Dunque, cosa farebbe Berlusconi se potesse domani andare al governo?
Primo, la fregnaccia d'obbligo: alleggerire la pressione fiscale. È una fregnaccia non perché non sia assolutamente necessario ridurre le tasse, ma perché la promessa di ridurre le tasse ha senso solo se si dice come ridurre contestualmente la spesa pubblica.
Quindi, uno dice, al secondo punto il berlusca ci dirà come ridurre la spesa. Magari solo per rifilarci un'altra generica fregnaccia, tipo "ridurre gli sprechi" o "aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione", a cui entrambi gli schieramenti ci hanno da tempo abituato. Ma il nostro è ormai affrancato dalla schiavitù del vincolo di bilancio. Macché ridurre la spesa, il secondo punto del programma è
il lancio di un grande piano di edilizia
popolare, per dare una casa di proprietà al 13 per cento della
popolazione che ancora non ce l’ha
Cheeeeee? E questo sarebbe un programma liberale? E, per l'amor del cielo, perché dovrebbe essere un problema se il 13% della popolazione sta in affitto? Si noti inoltre che l'unico modo per dare un minimo di coerenza a questa affermazione è che il nostro prevede di spendere una barca di soldi per poi regalare la casa a chi oggi è in affitto. Non parla infatti di dare semplicemente una casa a chi non ce l'ha, come si fa abitualmente con i piani di edilizia popolare, ma di dare una casa di proprietà a chi non ce l'ha di proprietà. Tutto questo, ovviamente, mentre il nostro riduce la pressione fiscale.
Per inciso, non so dove Berlusconi lo abbia pescato, il suo 13%. In una audizione parlamentare del luglio 2007 l'Istat forniva i seguenti numeri:
Nel 2006 il 73,3 per cento delle famiglie residenti (17,3 milioni su un totale di 23,6) e il 74,7 per cento degli individui (43,6 milioni) viveva in abitazioni di proprietà. Un ulteriore 9,1 per cento di famiglie (2,1 milioni) e l’8,7 per cento di individui beneficiava di alloggi in usufrutto o ad uso gratuito. Il rimanente 17,7 per cento di famiglie (4,2 milioni) e 16,6 per cento d’individui (9,7 milioni) era in affitto.
Se date un'occhiata alla relazione scoprirete inoltre che la percentuale degli italiani che possiedono la casa o la abitano in comodato (presumibilmente figli che stanno in case possedute dai genitori) è non solo altissima in relazione ad altri paesi, ma è pure aumentata negli ultimi anni. Mi verrebbe da dire che di tutti i problemi che ha l'Italia questo è l'ultimo che ha bisogno di alcun tipo di intervento di parte statale.
Ma sbaglierei. C'è un altro problema che ha ancor meno bisogno di intervento, ed è la privacy delle conversazioni telefoniche, in particolare dei politici. E infatti, qual è il terzo punto dell'ineffabile? Leggere per credere.
La maggioranza degli italiani - dice -
teme di non avere più privacy: si alza il telefono, poi si ritrovano le
conversazioni pubblicate sui giornali, e questo non può succedere in un
Paese democratico e liberale
Già, tutte le mattine mi sveglio angosciato pensando 'e se qualcuno mi ascolta mentre cerco di piazzare qualche pulzella in Rai?'. E con me, ovviamente, la maggioranza degli italiani, ce lo assicura Berlusconi. Tutti quanti siamo preoccupati che i nostri tentativi di trarre profitto privato dalle aziende pubbliche vengano resi noti. No, i nostri maneggi devono restare occulti. Quindi, ecco il terzo punto del suo programma: impedire ai magistrati d'ascoltare le telefonate dei sospetti delinquenti ed ai media che ne vengano in possesso di pubblicare il testo di tali malefatte. Così vanno le cose nei paesi democratici e liberali, parola del berlusca.
Fine del programma di governo del berlusca? Fine, o quasi. Perché, tanto per far finta di dire cose serie senza però spiegarci come attuarle, il nostro chiude esattamente come ha iniziato, con una generica fregnaccia: che "separerà le carriere dei magistrati". Come? Non si sa, ma non importa. Da uno che può ridurre la pressione fiscale senza ridurre la spesa e regalando al contempo la casa a chi ancora non la possiede, sembra ovvio aspettarsi miracoli di san gennaro a palate. Che son esattamente quelli di cui il paese ha bisogno, vero?
Io credo che il problema della casa sia veramente uno dei principali, intanto perché riguarda quasi esclusivamente la generazione under 35, quindi i più giovani, che sono i peggio collocati nel mondo del lavoro e soggetti ad una instabilità nelle entrate.
Il potere di spesa di questa generazione è basso, contrariamente al mercato immobiliare i cui prezzi (nonostante l'alta percentuale di invenduto) non si decide a scendere.
