Scajola, D'Alema e l'etica sottile

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Ma quanto sottile sarà mai? Io il salame lo taglio col coltello, ma poi evito di mettermelo sugli occhi.

Massimo D'Alema si è sentito oltraggiato da un giornalista che ha osato suggerire che il caso affittopoli negli anni '90 avesse molte affinità con il caso dell'appartamento comprato da Scajola, apparentemente con l'aiutino degli amici (suoi, immagino, e) di Bertolaso.

Con affittopoli ci si riferisce al fatto che alcuni politici, tra cui lo stesso D'Alema, avevano ricevuto in affitto - ad equo canone - lussuosissimi appartamenti di proprietà di vari enti previdenziali.

Dal Corriere di oggi:

«L'accostamento è del tutto improprio - ha detto D'Alema con voce alterata - io come migliaia di persone pagavo ciò che era previsto dalla legge, e non troppo poco».

Massimo D'Alema finge di non sapere, o spera che gli ascoltatori non sappiano o non ricordino, che in affitto ad equo canone di appartamenti, negli anni '80 e '90, non se ne trovavano nemmeno col lanternino. Men che meno di lusso nel centro di Roma. La realtà dei fatti è che gli enti previdenziali (controllati dallo stato) mettevano a disposizione dei politici appartamenti di lusso (come quello suo, di Veltroni, di De Mita, e tanti altri) a equo canone come meccanismo di favore, o come atto di lobbismo. Così come gli amici di Bertolaso han fatto con Scajola in anni più recenti. E non si dica, come giustificazione, che quello di D'Alema era un affitto: uno sostanziale sconto sull'affitto per 10 o 20 anni non vale molto meno di un contributo all'acquisto come quello ricevuto da Scajola.

Infine, l'affinità tra la situazione di Scajola oggi e di D'Alema ieri esiste anche su un piano ben più grave: entrambi hanno usato argomentazioni da dementi per difendersi. Traduco:

  • non sapevo che un appartamento di nove stanze con vista sul Colosseo costasse più di un bilocale in periferia;
  • non sapevo che a equo canone si trovassero solo i monolocali in periferia (e nemmeno quelli).

È possibile che vi siano differenze legali tra le due situazioni. Ma se gli amici di Bertolaso chiedevano i Grandi Eventi, quelli di D'Alema chiedevano almeno di non essere trattati da enti inutili quali erano.

Aspetto di ascoltare sottigliezze di miglior qualità.

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Commenti

Ci sono 156 commenti

Dunque, per te affittare un immobile ad equo canone equivale a diventare proprietario di un immobile.

Spero di aver frainteso.

 

 

E non si dica, come giustificazione, che quello di D'Alema era un affitto: uno sostanziale sconto sull'affitto per 10 o 20 anni non vale molto meno di un contributo all'acquisto come quello ricevuto da Scajola.

 

 

Lo sconto dove sarebbe, esattamente? Tu hai una legge che dice che l'appartamento X di tot mq deve pagare Y e D'alema pagava Y. Lo sconto dov'è?

Sta nel fatto che appartamenti di tipo X non si trovavano sul mercato se non a prezzo molto più alto (3Y), che veniva pagato con una serie di "sotterfugi" formalmente illegali ma in pratica ampiamente tollerati. L'offerta di appartamenti  di tipo X ad equo canone (prezzo Y) era strettamente razionata - in pratica solo a persone con accesso a reti di relazioni particolari, in primo luogo politici di  ogni partito. Tali persone quindi godevano di uno sconto rispetto al resto della popolazione

 

Lo sconto dove sarebbe, esattamente? Tu hai una legge che dice che l'appartamento X di tot mq deve pagare Y e D'alema pagava Y. Lo sconto dov'è?

 

Nel fatto che a un comune mortale col cavolo che l'appartamento X e' offerto in affitto in equo canone!

Il problema di leggi che distorcono platealmente il mercato, come appunto era l'equo canone, e' che vengono ignorate, alimentando una cultura di illegalita' che discredita lo stato di diritto e mitridatizza gli elettori verso le ladrerie di chi sta al potere. Un problema che in Italia non e' recente, dato che gia' Dante aveva capito l'andazzo:

Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?
Nullo, però che 'l pastor che procede,

rugumar può, ma non ha l'unghie fesse;
per che la gente, che sua guida vede
pur a quel ben fedire ond'ella è ghiotta,
     
di quel si pasce, e più oltre non chiede.

