Sanita pubblica USA: un mito da sfatare

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Negli USA è in corso un acceso dibattito sulla riforma sanitaria, che viene ripreso in parte dalla stampa italiana. Ieri ho assistito ad un seminario di un collega che ha mostrato alcune tabelle interessanti. Sfatano miti diffusi, in Italia ed altrove.

Riproduco un paio delle tabelle mostrate visto che, secondo me, servono a sfatare alcuni miti sulla sanità pubblica USA. Alcuni di noi lo avevano gia accennato in commento, ma è bene riprodurlo con dati precisi: la spesa sanitaria pubblica in percentuale del PIL è sostanzialmente pari a quella italiana; in termini pro capite è circa il 65% più alta.

Ho elaborato i dati da un foglio inviatomi dal mio collega, Greg Huffman, che ringrazio, ma li potete trovare facilmente nel sito dell'OCSE. Cominciamo dalla figura che analizza l'andamento in percentuale del PIL. È noto che la spesa sanitaria è enorme negli USA, circa il 17% del PIL. Pochi sanno però che quasi metà di questo è a carico di programmi di stati e governo federale. Si tratta di programmi come Medicare (assistenza agli anziani), Medicaid (ai poveri), e delle spese per curare i veterani, i militari (che negli usa non sono pochi!), e per assicurare i dipendenti pubblici (anche qui, non pochi, basti pensare alla massa di insegnanti).

Passiamo alla spesa pro capite. Anche qui, la figura lascia spazio a pochi commenti. I dati sono in dollari a parità di potere d'acquisto (PPP adjusted)

Insomma, per riassumere, la spesa PUBBLICA per la sanità negli USA è superiore a quella italiana, sia in termini pro capite che in percentuale del PIL. Le differenze stanno nella sua allocazione: negli USA va diretta ai poveri e agli anziani, in Italia viene ripartita in base a criteri ...

(lascio i puntini perché da qui dovrei affidarmi all'aneddotica).

Colgo l'occasione per ribadire che di sanità intendiamo certamente occuparci in futuro. Gran parte del dibattito suscitato da un recente post di Alberto Lusiani ha lasciato a desiderare alquanto. È però un tema difficile, e vorremmo cercare di affrontarlo seriamente, affidandoci per quanto possibile ai dati e alla logica, ai quali invitiamo i lettori ad affidarsi pure. 

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Commenti

Ci sono 55 commenti

non mi intendo del settore, però se la spesa USA è maggiore, come è possibile che qua tutti abbiano, almeno teoricamente, copertura medica, e negli USA sia necessaria un'assicurazione privata?

 

non ho mai capito del tutto il sistema sanitario d'oltreoceano...

 

se la spesa USA è maggiore, come è possibile che qua tutti abbiano, almeno teoricamente, copertura medica, e negli USA sia necessaria un'assicurazione privata?

 

Tutti i sistema sanitari occidentali sono "pre-paid systems", nel senso che non devi sostenere direttamente l'onere sanitario (pagando in contanti il trapianto, per esempio) ma esiste un sistema "prepagato" che si occupa della ripartizione della spesa. Questi sistemi possono essere di due tipi:

1) spesa sanitaria finanziata con un sistema tributario (quindi sulla base del reddito) 

2) spesa sanitaria finanziata con un sistema assicurativo (quindi sulla base del rischio)

In pratica esistono soluzioni miste. In europa quasi tutti i paesi hanno sistemi che sono finanziati in parte con le imposte ed in parte con assicurazioni che o mandano il conto a casa  o prelevano percentuali dello stipendio. Per la parte assicurativa è libertà del cittadino scegliere il contratto piu' adatto. Eventualmente lo stato fissa criteri quadro.

Altra caratteristica è l'obbligatorietà (universalità).

Se il sistema è obbligatorio, tutti hanno la copertura (che sia statale o assicurativa non importa) mentre se è facoltativa qualcuno puo' decidere di non assicurarsi perché è sano, vuole risparmiare, o non ha soldi o è clandestino.