E' pertanto necessario avere accesso al credito, e per tutti coloro che sono lavoratori atipici già questo diventa problematico. Un credito molto consistente oltretutto data la scarsa liquidità di molti giovani, che pertanto viene dilazionata in un arco di tempo vastissimo con interessi elevati: insomma io chiedo 100 ma alla fine dei 35 anni avrò restituito 280. Spero converrete che, in questi termini, l'impatto economico nella vita di un individuo che acquista casa è quasi un armageddon, beati coloro che ricevendola in comodato dai parenti, aggirano questa spesa necessaria.
Il problema, volendola dire tutta, non credo affligga solo la percentuale buttata là dal berlusca. Sarebbe più interessante sapere quale fetta del 73,3% degli italiani proprietari sta pagando un mutuo superiore ai 600 euro al mese.
Quanto all'affitto che dire? Ogni mese spendere il 45% del proprio stipendio senza entrare in possesso di nulla mi pare masochistico.
Ma perche', scusa? Un mutuo costa sostanzialmente di piu' di un affitto, dato che oltre al pagamento dell'interesse sul prestito del valore dell'immobile (che in un mercato perfetto, senza distorsioni di tipo fiscale etc., sarebbe circa uguale all'affitto dello stesso immobile) c'e' anche il ripagamento del capitale: che e' proprio quello che ti fa entrare in possesso di qualcosa...
Caro Alessio, a nessuno viene in mente di negare che l'acquisto della casa sia un problema importante, ed è vero che un sistema economico ingessato e gerontocratico rende il problema particolarmente acuto per i più giovani. Il post voleva mettere in luce altro. Due cose in particolare:
1) Possibile che in Italia il primo istinto dei politici sia quello di curare tutti i problemi, veri o presunti, a base di botte di spesa pubblica? O meglio, possibile che questi trucchi demagogici funzionino sempre? Berlusconi non saprà fare niente altro, ma propaganda la sa fare benissimo. Se racconta che lui vuole regalare la casa a chi ce l'ha in affitto è perché sa che questo gli rende in termini di consenso. Ed è qui che subentra la disperazione; apparentemente tutto il debito pubblico accumulato finora, tutti gli sprechi pubblici non sono serviti a nulla. Gli italiani vanno ancora dietro ai cialtroni che promettono di curare tutti i mali distribuendo un po' di soldi pubblici.
2) Possibile che nessuno richiami i politici a un minimo di coerenza e sensatezza? Prova a fare due conti rapidi di quanto costerebbe il "grande piano di edilizia popolare". Secondo l'Istat le famiglie in affitto sono più di 4 milioni. Stiamo conservativi e prendiamo per buono il 13% di Berlusconi, e diciamo che le famiglie in oggetto sono solo tre milioni. Quanto vogliamo spendere per famiglia? Stiamo parlando di una casa, mica noccioline. Facciamo 50mila euro? Non bastano per una casa, ma mi sa che è troppo. Facciamo 40mila? Ma no va, stiamo conservativi, facciamo solo 20mila euro, diciamo che è solo un contributo. Beh, 20mila euro a tre milioni di famiglie fa, se ho fatto i conti giusti, 60 miliardi di euro. Per dare un'idea dell'enormità della cifra, l'intero fabbisogno (differenza tra entrate e uscite) del settore pubblico nel 2007 è stato di 27 miliardi. Quindi, stiamo parlando di una proposta che, anche se implementata in formato estremamente ridotto (perché, ripeto, 20mila euro per una casa sono proprio pochini) triplicherebbe il deficit pubblico. E ricordiamoci che la proposta arriva come punto 2, dove il punto 1 è...la riduzione della pressione fiscale.
Ora, simili enormità si possono passare a uno scolaretto, o al leader di qualche partitino di matti tipo il mago otelma, ma come è possibile che escano dalla bocca di uno dei principali leader politici nazionali?
E no, non è normale e non fanno tutti così. Per farti un esempio, un tema di cui si discute molto negli Stati Uniti è la riforma del sistema sanitario. Le proposte di spesa da parte dei vari candidati ci sono, ma sono tutte accompagnati da piani più o meno credibili di copertura. E quando le proposte sono poco credibili i media più autorevoli incalzano i candidati costringendoli a spiegare meglio le proprie proposte. Sia i media sia la politica sono lungi dall'esser perfetti negli Stati Uniti, ma le esibizioni di cialtrioneria come quelle discusse nel post si pagherebbero care. Lo stesso si può dire della Spagna, un altro paese dove ho vissuto vari anni.
Invece, in Italia simili idiozie scorrono come l'acqua fresca. E, per aggiungere insulto all'ingiuria, l'autore di simili folli proposte di aumento della spesa si dichiara un vero liberale e raccoglie vasti consensi. È per questo che non ci resta che piangere.