Uno stock (il valore dell'appartamento) e' la somma di una serie di flussi (gli sconti sull'affitto). Con la somma degli sconti non si diventa proprietari dell'immobile preso in affitto, ma se ne compra un altro. L'aritmetica, l'aritmetica. 

La difesa legalista di D'Alema e' inaccettabile per le ragioni di cui dicono Giovanni ed Enzo: se l'affitto e' Y per legge, ma appartamenti a Y non si trovano, l'affitto e' solo nozionale,  e nei fatti l'averlo e' un privilegio che ha un valore, in quel caso enorme (mi pare di ricordare che le stime del tempo fossero che l'affitto di mercato fosse 10Y - ma potrei sbagliare - certo la differenza era enorme tanto da aver generato un grosso scandalo).

Ma come si fa a sostenere una roba del genere? 

 

 

 

 

Con la somma degli sconti non si diventa proprietari dell'immobile preso in affitto, ma se ne compra un altro.

 

o la barca, o il vigneto ... ah, i vizietti chic delle elites formerly-comuniste ...

Seriamente, la difesa di D'Alema è ridicola. L'appartamento NON era un appartamento a caso, ma era di proprietà di enti previdenziali pubblici. Ossia di enti gestiti da sindacalisti e politici. Nel suo caso, come in quello di altri membri della casta (ricordo svariati sindacalisti fra cui Storti e Del Turco, e poi De Mita, Amato, La Malfa, Jotti, Veltroni ... se eri qualcuno in politica avevi il mega apartamento ad equo canone da inps o inpdai) gli enti previdenziali avevano concesso in affitto tali preziosi appartamenti nel centro di Roma in base a criteri del tutto arbitrari. Ed avevano affittato ad equo canone appartamenti che, sul mercato immobiliare, erano impossibili da trovare e sarebbero costati ben altre cifre. La faccia tosta di questi mandarini della sinistra e' unica ...

P.S. Alberto, pensi che Sallusti t'abbia letto giusto prima d'andare a Ballarò?

P.P.S. Il prossimo che se ne esce dicendo che siamo schierati a priori a dx o a sx me lo inculo mangio vivo, giuro!

 

non siete schierati (in- evitata eheh)  il problema per me non è tanto se l'ammontare dello sconto è superiore a quanto scaiola si è ingenuamente e a sua insaputa fatto pagare da altri o se sia una questione di amicizie con enti previdenziali(su cui ovvio molto ci sarebbe da incassarsi) . Il problema è: una persona che fa politica da quando ha 15 anni (salluti ha definito cosi d'alema, il quale non ha obiettato, il che è una conferma) è morale o no che pigliando pensioni parlamentari e stipendi contemporaneamente per un ammontate di oltre 20'000 euro /mese (o l'equivalente in quel tempo) stia nella casa che poteva essere affittata ad altri soggetti con necessità maggiori? NO. E la difesa "è legale" è una foglia di fico talmente piccola da risultare opportuna solo per Z la formica.

P.s. magari ho ricalcato Boldrin, ma era per puntualizzare ulteriormente

Io sinceramente non capisco D'Alema. Gli é sembrata davvero una buona idea andare a Ballaró a discutere del caso Scajola? Credeva davvero che nessuno gli rinfacciasse la faccenda dei suoi affitti ad equo canone? E se se lo aspettava, non poteva prepararsi una difesa migliore in anticipo, invece di uscire completamente di senno (ha veramente perso la testa!) e mandare in diretta a "farsi fottere" il suo accusatore? Mah, la politica italiana...

No, no, l'articolo del Corriere da cui ho preso la cosa riferisce di Sallusti. Non viceversa.