Nel mondo occidentale la predominanza è di sistemi misti (fisco+ass) obbligatori.

Quello usa è misto ma facoltativo.

Gran parte degli americani senza copertura non è costituita da poveri, come i media fanno credere in Italia, ma da persone con redditi elevati (>25'000$ ed anche >50'000$). Da qualche parte avevo un documento ufficiale dell'amministrazione federale usa ma dovrei cercarlo sul disco e comunque è vecchio. Tanto meglio che chi oltre oceano sa a cosa mi riferisco, dia qui le coordinate piu' recenti.

Francesco

PS, scusate se ho riassunto cose note ai piu' ma la domanda qui sopra mi pare necessitasse di una trattazione introduttiva di massima.

 

 

questi grafici non mi sembrano una buona notizia per gli USA. Mi domando se la quantita' di health care consumata (totale o solo a spese dello stato) sia sempre la stessa ma quello che e' aumentato e' il costo, il prezzo. In tal caso risulterebbe che per lo stesso servizio adesso gli americani pagano di piu' (di tasca propria o tramite lo stato).

 

 

questi grafici non mi sembrano una buona notizia per gli USA. Mi domando se la quantita' di health care consumato (totale o solo a spese dello stato) sia sempre lo stesso ma quello che e' aumentato e' il costo, il prezzo. In tal caso risulterebbe che per lo stesso servizio adesso gli americani pagano di piu' (di tasca propria o tramite lo stato).

 

No, la qualità del servizio cambia costantemente, grazie all'innovazione tecnologica. Non solo ma ogni successo terapeutico, oltre a costare, si riflette nell'aspettativa di un nuovo costo futuro, con la prossima malattia. È naturale quindi che con l'innovazione tecnologica, che permette di curare e guarire meglio, crescano i costi. È da mettere anche in relazione con l'invecchiamento della popolazione, che fa aumentare i costi sanitari.

Francesco

Scusa Andrea, ma il mito da sfatare sarebbe quello che gli USA spendono per parte pubblica meno dell'Italia? Ma chi lo aveva detto ?

Ci sono numerosi miti. Non e' raro che quando si torna in Italia qualcuno chiede cosa succede alla gente senza assicurazione, se i malati vengano lasciati morire per strada, e tante altre facezie, alcune delle quali trovi anche per iscritto in questo sito, nei commenti. Fra i miti, il fatto che la sanita' usa sia interamente "privata". 

Alcune cose sulla sanità americana non mi sono chiare:

1) se per un periodo non paghi l'assicurazione, dopo per rientrare devi pagare i mesi che hai saltato?

2) esiste la figura del medico di famiglia e se sì é un accessorio, ovvero paghi un po di più per averlo? E se non hai il medico di famiglia per un mal di schiena o un'influenza devi rivolgerti al pronto soccorso degli ospedali?

3) quali sono i costi? Se sono single quanto pago? Se sono sposato con 2/3 figli?

4) mi sembra che il sistema funzioni a ospedali convenzionati, un po come le officine con le automobili per il periodo di garanzia. Esisitono assicurazioni "pacco" che ti convenzionano con ospedali scarsi?

5) é vero che le assicurazioni talvolta (neanche tanto raramente) cercano di rivalersi sul cliente in tribunale per non pagare interventi che loro ritengono non coperti?

1. No. Ma se ti ammali nel frattempo risulti avere  una "pre-existing condition" ed è quasi impossibile trovare un'assicurazione che ti prenda.

2. Sì. La maggior parte dei piani assicurative prevede un "primary provider" che ha anche il compito di scoraggiare esami e procedure troppo costose.

3. Dipende. Se, come la stragrande maggioranza di quelli che hanno l'assicurazione, ottieni copertura tramite il datore di lavoro, la spesa è divisa fra il lavoratore e il il datore di lavoro (e la somma pagata dal datore di lavoro non conta come reddito tassabile del dipendente, per ragioni storiche). Le cifre sono cariabili, a differenza dei piani, da poche decine di dollari al mese fino a alcune centinaia, con il contributo del datore di lavoro circa 2 o 3 volte tanto. Se invece vuoi assicurarti da solo, allora siamo su certamente nelle 4 cifre al mese.

