Ci siamo quasi. Ottobre non e' poi cosi' lontano. Il 14 di quel mese,
eleggeremo il segretario del Partito Democratico. Dico eleggeremo,
perché immagino che anche qui a New York vi sarà almeno un seggio per
le primarie, cosi' come ci fu nel 2000. Il comitato dei maggiorenti che
e' incaricato dell'organizzazione del costituendo partito prima che gli
organi sociali vengano eletti, ha deciso che vi saranno liste bloccate,
ognuna delle quali collegate con un candidato per la carica di
segretario. A detta dei leader dell'Ulivo, ciò farà si' che saremo noi
semplici elettori a scegliere la prima guida del nuovo soggetto
politico.
Purtroppo, come previsto, si sta rivelando un'ennesima presa per il c... L'inizio della messa in scena e' toccato a Fassino, il quale, giorni addietro, e' stato il primo ad avanzare il nome di Walter Veltroni, asserendo che tutti i DS sarebbero stati felicissimi di sostenere la sua candidatura a segretario. Poi, uno ad uno, larga parte dei DS stessi, nonche' alcuni pezzi grossi di DL, si sono accodati. Infine, e' toccato a Veltroni
entrare in scena, all'inizio titubante, e poi sempre più sicuro di
accettare l'investitura. Perfetto! E' cosi' che si lascia la scelta
agli elettori? Con quale coraggio un'altra persona con un po' di
orgoglio si opporrà a Veltroni, quando tutto l'establishment ha dichiarato di appoggiare quest'ultimo? Vi immaginate se, mesi addietro, al momento in cui HillaryClinton
sciolse la riserva sulla sua candidatura a Presidente degli Stati
Uniti, i leader democratici del Senato avessero manifestato
pubblicamente il loro sostegno? Prima che il parco dei contendenti si
fosse completato? Sarebbe stata un'iniziativa inaudita. In Italia, non
solo e' successo. Nessuno si e' meravigliato. Secondo Repubblica, cosi'
Fassino si e' espresso in risposta al giornalista De Marchis, che gli chiedeva se consigliasse a Bersani di ritirarsi:
Bersani o altri sono liberi di decidere. È utile una pluralità di liste
e di candidati. Tuttavia penso che su Veltroni si realizzi una larga
convergenza unitaria. Ed è così che il suo impegno viene percepito dai
cittadini. Uno dei nostri problemi di sempre è la Babele di linguaggi,
il mettere troppo in evidenza più le divisioni che i punti in comune.
Credo che di questo dobbiamo tenere tutti conto. La nostra gente vuole
segnali di forte coesione e unità. Per una volta che possiamo essere
davvero uniti perché presentarci divisi?".
Io, tra Bersani e Veltroni, non avrei alcun dubbio. Voterei per Bersani. Ma questo non e' il punto. Il punto e' che la pluralità che ha in mente Fassino e' quella fasulla di stile vetero-sovietico: i potenti e potentelli
cooptano il leader, e sulla scheda elettorale aggiungono qualche altro
nome per dare una parvenza di democrazia. Un po' come i dittatori
africani fanno per aggraziarsi gli osservatori internazionali. Al
popolo bue e' demandata la semplice ratifica. La leadership dei DS
non ha capito assolutamente nulla. Non ha capito che la gente comune e'
stanca di sentirsi imporre nomi dall'alto. Che e' stanca dei
professionisti della politica, o classe dirigente del Paese, come suole
definirla D'Alema. Walter Veltroni,
con tutti i pregi che nessuno gli nega, e' il professionista della
politica per antonomasia. Pur proclamandosi giornalista (e' iscritto
all'ordine, ma cos'altro?), ha passato tutta la vita a fare solo ed unicamente il politico. Dalla FIGC
al Consiglio comunale di Roma già a 22 anni, e cosi' via, fino
all'incarico di vice-presidente del Consiglio e quindi al Campidoglio.
E' questa la ventata d'aria nuova di cui si ha disperatamente bisogno?
A me sembra un miasma proveniente da una discarica.