Boldrin è comunista

Boldrin è comunista

Boldrin è comunista

Lo so che questo è un sito serio ma l'ultimo pps di Boldrin mi ha fatto venir voglia di scrivere ste c...te

Perdono :-)

Ho letto anche l'altro thread, su scajola.
Mi pare che le similitudini indicate qui siano corrette ma che ci sia anche una notevole differenza.
La casa avuta da Scajola è all'interno di un disegno corruttivo che emerge nelle varie complicità (caso G8) e le assegnazioni di appalti milionari.
La casa avuta da D'Alema e soci fa parte di un sistema di favori tra politici (quelli in parlamento e quelli negli enti) e di un sistema di casta che si sorregge reciprocamente. Scambio di favori ed appoggi.
La differenza? Quella tra passare col rosso, travolgendo una scolaresca che attraversa, e lasciare la macchina in sosta vietata contando che il vigile è un amico. Entrambi infrazioni ma di esito assai diverso. 
Ritengo che qualitativamente siano simili ed ingiustificabili ma sul piano della gravità dei fatti metterli sullo stesso piano mi sembra eccessivo e finalizzato (da parte del vicediretore del Giornale) a intorbidire le acque. Ricordo abbastanza bene quel periodo (primi anni 80) ed il sistema di favori era l'unico modo anche per le persone normali per trovare casa e lavoro. Non solo D'Alema. Se non avevi conscenze eri fregato. Ora non so, perché manco dall'Italia da 22 anni. Io, che politico non sono, trovai casa solo grazie alla azienda in cui lavoravo, che allora contava circa 300 dipendenti. Una trentina non riusciva a trovare casa in affitto vicino al lavoro (in aperta periferia di Milano) e la ditta si opero', sfuttando le conoscenze personali, per  riuscirci. E ci riusci'. Non è detto che dietro questo ci sia un disegno corruttivo ma solo uno scambio di favori tra amministratori delegati, per esempio. Anche se il caso affittopoli è grave (e D'Alema è penoso ed arrogante nella sua autodifesa)  mi pare che dietro il caso Scajola invece ci sia molto di piu', sul piano penale e dell'etica politica.

Francesco

Anche se il caso affittopoli è grave (e D'Alema è penoso ed arrogante nella sua autodifesa)  mi pare che dietro il caso Scajola invece ci sia molto di piu', sul piano penale e dell'etica politica.

E cosa ne sappiamo noi? Cosa ne sappiamo quale era la contropartita di affittopoli? 900mila euro (lo "sconto" per Scajola) su 240 mesi fanno 3750 euro al mese (probabilmente non lontano, in termini reali, dallo "sconto" di cui ha goduto d'Alema e di cui non avrei potuto godere io se avessi fatto domanda in concorrenza a d'Alema per lo stesso appartamento, per dire) e il mercato della corruzione i prezzi li sa determinare bene, eccome.

Il ragionamento di Alberto e' impeccabile. Il fatto che D'Alema non capisca (o faccia finta di non capire) che uno stock e' il valore presente scontato di una serie di flussi (ignoriamo le possibili diverse preferenze intergenerazionali di Scajola e D'Alema) la dice tra l'altro lunga sulla capacita' della sinistra di concepire correttamente la politica economica.

 

La differenza? Quella tra passare col rosso, travolgendo una scolaresca che attraversa, e lasciare la macchina in sosta vietata contando che il vigile è un amico.

 

Quello che - presumibilmente - ha fatto Scajola fa piu' schifo di quanto ha fatto D'Alema, ma non mi trovo d'accordo col tuo paragone.

D'Alema ha avuto l'appartamento nel centro di Roma dagli enti previdenziali rispettando leggi formali che tuttavia venivano interpretate nei fatti a favore della Casta politico- sindacale da parte dei membri stessi della Casta posti ai vertici degli istituti previdenziali.

Scaiola - presumibilmente - ha garantito profitti illeciti e/o oltre il livello di mercato ad "imprenditori" che lo hanno poi ricompensato.

La differenza sta nel fatto che Scajola - presumibilmente - ha violato gravemente le leggi formali dello Stato, ma non c'e' grande differenza sostanziale riguardo ai danni provocati da Scajola e da D'Alema alla societa' italiana. Per rimanere nel tuo paragone, anche D'Alema ha investito la scolaresca, anche se lo ha fatto all'interno delle leggi formali disegnate dalla Casta.

Per danno alla societa' intendo qui primariamente il danno economico. Scajola - presumibilmente - ha sprecato / rubato i soldi dei contribuenti provvedendo profitti illeciti o eccessivi ad imprenditori, e procurandosi un guadagno personale.  D'Alema si e' appropriato per N anni di beni acquistati coi contributi dei lavoratori a prezzo di mercato (la casa nel centro di Roma di proprieta' degli enti previdenziali) pagando - per legge - per N anni un affitto molto minore del prezzo di mercato.

