Ma chi c%$*o sono Balzani, Tamanti e Giannino, direte voi? La verità è che non lo so. O meglio, che ne so pochissimo. So quello che c'è scritto in questo articolo dell'Unità. Mi è quindi facile rendervi edotti di tutto quello che so riguardo al formidable trio. È contenuto in questo pezzo.
Se per il Pd il numero dei partecipanti è incoraggiante, i risultati spesso lo sono meno. Proprio il gran numero dei votanti ha causato dei veri e propri ribaltoni. Quello di Forlì, dove hanno votato qualche settimana fa, è stato bruciante e inatteso. Nadia Masini, candidato di partito, è stata sconfitta per 44 voti da Roberto Balzani, outsider. La cosa si è ripetuta, questa volta domenica, nei comuni di Misano Adriatico e Cattolica. Anche qui stesso schema di Forlì. Tanti votanti, risultato inaspettato. A Cattolica ha vinto il candidato di minoranza interna, Marco Tamanti; a Misano invece si è affermato Stefano Giannini che ha scalzato il sindaco uscente Antonio Magnani.
Ora, ovviamente io non so se questi candidati sono persone brave, capaci e oneste, o anche semplicemente migliori degli aspiranti candidati che hanno sconfitto. Non so neanche se alla fine vinceranno le elezioni.
Però sono convinto che le primarie servono solo se sono realmente competitive. Il giornalista dell'Unità che scrive ''il numero dei partecipanti è incoraggiante, i risultati spesso lo sono meno'' dimostra, a mio avviso, di non aver capito nulla di perché le primarie sono importanti. Sono purtroppo convinto che il modo di vedere del giornalista sia assai difffuso tra i vertici del PD.
Le primarie condotte nel PD per l'incoronazione di Prodi prima e Veltroni poi sono state sostanzialmente equivalenti a manifestazioni di partito, esibizione della capacità di mobilitare grandi masse di popolazione. Non erano intese come reali strumenti mediante i quali i cittadini potessero esprimere una preferenza tra diversi candidati. Non fraintendetemi, non penso che siano stati fatti brogli o cose simili. Anzi, per quel che so le procedure sono state limpidissime, averne di cose così. Però il risultato era preordinato. Il gruppo dirigente, mediante contrattazioni interne, aveva deciso che i candidati realmente pericolosi per Veltroni, tipo Bersani, non dovessero apparire. I quadri intermedi hanno avuto le indicazioni. Questo significa che, quando si giunge al dunque, il metodo giusto per arrivare in cima resta quello delle manovre di palazzo, della politica di corte in cui si fanno gli accordi riservati, si cerca il consenso del potente di turno etc. In sostanza, finché le primarie sono semplicemente la celebrazione di massa di accordi raggiunti altrove sono ben poco utili.
La ragione per cui le primarie, se fatte bene, sono invece utili è esattamente che possono sparigliare le carte. È che cambiano i criteri per la selezione della classe dirigente del partito, e quindi del paese. Le primarie servono solo in quanto servono a cambiare i criteri con cui si scelgono i candidati, passando dagli accordi ristretti tra coloro che controllano il partito all'appello diretto agli elettori.
L'aspirante politico oggi fa carriera se piace ai vertici del partito, o a volte anche solo al capo del partito, per qualsivoglia ragione (Carfagna docet). Questo ha conseguenze ovvie in termini di comportamenti che verranno adottati dai quadri intermedi dei partiti, che saranno tipicamente più preoccupati di ottenere il consenso dei propri vertici che quello dei cittadini o anche solo dei militanti di base. Questa è la ragione per cui, per esempio, nella scorsa legislatura i deputati del centrosinistra e di Forza Italia hanno votato massicciamente la legge per l'indulto. La contrarietà della stragrande maggioranza dei cittadini è risultata irrilevante. Deputati e senatori dovevano il proprio scranno ai capipartito, e ad essi hanno obbedito.
Il meccanismo ha anche conseguenze ovvie in termini del tipo di persone che verranno attratte dalla carriera politica professionale, sulle quali non mi dilungo per carità di patria.
Le primarie hanno il potenziale di cambiare questo. No, non ci daranno politici puri e immacolati. Nemmeno necessariamente particolarmente capaci e intelligenti, vedendo le cose dall'Amerika possiamo assicurare che no. Daranno però politici che la cui principale abilità non è la manovra di palazzo ma l'acquisizione del consenso popolare. Daranno politici che al consenso popolare sono sensibili, e che si daranno da fare per acquisirlo.
Di nuovo, nessuna panacea. Il consenso popolare lo possono conquistare ogni sorta di demagoghi. Ma non vedo come altro si possa fare, almeno se vogliamo conservare la democrazia.
Premessa perché questo funzioni ovviamente è che le primarie siano realmente competitive, non un rito plebiscitario di conferma delle decisioni prese dai vertici del partito. A Forlì, Cattolica e Misano è stato così. Forse è una cattiva notizia per i vertici del PD, che rischiano di vedersi scappare di mano il partito. Secondo me è un'ottima notizia per chiunque continui a sperare che prima o poi il PD mantenga almeno alcune delle promesse di rinnovamento della politica.
Gli altri non li conosco, ma Balzani e' il preside della facolta' di conservazione dei beni culturali di Ravenna. Qui c'e' il curriculum sul suo sito web.
Penso che questa volta le primarie abbiano designato una persona adeguata alla carica di sindaco. Ma Balzani e' una brava persona e a Forli' lo sanno. Non sempre puo' andare cosi' bene.
A Bologna hanno avuto buon gioco gli ordini del partito. L'amico di Bisin, il prof. Pasquino, ha protestato un po' su come si stavano svolgendo le primarie, pero' non e' riuscito ad avere successo, cosi' il candidato vincente e' quello designato ufficialmente.