La politica è sangue e merda, ci ricordava Rino Formica, uno dei leader del PSI negli anni '80. Voleva dire che la politica non si occupa solo, forse neanche soprattutto, di valori morali e passione civile, ma di interessi materiali, anche quelli più sporchi e inconfessabili. Voleva dire che i metodi per la ricerca del consenso, in politica, prevedono anche il ricorso a mezzi e mezzucci, al populismo più sfrenato, alla menzogna, all'opportunismo più bieco. Che le alleanze si fanno anche con chi con te nulla ha in comune se non un interesse immediato di sconfiggere il tuo avversario. In politica, i nemici dei tuoi avversari sono spesso i migliori alleati.
Chi, come noi, ha amato la politica (e si è magari arrischiato persino a "farla"), sa bene che Formica aveva ragione, eccome se aveva ragione. Aveva ragione sia descrittivamente - che la politica è quella cosa lì - che normativamente - che la politica, per quanto aspiri ad essere "alta", per realizzarsi deve essere spesso "bassa", perché tali sono gli esseri umani che deve aggregare, convincere, irretire. La politica vive, insomma, dentro a questa contraddizione: le affermazioni più altisonanti, gli ideali più puri, i valori più nobili da una parte e la ricerca del consenso mediante la tutela degli interessi particolari, anche di quelli più bassi, dall'altra. Tutto questo, ripetiamo, è scontato, è pane quotidiano della politica.
La vicenda Englaro, con il carico di dolore e tormenti che porta con sè, potrebbe essere un'occasione per fare risaltare una volta tanto la parte nobile della politica. La sua capacità di riuscire a trovare soluzioni condivise - o quantomeno accettabili - in presenza di opinioni, valori e interessi diversi. Certo, la sfida non è facile, in questo caso. I dilemmi etici sono noti e su questo noi abbiamo (poche) convinzioni e (molti) dubbi, come quasi tutti. Proprio per questo, ci pare, la soluzione forse umanamente più accettabile sarebbe quella di rimettere alla famiglia Englaro l'ultima decisione, di fronte alla quale non si dovrebbe far altro che tacer riflettendo su cosa avremmo fatto noi, potremmo fare noi o dovremmo fare noi avessimo mai la disgraziata ventura di trovarci in una situazione simile. Invece no, invece l'orgia della propaganda, del dogmatismo e dell'esercizio strumentale del potere (strumentale perché i fini sono altri, come le dichiarazioni odierne di BS confermano) s'è scatenata ed imperversa da mesi sul corpo di questa ragazza, in un crescendo che in questi giorni ha raggiunto livelli di parossismo mai visti.
Degli aspetti giuridici e costituzionali ha già parlato Sabino nel suo limpido articolo. Sulle questioni più propriamente etiche - di rispetto della libertà di coscienza individuale e del diritto fondamentale dei familiari di ogni moribondo di accudire il medesimo e di attuarne le volontà espresse quando capace di intendere e volere - ha già detto chiaramente Marco nel suo commento. Il fatto che questa sia un'operazione cinicamente e doppiamente eversiva - che da un lato trasforma in legge dello stato italiano la volontà di uno stato estero, mentre dall'altro testa l'accettabilità pubblica dell'esautorazione dei poteri del Presidente della Repubblica - lo hanno già rilevato Roberto,Claudio e ne'elam. Che, nelle analogie e nelle importanti diversità, tutto questo ricordi il caso Schiavo provando, ancora una volta, la distanza abissale fra la qualità dell'opinione pubblica ed il rispetto dei meccanismi costituzionali negli USA ed in Italia, lo ha ricordato Sandro. Che in tutta questo Berlusconi faccia ancora una volta il doppio gioco facendo finta di essere partecipe al dramma umano, mentre spinge Sacconi e i suoi scherani a far da carnefici e, al contempo, guida freddamente l'operazione politica sottostante, l'ha notato Filippo rilevando le incongruenze (e le ipocrisie) del Corriere. Che, infine, in questa orgia della menzogna spicchino tragicamente le fredde affermazioni della casta dei vescovi e dei cardinali lo ha detto di nuovo Marco
Noi abbiamo poco da aggiungere, se non richiamare l'attenzione su una frase di Berlusconi: "Eluana potrebbe ancora avere figli". Women's Health Encyclopedia Ecco, una frase del genere ci atterrisce perché va oltre la definizione della politica data da Formica. Berlusconi può avere tutti gli interessi possibili nel firmare la legge per "salvare" Eluana: rafforzare il legame con il Vaticano, una possibile nuova alleanza con Casini, i voti dei cattolici, avere maggiore libertà nell'emanare decreti legge, esautorare il ruolo del capo dello stato, anche solo esercitare finalmente il potere di vita e di morte sui suoi concittadini (che lo faccia in nome di valori etici, quello ci sentiamo tranquillamente di escluderlo). Ma dire che Eluana va tenuta artificialmente nel suo stato vegetale perché potrebbe ancora avere un figlio toglie anche quel po' di dignità che era rimasta alla politica. Così la politica non è più sangue e merda. Solo merda.
MAh, così si ufficializza il passaggio dell'Italia dal Cattolicesimo al Protestantesimo. O, per meglio dire, si mette fieno alla libertà degli individui nella perenne lotta (epperò mai scontata e scontabile) contro la comunità. La ecclesia (comunità) si agita, si inquieta, per questo ulteriore sfregio che l'individuo vuole portarle.
Comunque trovo utile ricordare che non dappertutto la politica è quella dei Formica e dei suoi compari contemporanei - anzi, io mi aggiro per l'Europa anche per continuare a interessarmi di elementi di politica non Formichiana. Insomma la politica nei Paesi non familisti, non fascisti, e non anarco-individualisti è più simile al tipo ideale di quell'esercizio nobile e appagante, pure ricordato più sopra.
RR
Giacché sto seriamente pensando di diventare un cervello in fuga mi faresti una lista dei paesi europei che corrispondono alla descrizione? Io ho provato a guardarmi un po' attorno ma di posti simili non ne ho trovati.