4. La maggior parte dei piani assicurativi sono HMO, convenzionate solo con certi medici e ospedali nella zona di residenza del paziente. (Se ti ammali fuori zona e hai una HMO, devi andare al pronto soccorso). Il problema non è la qualità, direi, ma la disponibilità di ospedali convenzionati.

5. Non le assicurazioni, ma dottori o ospedali. Se un intervanto non è coperto, l'assicurazione non paga, e basta. L'ospedale può decidere di curarti lo stesso (ad es. in caso di emergenza), ma poi ti presenta il conto.

Vedo che qualcuno ha gia risposto. Rispondo anch'io sperando che cosi' tu abbia maggiori informazioni

1. Esiste una cosa che si chiama "COBRA", che ti permette, quando perdi lavoro, di continuare l'assicurazione che avevi con il datore precedente, pagandola di tasca tua

2. Si esiste. Non paghi di piu' di solito. Se vuoi, puoi andare al pronto soccorso per un raffreddore, come puoi del resto anche in Italia. Probabilmente di mandano a casa dopo averti dato un'aspirina, esattamente come in Italia. 

3. Dopo controllo la mia busta paga e ti dico esattamente

4. Dipende dalle assicurazioni. Quelle che costano di piu' ti danno piu' scelta di medici e ospedali. Se hai un'assicurazione "pacco", di solito paghi di piu' se vuoi scegliere al di fuori di medici e ospedali "convenzionati" (in teoria, anche il 100%), a meno che non sia per emergenza. Esiste grande variazione su questo, la qualita' e il costo della polizza sta in gran parte li, sulla possibilita' di scelta, 

5. Mai sentita una cosa del genere. A me e' successo il contrario: ho fatto ricorso (non al tribunale, a loro direttamente) per una cosa che il piano diceva esplicitamente non avrebbero mai pagato. Una cosa di 12 pagine con citazioni scientifiche, per meta' copiata da un sito. Mi hanno mandato l'assegno di circa $2000 senza fiatare. 

 

Risposte, incomplete, al volo.

1) Dipende dal piano che hai, ma in genere no. Ma sorgono problemi con "pre-existing conditions".

2) Dipende. Molti network stanno cercando di reintrodurlo, perché era sparito. No, chi è assicurato ha un medico di riferimento. Solo che a volte non è un generico ma è specialista di qualcosa.

3) Da zero a infinito. Davvero, i costi assicurativi are all over the map. Mia moglie ed io, per dirti, costiamo circa 6000 dollari annuali di assicurazione. La nostra è, diciamo così, sul costosetto.

4) Certo, esistono. C'è abbastanza di tutto, anche se una decina di grandi network assicurativi coprono il 90% del paese. Il che è uno dei problemi: una decina è un numero piccolo in this business.

5) No. Te lo negano upfront e sei tu che devi andare in tribunale se ritieni che l'assicurazione stia violando il contratto!

Questi grafici se non capisco male rappresentano la spesa sanitaria pubblica. Su questo punto conviene fare un'osservazione che è anche legata alla riforma sanitaria proposta dall'attuale amministrazione Americana. Al momento quasi tutti gli osservatori sono concordi sul fatto che al momento la spesa pubblica tramite i vari programmi citati (Medicare, Medicaid etc...) sia praticamente fuori controllo.

Uno dei punti essenziali della riforma in discussione è infatti una serie di razionalizzazioni nei vari programmi per tenere sotto controllo la spesa corrente.

 

Uno dei punti essenziali della riforma in discussione è infatti una serie di razionalizzazioni nei vari programmi per tenere sotto controllo la spesa corrente.

 

Mi indicheresti dove stia scritto questo nel testo in questione? Io non l'ho visto. Non nei proclami elettorali e nei discorsi del presidente al popolo. Nel disegno di legge.

