarotta non appena la magagna viene a galla. In questo caso comprano l'obbligazione che ha un ritorno appetibile e si cautelano contro l'evento estremo, ma poco probabile con un CDS. Se una volta sottratto il costo del CDS dal ritorno atteso il profilo rischio-rendimento e' ancora appetibile io personalmente non ci vedo nulla di strano o di illogico.

 

In generale gli individui sono disposti a correre determinati rischi ma non altri. I mercati che funzionano frazionano per quanto e' possibile i rischi e li allocano a coloro che sono disposti a correrli in cambio di un compenso. I mercati non limitano il rischi, li ripartiscono. Non e' detto che tutti i rischi siano assicurabili e tanto meno e' vero che tutti i rischi siano calcolabili (anzi questa e' una pia illusione almeno per il mio modesto livello di conoscenze) e per alcuni rischi non esistono coperture (o esistono coperture indirette, imperfette, insomma credo di essermi spiegato).

 

Quanto appena illustrato e' valido per il caso del CDS comprato a copertura di una posizione lunga su obbligazioni, e a questo caso si riferisce l'analogia con l'assicurazione dell'auto, che non sarà calzante (e' il destino di tutte le analogie), ma era intesa a beneficio di coloro che non hanno dimestichezza con i mercati finanziari. Mi va benissimo che l'analogia venga fatta con l'assicurazione contro i cataclismi (a parte il fatto che nessun assicuratore privato assicura contro i terremoti o le inondazioni, che io sappia).

 

In fatti l'argomento sul pooling del rischio c'entra poco a mio avviso con i CDS e il motivo per cui vadano banditi. Basta osservare che sull'RCA le compagnie di assicurazione accumulano perdite in Italia. Ma questo non provoca problemi sistemici perché le assicurazioni devono avere un certo capitale per far fronte agli impegni. Lo stesso dovrebbe valere per chi vende CDS (questo lo abbiamo spiegato nella parte sul mercato OTC vs mercato regolamentato). Insomma ogni istituzione finanziaria dovrebbe essere soggetta a controlli periodici e puntuali che ne verifichino la solvibilità sia che trattino CDS e derivati, sia che trattino mutui ipotecari e scontino cambiali ai tabaccai.

 

PUNTO No. 2: I naked CDS sono equivalenti a scommesse e quindi dovrebbero essere o aboliti o limitati ai casino'.

 

La storia dei casino', chiedo scusa, ma non la capisco. I casino' sarebbero ben contenti di aggiungere al tavolo della roulette e del black jack anche il tavolo dei CDS e per i desks delle banche o degli hedge funds non credo ci sarebbero problemi a trasferirsi in un ambiente che e' tutto sommato più ameno di un trading floor. La differenza tra un casino ed un mercato OTC consiste nelle regole che vengono osservate (oltre all'abbigliamento delle signore e dei signori). Se al casino si adottassero le stesse regole che su una piattaforma di trading o di un mercato OTC non cambierebbe niente.

 

Magari una vecchietta timorata di Dio o un orfano vedendo che i CDS si vendono e comprano al casino' verrebbero dissuasi dall'entravi per investire i risparmi, ma vi assicuro che per quel poco che ne so, di vecchiette e di orfani ne girano comunque pochi intorno ai mercati OTC. In sostanza raramente i naked CDS sono acquistati da piccoli risparmiatori e quindi la loro tutela non e' la preoccupazione principale.

 

Comunque che si usi pure il termine scommessa per descrivere i CDS!!!! E quindi? Se due persone vogliono scommettere sul numero del lotto o sulle corse dei cavalli o sulle corse delle rane – ripeto ancora una volta – quale interesse ha lo Stato ad impedirlo? Quale danno viene inferto? Quale crimine viene commesso? Magari uno dei due perde la camicia. Affari suoi. Se piagnucola e chiede un sussidio allo Stato dovrebbe essere negato, ma di attività in cui chi perde chiede un aiuto allo Stato ne posso elencare un centinaio o forse più. Ma non e' un motivo per proibire la produzione del latte, delle automobili, delle arance, dei giornali e via dicendo.

 

E a voler sottilizzare anche la vendita di un futures quando non si possieda la merce sottostante e' una scommessa. Anche i futures senza delivery obbligatoria vanno aboliti? O limitati ai soli agricoltori , compagnie minerarie, industrie manifatturiere? E le opzioni sui futures? Tutti i traders vanno trasferiti in massa a Montecarlo o a San Remo?

 

PUNTO 3: La vendita di naked CDS deprime il prezzo delle obbligazioni.

