L' offerta in questione è per la diffusione di canali tematici RAI senza esclusiva. Gli stessi canali sono inclusi nella piattaforma Tivù (di proprietà RAI/Mediaset/Telecom), concorrente di Sky che opera anche tramite digitale terrestre.
Secondo una logica puramente commerciale il rifiuto può essere giustificato dalla volontà di lanciare la propria piattaforma lasciandole l'esclusiva di certi contenuti, ma in questo caso non si capisce perché l' onere debba pesare solo su uno dei soci e non su tutto il gruppo Tivù. Il sospetto è che la RAI, azienda costantemente in deficit, si sia sacrificata per favorire Mediaset. Se il deficit peggiora, qualcuno lo pagherà.
Nota: credo che per ora Tivù abbia una diffusione risibile rispetto a SKY, ma la migrazione forzata al digitale terrestre potrebbe concederle una crescita molto rapida.
Tradotto: paga pantalone.
Oltre al danno stimato (i 350 milioni di Sky + l'accordo sui film di raicinema + i mancati introiti pubblicitari per i canali RaiSat e Rai presenti sul satellite) vanno aggiunti i costi per mettere in piedi la piattaforma-fantoccio Tivù, che dovrebbe offrire i canali Rai e Mediaset agli abitanti delle zone remote non coperte dal digitale terrestre.
L'uscita dei canali RaiSat dal bouquet di Sky, e soprattutto - se si verifica - la rimozione di RaiUno RaiDue e RaiTre dal decoder di Sky, non si spiega con alcuna logica industriale, bensì sarebbe l'ennesimo regalo pagato con i nostri soldi a Mediaset. Quest'ultima è infatti l'unica ad avere una piattaforma a pagamento concorrente a Sky, ed è dunque la principale beneficiaria di un possibile travaso di pubblico dal satellite al digitale terrestre. Sarà interessante vedere come va va a finire, poprio in questa chiave: un termometro dell'asservimento della Rai e dell'interesse pubblico in genere agli interessi particolari dell'imperatore.
Ps. i "120 dipendenti di raisat", furono a suo tempo selezionati in gran parte tra amici, parenti, ex amanti e trombati vari, con delle punte estreme di surrealtà nella selezione delle posizioni di vertice. E che facciamo, li mandiamo a casa? Ma nooo... Facciamogli fare un bella "factory" di programmi di "arte e cultura", cioè programmi che rientrano sotto l'ombrello del contratto di servizio pubblico, alias finanziati dal canone e non dai ricavi pubblicitari.
Grazie per le precisazioni.Ho scritto queste due righe appunto perchè da profano mi sembra un regalo a Mediaset.
Il distinguo sulla politica commerciale l' ho messo a mo di disclaimer: se far concorrenza a SKY sul satellite è velleitario, lanciare una piattaforma digitale terrestre mentre quasi tutti dovranno comprare un decoder o buttare la TV può aver senso.
Su come finirà questa particolare faccenda ho davvero pochi dubbi: visto quanto ha fatto il governo per favorire gli "amici" di CAI a scapito nostro, non oso immaginare dove possa spingersi per BS in persona.