Sentite ancora Fassino nell'intervista citata:
... In primo luogo perché Walter è un dirigente dei Ds ed è stato
addirittura il leader del partito. La sua appartenenza politica è
chiara. Ma Veltroni rappresenta anche tutto l'Ulivo e il Pd, cioè uno
spettro molto ampio di posizioni. I Ds erano in grado di mettere in
campo altri dirigenti, ma poi bisogna tenere conto delle condizioni
politiche. E queste condizioni hanno portato alla scelta più idonea.
E poi:
...É un dirigente stimato da tutti. Ha un profilo che lo rende
riconoscibile a un elettorato più largo del centrosinistra. La sua fede
ulivista è sempre stata dichiarata. E' anche un esponente dei Ds e in
questo c'è il riconoscimento del ruolo del nostro partito. Racchiude in
sé le caratteristiche di unità e di novità.
VELTRONI NOVITÀ ?????? Fassino, che droghe stai prendendo? Infine, alla domanda "Perché Veltroni sì e altri no, a parte i sondaggi?", il Nostro risponde:
Per i tratti del suo profilo di cui parlavo prima. E perché venendo
dal Campidoglio non si porta dietro le ferite delle battaglie di questi
anni. E' il più fresco di noi. E può unire più di ogni altro.
Ma che c.... vuol dire? In questi giorni, Rudy
Giuliani sta viaggiando come un ossesso da una parte all'altra degli
Stati Uniti per perorare il suo caso come candidato a Presidente. Per
la maggior parte del tempo, parla dei suoi trascorsi come Sindaco di
New York. Questo perché, e' ovvio, la gente utilizza la history
del candidato per formare aspettative su quello che sarà il suo
comportamento nell'evenienza che venga eletto alla Casa Bianca. E per history,
intendo cifre: il calo nel numero di reati commessi a New York durante
i suoi otto anni in carica, il miglioramento dei risultati medi degli
studenti della scuola pubblica nei test standardizzati, il calo del
deficit di bilancio del governo cittadino, la diminuzione dei newyorkesi
che richiedono assistenza pubblica, e cosi' via. Penso che, anche in
Italia, la gente non ne possa più delle solite risposte sofistiche cui
siamo stati abituati dalla nascita. Se Veltroni
vuole fare il segretario, ci dica quali, tra le iniziative che ha preso
come Sindaco di Roma, dovremmo utilizzare per formare aspettative circa
le decisioni che prenderà come segretario ed, eventualmente, come
Presidente del Consiglio.
La mia speranza e' che, a qualche
momento durante l'estate, un outsider, una persona con un passato
professionale, si proponga come alternativa all'uomo prescelto dal Politburo.
Intendo una personalità che si sia guadagnata il nostro rispetto con il
proprio lavoro e la propria integrità. Ci sono molte amministrazioni
locali che sono guidate con successo da non-professionisti della
politica. Sono convinto che diversi/e di questi signori/e sarebbero
eccellenti candidati alla carica. Un nome e' quello di Renato Soru, attualmente Presidente della Regione Sardegna. Per quanto ne so, Soru
non e' stato attivo in politica fino all'eta' di 47 anni. Prima di
allora, come tutti noi, aveva un lavoro. Anzi, caso atipico per
l'Italia, ne ha avuti diversi, di lavori. Con l'ultima attività, l'azienda Tiscali,
e' diventato ricco. Devo ammettere che non ho avuto occasione di
seguire attentamente il suo operato durante i primi tre anni da
Presidente della Sardegna. Ciò che ho registrato, ascoltando in bassa
frequenza, e' per lo meno un minimo di creatività e di indipendenza
dall'establishment del suo partito, nonché una certa capacita' di
decidere e di implementare. Avrei tanto voluto aggiungere il
nome di una donna, ma devo ammettere che, unicamente per mia ignoranza,
non sono riuscito a identificarne una con credenziali simili a quelle
di Soru. Sono
convinto che un segretario, ed eventualmente un presidente del
consiglio donna, potrebbe contribuire con più efficacia di un uomo a
quello scossone al baraccone cui tanti di noi anelano. Spero di leggere
altri nomi nei commenti a questo pezzo.
Ah gia', Soru, quella della tassa sul lusso, cosi' i notai non vanno piu' in barca in Sardegna...