Effettivamente esistono molti miti da sfatare, dalla visione della sanità USA come modello privato puro a quello dei non abbienti sbattuti per strada con l'infarto o l'appendicite. Al netto dell'ideologia, la differenza tra il sistema sanitario USA e quello dei paesi dell'Europa occidentale è quella tra un sistema ampiamente inefficiente e dei sistemi sostanzialmente funzionanti.

 Questa frase può suscitare ilarità in chi conosce la qualità degli ospedali americani, e anche in persone più addentro ai problemi tecnici che quindi conoscono le performance eccellenti in termini di "survival rate" dei pazienti statunitensi affetti da tumore alla prostata, al colon, alla mammella, o colpiti da ictus o infarto. Ma l'efficienza non è una questione d'opinione, ma di numeri: gli Stati Uniti pagano la loro sanità (sia in termini di percentuale del GDP che in rapporto al reddito pro capite) il doppio della media OCSE (per intenderci: sia UK che Italia, due paesi con il SSN, sono sotto la media) e più del 50% in più dei paesi immediatamente più spendaccioni (Francia e Germania).

O questo sproposito di spesa in più è giustificato da migliori performance rispetto agli altri paesi, o è inevitabile parlare di inefficienza. Ora vado un po' di fretta quindi non posso entrare nel dettaglio, e non sono neanche a conoscenza di tutti i particolari del modello americano che è piuttosto complesso (sono un medico, non un economista o un esperto di economia sanitaria), ma per quello che si desume dai dati OECD sulle performance sanitarie (non parlo di misure di outcome inadeguate come l'aspettativa di vita o la mortalità infantile) NO, la sproporzione di costi è totalmente ingiustificata.

Non c'è una netta contrapposizione tra "sanità socializzata" e "sanità privata". Ci sono molti modelli diversi, da quello del SSN (UK, Italia), a quello dell'integrazione pubblico-privato (Germania) per arrivare a paesi in cui gli ospedali sono prevalentemente privati come mi pare la Svizzera e l'Olanda (potrei dire delle castronerie, quindi correggetemi pure), ma tutti più efficienti da quello americano che è (evidentemente) inficiato da un potere lobbystico non bilanciato, oltre che da alcuni pregiudizi anti-socialisti francamente esagerati.

Sul sito dell'OCSE se cercate un po' trovate molti dati utili.

Per la Svizzera se non ho capito male, é privata, obbligatoria sia per il cittadino che per l'assicuratore, con premi mensili da 200€ in su con opzioni aggiuntive quali: convezioni con determinati ospedali, assistenza telefonica, medico di famiglia ecc..

qua c'é il "papello" a riguardo:

http://it.comparis.ch/krankenkassen/info/glossar.aspx?id=KK_Info_gv

 

O questo sproposito di spesa in più è giustificato da migliori performance rispetto agli altri paesi, o è inevitabile parlare di inefficienza. Ora vado un po' di fretta quindi non posso entrare nel dettaglio, e non sono neanche a conoscenza di tutti i particolari del modello americano che è piuttosto complesso (sono un medico, non un economista o un esperto di economia sanitaria), ma per quello che si desume dai dati OECD sulle performance sanitarie (non parlo di misure di outcome inadeguate come l'aspettativa di vita o la mortalità infantile) NO, la sproporzione di costi è totalmente ingiustificata.

 

Non lo so, davvero, se si può essere così perentori.

Anche io noto una grande inefficienza "globale", nel senso che numeratore e denominatore non quadrano. Ma:

- Nessuno conteggia il costo della ricerca medica che viene svolta negli USA e poi distribuita nel mondo. Quanto vale? Non so, ma qualcuno la paga. C'è una palese esternalità verso il resto del mondo, solo che nessuno si è mai preoccupato di misurarla: quanti punti % di GNP vale?

- La "natura" e la composizione etnico-sociale USA aumentano i costi in modo difficile da quantificare. Da un lato il clima, che è quello che è, niente di analogo in Europa, neanche lontanamente. Dall'altro lo stile di vita, che noi consideriamo (giustamente) abbastanza orribile e che è certamente dannoso per la salute, dal cibo, alla guida, alle armi, all'alta propensione al rischio. Questo è anche un paese che da sempre importa immigranti morti di fame, mal ridotti fisicamente e di etnie diversissime. Questo genera sia una permanente sacca di "mal ridotti" al bottom della distribuzione (i soggetti cambiano, la sacca resta) sia (ma qui vado un po' a naso) un panorama epidemiologico ben diverso da quello dei socio-demograficamente stabili paesi europei.