 

Su questo hanno risposto in modo preciso Michele Boldrin e gli altri che hanno dibattuto con lui. Sia le obbligazioni che i CDS riflettono il deterioramento (o il miglioramento) della situazione per il debitore quindi sono necessariamente correlate. Ma, aggiungo io, non e' assolutamente assodato che i CDS causino un movimento nel prezzo delle obbligazioni. Ne' per quanto ne sappia e' assodato che i CDS sono più “volatili” delle obbligazioni (mi piacerebbe vedere delle evidenze sistematiche in tal senso non uno o due casi). Insomma, ripeto, e' lo stato di salute di un'economia o di una azienda che dovrebbe preoccupare, non il termometro che lo misura.

 

Sulle informational cascades ho dubbi seri, come su tutti i modelli in circolazione che cercano di spiegare le dinamiche sui mercati, il ruolo delle informazioni e la quantificazione del rischio. Al momento semplicemente non abbiamo le conoscenze per andare al di la' di qualche ipotesi molto rozza. Ma la complessità qualitativa del fenomeno che chiamiamo rischio e' (secondo me) oltre la portata dei modelli quantitativi che abbiamo a disposizione e ci rimarrà per il futuro prevedibile.

 

PUNTO 4. Le banche lucrano laute commissioni.

 

Anche questo andrebbe provato. E' vero che le commissioni su titoli OTC sono più alte, ma forse perché costa più tempo e fatica far incontrare domanda e offerta. Insomma bisogna vedere quanti profitti genera l'intermediazione sui CDS. Magari meno profitti che le commissioni di borsa. O meno profitti che le commissioni sui tassi di cambio. Ma ammettiamo pure che questi profitti siano effettivamente lauti ed ingiustificati. Allora il problema e' introdurre maggiore concorrenza. Anche sui mutui, sulle commissioni di massimo scoperto e sulle carte di credito le banche fanno profitti scandalosi. E nessuno strilla che vanno aboliti, ma correttamente si spiega che il rimedio consiste nell' aprire i mercati e ridurre le posizioni dominanti.

 

PUNTO 5. I CDS amplificano i movimenti dei mercati e possono innescare delle self-fulfilling expectations o come diavolo si voglia chiamarle.

 

E' simile al punto 3 per molti versi. Una volta si spaventavano i ragazzini con le favole sul lupo. Poi quando i ragazzini crescevano si paventava loro la cecità se si masturbavano. Oggi per i ragazzini diventati adulti si inventano le self fulfilling expectations, gli speculatori, gli gnomi di Zurigo, la globalizzazione, i cinesi, gli arabi, gli idraulici polacchi, gli stupratori rumeni.

 

Sulle self fulfilling expectations nutro la stessa opinione che Fantozzi espresse nel dibattito dopo l'ennesima proiezione della Corazzata Potemkin. Dopo tanti anni di professione ancora devo vedere un caso di self fulfilling expectations (SFE) che abbia provocato il fallimento di una società o di un paese con i conti in regola. Le stronz... pardon, la letteratura su queste SFE nacque sull'onda delle crisi valutarie che periodicamente investivano franco e lira all'interno del cosiddetto serpente monetario. Ebbero il loro momento di gloria dopo le crisi del 1992 che spinsero lira e sterlina fuori dal sistema di cambi europeo (SME) e portarono ad un allargamento della banda di oscillazione dal 2% al 15% (se non ricordo male).

 

Le SFE erano un modo per giustificare l'ingiustificabile, e cioè che la lira subi' un tracollo non a causa delle porcate di Craxi, Andreotti, Forlani, De Mita, Cirino Pomicino & Co. ma a causa della “speculazione”. Insomma si confondeva causa ed effetto allora come oggi. Gli “attacchi speculativi” sono solo il naturale epilogo di situazioni insostenibili, non una patologia che spinge i paesi o le imprese sane alla bancarotta. I CDS, come le opzioni, i futures e tutto il resto sono una misura di quanto sia grave la situazione.

 

PUNTO 6. I CDS permettono di prendere una posizione con una alta leva.

 

Vero. Ma le posizioni con una leva alta sono anche molto più rischiose. Quindi si guadagna ma si perde anche moltissimo. Ancora una volta, il punto non e' impedire di rovinarsi a chi voglia correre un rischio. Il problema e' assicurarsi che si sottopone ad un rischio abbia i soldi per pagare quando perde. E' un problema che si risolve con la regolamentazione finanziaria, nel caso dei naked CDS come nel caso di tutti i titoli, di tutte le attività finanziarie (incluse quelle che sulla carta sembrano poco rischiose) e di tutti i derivati.

