Un Presidente alla frutta

/ Articolo / Un Presidente alla frutta
  • Condividi
Per gli amici italiani, i punti salienti (commentati) dell'annuale prolusione di Bush alla nazione. Ovvero, l'angolo delle buone intenzioni e della propaganda. Roba da far venire la nostalgia per Prodi e Berlusconi, ed anche per qualcun altro ancor meno nominabile.

Se leggete in inglese, sopportate la retorica pomposa, e volete il testo completo, eccolo qui .

Altrimenti, ecco i punti salienti.

1) ENERGIA. L'anno scorso ha detto che ci sarebbe stata l'iniziativa. Quest'anno ha concretizzato l'obiettivo, che e' ridicolo: -20% di consumo in venti anni! Nessuna tassa sui derivati del petrolio, nessuna adozione maggiore di nucleare e' stata seriamente enunziata, niente di niente sulle ovvie esternalita' ed inefficienze energetiche del mercato USA, specialmente quello automobilistico. Una tassina su quell'allucinante SUV di mia moglie, che fa mezzo metro con un gallone, non sarebbe una cattiva idea. Per quanto riguarda proposte concrete, a parte un cenno brevissimo al nucleare, ha solo promesso di pompare di piu' (ma in maniera environmentally "friendly") ed arrivare al raddoppio delle riserve strategiche (che c'entra, direte voi. Nulla, appunto.) Non importa, fra un anno si toglie dai piedi.

2) SALUTE. Insiste con il puro sussidio all'assistenza privata, che c'e' gia' e chiaramente ha dei problemi. Che lui equipari il trattamento fiscale di cui godono coloro che, come me, lavorano per un'azienda grande ed i cui contributi assicurativi sanitari privati sono esenti da tasse perche' pagati direttamente dall'azienda, ai contributi all'assicurazione privata fatti dai cittadini individualmente, va bene. Ma e' una questione di equita', non una soluzione del problema costo della salute. Offre un'esenzione forte, fino a 15,000 dollari annui, esenti da tasse e contributi sociali: credo che privatamente mi aggiungero' qualcosa all'assicurazione sanitaria di Wash U! Ma il fatto e' che i problemi non sono dovuti al fatto che il sistema sanitario USA e' parzialmente privato, ma al fatto che e' monopolistico (tre monopoli enormi: assicurazioni, medici, compagnie farmaceutiche) e quindi costoso ed inefficiente. E' meglio dell'italiano? Si, sulle cose di punta e' molto meglio. Se sei uno come me - ossia, che vive a due passi dalla super clinica universitaria con la quale e' convenzionato nel caso mi venga la malattia complicata e super rara, per il resto sto sempre bene e dal dottore non ci vado da anni - vai bene. Se sei uno normale o hai le emorroidi (ossia, malattie banali) sei nei guai: i dottori costano troppo, le liste d'attesa sono quasi all'italiana (tre, quattro, cinque mesi), e la loro capacita' di trattare malattie "standard" limitata. Mille esami e mille medicine, poca capacita' di fare diagnosi. Manca competizione e trasparenza, occorre cambiare regolazione e forzare l'associazione dei medici, le farmaceutiche e le compagnie d'assicurazione a competere, cosa che non fanno. Occorre creare incentivi all'entrata nell'industria degli ospedali: li mettesse li' gli incentivi fiscali. Altro che darli agli individui ed agli stati che usano assicurazioni private. Occorre creare il mercato sanitario, che non e' vero che c'e'.

3) CONTROLLO SPESA PUBBLICA. Aria fresca, qui proprio ha detto solo aria fresca. Non scherzo, ha detto che spendera' bene i nostri soldi, non male. Che fara' solo spese produttive e che generino crescita, e che vuole fare il pareggio di bilancio eliminando spese inutili. Ne avesse nominata una, o due, di queste spese inutili. Neanche parlarne. Sembrava Prodi. Ah, si, ha promesso che vuole dimezzare il deficit federale entro il 2009: bella forza, se ne va nel 2008!

