Il libro è uscito alla fine di gennaio. Lo abbiamo promosso in vari incontri pubblici e ha ricevuto recensioni su giornali del tipo dead tree, nella blogosfera e alla radio. Una curiosa costante, per noi abbastanza inaspettata, è stata la quasi assoluta impossibilità di trovare gente che difendesse il Voltremont-pensiero.
In genere quando inizi a cercare qualcuno che, in un dibattito pubblico, abbia voglia di difendere il nostro ministro inizia la litania del ''ma quel giorno lì proprio non posso'', ''ma io non sono la persona più adatta'', ''forse sarebbe meglio chiedere a...'' e così via. In tutti questi mesi l'unico che ha avuto il coraggio di far da avvocato di Tremonti in pubblico è stato Francesco Forte, che fece da oppositore a Michele nella trasmissione di Radio 24 condotta da Oscar Giannino dedicata al libro. Che poi, se dovessimo definire il giudizio su Tremonti che traspare dall'intervento di Forte ... ecco, diciamo che se lo dovessimo tradurre in inglese non useremmo il termine ''ringing endorsement''. Perfino tra gli ascoltatori che chiamavano, nessuno si prese la briga di difendere il teorizzare dell'intellettuale de noantri, concentrandosi invece sull'azione effettiva; ne ricordiamo uno che difese Voltremont sulla base del fatto che aveva eliminato la tracciabilità dei pagamenti bancari ...
L'incontro di Trento purtroppo non farà eccezione. Lo ammettiamo, abbiamo mandato l'invito pure a voltremontone nostro, ma sappiamo che è persona occupata e ha meglio da fare, quindi non ci speravamo. Poi, scendendo lentamente lungo la catena gerarchica, abbiamo provato con sottosegretari e vari personaggi dell'entourage, senza alcun successo. Scarso successo anche con i pochi professori che si possono, seppur vagamente, qualificare di area tremontiana, quelli per intenderci che ogni tanto ti schiaffano l'elzeviro sul Sole 24 Ore dicendo che in Italia va tutto bene perché anche se il PIL va giù noi abbiamo la pizza e il mandolino. In verità, sembra quasi che tutti i tentativi di invitare a discutere governativi e dintorni abbiano prodotto l'effetto opposto. Se guardate sul programma del Festival, vedrete che dopo la presentazione del nostro libro ci sarebbe dovuta essere la presentazione del libro di Sacconi e De Michelis, che è stata però cancellata per indisponibilità del ministro e del consulente di Brunetta. Peccato, avevamo una gran voglia di andare a farci spiegare da De Michelis come si riduce la spesa pubblica, lui che lo ha fatto così bene negli anni Ottanta.
Cosa sta succedendo? Siamo coscienti che le varie persone cui abbiamo chiesto sono mediamente assai occupate, ma anche così la probabiltà che nessuno, ma proprio nessuno, in nessuna occasione, possa dedicarsi alla difesa pubblica di questo luminoso intellettuale italico va considerato un evento che non si può ascrivere al caso. Perché allora improvvisamente non si trova più nessuno a difendere il Tremonti-pensiero? L'eco dei proclami roboanti sull'eccellenza e la superiorità dell'analisi voltremontiana è tutt'altro che spenta, ma a quanto pare se si chiede di misurarsi con argomenti minimamente seri, confrontando fatti e analizzando accuratamente i processi logici, le legioni dei mangiamorte si squagliano come neve al sole. Una possibile spiegazione ovviamente è la cospirazione. Tacere e oscurare, sperando che queste fastidiose mosche amerikane se ne vadano o comunque vengano ignorate. A noi però, per varie ragioni, le teorie cospirative piacciono pochissimo, per cui facciamo veramente fatica a credere nella Gigantesca Manovra per Oscurare nFA (GMOnFA).
Più promettente è un'altra spiegazione, basata sul disorientamento culturale che le cose che diciamo tendono a generare nel dbattito italiano. Le varie persone che ci hanno aiutato in questi mesi a organizzare la promozione del libro ci hanno segnalato da più parti questo disorientamento. ''Ma questi chi sono?'', pare fosse la domanda ricorrente. Criticano Tremonti, quindi devono essere di sinistra. Ma poi risultava che, se proprio una etichetta bisognava appiccicarci, era quella di ''liberisti''. Con buona pace di Alesina e Giavazzi, almeno in Italia risulta abbastanza chiaro che i militanti della sinistra, in buona parte almeno, vedono il liberismo più o meno come la peste bubbonica. Di sinistra, quindi, sembra noi non si sia. Bene.
Chi sono allora, questi di nFA? Cani sciolti. Schegge impazzite. Variabili non controllabili. Gente difficile da predire, pronta a dar botte a destra e a manca. Ecco, la nostra impressione è che è stata in buona misura questo aspetto a generare diffidenza e limitare la volontà di dibattere con noi. La forma usuale in cui si svolge il dibattito politico italiano è quello dello scambio di accuse reciproco basato sulla reazione epidermica identitaria, un dibattito che soprattutto in politica economica tende a oscurare l'mpressionante similarità delle pratiche effettive di governo nei due schieramenti, oltre che la comune povertà dell'elaborazione teorica. Non essendo noi facilmente incasellabili, questo stile di dibattito ovviamente era precluso. Che restava? Restava, abbiamo scoperto, il niente.
Ma vogliamo finire con un invito all'ottimismo. L'incontro è aperto. Se passate da quelle parti vi preghiamo di partecipare, e di partecipare numerosi. Partecipate specialmente se avete qualcosa da dire in difesa di Tremonti. A noi il dibattito serio interessa, e siamo anche pronti a cambiare idea se ascoltiamo argomenti convincenti. Quegli argomenti che finora non abbiamo sentito da Voltremont e dal suo entourage.
tre proposte come controparte
a)Tremonti
b)Guzzanti (in veste di tremonti, almeno ci delizia col cetriolo globale)
c)Riotta
By the way. ci sarò (oltretutto mi pare che abbian giustiziato Battisti li e a me il turismo storico piace)