Faccio parte di quella piccola percentuale della popolazione che, nel mio caso ormai 20 anni fa, ha avuto l’opportunità di frequentare un anno di superiori all’estero. Dopo tre anni di liceo a Valdagno ho completato il mio quarto anno di superiori in America. Tra gli exchange students sono uno di quei rari casi che ha poi optato per rimanere negli Stati Uniti iscrivendomi direttamente all’università. Rinunciavo ad un anno di comodità domestiche (lava, stira, colazione-pranzo-cena gratis) in cambio di mense universitarie, lavaggi automatici e camicie stropicciate… per fortuna era il periodo grunge. In compenso evitavo l’esame di maturità e il recupero di un anno perso di latino, per immergermi nella vita universitaria un anno prima dei miei coetanei valdagnesi. Ne è valsa decisamente la pena, ma come preparazione accademica non credo ci sia stata una gran differenza. Il college americano inizia con dei requirements generici (lettere, lingue, scienze, matematica) per tutte le discipline, e questo in qualche modo può essere paragonabile ad un quinto anno di liceo. Così 4 anni di high-school più 4 anni di college statunitensi possono essere equiparati con 5 anni di superiori più 3 anni di triennale italiani. Perlomeno come anni di studio i due sistemi si equivalgono, mentre per quanto riguarda la qualità non è l’obiettivo di questo articolo paragonare il curriculum didattico dei due paesi dato che esiste anche una grande varianza all’interno dei paesi stessi. In questo articolo estivo ci si domanda invece cosa cambierebbe se il sistema scolastico italico adottasse il 4+4 americano. È una analisi back-of-the-envelope che si focalizza sulle implicazioni economiche per un paese con i conti pubblici in crisi, e dove l’istruzione è quasi totalmente a carico dello stato.
Non si tratta di un confronto tra sistema americano ed europeo, perché anche all’interno dell’Europa esistono differenze sulla durata delle superiori. L’UNESCO offre un metro di paragone tra sistemi scolastici internazionali con l’International Standard Classification of Education (ISCED). La seguente tabella mette a confronto i paesi dell’Europa occidentale e del Nord America:
2008 | Eta' in prima | Eta' a fine superiori | Totale anni scolastici | Eta' inizio superiori | Durata superiori |
Andorra | 6 | 18 | 12 | 16 | 2 |
Austria | 6 | 18 | 12 | 14 | 4 |
Belgium | 6 | 18 | 12 | 14 | 4 |
Cyprus | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
France | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Greece | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Israel | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Liechtenstein | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Monaco | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Netherlands | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Portugal | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Spain | 6 | 18 | 12 | 16 | 2 |
United States | 6 | 18 | 12 | 15 | 3 |
Denmark | 7 | 19 | 12 | 16 | 3 |
Finland | 7 | 19 | 12 | 16 | 3 |
Sweden | 7 | 19 | 12 | 16 | 3 |
Ireland | 4 | 17 | 13 | 15 | 2 |
Malta | 5 | 18 | 13 | 16 | 2 |
United Kingdom | 5 | 18 | 13 | 14 | 4 |
Canada | 6 | 19 | 13 | 15 | 4 |
Germany | 6 | 19 | 13 | 16 | 3 |
Italy | 6 | 19 | 13 | 14 | 5 |
Luxembourg | 6 | 19 | 13 | 15 | 4 |
Norway | 6 | 19 | 13 | 16 | 3 |
San Marino | 6 | 19 | 13 | 14 | 5 |
Switzerland | 7 | 20 | 13 | 16 | 4 |
Iceland | 6 | 20 | 14 | 16 | 4 |
Source: UNESCO Database (2008)
La tabella è in ordine crescente di anni scolastici totali tra scuola primaria e secondaria (medie e superiori). La maggior parte dei paesi occidentali offre solo 12 anni di scuola pre universitaria come negli Stati Uniti, anche se diversi ne hanno 13 come l’Italia (Canada, Germania, Regno Unito, Norvegia, Svizzera e Irlanda, per nominare i principali). Di questi solo l’Italia (e San Marino) spicca con 5 anni di superiori.