Un normale cittadino estraneo alla Casta non puo' sprecare / rubare denaro pubblico come presumibilmente ha fatto Scajola, ma non puo' nemmeno affittare immobili degli enti previdenziali nel centro di Roma ad equo canone, appropriandosi dei contriubti previdenziali dei lavoratori.

Nonostante dal dopoguerra ad oggi l'investimento in immobili in Italia sia stato storicamente notevolmente redditizio e paragonabile o superiore all'investimento in titoli di Stato, i dati di bilancio conosciuti mostrano che gli enti previdenziali italiani hanno gestito il loro cospicuo patrimonio immobiliare in perdita perfino in valore nominale, ovvero invece di guadagnare il 3-4% oltre l'inflazione ci perdevano, non recuperavano con gli affitti nemmeno il deperimento degli immobili e le manutenzioni. Questo dato numerico quantitativo mostra che politici e sindacalisti ad equo canone nel centro di Roma si sono complessivamente appropriati di parte significativa dei contributi previdenziali dei lavoratori, corrispondente al minor rendimento rispetto al mercato e composto per decenni degli investimenti immobiliari degli enti previdenziali.  Tra parentesi, come ultimo sfregio, va ricordato che molti membri della Casta della prima Repubblica dopo aver abitato per decenni ad equo canone hanno anche potuto acquistare le case degli enti previdenziali a prezzo di svendita, con la scusa appunto che gli enti stessi investivano in immobili con un bilancio complessivamente in perdita.

Oltre al danno economico alla societa', i comportamenti di Scajola e D'Alema comportano un danno diciamo cosi' morale.  Nel caso di Scajola, il suo comportamento mostra che - presumibilmente - i vertici politici dello Stato rubano / sprecano il denaro dei contribuenti per ottenere vantaggi personali e violando le legge. Ma anche il comportamento di D'Alema porta danno morale, perche' mostra che leggi come quelle sull'equo canone, e istituti statali come gli enti previdenziali, pur rispettando la regolarita' formale, sono stati di regola utilizzati dalla Casta per appropriarsi di denaro pubblico per vantaggio personale.

I comportamenti di Scajola e D'Alema sarebbero eticamente comparabili se Scajola si fosse limitato a dichiarare in nero una parte del corrispettivo.

Entrambi avrebbero approfittato di incrostazioni legislative e proprio vantaggio: l'uno (Scajola) seguendo la prassi comune per questo tipo di operazioni immobiliari - come ho tentato di spiegare nel mio post, l'altro (D'alema) approfittando degli agganci di casta per ottenere - come però moltissimi altri non solo di casta - una casa ad equo canone.

Il quid pluris della vicenda Scajola sono i 900.000 euro piovuti dal cielo: se si perde di vista questa differenza si scivola nel "così fan tutti" e quindi "nessuno è realmente da condannare".

condivido.

fermo restando che d'alema non è nelle condizioni di fare la morale a nessuno.

Totalmente d'accordo con Sabino:  Furbata Scaloja = Furbata D'Alema + Magagna 900k

Confesso che avevo letto superficialmente la questione e senza la precisazione di Sabino sarei stato portato ad accomunare i due comportamenti tralasciando la fondamentale differenza.

Mi è già capitato di sentire spesso cose tipo "Berlusconi ha commesso il reato X? Beh anche Tizio in realtà ha fatto la cosa Y" come a dire che sono tutti uguali. Nella frase precedente spesso X era un reato (anche grave) per cui c'è stata una condanna, mentre Y una diceria(mettete al posto di Tizio Prodi, D'alema o chi volete). Ho la seguente impressione probabilmente di parte:

La sinistra con le sue scorrettezze (reati inclusi) del peso di un piatto di lenticchie offre una enorme foglia di fico ai pranzi pantagruelici consumati dal BS in primis e in misura molto minore dai suoi. L'effetto sul cittadino che deve lavorare e si limita a leggere quotidiani e guardare Tg è che la classe politica fa indistintamente schifo.