 

Ricordo a chi lo avesse dimenticato che nella crisi del 2008-2009 ci sono stati fallimenti spettacolari (in cui e' dovuto intervenire lo Stato per evitare il peggio) di banche che si occupavano di attività di credito molto poco innovative e abbastanza tradizionali. Non c'è' stato nessun fallimento spettacolare di un singolo hedge fund (a parte Mardoff, ma quello era un latrocinio, non un'attività finanziaria).

 

 

PUNTO 7. I CDS hanno avuto valutazioni compiacenti dalle agenzie di ratings.

 

Non mi risulta che ci sia nessun rating su un qualsiasi CDS. I ratings, nel caso, vengono dati sull'obbligazione sottostante. Non avrebbe senso reiterare il giudizio anche sul CDS. Quindi in ogni caso il CDS ed il sottostante dovrebbero avere lo stesso identico rating. Credo ci si confonda con le obbligazioni collateralizzate, MBS e tutto l'ambaradan dei titoli tossici. Su quelle effettivamente le agenzie di rating hanno dato dei giudizi completamente azzardati, per non dire di peggio, e secondo me andrebbero sanzionate pesantemente, ma non credo accadrà mai.

 

PUNTO 8. I CDS non funzionano come un'assicurazione perché non c'è un pooling del rischio e perché al crescere degli assicurati crescono i rischi.

 

Ne ho parlato già ma repetita juvant. Il pooling del rischio garantisce il profitto o quantomeno la stabilita' finanziaria dell'assicuratore o dell'allibratore. Ma se un allibratore decide di ignorare il bilanciamento delle scommesse dei suoi clienti in favore o contro un certo evento e quindi decide di scommettere su un particolare risultato, si assume ovviamente un rischio. Il problema non e' impedirgli di assumere questo rischio, ma di assicurare che le eventuali perdite non siano superiori al suo capitale. Di nuovo: questo e' un problema di regolamentazione finanziaria, di contabilità trasparente, di controlli severi e vale per i derivati complessi come per i prestiti al droghiere.

 

PUNTO 9. I CDS crescono come conigli.

 

Anche le transazioni sui tassi di cambio, il volume dei titoli di stato in circolazione, i titoli azionari, opzioni di tutti i tipi su qualsiasi tipo di sottostante, operazioni repo, futures e quant'altro, crescono come conigli.

 

PUNTO 10. Informational cascades vs fundamentals.

 

E' legato ai punti 3 e 5. L'”observational equivalence” (come si dice in italiano?) tra information cascades e fundamentals, come osserva Michele Boldrin, e' il nocciolo del problema teorico. Non credo si potrà mai risolvere empiricamente, ma forse dovrei lasciarlo dire a chi ne sa più di me in materia.

 

Pero' va detto che se il problema esiste per i naked CDS esiste anche per le opzioni, i futures e tutti i titoli derivati con volumi nozionali di gran lunga superiori al volume del sottostante. Quindi ad esempio sarebbe vero come strillava Tremonti parlando del prezzo del petrolio nell'estate 2008 che la “speculazione” amplifica i movimenti dei prezzi. Senza dover ripetere la storia dei futures sulle cipolle, su questo punto semplicemente non sono d'accordo.

 

 

Osservazioni finali:

 

Anche io sono convinto che esitano tanti imbecilli che operano sui mercati finanziari e fanno guadagni assolutamente non giustificati dalla loro competenza. Ad esempio ci sono coloro che comprano CDS sui titoli in dollari del debito pubblico statunitense. Come se fosse possibile immaginare che un Presidente vada di fronte alle telecamere ad annunciare agli elettori e ai risparmiatori di mezzo mondo che gli USA ripudiano i debiti contratti (o parte di essi) e chiedono una moratoria sul pagamento degli interessi. Il Presidente semplicemente andrebbe dalla Fed e imporrebbe di stampare moneta, come del resto ha già fatto. Il default sarebbe scontato dai detentori di liquidità in forma di inflazione, ma formalmente gli Stati Uniti non sarebbero in bancarotta, quindi la clausola del CDS non scatterebbe. Andrebbe vietato questo tipo di CDS? A mio parere no. La gente ha il diritto di essere idiota finché fa male solo a se' stessa. E' immorale che qualcuno venda questi CDS? Secondo me si, ma se qualcuno li vuole comprare la mia opinione non conta. Aumenta il rischio che gli USA vadano in bancarotta? Non credo proprio. Il problema e' impedire che l'idiozia in qualsiasi campo si ripercuota su altri che non hanno colpa. Se poi uno vuole comprare i CDS o i dischi di San Remo, sono affari in cui lo Stato – ripeto – a mio avviso non deve entrare.