Le superiori italiane sono impostate per una società ormai di un secolo fa. Fornivano una solida educazione in un’epoca in cui la stragrande maggioranza dei diplomati non continuava con studi universitari. Un tredicesimo anno scolastico era comprensibilmente giustificato. Oggi la stragrande maggioranza di diplomati si iscrive all’università, e spostarsi da un sistema superiori-università di 5+3 a 4+4 non diminuirebbe gli anni di educazione per il grosso della popolazione.
2008 | superiori | universita' |
teachers | 229793 | 103283 |
students | 2847785 | 2013856 |
student/teacher ratio | 12.4 | 19.5 |
new entrants | 314449 | |
graduates | 381106 |
Source: Eurostat
Nel 2008, 381 mila studenti si sono diplomati dalle scuole superiori, e di questi 315 mila si sono iscritti all’università: l’83%. Anche se un passaggio da 5+3 a 4+4 sarebbe quasi indifferente per l’istruzione della popolazione, perché avventurarsi in tale riforma strutturale? Un vantaggio economico esiste sul semplice rapporto professore/studenti. I dati Eurostat indicano un rapporto di 12 studenti per professore alle superiori. Se in media una classe di superiori ha 24 studenti, ogni tre sezioni (72 studenti) ci sono 6 professori in rotazione (italiano/latino, matematica/scienze, inglese, storia/filosofia, educazione fisica, disegno tecnico). Trasformando il quinto anno di superiori in un primo anno universitario, si eliminerebbe la necessità di pressapoco un quinto del corpo docente delle superiori. Anche se eseguito in maniera graduale (basandosi sulle rate di pensionamento e assunzioni) si tratta comunque di una riduzione considerevole. Oggi, secondo Eurostat, sono impiegati pressapoco 230 mila docenti alle superiori, con un programma di quattro anni ne servirebbero a spanne solo 184 mila. Una riduzione di 46 mila posti spalmati per le 6719 scuole superiori (dati ISTAT) significa eliminare 7 docenti per istituto/liceo. Forse sarebbe uno shock impraticabile, ma assumendo una paga annuale di 25 mila euro, si tratterebbe di un risparmio per l’istruzione pubblica di 1 miliardo e 15 milioni di euro.
Dal lato universitario il triennio verrebbe esteso a quattro anni, aggiungendo requirements universitari (se si segue il modello americano) in lettere, inglese, matematica e scienze. Per accomodare i 315 mila studenti in più occorre assumere docenti in queste materie di base (forse anche i prof. di liceo per questi corsi di base?). Anche se i dati Eurostat indicano un rapporto professore/studenti di 1/20 all’università, credo sia più realistico, per i corsi di primo anno, assumere come minimo un rapporto di 1/50. Servirebbero così un 6000 ricercatori universitari in più per insegnare queste materie di base. Anche con uno stipendio annuo di 30000 euro per i neo docenti, il costo aggiuntivo sarebbe solo di 180 milioni. Tenendo conto della differenza netta tra tasse universitarie e delle superiori, quei 315 mila studenti pagherebbero una differenza netta di pressapoco 1000 euro a testa. Ricapitolando, il risparmio corrente di questa riforma sarebbe 1015 milioni (taglio alle superiori) – 180 milioni (nuovi docenti universitari) + 315 milioni (tasse didattiche nette in più) = 1 miliardo e 150 milioni di euro.
millioni di euro (2007) | Italy |
Spesa pubblica sull'istruzione | 65641.2 |
Spesa pubblica scuole primarie | 23686.6 |
Spesa pubblica scuole medie e superiori | 30350.7 |
Spesa pubblica universita' | 11603.9 |
Spesa pubblica istruzione in % al Pil | 4.29 |
Source: Eurostat
Esistono sicuramente ulteriori costi logistici che questo calcolo a spanne non considera, ma ci sarebbe perlomeno un miliardo risparmiato ogni anno per metterlo in atto. Si tratta solo di un 2% scarso del costo totale per la pubblica istruzione, una briciola del deficit pubblico, ma più che un risparmio economico esistono anche diversi vantaggi sociali:
1. Ogni anno 67 mila studenti che non hanno intenzione di proseguire con gli studi universitari potranno diplomarsi a 18 anni come la maggior parte dei loro coetanei europei.
2. Un rapporto basso tra insegnante e studenti è importante per le elementari e le medie, ma un diciannovenne dovrebbe già avere la maturità per applicarsi per conto proprio in un corso universitario numeroso.