Io direi che l'impressione del cittadino non sarebbe neanche tanto lontana dalla realtà se si esclude il fenomeno eccezionale BS, al netto di quello non vedo forti differenze tra sx e dx. Possiamo dire che una delle determinanti del successo del nuovo re d'Italia è stato l'atteggiamento connivente dei media? Non dico,banalmente di quelli di sua proprietà, ma soprattutto degli altri che non hanno rimarcato a sufficienza certe differenze ?

PS Mi riferisco principalmente agli illeciti e alle manovre eccezionali tipo leggi ad personam e questo non esclude ad esempio che la politica fiscale dei governi BS possa essere stata migliore di quella degli avversari (ho letto sul LIBRO che Voltremont è stato meno peggio dei sui predecessori e mi fido ciecamente).

"I comportamenti di Scajola e D'Alema sarebbero eticamente comparabili se Scajola si fosse limitato a dichiarare in nero una parte del corrispettivo."

No, questo è piuttosto il caso di Ezio Mauro, direttore di Repubblica, che ha appunto acquistato in parte a nero un appartamento. Ma Mauro non ha mai ritenuto di dimettersi dalla direzione di Repubblica, nè glielo ha chiesto il suo editore De Benbedetti, che pure qualche birichinata l'ha combinata.

Io una differenza la vedo. Scajola accettando i quattrini di un imprenditore che fa affari con appalti pubblici contribuisce ad alterare il mercato degli appalti. Quei soldini verranno messi nel conto di future forniture il cui costo quindi aumenterà. Certo potrebbe sostenere che chiunque altro al posto suo avrebbe fatto la stessa cosa e tuttavia questa linea di difesa non è un granché. D'Alema invece ha vinto una lotteria in cui possono partecipare i soli appartenenti al club della casta. Avrebbe potuto perfino sostenere se che dare la casa a lui é allocativamente efficiente nell'accezione di Kaldor-Hicks: ovvero esiste un numero sufficientemente elevato di elettori che preferiscono che la casa sia data a lui rispetto a un qualunque quisque de populo preso a caso. E secondo me lui ci crede pure.

E anche se qualcosa poi va storto c'e' sempre la convinzione che non si scavera' troppo per cose cosi' piccole se no si destabilizza il sistema. Dopotutto Scajola e' il teorico del too big to be prosecuted, no?

 

Io una differenza la vedo. Scajola accettando i quattrini di un imprenditore che fa affari con appalti pubblici contribuisce ad alterare il mercato degli appalti. Quei soldini verranno messi nel conto di future forniture il cui costo quindi aumenterà. Certo potrebbe sostenere che chiunque altro al posto suo avrebbe fatto la stessa cosa e tuttavia questa linea di difesa non è un granché. D'Alema invece ha vinto una lotteria in cui possono partecipare i soli appartenenti al club della casta.

 

Gia', ma D'Alema accettando i quattrini di enti gestiti in modo da favorire la casta riceve un forte incentivo a non riformare il modo inefficiente e incompetente in cui tali enti sono gestiti. Questo ha effetti distorsivi anche piu' gravi.

C'è un elemento che finora non è stato richiamato ma secondo me va aggiunto.

Tutti noi ci scandalizzamo particolarmente quando un politico tradisce costantemente la moglie, divorzia in modo seriale etc. e poi si dichiara sostenitore dei valori della famiglia e va ai vari family day. Anche se tutto quello che fa è legale, l'ipocrisia è manifesta e intollerabile.

Bene, D'Alema da sempre milita in una parte politica che afferma di promuovere l'uguaglianza politica e sociale di tutti i cittadini e afferma di voler in particolare aiutare i più svantaggiati nella società. La (assurda) legge dell'equo canone era stata fatta, teoricamente, proprio a questo scopo. Il fatto che lui abbia usato la legge e le sue connessioni politiche per trarne personale vantaggio a scapito di tanti altri che, assai meno privilegiati di lui, sono stati costretti a pagare di più per case peggiori lo rende particolarmente ripugnante. A lui si applica lo stesso commento che si applica al politico fedifrago che va al family day: anche se tutto quello che fa è legale, l'ipocrisia è manifesta e intollerabile. 

Per il resto, la discussione se D'Alema abbia fatto peggio o meglio di Scajola mi pare largamente irrilevante. Entrambi sono sotto la soglia della decenza ed entrambi dovrebbero sparire.