 

L'istinto di vietare qualunque cosa non ci piaccia o ci sembra stupida e' già fin troppo diffuso. Non mi sembra un'idea brillante diffonderlo ulteriormente.

Osservazioni argomentate, chiare, dotte, da professionista competente, senza ombra di dubbio. Le accolgo con rispetto e considerazione.

Ma,...... da incompetente totale, e autoconsapevole della mia ignoranza: la più grande assicurazione USA che riassicurava quasi tutti aveva i fondi per far fronte ai suoi impegni nel 2008? Ma siccome era troppo grossa non poteva essere vero,  ..... quindi è intervenuto.....

A me sembra, sempre da incompetente, che si sia comportata (l'assicurazione sopracitata) come il povero diavolo che, se ha un debito verso la sua banca di 1000€ se non riesce a rifondere il problema è solo suo, mentre se ha un debito verso la stessa banca di 1.000.000.000€ il problema non è più suo, ma della banca incauta. (I due debiti stanno in rapporto di un multiplo, in fondo, come con le leve, solo un multiplo piuttosto esagerato)

Obiezione pronta: qua devono valere ed essere fatte rispettare le REGOLE del mercato! (Quale mercato, quali regole?)

Ma molti hanno sostenuto (con documentazioni apparentemente stringenti, logiche e concordanti) che il mercato perfetto si autoregola. Quindi il mercato crea  sempre valore ecc.. ecc..

Sta di fatto che un numero consistente di CEO ha impegnato anche le mutande dei nipoti con la finanza, o per meglio dire usando la bacchetta magica della "leva" che crea valore.... e molte attività produttive sono state dismesse in quanto il ritorno era misero in confronto alle attività finaziarie.

 

PUNTO 1: A cosa servono i CDS in definitiva?

i cds sono "utili" e anche se non lo fossero non avrebbe senso bandirli se non ci fosse un qualche rischio che facciano danni.
La storia delle commissioni alte o basse non la capisco,ma  i cds comportano generalmente vantaggi fiscali rispetto al trading diretto sui bond e vantaggi operativi rispetto a strumenti analoghi adatti solo a professionisti del trading in bond : note ( par floating rate ) e asset swap ( fx rate par bond ) .

Comunque il bando tedesco si riferisce ai cds naked non genericamente ai cds e personalmente ritengo che non sia una decisione irrazionale dovuta a paranoia ecc.  ma che nel dovuto contesto possa essere proprio la cosa "giusta" da fare e non solo come "segnale" di governance della crisi.

PUNTO 3: ... Non e' assolutamente assodato che i CDS causino un movimento nel prezzo delle obbligazioni. Ne' per quanto ne sappia e' assodato che i CDS sono più “volatili” delle obbligazioni (mi piacerebbe vedere delle evidenze sistematiche in tal senso non uno o due casi). Insomma, ripeto, e' lo stato di salute di un'economia o di una azienda che dovrebbe preoccupare, non il termometro che lo misura.....

non capisco se non si vede o non si vuole vedere.
per la volatilità bastano i grafici storici dei cds , incollo il grafico a 3 anni del cds grecia5y

 

capisco che questo è UN caso 1, ma tanto basta... è ovvio che i cds svezia hanno avuto una volatilità  inferiore dei cds grecia :)

sulla possibilità di influenzare le aste,senza scomodre  modelli di selffulfilling, visto che dal cds si estrae comodamente un market implied rating: la domanda da porsi è: un rating del giorno prima può influenzare una asta di bond ? se la risposta è si, la seconda  domanda allora è : sicuri che non ci si debba preoccupare di un termometro che cambia la sua misura in funzione della parcella del medico ?

Anche io sono convinto che esitano tanti imbecilli che operano sui mercati finanziari e fanno guadagni assolutamente non giustificati dalla loro competenza. Ad esempio ci sono coloro che comprano CDS sui titoli in dollari del debito pubblico statunitense.

questo proprio non lo sapevo, a meno che non parli di debito pubblico "locale". E' regola ferrea del cds sovrano che sia emesso in una valuta diversa da quella del paese. ed in effetti il CDS sovrano USA a 5 anni è in euro, ieri quotava 36,64 € non dollari.
In clearinghouse valori e nozionali sono riportati in US$ , ma si intende dollari equivalenti, visto che i cds Usa sono in euro, così come i nozionali europei sono in euro ma i cds sovrani europeo sono in US$.