- La medicina "estetica" e quella di "sopravvivenza" sono una cosa sostanziale negli USA e vengono conteggiate in quel 16-17% di GNP. Con la prima intendo tutto ciò che poco ha a che fare con la salute ma molto a che fare con aspetti estetico/psicologici (lo so che la seconda parola scatenerà le ire, ma se necessario mi spiegherò meglio: terapeuti ad ogni angolo, basically) oppure con i famosi ultimi giorni di vita. Quest'ultimo è un effetto perverso di Medicare, dove spendiamo miliardi per ragioni a mio avviso folli.

- Infine, ma l'ho menzionato già in altro commento, vi è una presenza di monopoli (medici, ospedali, compagnie assicurative e farmaceutiche) che non ha uguali in Europa e che aumenta i prezzi restringendo l'offerta. Qui qualche calcolo l'ho fatto per gli affari miei, e la mia impressione è che 3-5 punti % di GNP se ne vanno in questo. Il quale, mi sembra evidente, è un "waste" dal punto di vista sociale.

Son certo che vi sono altri aspetti specifici che sto mancando.

È ovviamente ironico che la riforma Obama non affronti assolutamente nessuno di questi problemi, quelli affrontabili intendo. Il clima è difficile da cambiare con policies, AGW notwithstanding.

 

per riassumere, la spesa PUBBLICA per la sanità negli USA è superiore a quella italiana, sia in termini pro capite che in percentuale del PIL. Le differenze stanno nella sua allocazione: negli USA va diretta ai poveri e agli anziani, in Italia viene ripartita in base a criteri ...

 

Verrebbe quasi da estendere Medicare a tutta la popolazione visto gli enormi sprechi e difetti del sistema privato.

 

Medicare (assistenza agli anziani), Medicaid (ai poveri)

 

Assicurazione gratuita pagata dallo stato o che? E' questo il senso di allocazione diretta a poveri e anziani?

Medicare non è gratuita, è pagata con trattenute sulla busta paga. Medicaid è ovviamente gratis per chi ne usufruisce (i super poveri).

Andrea mi sa che anche io non ho capito quale e' il punto e quale e' il mito da sfatare. 

La spesa sanitaria ovviamente aumenta con l'eta', in qualsiasi paese. I programmi statali in america si prendono carico delle persone piu' costose: poveri, vecchi, donne incinte e veterani e non mi stupisce affatto che coprire loro costi quanto coprire tutti gli altri (mi stupisce di piu' il contrario). Secondo me il modo piu' sensato per avere una idea di come vengano spesi i soldi e' di paragonare spesa per treatment: cioe' quanto costa una polmonite, un'appendicite, un parto, un trapianto, etc in Europa vs USA e quale dei due sistemi ha outcome migliore per 1000 casi. Questi sono dati che non conosco ma se qualcuno riesce a trovarli li leggerei volentieri.

 

 

 

 

Andrea mi sa che anche io non ho capito quale è il punto e quale è il mito da sfatare.

 

Fa piacere vedere che, almeno fra gli italiani negli USA, il mito dell'assenza di spesa pubblica sanitaria negli USA e del fatto che poveri e deboli sono abbandonati per le strade a morire, tale non è.

Lo è, però, fra chi vive in Italia, a destra e sinistra e su tutti i giornali (oddio, su Repubblica e Unità più che su Il Foglio ed il Giornale, ma anche questi non vanno male). Basta dare un'occhiata ai servizi in questione o ascoltare le tiritere demenziali dei politici di sinistra sull'argomento.

