In sostanza Panebianco afferma che la rottura di Casini nei confronti
di Berlusconi è una scommessa sul ritorno a un partito dei cattolici,
che in Italia si collocherebbe tradizionalmente al centro.
La caccia al voto dei cattolici, si sa, in Italia è una delle
attività più importanti della campagna elettorale (anche se stavolta
Casini ha obiettivi che vanno ben oltre le elezioni.) Ancora oggi --
nostro malgrado -- il cenno di un vescovo o un candidato che presenzia
alla messa papale di Pasqua in Piazza San Pietro a pochi giorni dalle
elezioni, possibilimente con baciamano finale al Papa, possono spostare
molti voti. Non a caso Rosy Bindi si è precipitata a dichiarare che
non intende "lasciare i cattolici a Casini."
Ora, tutto questo a me pare veramente una non-questione. La ragione è
che in Italia non c'è mai stato un "partito dei cattolici",
espressione che è peraltro un palese ossimoro (può esistere un
interesse di parte universale?) C'è stato casomai un "partito della
gerarchia ecclesiastica," la DC, e non è una differenza da poco.
Inoltre, non è affatto evidente che la DC fosse tradizionalmente un
partito di centro, era solo un partito che per forza di cose nel 1948
doveva stare a destra dei comunisti e a sinistra di monarchici e
fascisti camuffati. E infatti dentro la DC c'era pressoché tutto
l'arco parlamentare attuale.
L'equivoco del "partito dei cattolici" è il frutto di due
profondissime confusioni che esistono all'interno sia della società
italiana sia di gran parte dello stesso mondo cattolico. Primo, che la
chiesa e la gerarchia cattolica siano la stessa cosa. Secondo, che la
comunità cristiana e la comunità politica debbano essere la stessa
cosa. Queste confusioni naturalmente piacciono al Vaticano e alla CEI,
che non perdono occasione per alimentarle e sfruttarle a proprio
vantaggio. Così facendo, cioé comportandosi come una lobby qualsiasi,
non fanno altro che attirare adulatori con la faccia di bronzo da una
parte e suscitare le inimicizie di vecchi e nuovi denigratori
dall'altra. I primi naturalmente sono il vero pericolo per la chiesa.
Questo stato di cose è innanzitutto umiliante per i cattolici stessi.
II (1962-1965) è stato indubbiamente l'evento più importante per la
chiesa da molti secoli a questa parte. Talmente rivoluzionario, relativamente a quello
che era la chiesa prima degli anni sessanta del 1900, da essere ancora
in gran parte disatteso e oggetto di revisionismo. Come ad esempio la
lettera e la sostanza del "decreto conciliare" Ad Gentes, dove al numero 12 si legge:
La Chiesa tuttavia, non desidera affatto intromettersi nel
governo della città terrena. Essa non rivendica a se stessa altra sfera
di competenza, se non quella di servire gli uomini amorevolmente e
fedelmente, con l'aiuto di Dio.
Ma allora è anche solo concepibile il "partito dei cattolici"? E
perché i vescovi, i cardinali e persino il Papa disertano lo spirito
del Concilio? Se un cattolico vuol fare politica è libero di farlo
come qualunque altro cittadino, cioè promuovendo i propri valori per
via del consenso democratico. Quindi anche in forma organizzata, perché
no, ma mai in nome della fede. Perché la fede ha certamente rilevanza
sociale -- come tutte le cose in cui crediamo -- ma per un credente è
cosa intima (nel senso che l'intimità ha in famiglia) e profonda. Che
non si mette alle finestre e non si sbandiera per prender voti. Se solo
i cattolici diffidassero di chi lo fa...
Credo che AP abbia in parte ragione e in parte torto. Ha ragione quando dice che Casini vuole stare al centro. Ha torto quanto vede nel cattolicesimo il punto principale.
A mio modo di vedere, molto semplicemente, partiti come quello di Casini, di Mastella, etc. vivono solo perchè sono fondamentali "al margine". La loro unica politica è dunque quella di complicare le cose a chi governa, in modo da ricevere in cambio finanziamenti e poltrone, che poi verranno riciclati per ottenere voti alle elezioni successive, e via di seguito.
La dinamica bipolare che si è innescata rischia di seppellire tanto questi metodi che questi attori. E' dunque ovvio che essi cerchino di salvarsi.
Per quanto riguarda il partito dei cattolici. Credo semplicemente che ci sia una parte dell'elettorato attenta alle questioni cattoliche. Nel mercato politico, qualcuno si erge a loro rappresentante. Secondo me non c'è tanto da scandalizzarsi ma piuttosto da prenderne atto.
saluti, ag.