Concludendo:
ritengo disinformata e superficiale la campagna mediatica contro i cds , ma altrettanto superficiale il bollare come paranoico il bando tedesco ai cds naked.
Il problema per me esiste ed è più complesso di come viene presentato.

Riporto poi alcune info che per me possono evitare di farsi fuorviare dalle varie similitudini con  assicurazioni  o opzioni , mercati efficienti ecc.

I cds single name sono movimentati in un mercato specialistico con pochi partecipanti : alle aste , la crema della avidità mondiale ( bella definizione ) che decide il Recovery si riduce a 14 max 20 dealers.

Il nozionale lordo dei cds sovrani è 10-20 volte il netto.

I venditori dei cds non sono tenuti al alcun tipo di riserva specifica per i cds.

 

 

 

 

Punto 9)

Agreed. Purtroppo questo non fa che allargare il problema.

Non credo che ci intenderemo mai, ma voglio comunque metterti questa pulce nell'orecchio: nel momento in cui, attraverso una panoplia di strumenti finanziari di vario genere, CDS o non CDS, la massa di denaro che circola a livello finanziario è n volte quella che circola nel mondo dell'economia "reale" (i.e. quella legata direttamente alla produzione di beni o servizi non finanziari) si produce una situazione metastabile destinata secondo buon senso ad evoluzioni traumatiche.

Libero di non crederci, l'esperienza empirica ci darà torto o ragione.

 

Commento sul punto 2 dato che ho tirato in ballo io i casino' e le scommesse. Sono a favore di una sorta di regulation perche' avevo in mente proprio i risparmiatori (le vecchiette, gli orfani). Anche se i piccoli risparmiatori non investono direttamente su naked CDS (a parte i "cittadini privati che vogliono divertirsi" di Federico), non sottovaluterei le conseguenze di una maggior trasparenza. Ci sono stati per esempio parecchi comuni e altri enti pubblici che hanno "investito" milioni su prodotti finanziari esotici. Se questo tipo di scommesse vengono definite come tali, e cioe' gioco d'azzardo, penso che cio' limiterebbe i fondi disponibili per questo tipo di attivita'. Per esempio, non dovrebbe essere possibile fare leverage, o trovare banche disposte a far prestito per delle scommesse. Posso cercare di assicurarmi contro l'eventualita' che la mia squadra di basket perda il titolo NBA, ma non dovrei essere in grado di attingere a milioni di prestito da istituti bancari con una reputazione. Non credo che una investment firm con "insurance on dog fight bets" nel suo portfolio faccia una bella impressione al prospective investor.

In conclusione credo che separando gli investimenti dal gioco d'azzardo (senza proibire quest'ultimo) si crea piu' trasparenza e informazione per l'investitore, e questo di per se forse puo' bastare.

 

La differenza tra scommessa e investimento dipende se capisco bene il tuo punto dall'ammontare delle perdite. In una scommessa (su chi vince l'NBA) si puo' perdere tutto, mentre in un investimento rimane qualcosa in mano. Non sempre e' vero (basta chiedere a chi ha "investito" in aziende che sono fallite), ma forse e' la rapidita' della perdita a essere un fattore discriminante.

Ad ogni modo quale che sia la definizione di scommessa o di investimento sono d'accordo che e' corretto porre limiti al leverage, in modo da evitare che le perdite (su scommesse o su investimenti) si ripercuotano in modo dirompente sul resto del sistema finanziario. Ma questo significa porre dei limiti a chi vende i CDS non a chi li compra, nudi o vestiti che siano.

 

La differenza tra scommessa e investimento dipende se capisco bene il tuo punto dall'ammontare delle perdite.

 

Non so se lodovico voleva dire questo ma investimento differisce da scommessa in quanto nel primo caso si compra una attivita' nel secondo si punta su un risultato aleatorio. Ergo l'ammontare delle perdite non rileva.

 

 

 

la massa di denaro che circola a livello finanziario è n volte quella che circola nel mondo dell'economia "reale" (i.e. quella legata direttamente alla produzione di beni o servizi non finanziari) si produce una situazione metastabile destinata secondo buon senso ad evoluzioni traumatiche.

 

 

E' normale che il settore finanziario gestisca risorse molto piu' grandi di quelle che circolano nell'economia "reale" misurata dal Pil. Il Pil e' il totale dei di beni e servizi prodotti in un arco di tempo breve (un anno o un trimestre), il settore finanziario deve allocare la ricchezza accumulata da generazioni. Pensa solo all'ammontare del debito pubblico, alla capitalizzazione di borsa, al debito delle societa' private.

 

 

Quindi questi andamenti non ti turbano proprio per nulla?