Ma vi è un secondo mito, questo presente anche negli USA, che va sfatato: che il problema sia l'ammontare di soldi pubblici spesi e non IL MODO in cui vengono spesi. Gira anche qui l'affermazione, assurda, secondo cui è una mancanza di risorse pubbliche destinate alla salute che rende il sistema americano inefficiente ed ingiusto. Bene, non è così. Nella salute, come nella scuola pubblica, lo stato (federale e locale) USA spende tanto quanto l'europeo ed anche di più. Il problema è di COME spende, per chi e sotto che tipo di pressioni.

La riforma (si fa per dire) Obama NON tocca, di fatto, il modo in cui i soldi verranno spesi, nemmeno si sogna di aprire la cassa di pandora dei monopoli (che la AMA e l'industria farmaceutica vogliono bene al mr. presidente ...) e si astiene totalmente dal riformare il sistema pubblico. Semplicemente, e follemente, decide di tirare ancor più soldi pubblici nel calderone, e basta. L'effetto, come è successo con i soldi dello stimolo dedicati al settore sanitario, sarà uno e uno solo: aumentare i prezzi ed ingrassare ulteriormente i monopolisti del settore. Accetto scommesse.

P.S. Mi chiedo poi, l'osservazione secondo cui si spende più per i vecchi ed i poveri, che c'entra? Forse che in Italia non ci sono i vecchi? In percentuale della popolazione sono ben di più che negli USA! Quindi? E per i poveri, poi? Da quando in qua si spende di più per i poveri? Son poveri, no? Quindi si spende meno per loro, sia qui che in Europa. ed anche se si spendesse di più per i poveri, cosa c'entra? In Italia l'intera popolazione è coperta! Li trattiamo ben bene i nostri vecchi e poveri, dunque! Insomma, il nesso fra commento iniziale e dati mi sembra altamente labile, if existent.

 

Per quanto non sia un'economista, mi pare chiaro che il sistema sanitario USA crei incentivi ad un aumento dei costi, che non sono trasparenti per il paziente e a volte per i medici stessi, il cui problema di fondo e' se le terapie T1 ed T2 sono coperte dall'assicurazione A, non la differenza di prezzo tra T1 ed T2. In teoria la cosa e' buona, perche' si puo' scegliere la terapia piu' adeguata, in pratica crea una dinamica di irresponsabilita' diffusa, particolarmente problematica quando hai due terapia di qualita' confrontabile ma di prezzo molto diverso (capita). Si aggiunga a questo l'applicazione alla medicina di un atteggiamento che definerei genericamente consumista per cui 'the more the better', e la frittata e' fatta.
Per questi motivi si sta tentando approcci alla sanita' pubblica basati sull'evidence based medicine, che pero' sono molto piu' facili da dire che da implementare, anche in un'ipotesi idilliaca in cui non ci sia nessuno interessato a ciurlare nel manico.

Andrea, solo una precisazione: gli insegnanti non sono dipendenti pubblici, strettamente parlando. Sono impiegati dai distretti scolastici, che pagano una parte del costo dell'assicurazione privata come tutti i datori di lavoro (tranne quelli piccolissimi). Ma, ad es., non hanno accesso al Federal Employee Health Benefits Plan (che è ottimo, tanto è vero che ce l'hanno tutti i parlamentari).

Ok, intendi dire che non sono dipendenti del governo federale. Certo, quelli sono pochissimi. Andrebbe controllato cosa rientri in quei dati OCSE. La definizione e' questa:

Public expenditure on health care: health expenditure incurred by public funds. Public funds are state, regional and local Government bodies and social security schemes. Public capital formation on health includes publicly financed investment in health facilities plus capital transfers to the private sector for hospital construction and equipment.

Questo fa rientrare quasi sicuramente gli school districts, che sono local government bodies. 

Nella sanità Americana ci sono cose vanno e cose che non vanno (come in Italia, del resto). Conosco le cose che non vanno soltanto attraverso quello che dice la televisione di destra e di sinistra (di sinistra, soprattutto) e quello che scrivono aneddotticamente i giornali (compagnie di assicurazione che eliminerebbero gli assistiti quando iniziano ad aver un cancro, non approverebbero certi trattamenti ordinati dai medici, non accetterebbero clienti con malattie pre-esistenti, ecc. ).