3. Iscriversi all’università significa uscire dalla provincia, arrangiarsi, maturare e incominciare a pensare al proprio futuro scegliendo un indirizzo di studi. Restare un quinto anno alle superiori significa invece prolungare la protezione familiare e rimanere nel nido fino alla soglia dei 20 anni.
A parte i potenziali vantaggi economici e sociali, l'istruzione pubblica per 380 mila maggiorenni solleva un'altra domanda. E' comprensibile se uno stato sociale vuole offrire un'istruzione pubblica gratis ai propri bambini e ragazzi, ma è giusto intrattenere per mezza giornata a spese del resto della società 380 mila uomini e donne considerati abbastanza adulti per votare? Uno stato con il debito pubblico più alto d'Europa, e con i conti pubblici in crisi, non può permettersi mezza giornata di babysitting per i propri diciottenni. Dopo 4 anni di superiori, che si paghino la propria istruzione (con le tasse universitarie) o che vadano a lavorare.
Nonostante l’Unesco, il numero di anni di scuola preuniversitaria negli USA è di 13 anni e non di 12. Ai grades da 1 a 12 si deve aggiungere il kindergarten che negli USA è di fatto obbligatorio (in molti stati è obbligatorio o gratis, o entrambi). Il sistema di scuola formale negli USA è infatti definito K-12. Il kindergarten è dove si inizia a imparare a leggere e a scrivere. Ad esempio, l’equivalenza tra scuola britannica, misurata in Years che vanno da 1 a 13, e quella americana in Grades da 1 a 12 si basa su questa relazione: Y1=k, y2=G1…Y13=G12. Per tutti gli effetti pratici e finanziari, gli anni sono 13.
Per quanto riguarda l’iniziativa di ridurre un anno di scuola, non è chiaro se l’obiettivo primario sia quello di liberare un anno prima gli adolescenti, con il bonus di un risparmio per le casse pubbliche, oppure se l’obiettivo primario sia invece il risparmio finanziario pubblico con il vantaggio accessorio di togliersi di mezzo una marea di scolari maggiorenni. Perché nel primo caso sarebbe più semplice iniziare la scuola un anno prima, mentre nel secondo caso è sufficiente fare come fanno tutti gli altri paesi (USA e UK inclusi): allungare le elementari di uno o due anni e ridurre il resto. Il risparmio netto sarebbe più forte (alla sesta elementare per ogni 20-30 ragazzi sarebbe necessario un numero ridotto di insegnanti elementari anziché una plotoncino di professori).
E' vero, e per esperienza devo dire che il kindergarden americano e' molto piu' didattico dell'asilo italiano.
L'obiettivo primario era il risparmio per le casse pubbliche, ma credo che allungare le elementari (avere una o due maestre invece del plotoncino di prof) diminuisca la qualita'. Invece mandandoli all'universita' prima (a 18 anni) oltre al risparmio la qualita' forse migliora.
L'idea di iniziare la scuola un anno prima e' un altro discorso, che comunque condivido. Esistono metodi didattici anche per i bambini dai 3 ai 5 anni (senza il rigore delle elementari) che non vedo applicati negli asili italiani.
Se non sbaglio, l'attuale scuola media triennale era stata concepita, prendendo spunto dalla suddivisione degli insegnamenti adottata dalle superiori (tanto è vero che all'inizio prevedeva anche il latino...) per il prolungamento dell'obbligo scolastico a 14 anni. Potrebbe essere tranquillamente assorbita dalla scuola primaria (2 anni) e dalla superiore (1 anno), magari mantenendo l'attuale struttura 2+3 delle superiori e rendendo obbligatorio il primo biennio per tutti. A quel punto per gli ultimi anni delle primarie (almeno 3) dovrebbero essere utilizzati due insegnanti prevalenti (non più uno come vorrebbe MG) garantendo un minimo di specializzazione e magari ci starebbe anche un po' di spazio per allungare l'orario dei due anni aggiuntivi (oggi le medie infatti hanno un orario più breve delle primarie). Ovviamente non si farà mai con la scusa che non si saprebbe dove mettere gli attuali insegnanti delle medie, anche se penso che con uno studio accurato il progetto sarebbe tutt'altro che irrealizzabile.