E' venerdì pomeriggio quando lascio una Manhattan arroventata da
un'inconsueta heat wave ottobrina. Un'ora esatta, da casa al Terminal 2
di JFK. La vecchia, cara metropolitana, sbaglia raramente un colpo. Ho
anche l'occasione di far passare una famiglia di irlandesi al check-in,
reduci da due ore e mezzo di traffico su autostrade urbane da nomi
famigerati quali L.I.E. e Van Wick. Penso per un attimo ad Alberto, che è fanatico del taxi... mah.
La
solita carretta Delta mi porta a Madrid con più di due ore di ritardo.
Delta ha curiose affinità con i politici italiani. Sono mesi che ha
iniziato una campagna pubblicitaria il cui motto è "Change". Eppure i
loro aerei rimangono i più vecchi, e gli assistenti di volo, pure. La
nonnina Delta (cioè la hostess), con il suo vestitone rosso o blu, la
messa in piega anni '70, e le sneakers nere ai piedi, e' suo malgrado
il simbolo della compagnia. Dato il ritardo, decido di derogare alla
mia regola di usare il trasporto pubblico quando possibile, e mi
avvicino alla fila dei taxi. Sorpresa: sono in sciopero. All'istante,
mi vengono in mente Bersani e le insolenti proteste dei tassisti milanesi. Ma
Barajas e' molto lontano da Malpensa, in tutti i sensi. Nessuno blocca il
traffico privato, e ben presto scopro che la dimostrazione ha il fine
di sollecitare maggior protezione durante la notte, dopo il
recentissimo omicidio di un tassista. Comunque lo sciopero e' quasi
finito. Ben presto, mi posso fiondare dentro Madrid, ad incontrare gli
amici N. e S.
Verso le 2:30, disorientato più dal lunch-lag
madrileno che dal jet-lag, convinco gli amici ad avviarci verso il
ristorante. La Puerta del Sol mi appare come un immenso cantiere.
Stanno costruendo una estacion de cercanias sotto la piazza, una
stazione sul nuovo passante ferroviario in allestimento tra le stazioni
di Atocha e Chamartin. La mia amica S., catalana DOC, esprime senza
remore il suo disprezzo per la signora Aguirre, Presidentessa della
Comunidad Autonoma de Madrid. Secondo S., la Presidenta (detta alla
spagnola) dovrebbe smetterla di costruire ferrovie e pensare ad altri
servizi, come le scuole materne, ad esempio. Taccio, e penso alla Roma
senza metro e senza scuole materne governata dal sindaco, nonché
neo-lider maximo, Walter Veltroni. Verrebbe da piangere. Ah, se solo
gli spagnoli imparassero a fare il caffè... sospetto che non lo
facciano per limitare i già ingenti flussi di immigrazione italica.
Il
lunedì, alle 6 di mattina, sono di nuovo a Barajas. Il Puente Aereo mi
porterà a Barcellona. E' ora di lavorare. Noto che, seppure i voli
inizino alle 6:00, i punti di ristoro aprono alle 6:30. Non cosi' a
Barcellona, dove i bergamaschi di Spagna, pur non brillando per
simpatia, 'i laura' (accento sulla u) come matti.
Martedì
mattina, la sveglia è alle 5. Destinazione Napoli. All'aeroporto de El
Prat, la dipendente Alitalia mi obbliga, praticamente con la forza, a
consegnarle il borsone. La imploro di esimermi da questo sacrificio. Le
ricordo l'enorme evidenza empirica sullo scalo di Fiumicino, con quello
che comporta per la probabilità di smarrimento del bagaglio. Tutto
invano. Ma quanto sono str.... all'Alitalia? Non solo ti perdono sempre
la valigia. Ti tolgono pure l'unico strumento per evitare che succeda, cioè non
dargliela.
È mezza mattina quando giungo a Capodichino.
L'aeroporto, che non avevo mai visto, sembra una bus station
sudamericana. Devo chiedermi quale catena di eventi abbia potuto
portare a quello che è l'attuale divario tra Barcellona e Napoli, due
città che non immagino fossero molto dissimili tre secoli fa. Michele,
c'e' un paper a proposito? L'una à industriosa e proiettata al futuro.
L'altra, come ben sappiamo, e' martoriata dalla Camorra e da una classe
dirigente, come la chiamerebbe D'Alema, formata da ladri della peggior
specie (a proposito, visto il resoconto de l'Espresso sullo scempio di
denaro pubblico a cura di Bassolino & Co. ?). Il gentilissimo
collega M. mi preleva per portarmi a Fisciano, dove sorge il complesso
dell'Università di Salerno e dove ha casa il CSEF, autentica oasi nel
deserto, nato e cresciuto grazie alla buona volonta' di uno sparuto
gruppo di colleghi e nonostante gli ostacoli che il sistema pone loro
quotidianamente.