 Conosco bene, invece, le cose  che vanno e mi chiedo come mai Obama e i democratici non abbiano chiesto a me di fare il loro consulente. Mi spiego. Il sistema Americano della sanità funziona attraverso i datori di lavoro (a parte Medicare e Medicaid). Io lavoro per l’University of California che ha, all’incirca,  200 mila impiegati. L’Università offre 6 piani di assicurazione uno un tantino più costoso dell’altro.  Nel novembre di ogni anno ciascun impiegato ha la possibilità di cambiare piano “no question asked” (quindi senza discussione sulle condizioni di malattia preesistenti). Da circa un decennio, ho scelto il piano di assicurazione più costoso, più comprensivo di servizi e più flessibile (per ovvie ragioni di età e relativi acciacchi). Ecco quanto pago  e quanto paga il mio datore di lavoro: Io pago 116,62 dollari al mese, cioè 1399,44 dollari all’anno.  L’University of California paga (inclusa l’assicurazione occhi e denti) 383,58 dollari al mese, cioè 4601,28 dollari all’anno.  In totale, 6000,72 dollari all’anno.  Ritengo di avere una tra le assicurazioni sanitarie più buone del mondo.  Dico questo perché l’ho potuto verificare “sulla mia pelle” sia con la malattia di mia moglie (duplice cancro, visite in tutto il mondo completamente spesati) che mia (operazione a cuore aperto dal cardiochirurgo di mia scelta a USC, totalmente spesato tranne che per 500 dollari). La mia assicurazione si chiama Anthem Blue Cross Plus POS.

Se la compagnia Anthem trova tornaconto a fare un contratto simile per gli impiegati dell’University of California, perché non “obbligarla” a fare simili contratti anche per gli eventuali allargamenti del pool degli assicurandi/assicurati, cioè quei 40 milioni di americani che si dice non possano (o non vogliano) assicurarsi, dando sussidi a tali famiglie (solo a quelle che non possono) in modo che siano in grado acquistare un’assicurazione più che decente come la mia? Da notare che 6000 volte 350 milioni di persone = 2.100 miliardi di dollari che è all’incirca il 15 percento del GDP degli Stati Uniti (14.000 miliardi di dollari), cioè la spesa per la sanità dichiarata nelle numerose tabelle statistiche pubblicate da sempre. 

Una disarmante lettura per l’Italia è : La Fiera delle Sanità, di Daniela Minerva, Rizzoli, 2009.

 

6000 volte 350 milioni [...]

 

Hai fatto crescere la popolazione degli USA di circa 1/6, ma il resto è condivisibile. Divertente, le nostre assicurazioni sanitarie costano praticamente lo stesso e sono simili (incluso il POS!).

Tieni però conto che, in quel 16% che è quasi 17%, ci sono anche tutte le medicine che compri e paghi, i copayments (i tuoi $500), ed una serie di altre cose. Ossia, la tua (e mia) assicurazione è alquanto di lusso e mi sembrerebbe un po' troppo sperare di generalizzarla a tutti. Insomma, è come decidere che possiamo permetterci tutti la nuova Ferrari. But the basic point, again, I agree with.

 

Se non capisco male la tua assicurazione copre anche tua moglie che non paga altri premi.Se è così il tuocalcolo è pesantemente sovrastimato, probabilmente basta il 10%.

Professore non ho capito: quando dice

 

Se la compagnia Anthem trova tornaconto... perché non “obbligarla” a fare simili contratti anche per gli eventuali allargamenti del pool degli assicurandi/assicurati...

 

intende obbligare la compagnia, oltre ai singoli privati? Se è così, l'obbligo sarebbe inteso ad evitare che compagnie assicuratrici rifiutino di assicurare persone che, pur pagando la stessa quota (sussidiate o meno), risultassero meno attraenti (malati cronici, fumatori, minatori...) per il potenziale sfavorevole equilibrio (anche nel breve-medio) fra premio pagato e spese coperte? In un'ottica di (libero) mercato come si potrebbe gestire questo obbligo? Nel corso della relazione una compagnia che volesse disdettare?