4) EDUCAZIONE. Bush ha fatto una cosa semi-buona (oltre che ridurmi le tasse) durante la sua presidenza: ha iniziato il programma NoChildLeftBehind. Non che sia la panacea, anzi ha qualche serio limite, ma meglio di niente. Beh, ha ripetuto che lo mantiene e lo rafforza. Peccato che sui due problemi educativi veri (qualita' educazione da elementari a superiori, costo dell'universita') abbia glissato alla grande. Gli piacciono le privatizzazioni ed i mercati? Iniziasse a far la guerra ai sindacati di maestri e professori, spingesse per vouchers e aiuti federali a tutti coloro che adottano vouchers o che stabiliscono sistemi in cui i professori ricevono "performance pay" (salario legato alla produttivita'), altro che ciancie. Vuole il mercato e la competizione? Ecco, il sistema scolastico pubblico USA ne ha grandissimo bisogno. Per i lettori che pensano che l'educazione in USA sia tutta privata: dimenticatevi la propaganda di Rifondazione. L'educazione sino alla fine della scuola superiore e' all'85% pubblica in questo paese. E le universita' pure, il 75-80% degli studenti va a universita' pubbliche. Costo dell'universita': i crediti agli studenti stanno calando e fallendo. Troppi sussidi, poco mercato anche qui. Occorre costruire un sistema di obbligazioni che permetta alla classe media di prendere a prestito a tassi ragionevoli per pagare il college. Di questo, neanche l'ombra d'una parola.

5) IMMIGRAZIONE. Ha promesso che fa una riforma comprensiva, che per una volta sembra ragionevole. Ha anche promesso che trovera' una soluzione senza fare l'aministia, cosa che l'anno scorso aveva gia' promesso per far contenta la destra razzista del suo partito, quindi non si tira indietro. Pero' promette visti per lavoratori visitanti e parla di melting pot; Quest'anno e' molto piu' soft ed "inclusivo" ... Avendo perso, cerca voti di ispanici ed immigranti in genere. Li fara' stare, con le loro famiglie, per comprarseli. Meglio di niente. Vedremo, perche' di cose specifiche non ha detto nulla.

6) IRAQ. Lasciamo da parte la folle retorica, ve la potete immaginare da soli (this is the great ideological battle of our times). In termini di testo scritto, la retorica guerriero senza macchia e senza paura e' circa 1/3 del discorso, ed un altro quarto o quinto sono dichiarazioni bellicose su Iraq ed Iran. Ha chiarito che il nemico e' "radical Islam", come lo chiama lui. Non ha letto Pape, questo lo sapevamo, ma evidentemente deve aver deciso che anche il vecchio amico di papa' e' proprio un cretino. Quindi la questione Islam e' impostata ancora in termini di "dispotismo contro democrazia". Fa piacere scoprire che, nei suoi esempi, Putin sta dalla parte della democrazia, andiamo bene. Ad ogni modo, vista l'impostazione di fondo, e' chiaro che rilancia. Pero' cosa rilancia? Ha detto che mandera' i 20mila sfortunati, e che la battaglia per la vittoria in Iraq comincia dal rendere sicura Baghdad. Tradotto in soldoni: il piano consiste nel mettere i 20mila a Baghdad e trincerarsi, lasciando il paese a chi se lo prende. Andiamo bene. In Vietnam, alla fine, si trincerarono a Saigon, da cui scapparono in elicottero ...

Dopo, o poco prima, essersela presa con i cattivi preti iraniani che tengono l'intera nazione sotto il loro giogo, ha detto questo, cito dall'inglese, scusate non ho tempo per tradurre:

 

Ladies

and gentlemen, nothing is more important at this moment in our history

than for America to succeed in the Middle East, to succeed in Iraq and

to spare the American people from this danger. (Applause.)

This is where matters stand tonight, in the here and now. I have

spoken with many of you in person. I respect you and the arguments

you've made. We went into this largely united, in our assumptions and

in our convictions. And whatever you voted for, you did not vote for

failure. Our country is pursuing a new strategy in Iraq, and I ask you

to give it a chance to work. And I ask you to support our troops in the

field, and those on their way. (Applause.)

The war on terror we fight today is a generational struggle that

will continue long after you and I have turned our duties over to

others. And that's why it's important to work together so our nation

can see this great effort through. Both parties and both branches

should work in close consultation. It's why I propose to establish a

special advisory council on the war on terror, made up of leaders in

Congress from both political parties. We will share ideas for how to

position America to meet every challenge that confronts us. We'll show

our enemies abroad that we are united in the goal of victory.