Concordo su tutto e aggiungerei che la lista delle odiose ipocrisie della sinistra potrebbe essere sterminata.

Credo però che valga la pena fare la differenza come spiegato nell'articolo di sabino

Se non ci sforziamo di fare la differenza tra comportamenti deprecabili e comportamenti estremamente deprecabili forniamo un incentivo ai secondi.

 

 

Scusate ma D'Alema, come qualsiasi altro cittadino, aveva il diritto sancito dalla legge a pagare l'equo canone, anche se l'appartamento fosse stato privato. Se avesse acconsentito a pagare di piu' dell'equo canone avrebbe anche disatteso una legge che al tempo era molto ben vista dalla sinistra. A quei tempi non c'erano i patti in deroga e gli affitti sopra l'equo canone erano illegali. Da studente universitario fuori sede io, con 4 amici coinquilini, ho fatto causa al proprietario che ci ha affittato la casa ed ottenuto di pagare l'equo canone per tutti gli anni che mi ci sono voluti per finire l'universita'.

Insomma, sono d'accordo che non era da tutti trovare degli appartamenti in centro posseduti dall'INPS o INPDAP, ma certo l'affitto non avrebbe potuto essere di piu'.

 

 

Non credo che ci sia nessuno che dice che D'Alema doveva pagare più dell'equo canone. Il punto è che gli appartamenti a equo canone erano razionati e D'Alema (insieme a tanti altri) ha usato la sua infliuenza politica per farsene assegnare uno. Legale sì, morale no. Poteva per esempio adoperarsi affinché quegli appartamenti venissero assegnati agli studenti universitari fuori sede :-)

Più in generale, era ovvio che il sistema generava incentivi perversi. Dovere degli enti previdenziali era quello di valorizzare il loro patrimonio. Mantenere immobili dati in affitto a equo canone non era sicuramente il modo di farlo, era invece ovvio che quegli appartamenti andavano venduti. Non coonosco i dettagli legali della cosa, forse era necessario intervenire legislativamente per rendere questo possibile. Chiaro però che se i politici erano i primi beneficiari della mancata valorizzazione gli incentivi a eliminare l'inefficienza sparivano. A D'Alema questo non sembra mai essere venuto in mente.

 

Premetto che per me d'Alema dovrebbe morire sparire politicamente per tutti i danni che e' riuscito a fare negli ultimi 15 anni, non ultima la vergognosa campagna anti-Vendola condotta in Puglia.

Resta il fatto che paragonare un caso di corruzione di Craxiana memoria (900.000 euro divisi in 90 assegni di piccolo taglio) reso pubblico in questi giorni con una storia di malcostume e privilegio emersa circa un decennio fa e' veramente grottesco. Fumo negli occhi per poter dire, sempre e comunque che, signora mia, rubano tutti.

Non e' certo un caso che questa operazione sia stata condotta da un giornalista (Sallusti) direttamente a libro paga di Silvio Berlusconi (e se non sapete cogliere l'abissale differenza tra un giornale dichiaratamente di parte ma indipendente ed uno di proprieta' di un leader politico [pardon: del fratello] peggio per voi).

 

Non capisco perché vi stiate fermando alla morale. La differenza sostanziale è di carattere giuridico/penale. D'Alema profittava della sua influenza politica per avere in affitto un appartamento a prezzo di legge, anziché a quello di mercato. Scajola ha ricevuto una dazione di denaro per l'acquisto di una casa da parte di costruttori e i PM stanno indagando se questo benefit può essere frutto di corruzione e/o di riciclaggio. E credo sia proprio questo il motivo delle dimissioni...

 

Me lo aspettavo. L'ho pure messa nel cappello al post la storia del salame agli occhi. E li ho anche chiesti alla fine gli argomenti sottili. Spero che molti dei commenti qui siano una gara ad esser sottili e non i personali convincimenti di chi scrive. Ne prendo uno:

Gli immobili di proprietà pubblica sono locati a prezzi di legge, dunque, se un danno vi è stato da parte di D'Alema non è stato verso lo Stato (scusate la cacofonia) ma verso quel cittadino che avrebbe avuto, eventualmente (e non so in base a quali parametri) maggior diritto di ottenere la locazione di quell'immobile. 

