ne’elam: In uno smilzo libretto Zagrebelsky osserva la progressiva, inarrestabile, perversione del linguaggio della politica
…non c’è laicità, ma laicismo; non giustizia, ma giustizialismo; non informazione critica o informazione giornalistica, ma gogna mediatica; …
e di come si diffondano sempre più, anche nelle opposizioni, quelle che lui chiama “le conseguenze perverse dell’imitazione”
…Invece di reagire con uno scarto, una presa di distanza, una denuncia, si andava al seguito sullo stesso terreno, con una dimostrazione che più chiara non avrebbe potuto essere, di lingua vuota… Questo modo di usare la lingua viola una regola fondamentale che tutti dovrebbero osservare, massimamente in politica, il regno delle differenze: ciò che non potrebbe essere diverso non merita d’essere detto.
Oggi quella linea di demarcazione è saltata. Ti faccio un esempio. Nel seguire le vicende delle elezioni amministrative a sindaco di Torino mi ha colpito ciò che Gasparri ha detto di Fassino: è un cassaintegrato della politica. Fin qui nulla di strano. Da Gasparri una “battuta” del genere, se non fosse vera, e lo è, sarebbe comunque verosimile. Tuttavia usare cassaintegrato come un insulto verso l'avversario, per di più in una città come Torino che conosce il problema fin troppo bene, mi è sembrato eccessivo perfino per uno come Gasparri. La cosa curiosa è che tal Merlo (PD) ha difeso Fassino dichiarando
Se Fassino è un “cassaintegrato” della politica, Gasparri è quasi in mobilità dalla politica.
Cioè si utilizza la situazione di disagio dei lavoratori che perdono il lavoro (temporaneamente o definitivamente) per insultare l'avversario. Uno dice una scempiaggine inutilmente offensiva, la parte avversa ci ricama sopra e accetta di misurarsi su quel linguaggio, invece di negarlo e stigmatizzarne l'uso. Segnale di omologazione e di somiglianza maggiore persino dei possibili contenuti, che nel caso specifico non esistono visto che si tratta di aggiungere all'armamentario un insulto nuovo, diciamo così. È una gara al ribasso nella quale chi insegue fa peggio perchè accetta una terminologia non sua e comunque arriva dopo, e comunque non sono eredi di Pajetta. Questa omologazione di vocabolario ci dice molto sulla sinistra attuale: quando non usa parole astruse e incomprensibili, civetta con la volgarità del centrodestra, riuscendo perfino a far di peggio. Non mi stupisce Gasparri, che però il centrosinistra risponda in quel modo, e sulla stessa lunghezza d'onda, fa tristezza.
Adriano: La mia modesta visione, nel caso del PD - Merlo non so chi sia - è quella di Alfredo Reichlin, che forse anziano è, ma rammenta che il PCI rappresentava i lavoratori, il PD no (chiama il PD un partito non “agibile” ai lavoratori); a questi non potrebbe fottere di meno delle classi, pensano di essere (60 anni dopo i fatti) come Kennedy, perché sono belli (pensano loro), cattolici e very very “er più figo der bigoncio”. L'effetto che si produce è che le moltitudini votano per l'uomo di Arcore che se la spassa con le sue amichette, e i lavoratori hanno zero rappresentanza, essendo essi stessi attenti a quel che dicono Santoro, Lerner et similia... Si, fa tristezza, vero, - avrebbero avuto la possibilità di diventare un partito semi-serio (tipo i socialisti in Francia), son diventati una burletta. Ad essere brutale, la situazione migliorerebbe se le destre eliminassero questi figuri (Gasparri, La Russa, Santanchè, l'elenco è lungo), ma le destre sono schiave, in tutti i sensi, di una specie di peronismo de noantri, dove la guerra si svolge attorno a chi dice più scemenze, sugli argomenti più svariati (Moratti dice a Santanchè di dire che Pisapia ha esibito la bandiera di Hamas, Gasparri dice che Fassino.. etc.)
ne’elam: Per le destre tutto come da programma: ben fornite di soggetti beceri e volgari, spesso con poco sale in zucca. Per le sinistre, qualunque cosa ciò possa significare oggi, uno si aspetterebbe che di fronte all'uso di questo linguaggio una replica a brutto muso: senti fancazzista romano che non hai mai lavorato in vita tua, usalo quel poco di cervello che madre natura ti ha dispensato con tanta parsimonia; ed invece...
Adriano: La situazione è malsana appunto perchè le due "ali" in termini calcistici sono fottute. Il mio modesto avviso è solo che andrà meglio dopo che sia andata assai peggio (un collasso economico che risvegli i vari draghi-boys o simili individui, perchè il sistema di selezione delle elites politiche è in mano ai bunga bunga, ai "belli" che "vanno bene in televisione" e così via)
ne’elam:
che andrà meglio dopo che sia andata assai peggio.
Che fai mi diventi seguace di Bordiga?
Adriano: No, l'ingegner Bordiga non credo, ma non vedo da dove potrebbero venir fuori elites differenti? Da Confindustria? Dominata da imbelli amanti dell'orologio sopra il polso della camicia che fa tanto "Agnelli"? Da Camusso? Da gruppi intellettuali spaccamaroni, tipo nFA? Se mi dai una idea, che sia una, mi converto in corpore vili.
ne’elam: Non ho idee, solo sensazioni. Il lento ma inarrestabile avvitarsi delle elites mi pare si colga con mano. Io sono molto influenzato, lo confesso, dalle mie periodiche e purtroppo inevitabili frequentazioni della cloaca romana e dei suoi miasmi. Chi diventa elite in quel luogo? Chi si piega, chi accetta di fare cose non necessariamente immonde ma abbastanza ripugnanti. Chi gira la testa altrove per non essere costretto a dire di no. Chi si sente soddisfatto di appartenere ad un gruppo di riferimento che saprà sdebitarsi al momento opportuno. Potrei continuare per un bel pezzo...
Adriano: Appunto, il ché implica, per pura forza della logica, che tutti questi individui se ne fottono integralmente dei cosiddetti destini della patria. Ha notevole rilievo il fatto che la demografia impone loro di non occuparsi della generazione futura che sarà libica o africana, e non composta dai loro figli che nel frattempo vanno a Manhattan a comprarsi le scarpe. Per questo penso che la scossa che potrebbe svegliare sarà esogena e non endogena.
I due convinti atei di questo dialogo rammentano a se stessi ed ai lettori la figura di San Giuda Taddeo il cui nome
...viene spesso dimenticato o confuso con quello del traditore, Giuda Iscariota. La Chiesa e il popolo cristiano lo onora e lo invoca con singolare fiducia fin dal secolo XVIII quale patrono dei casi disperati, degli affari senza rimedio, il Santo degli impossibili.
Sul peronismo non mi pare ci sia molto da aggiungere. Sul PD, si trovano continue conferme che i tentativi di evoluzione che ha compiuto, se li rimangia per motivi che ritengono di convenienza e sono invece idiozia. Il caso del referendum sull'acqua e la posizione di Bersani di qualche anno fa ne sono una plateale dimostrazione. Gente senza coraggio condannata a scomparire dopo aver fatto danno. come i peronisti. Sono sempre gregari di qualcuno: dei peronisti sul linguaggio, di Vendola nelle più retrive posizioni ideologiche, dei bigotti sulle questioni della bio-etica e dei diritti civili. Nullità. Null'altro da aggiungere.