 

O ci fa, o ci e'. Che 5 anni e mezzo dopo abbia ancora la faccia tosta di far finta di non aver capito COSA causa il terrorismo in generale e quello del 9/11 in particolare, veramente ce ne vuole. La tirrania! Ma quanti terroristi diretti contro gli USA o l'Europa causo' Pinochet? E Stalin? E Breznev? E Castro? E Mao? E Videla? E Paco Franco? E via cantando? Che valore ha mischiare e confondere i due problemi? Il problema non e' far finta che i dittatori son buoni. Il problema e' NON far finta che via le dittature, via il terrorismo. Perche' cosi non e'.

Inoltre ha aggiunto: se ce ne andiamo l'Iraq cade in mano nemica.

A me sembra il riconoscimento della sconfitta, ma a lui evidentemente deve sembrare di no.

E poi, ovviamente, ha detto che May God bless America. Speriamo.

===============================================

P.S. Un grazie extra ad Andrea Moro, che s'e' accorto d'alcuni errori. Nella versione originale avevo citazioni dal discorso del 2006, che trovate qui. Confrontatelo con quello del 2007, la rassomiglianza e' impressionante. Con tutto quello che li paghiamo, neanche una storiella nuova all'anno riescono a fornirci. Siamo davvero alla frutta.

 

Indietro

Commenti

Ci sono 3 commenti

Curioso che anche il grande business adesso parla di Carbon Tax.  Ci avranno da guadagnare, ma  perche' GW  non ha racolto?  E a proposito di raccolto, i 35,000,000,000 galloni (zero + zero -) di "alternative fuels" sono una follia, un handout enorme all'industria del granoturco che finora e' tutt'altro che energy efficient, e un'altro ostacolo alla liberalizzazione del mercato agricolo, vedi anche qui . Il bello e' che migliori CAFE standards renderebbero alla fine piu' competitiva Detroit. Insomma, mi sembra che il nostro non ci azzecchi neppure nell'aiuto alle "traditional constituencies" repubblicane (salvo forse l'industria bioagricola)

 

sull'energia e i consumi.. posso anche capire (poco ma mi sforzo) l'astio contro i guidatori di suv ma...

l'unica misura che ha avuto un effetto reale, e misurabile, sui consumi e' stata di una semplicita' da Monsieur Lapalisse.

Durante l'amministrazione del presidente J. Carter e per molti anni in seguito una misura facile facile...

si mise un limite di velocita' assoluto di 55.

i consumi scesero, gli incidenti pure.

 

se si mette, adesso, che effetti ha? 

a tutti gli conomisti, domanda seria, e' quantificable il trade-off fra il fatto che il traffico si muove meno rapidamente e l'evidente risparmio energetico?

 

per chi non e' familiare coi numeri americani: 55 (mph) equivale a stare sotto un limite "100" (km/h) nel traffico di camion, bus, vetture etc., fatto salvo il diritto di comuni, contee, etc. di fissare limiti inferiori (nelle aree urbane, p.es.)

 

 

 

"si mette e si mise un limite di velocita' assoluto di 55"

E' vero, secondo il dipartimento dell'energia il rendimento del veicolo tipico diminuisce a partire dalle 55mph.

Certo che il "veicolo tipico" dipende anche dalla tua vehicle fleet. Innalzando i limiti dei CAFE standards avresti:

1) un'industria piu' competitiva a livello globale (siamo credo quasi al decennio di distacco su prodotti come i veicoli ibridi)

2) minori consumi aggregati per i trasporti (70% del consumo totale di petrolio importato)

3) abilita' di muoversi a buona velocita' lo stesso. Lasciamo perdere l'astio: accelerare la massa di un SUV costa di piu' dell'accelerare un veicolo piu' leggero. La massiccia presenza si SUVs nei veicoli individuali cambia radicalmente la composizione del "veicolo tipico". Se consideriamo che questa presenza e' legata esclusivamente a un fattore di scarsa utilita' pratica, lo spreco diventa ancora meno tollerabile. Liberissimi gli individui di compiere le scelte piu' ridicole per motivi di utilita' personale (dalla moda alla compensazione per la scarsa dimensione dei genitali), il governo pero' dovrebbe agire sugli standard generali.