Ma chi? Ma cosa? Ma quando? E se Inail (o chi diavolo fosse) avesse venduto l'appartamento? Il prezzo avrebbe contabilizzato il fatto che il compratore l'avrebbe affittato a prezzi di mercato, non a equo canone. Non vendendo Inail ha perso un mucchio di soldi. Perche' non lo ha fatto? Per avere i favori di D'Alema. Favori che erano ben altro che l'assunzione dell'amica; erano (e sono) il mantenimento di un'enorme dispendio di denaro pubblico a uso e consumo della casta - una specie di grande RAI. 

E non sono affatto d'accordo con Sabino. Non e' vero che Scajola=D'Alema+900mila. A Scajola hanno trovato una bella casa, come a D'Alema, e l'ha pagata anche lui sotto mercato, come D'Alema. 

Ragazzi, e' lo stesso, da tutti i punti di vista. Forse da un punto di vista strettamente legale e' diverso, ma secondo me nemmeno quello: mica e' illegale farsi regalare dei soldi. Non sento nessuno dire: mah, l'imprenditore gli appalti li avrebbe avuti lo stesso, forse e' il migliore, ... nessun danno all'erario. Ma dai, fatemi il piacere. 

 

La butto li': e se la legge su equo canone fosse rimasta in vigore anche solo un paio di anni in piu' di quanto non sarebbe stata se D'Alema e amichetti non se avessero tratto vantaggi? Sono solo io a vedere danni per lo stato in questo caso: una delle leggi piu' dannose e distorsive del dopoguerra!!

E io son quello di sinistra. Tra un po' si sveglia Boldrin e gli prende un colpo a leggere i commenti :)

 

E vorrei aggiungere che per me un giudice che si fa accreditare ITL 400.000.000 su un conto svizzero ed un giudiche che si fa eleggere senatore (ITL 20.000.000 x 60 mesi = ITL 1.200.000.000) venendo presentato in un collegio sicuro sono eticamente sullo stesso piano, anche se la legge punisce la prima fattispecie e ignora la seconda.

 

Il prezzo avrebbe contabilizzato il fatto che il compratore l'avrebbe affittato a prezzi di mercato, non a equo canone.

 

Non ti seguo. negli anni 90 c'era solo l'equo canone, ufficlialmente. Poi in nero poteva esserci tuttto il resto. Quindi legalmente a quanto mi risulta qualsiasi compratore intenzionato ad affittare ad uso residenziale doveva farlo ad equo canone. Ho chiesto anche prima come stanno le cose adesso. E stato abolito oppure viene aggirato con deroghe?

Francesco

Per me l'aspetto politico e morale viene prima. da questo punto di vista entrambi dovrebbero smettere di fare politica attiva.

Sull'aspetto economico siete più bravi di me e a voi fare i conti. Non so se sfruttare il proprio ruolo per farsi assegnare un appartamento da pagare ad equo canone creando un sicuro danno economico allo stato, sia meno impattante di pagare parte di una casa in nero. Quello che però non si può sentire è la storia del regalo (lo so che la tua era una provocazione), che nel caso D'Alema non c'è (almeno non ne ricordo), e che differenzia i due casi. Con la speranza (per lui) che Scajola sappia spiegare questo "particolare".

 

erano (e sono) il mantenimento di un'enorme dispendio di denaro pubblico a uso e consumo della casta

 

Ecco, Alberto, senza minimamente voler difendere D'Alema, che e' una persona per cui provo un disprezzo notevole, la differenza e' questa: il dispendio di denaro pubblico a favore della casta e' la norma in Italia, non l'eccezione. Se vuoi valutare i comportamenti personali, li devi valutare a partire da questo background.

Giusto per mettere giu' qualche cifra: non so quanto sia costato al contribuente il famoso volo "privato" Albenga-Roma di Scajola, ma Scajola aveva destinato un milioncino di euro per l'aeroporto in questione come "rimborso non ufficiale"  del volo, quindi immagino che il costo totale per Alitalia/Airone/aeroporto di Albenga possa essere dello stesso ordine. La storia dei rimborsi spese "gonfiati" per i viaggi aerei degli europarlamentari, in cui incappo' il "povero" Napolitano, corrispondeva a un extra di parecchie centinaia di euro per viaggio, che corrisponde ad occhio a un centinaio di migliaia di euro per i 5 anni di legislatura. Tutto perfettamente legale, in entrambi i casi. L'ordine di grandezza del danno allo Stato e' lo stesso dell'appartamento di D'Alema.

