Quando all'inizio di luglio il prezzo del petrolio è arrivato a $150 dollari al barile, sono stati in molti ad attribuirne la responsabilità agli speculatori. Lo hanno fatto alcuni membri del Congresso americano e anche il nostro Ministro dell'Economia, che ha anche proposto un piano al G8 su come combattere la speculazione. Alcuni giorni fa, come ha segnalato il Wall Street Journal, la Commodity Futures Trading Commission ha pubblicato un rapporto in cui si analizzano le transazioni sul mercato dei futures di diversi beni - tra cui il petrolio - nel periodo gennaio-giugno 2008. Due sono i risultati principali contenuti in questo rapporto.
Il primo è che, mentre in questi sei mesi i prezzi del petrolio salivano fino a toccare il picco l'11 luglio, c'è stata una costante diminuzione della quota di contratti future detenuti dagli "speculatori" (swap dealers).
Il secondo è che, nello stesso periodo, il numero di contratti posseduti dagli "speculatori" che scommettevano su un rialzo del prezzo del petrolio è diminuito dell'11%.
I dati della CFTC, insomma, anche se non risolutivi, non forniscono grande evidenza a favore di chi credeva che gli speculatori avessero giocato un ruolo cruciale nello spingere verso l'alto il prezzo del petrolio.
Interessante, attendevo un articolo di questo tipo. In particolare riguardo la speculazione su petrolio, c'è una confusione in internet davvero incredibile (confusione aggravata ancor più da tremonti :_D).