Alcuni giorni fa, discutevo con un'amico i criteri di scelta della scuola per sua figlia, che comincerà a settembre la prima elementare. Essendo la qualità delle scuole presenti entro una distanza ragionevole piuttosto uniforme, fra i pochi criteri rilevanti c'è stata anche la possibilità scegliere una scuola in cui la bimba non dovesse frequentare il sabato. Segno che questo piccolo elemento di differenziazione fra scuole è apprezzato e sfruttato dai genitori.
E invece no, il ministro pensa che il sabato mattina nessun bambino debba andare a scuola, alla faccia dei genitori che vogliono invece spendere la mattinata libera per fare la spesa o tagliare l'erba in santa pace. Oppure di quelli che pensano sia più utile diluire le ore di insegnamento nell'arco di sei giorni. Del resto, nell'ottica ministeriale i genitori non vengono nemmeno reputati adeguati a scegliere se sia meglio mandare il proprio pargolo ad una scuola-caserma con pupilli in divisa piuttosto che ad una scuola-sfilata-di-moda assieme ad altri aspiranti modelli/e in abiti griffati.
Il tema sarà ritrito per i consueti lettori del sito, ma vale lapena ribadirlo ancora una volta: la smania di dirigismo statalistapervade tutti i settori dell'emiciclo parlamentare. Qualcuno vuole lascuola il sabato con tutti in grembiule, qualcuno fino al venerdì senzagrembiule, altri preferiscono i bimbi con la cravatta, altri con lostemma, e così via; ma quel che è più importante è che tutti si debbanoconformare alla preferenza del funzionario ministeriale di turno. Ma proprio nessuno pensa che sarebbe meglio lasciare la decisione alle scuole così che i genitori possano scegliere?
Sara' ritrito, non lo so, ma fa sembre bene sentirlo. Ancora una volta si mira a riforme di marketing e non di sostanza. Ti immagini essereil ministro che ha messo tutti in divisa? Passi alla storia!!
Ci aspettavamo di meglio dal Ministro Gelmini, secondo le indiscrezioni che circolavano. Ma d'altra parte e' chiaro che i vincoli politici a cui deve essere sottoposta non sono dei piu' leggeri.
Peccato!