Più in generale, se aziende private hanno come obiettvio (oltre ad un sostenibile equilibrio fra costi e ricavi) fare profitto è ragionevole aspettarsi che esse possano da sole soddisfare la domanda intera di un mercato con ampi segmenti molto poco profittevoli?

...come vede, molte domande poche risposte... grazie

Continuo a non voler dire la mia sul sistema sanitario americano perchè, secondo me, c'è ancora grande confusione, e attendo un post più complessivo.

Però mi sembra doveroso segnalare come funziona, a livello macro, il sistema sanitario italiano, e dove è la sua disfunzione.

L'uultima riforma del SSN è la riforma Bindi, che passò al sistema dei DRG (Diagnosis Related Group) il metodo di rimborso delle prestazioni ospedaliere, mentre il sistema di rimborso dei farmaci rimaneva quasi invariato (in qualche finanziaria infilarono la diminuzione obbligatoria del prezzo dei farmaci,ma fu poca cosa), al sistema DRG fu associata anche la diagnostica e la riabilitazione, tralascio i casi limite, segnalo solo che in ossequio alla regionalizzazione i DRG sono regionalizzati, anche se si deve fare riferimento al nomenclatore tariffario nazionale.

Questa rivoluzione doveva omogenizzare i costi di diagnostica e ospedalieri a livello nazionale (e lo ha fatto), ovviamente non poteva incidere sul livello della prestazione (che infatti varia, e di molto), anche se c'erano dei "requisiti minimi".

Quella riforma doveva completarsi (ma la morte di quel governo Prodi lo impedì) con il passaggio al sistema del "budget" per medico di famiglia: in pratica ogni medico di famiglia aveva un budget per ogni assistito, con correzioni per età, da cui non poteva sforare, ma avrebbe avuto ampi poteri di indirizzo e di convenzionarsi per rientrare nel budget. Premi per chi ci riusciva.

Invece siamo rimasti all'allocazione delle risorse sulla base dela cd "spesa storica", maggiorata di x al'anno, con cui il sistema si inceppa . E costa caro.

un'importante fonte di spesa, in particolare per Medicare e Medicaid sono le Nursing Homes, che fanno parte del 17% di GDP negli USA. Non credo che questi costi siano calcolati nelle spese del PIL in Italia.

Le NHs sono molto costose (circa 150-300$/giorno a paziente) e sono quasi sempre coperte da Medicaid.

E` un po' come aggiungere i costi delle badandi, in Italia, ai costi sanitari.

L'Italia è un'anomalia in Europa per la scarsa copertura da parte dello stato dell'assistenza agli anziani (da cui, il fenomeno delle badanti). Altrove (Svezia, Francia) non è così. Bisognerebbe vedere nei diversi paesi come viene conteggiata la spesa per case di riposo e assistenza domiciliare.

Io sono specializzando in un reparto di medicina interna, dove una grande percentuale dei pazienti è costituita da anziani non autosufficienti. L'inadeguatezza dell'assistenza pubblica a questa categoria, nella mia esperienza personale, porta a ricoveri inappropriati (con annessi esami diagnostici non necessari) e dunque a spese immotivate; è possibile però che comunque lo stato "risparmi" affidando in gran parte alla spesa individuale delle famiglie questo tipo di problemi (dopo tutto quella delle badanti è una soluzione di mercato piuttosto efficiente, con un prezzo molto inferiore a quello che citi riferito alle nursing homes).

Di nuovo: qui stiamo confrontando la capacità di diversi sistemi nel contenere i costi dell'assistenza sanitaria. Non nego che in alcuni casi il sistema americano possa essere paradossalmente più assistenzialista di quello italiano o di altri simili, ANZI, ricordo che a manifestare contro la riforma Obama c'erano tantissimi anziani coperti da Medicare! E un'argomentazione ricorrente era l'idea che i sistemi tipo il NHS inglese razionalizzassero le cure sottraendo trattamenti e interventi ai più vecchi.