Ho usato i migliori dati disponibili, un campione rappresentativo di circa 41mila famiglie italiane prodotto dall’ISTAT (IT-SILC), prendendo l'anno più recente disponibile, il 2010. Ho da esso estratto i giovani dai 19 ai 27 anni escludendo i (pochi) giovani in quella fascia di età che già vivono da soli o sono sposati, perché di essi non ho informazioni sul reddito della famiglia di origine. Ho anche escluso i pochissimi fra gli stessi che ancorano frequentano le superiori. Per i rimanenti, ho calcolato redditi e caratteristiche della famiglia di appartenenza, distinguendo le famiglie dei frequentanti l’università da quelle dei non frequentanti. Il campione risultante include circa 3500 giovani, più o meno equamente divisi fra universitari e non universitari. Il 45% dei giovani italiani di età fra i 19 e i 27 anni o frequenta o si è già laureato.
Non mi aspettavo certo che la frequenza dell'università fosse indipendente dal reddito familiare, ma confesso che i risultati mi hanno stupito, perché credevo che l'università avesse oramai acquisito una frequenza di massa. Non è un’università d’elite come quella degli anni Sessanta, ma le differenze fra frequentanti e non ci sono, e sono sostanziali. Le cifre indicate indicano i redditi totali netti dei componenti "adulti" della famiglia, e cioé genitori e nonni (se componenti del nucleo familiare), escludendo dunque redditi di fratelli, e coniugi o partner dei giovani in considerazione, zii, e altri parenti. Nella colonna "universitari" ho incluso i giovani frequentanti l'università, master o dottorato, o quelli non frequentanti ma che hanno già conseguito la laurea. La colonna "non universitari" comprende tutti gli altri. La tabella riporta i redditi netti annuali in migliaia di euro.
Reddito netto annuale dei genitori o nonni | Universitari | Non Universitari |
Reddito totale | 41,7 | 28,2 |
Reddito da lavoro dipendente (solo famiglie senza redditi da lavoro autonomo) | 24,6 | 17,0 |
Come sopra, ma solo se il reddito da lavoro dipendente è maggiore di zero | 29,8 | 22,2 |
La prima riga include tutti i redditi dei genitori o nonni compresi nel nucleo familiare, compresi i redditi non afferenti a un singolo individuo (rendite da investimenti, affitti, etc..). Le famiglie universitarie percepiscono redditi del 48% superiori a quelli delle altre famiglie. Per chi pensasse che questa cifra fosse in qualche modo viziata da ... ehmmm... un errato riporto delle cifre percepite da lavoro autonomo, ho incluso solo redditi da lavoro dipendente nella seconda e terza riga. A seconda che si vogliano o meno escludere le famiglie con reddito zero, la differenza fra famiglie di universitari e non è del 44% o del 34%, rispettivamente. Le differenze rimangono alte persino se si guarda al reddito totale familiare (e cioé includendo i redditi dei giovani in considerazione e i loro fratelli), non indicato in tabella: le famiglie degli universitari guadagnano il 19% più delle altre famiglie, nonostante il fatto che le altre famiglie percepiscano ulteriori redditi dai figli non frequentanti l'università.
Suddividendo le famiglie in quintili di reddito, calcolati ordinando le famiglie dalla più povera alla più ricca di tutto il campione nazionale, e dividendo le famiglie in cinque gruppi uguali, otteniamo le seguenti percentuali di frequentanti nei diversi gruppi:
Quintile di reddito | Frequentanti o con diploma di laurea (fra i giovani dai 19 ai 27 anni) |
1 (famiglie con minore reddito) | 32% |
2 | 36% |
3 | 41% |
4 | 56% |
5 (famiglie con maggiore reddito) | 69% |
Tutti gli altri indicatori socioeconomici confermano il quadro delineato sopra. La seguente tabella riporta le differenze fra universitari e non secondo varie caratteristiche. Nelle prime quattro righe ho incluso fra "non possiede" solo chi ha risposto ''sì'' alla domanda "non possiede perché non se lo può permettere".
Caratteristiche della famiglia | Universitari | Non universitari |
Non possiede casa di proprietà | 9% | 22% |
Non possiede DVD né registratore VHS | 1% | 5% |
Non possiede videocamera | 4% | 11% |
Non possiede auto | 0.5% | 2.7% |
Media % di componenti adulti con laurea | 21% | 6% |
Media % componenti adulti con almeno diploma superiore | 64% | 34% |
Arriva alla fine del mese abbastanza facilmente o meglio | 30% | 16% |
Le altre righe confermano che i genitori dei frequentanti sono molto più scolarizzati dei genitori dei non frequentanti, e che il benessere generale familiare è superiore. Espandendo le risposte alla domanda da cui ho estratto le informazioni dell'ultima riga il quadro non cambia. Solo il 36% dei giovani delle famiglie che fanno molta fatica ad arrivare alla fine del mese frequenta l'università, mentre frequentano l'università il 79% di quelli appartenenti alle famiglie che ci arrivano molto facilmente.
Arriva alla fine del mese | Universitari |
Molto difficilmente | 36% |
Difficilmente | 44% |
Abbastanza difficilmente | 51% |
Abbastanza facilmente | 64% |
Facilmente | 64% |
Molto facilmente | 79% |
Infine, due parole sugli studenti lavoratori. Come ci si può aspettare, provengono da famiglie con redditi inferiori, di circa il 18%, dei loro compagni non lavoratori. Considerando i non frequentanti, invece, i redditi dei genitori di chi lavora e non lavora sono quasi uguali.
Per concludere, il quadro dipinto rappresenta una situazione forse nota, ma poco documentata: chi frequenta l'università proviene dai ceti più agiati della popolazione. Sussidiare gli studi con rette universitarie che non coprono i costi rappresenta, nei fatti, un trasferimento di risorse dai poveri ai ricchi. Una seria politica di diritto allo studio deve poter tenere conto di questi dati. Ne parleremo ancora quanto presenteremo il nostro programma di riforma dell'università, per fermare il declino.
...ne ho la certezza matematica :D
Fra i miei colleghi ho sempre notato che sono in pochi a non avere alle spalle una "buona" famiglia.