Per chi ha frequentato i banchi alcuni lustri or sono, e cioè dai tempi del maestro unico, definitivamente soppiantato dal team docenti nel 1990 (in fase sperimentale in alcune scuole dall'85), vale la pena ricordare che la scuola elementare negli ultimi anni si è notevolmente trasformata, essendosi al tempo stesso trovata a far fronte a nuovi problemi e a nuovi bisogni: l'inserimento nelle classi di bambini disabili, l'arrivo di quote massicce di stranieri, nonché la progressiva trasformazione della famiglia.
La Scuola ha voluto e saputo cambiare, offrendo agli alunni e alle loro famiglie un tempo scuola più lungo (la scelta tra 27, 30 o 40 ore settimanali), la pluralità dei docenti, e cioé un team di insegnanti con competenze disciplinari diverse, che lavora insieme, promuovendo nei bambini sia l'apprendimento che la crescita come individui. Inoltre, l'offerta formativa è stata arricchita dalle compresenze, ovvero dalla presenza di due docenti in classe per tre o quattro ore la settimana, che permettono anche il recupero dei bambini in difficoltà.
La riforma Gelmini purtroppo non ha, secondo me, alcun fondamento pedagogico. Non ho studi pedagogici da citare [ndr: li abbiamo cercati anche noi presso alcuni specialisti, e pare non ce ne siano], ma è opinione comune delle colleghe, anche di quelle oramai giunte all'età pensionabile, e quindi con esperienza lavorativa con entrambi i modelli, che per i bambini è più stimolante avere almeno due insegnanti. L'unico scopo della riforma è quello di tagliare drasticamente la spesa. Tagliare e risparmiare è lodevole, ma per sapere se conviene farlo, occorre anche capire gli effetti di questi tagli.
La misura maggiormente pubblicizzata è la riduzione di circa 85000 insegnanti in meno di tre anni , che verrà operata sostanzialmente aumentando la dimensione delle classi, reintroducendo il "maestro unico" ed eliminando le "compresenze" di più maestri nella stessa classe che avranno un carico orario uguale all'attuale, ma diversamente distribuito. Ogni docente avrà 24 ore frontali d'insegnamento, contro le 22 attuali + 2 di programmazione. Tutte misure, ad opinione di noi maestri, nefaste dal punto di vista pedagogico.
Si prevede innanzitutto l'innalzamento del rapporto alunni/classe fino a 28 bambini, handicap compresi, secondo quanto stabilito nel Piano Programmatico. Non serve commentare come un simile rapporto possa influire negativamente sulla possibilità del maestro di seguire percorsi differenziati per alunni con capacità diverse.
Il “maestro unico” dovrà insegnare tutte le discipline, mortificando di fatto la specializzazione che i docenti, grazie alla suddivisione delle materie tra gli insegnanti di classe, hanno acquisito nel corso della carriera professionale. Ma soprattutto, il lavoro dei docenti di classe non sarà più impostato sul confronto e sulla collaborazione in riferimento alle scelte didattiche e agli stili educativi. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini; gli alunni saranno privati della possibilità di formarsi con la guida di una pluralità di figure e i genitori saranno costretti a rapportarsi con un unico docente, senza appello, senza possibilità di confronto a più voci. La scomparsa delle compresenze renderà impossibile lavorare con piccoli gruppi di bambini per attività di potenziamento e recupero.
Inoltre, esistono misure apparentemente di secondaria importanza, ma che incidono secondo noi notevolmente nella formazione dei bambini. Vengono ridotte drasticamente tutte le esperienze di arricchimento formativo, dai laboratori espressivi al corso di nuoto, dalle uscite nel territorio alle visite d'istruzione. Perquestioni di sicurezza infatti il singolo insegnante non potrà più effettuareuscite con la classe dalla scuola, poiché è stabilito che il rapportoalunni/docente, in occasione di gite di qualunque genere non possa esseresuperiore a 15 bambini per docente.
Altra misura degna di interesse è l'“essenzializzazione” delle discipline e dei Piani di Studio: insegnare i saperi essenziali significa migliorare la qualità della Scuola? Ne dubito. Il numero delle discipline non verrà ridotto, ma poiché sarà minore il numero di ore d'insegnamento di alcune di esse, non resterà che concentrare le attività sull'acquisizione di saperi MINIMI, di obiettivi irrinunciabili, ma non per questo, a nostro avviso, sufficienti a FORMARE nella sua totalità l'individuo.
È prevista l'eliminazione, entro l'a.s. 2011/2012 dei docenti specialisti di lingua inglese. Per compensare, il maestro unico dovrà frequentare un corso d'inglese di 200 ore circa, che dovrebbero, secondo il disegno di legge, bastare per permettergli di insegnare la lingua straniera ai suoi alunni!
Inoltre si prevede la costituzione di classi a 27/30 o 40 settimanali ore solo nei limiti dell'organico assegnato, per cui l'offerta che la scuola darà non terrà più conto delle esigenze delle famiglie in quel determinato territorio, ma dovrà semplicemente adeguarsi alle risorse che il Ministero vorrà concedere ad ogni Istituto. Non è ancora chiaro come questo sia conciliabile con l'orario di servizio di ogni docente di 24 ore settimanali. Resta il fatto che questo implicherà meno capacità di scelta delle famiglie fra scuole con orario a tempo pieno e scuole con orario ridotto.
Infine, si prevede la progressiva eliminazione dei plessi con meno di 50 alunni ed il “dimensionamento” degli istituti comprensivi con meno di 500 alunni, senza tener conto delle diverse realtà territoriali.
La Scuola pubblica è un bene comune e tagliare sull'istruzione equivale a rinunciare ad investire sul futuro. Nulla vieta di attuare delle riforme poiché tutto può essere migliorato, ma per farlo è necessario avviare un dialogo, un confronto con il mondo della Scuola. Tale dibattito non c'è stato e continua ad essere negato. Per queste ragioni insegnanti, genitori e alunni si stanno mobilitando in tutta Italia.
Se il futuro e' grigio non dimentichiamoci pero' che il presente e' grigio ugualmente, la scuola italiana spende come la media OCSE e ottiene tra i peggiori risultati OCSE, grazie a chi ha preceduto Gelmini e Tremonti. Non sarei cosi' sicuro che possano solo peggiorare una situazione gia' pessima. Per quanto mi riguarda la Gelimini e' il primo ministro dell'istruzione che sento parlare di rapporto OCSE-Pisa e che si pone come obiettivo di migliorare la pessima posizione italiana. Questo punto la pone gia' una spanna sopra i precedenti ministri, astraendo dal resto.