Mercoledì lo passo alla Federico II, a Napoli,
courtesy del gentilissimo collega A. Da riportare, la conversazione
telefonica con un operatore Alitalia a proposito del mio borsone che,
come previsto, si e' perso a FCO. Il solerte impiegato mi informa di
una "ipotesi di ritrovamento," ancora da confermare. Sembra un titolo
di Camilleri. Dopo "La Bolla di Componenda" e "La Voce del Violino,"
perché non "L'Ipotesi di Ritrovamento" ?
Ora sta a Easyjet
portarmi a Stanstead (lode alla deregulation del trasporto aereo) e ad
un solerte autista portarmi in quel di Colchester. Qui l'anedottica si
esaurisce. Il fatto e' che l'efficienza e la serieta' inglesi non danno
adito a pensierini, se non ai soliti sul confronto tra l'accademia
britannica e quella italiana. Soprassediamo. Voglio pero' sottolineare
che anche ad U. of Essex la dispora italiana non scherza: sette su
trentasette faculty del dipartimento di economia vengono dal bel paese.
Perlopiu' giovani.
All'alba di Venerdì, Ryanair mi porta in quel
di Forlì per soli 25 pounds, tutto incluso. Cari comunistoidi e
fascistoidi: come sarà successo che i prezzi si siano abbassati tanto?
Che si tratti di un sussidio del governo inglese per incentivare i
soggiorni dei bimbi di Albione sulla ridente collina romagnola? Penso
alla citazione del ministrissimo Mussi, riportata da Alesina e Giavazzi
sulla back cover del loro recentissimo pamphlet intitolato "Il
liberismo e' di sinistra". Mussi dice che "... il liberismo appare
sempre più come un'idelogia primitiva." Se facessimo una decomposition
dell'arretramento italiano, quale sarebbe la parte dovuta alla demenza
dei signori governanti?
In Romagna, come d'abitudine, si
lamentano continuamente. Eppure, il loro tenore di vita rimane tra i
più alti che abbia mai sperimentato. E i servizi pubblici, nonostante
la cronica insoddisfazione dei cittadini, funzionano. Ah, questa e' la
mia Sinistra. La Sinistra che fa, al contrario di quella veltroniana
che blatera solamente. Ho il piacere di visitare la scuola materna
comunale frequentata dalle mie nipotine: cuoco in-house, che
distribuisce i menu alle madri con largo anticipo, giardinetto
attrezzato, giocattoli a non finire, due insegnanti per classe, più
coadiutrici. Mi sovviene della scuola materna di Carnegie Mellon, a
Pittsburgh, che ogni anno chiama come consulenti gli operatori di una
scuola materna sperimentale (e pubblica) di Reggio Emilia. Questa e' la
mia Sinistra, caro Veltroni. Non quella che pasteggia a champagne con
Tom Cruise durante il festival del cinema o viaggia con l'aereo di
stato per intervenire a festini della high society Parisienne (vero
Bertinotti?).
L'ultimo pensierino e' ancora per il confronto tra
l'Italia che vorrei e l'Italia che detesto. Il viaggio di ritorno a New
York inizia dal Fellini International Airport di Rimini. Volo Air Alps
per Roma. L'operatrice del check-in addirittura precede la mia istanza,
suggerendo di portare il borsone con me, "perché sa, a Fiumicino si
perdono di tutto." Air Alps e' una compagnia austriaca che, tra
l'altro, fa da feeder per Alitalia. In questo caso, piloti e attendente
di volo sono italiani. Ma: il loro inglese e' ineccepibile e le
comunicazioni tra loro sono sempre e solo in inglese! A Roma, una volta
salito sull'aereo Alitalia per JFK, mi devo confrontare con l'Italietta
che ci rende lo zimbello di tutto il mondo. Il pilota dice qualcosa al
microfono e, causa l'accento spiccatamente ciociaro e l'inadeguatezza
del sistema di amplificazione, non si capisce assolutamente nulla. Un
americanoide protesta con l'assistente di volo, e questa lo sfotte in
romanesco parlando al telefono con il collega situato sul lato opposto.
Questa gente ha ragione a preoccuparsi delle sorti dell'Alitalia.
Dovesse veramente realizzarsi il miracolo della vendita, che li
assumerebbe? Mi sbaglio. A preoccuparsi dovrebbe essere il taxpayer
italiano, su cui ricadra' l'onere di migliaia di pre-pensionamenti.
Ultima
chicca: al momento di sbarcare, un attendente di volo che con ogni
probabilità si diplomo' alla British School di Ladispoli, ci informa
che la "disembarkation" (!!!!) avverrà direttamente dentro
l'aerostazione, via jetway. Gli americans si guardano perplessi. Quando
mai si e' vista una "disembarkation" di un volo intercontinentale via
autobus?
New York, arrivo!
Gianluca, i tuoi report sono sempre molto divertenti. Solo una precisazione: non sono mai stato all'aereoporto di Napoli, ma a El Prat la stazione della metropolitana e' veramente squallida.