I referendum elettorali subito!
Questo appello è rivolto
anzitutto ai cittadini italiani, e inoltre al Presidente della Repubblica, al
governo e a tutte forze politiche. Chiediamo che i referendum elettorali si
svolgano, e si svolgano alla prima data utile permessa dalla legge, il 20
aprile 2008.
I referendum sono uno strumento per forzare la classe politica al cambiamento.
Anche se di cambiamento solo parziale si tratta, una vittoria del SI
impedirebbe il raggruppamento dei partiti in coalizioni, diminuendo il potere
di ricatto degli interessi particolari. Una vittoria del SI costringerebbe
i candidati a presentarsi in un solo collegio, evitando la farsa dei
capi-partito che, vincendo in molti collegi, scelgono chi viene eletto in
svariati posti. Il SI ai referendum produrrebbe una riforma del sistema
elettorale in senso maggioritario di cui il paese ha grande bisogno.
Ci diranno: i cittadini sono stanchi di essere chiamati a votare ad ogni piè
sospinto! Non spetta ai parlamentari scegliere la legge elettorale? Perché
molti cittadini non esperti della materia dovrebbero decidere?
Per
quanto ragionevoli queste obiezioni siano, l'esperienza dimostra che il
Parlamento, in assenza di pressione esterna, non è in grado di giungere a
un buon accordo sulla riforma elettorale. Solo il referendum è in grado di
sbloccare la situazione. La difficoltà di raggiungere un accordo è ovvia: se
cambiando il sistema un partito ottiene più seggi, deve essercene un altro che
ne ottiene meno. Per questo, qualunque accordo risulta difficile da
raggiungere. A maggior ragione, senza la pressione esterna del referendum, un
cambiamento delle regole in senso fortemente maggioritario appare
particolarmente improbabile. Entrambe le coalizioni infatti includono grandi,
medi e piccoli partiti, con interessi divergenti. Anche la via di un accordo
trasversale fra i partiti maggiori, tentata in varia forma nelle ultime
settimane, appare impraticabile: a fronte di un ipotetico accordo il governo
verrebbe fatto cadere per impedirne l'attuazione e procedere alle elezioni.
Senza i referendum il gioco dei veti incrociati blocca qualunque tentativo di
riforma, come è accaduto fino ad ora.
Attendere avrebbe senso se
la riforma elettorale si potesse accompagnare ad altre riforme istituzionali,
quali l'eliminazione del bicameralismo perfetto. Ma tali riforme costituzionali
richiedono un processo lungo che non è possibile portare a compimento entro il
15 giugno. Meglio celebrare i referendum il prima possibile e poi mettersi
all'opera per portare a compimento le riforme istituzionali.
Celebrare i referendum il prima
possibile non danneggerà né la possibilità di raggiungere accordi più ampi di
riforma istituzionale né la possibilità di approvare una buona legge
elettorale. Servirà invece a togliere più rapidamente il paese dalla paralisi
decisionale in cui attualmente si trova. Esiste ora il concreto rischio che lo
scioglimento del Parlamento porti al rinvio della consultazione. In tal caso si
finirebbe per votare nuovamente con l'attuale legge elettorale, rimandando
nuovamente sine die l'avvio delle riforme istituzionali di cui il paese
ha disperatamente bisogno. Per quelle forze politiche che temono il risultato
della consultazione referendaria, forte sarà la tentazione di evitarla
provocando lo scioglimento del Parlamento. Quanto prima si vota tanto minori
saranno tali rischi.
È il Presidente della Repubblica
che, in ultima istanza e in accordo con la Costituzione, prende la decisione di
sciogliere le camere. Chiediamo che, qualora si presenti una situazione di
crisi, il Presidente esplori tutte le vie possibili affinché lo scioglimento
delle camere, se tale evento dovesse effettivamente accadere, avvenga solo dopo
la celebrazione del referendum.
Esiste il rischio serio che si
formi in Parlamento un accordo anti-referendum e che la legge elettorale
venga cambiata in senso proporzionale anziché in senso maggioritario. Questo
stravolgerebbe l'intento referendario burlandosi ancora una volta della volontà
di milioni di cittadini. Anche per evitare che tale accordo-truffa si
materializzi chiediamo che i referendum si svolgano al piu' presto possibile.
L'Italia ha bisogno di una
radicale riforma istituzionale. Modificare la legge elettorale è il primo
passo. Facciamo in modo che questo passo si possa compiere. Celebriamo i
referendum il 20 di aprile.
'<h' . (('3') + 1) . '>'Cosa puoi fare
'</h' . (('3') + 1) . '>'
1. Se hai un sito o blog, ti invitiamo a copiare il testo dell'appello
e/o a linkare l'URL originale:
www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/I_referendum_subito.
Più links riceve l'appello, più l'appello verrà notato dagli
"aggregatori" di blog.
2. Vota questo articolo su oknotizie: piu' voti questo articolo
riceve, più tempo l'appello rimarrà nella loro homepage e più persone
ne verranno a conoscenza.
'<h' . (('3') + 1) . '>'Per capire meglio '</h' . (('3') + 1) . '>'
Se vuoi comprendere meglio le motivazioni che ci hanno spinto a promuovere questo appello, puoi leggere questo articolo.
Mi sembra che ormai il referendum sia una prospettiva che non esiste più. O si vota (ipotesi di gran lunga più probabile) o si fa un governo con il solo scopo di modificare la legge elettorale. In entrambi i casi, non ci saranno i referendum nella primavera 2008.
Che sia difficile si, che sia impossibile no. La decisione di sciogliere le camere spetta a Napolitano. Se il consiglio dei ministri indice il referendum il 20 di aprile e le camere vengono sciolte subito dopo, il referendum si fa.