Scajola, oltre a questi privilegi, prendeva anche denaro per qualcosa che ricorda molto Tangentopoli. E' il caso di dire, parafrasando: tutti i porci sono uguali, ma qualcuno e' piu' porco degli altri.

 

E poi non scherziamo: D'Alema ha fatto molti piu' danni allo Stato con le sue politiche e i suoi maneggi che con i suoi privilegi personali da membro della casta. Se avesse governato decentemente e spinto la sinistra a fare leggi decenti e a modernizzarsi, per me poteva anche avere la villa gratis in Costa Smeralda con aereo privato per Roma pagato dai contribuenti. Le sue colpe sono prevalentemente politiche, non altro.

 

Ma chi? Ma cosa? Ma quando? E se Inail (o chi diavolo fosse) avesse venduto l'appartamento? Il prezzo avrebbe contabilizzato il fatto che il compratore l'avrebbe affittato a prezzi di mercato, non a equo canone. Non vendendo Inail ha perso un mucchio di soldi. Perche' non lo ha fatto? Per avere i favori di D'Alema. Favori che erano ben altro che l'assunzione dell'amica; erano (e sono) il mantenimento di un'enorme dispendio di denaro pubblico a uso e consumo della casta - una specie di grande RAI.

 

Guarda, te puoi anche pensare che D'Alema e' un amorale per essere (stato) un comunista, e per aver usufruito di leggi comuniste, ma l'equo canone NON era una legge per gli appartamenti di prorpieta' solo pubblica, ma era OBBLIGATORIO per tutte le locazioni (tranne per turismo). Quindi quel mucchio di soldi semplicemente non c'era per legge. O magari accusi D'Alema di essersi prodigato per tenere una legge, l'equo canone, che sapeva ingiusta e l'ha fatto solo per poi usufruirne a danno dei contribuenti? Forse e' anche vero, ma allora avrebbe sicuramente fatto meglio a instascarsi 900.000 euro cash.

Non ho capito perchè

 

Non e' vero che Scajola=D'Alema+900mila. A Scajola hanno trovato una bella casa, come a D'Alema, e l'ha pagata anche lui sotto mercato, come D'Alema.

 

D'Alema è uno dei politici che mi piace di meno e non voglio assolutamente difenderlo anzi.

Però rimanendo ai fatti mi sembra congruo che

Pagare meno affitto = Avere sconto sulla casa

Fin qui ok. Ma intascare 900k significa avere, oltre allo sconto, dei fondi di dubbia provenienza. Qualcuno dava integrazioni cash a D'Alema? Cosa mi sfugge?

 

E se Inail (o chi diavolo fosse) avesse venduto l'appartamento?

 

Se avesse venduto avrebbe dovuto dare la prelazione all'inquilino ad un prezzo di non meno del 30% (minor valore perchè occupato), più un altro 10-15% se la vendita avveniva "in blocco", vale a dire l'ente vendeva tutti gli appartamenti di un palazzo con gli inquilini che si mettevano d'accordo fra di loro per presentare un'offerta collettiva. Quindi l'ente avrebbe ottenuto grosso modo poco più della metà del valore di mercato degli alloggi.

Ciao Alberto

secondo me c'e' una differenza importante e sta nel fatto che gli immobili affittati a d'alema erano di proprieta' dello stato mentre i soldi pagato per la casa di scajola vengono da un privato..

dato che d'alema era un dipendente pubblico il suo affitto ad equo canone non e' altro che una forma di retirbuzione occulta (un po' come quella dei dipendenti di NYU :) ).. certo c'e' il problema che non ci paga le tasse ma forse il danno per il cittadino non e' cosi' grande..

se invece i soldi per la casa a scajola li ha dati un imprenditore/palazzinaro e scajola e' ministro delle attivita' produttive beh si vede da se che il danno potenziale per il cittadino e' assai maggiore..

 

 

 

 

 

 

 

Ma chi? Ma cosa? Ma quando? E se Inail (o chi diavolo fosse) avesse venduto l'appartamento? Il prezzo avrebbe contabilizzato il fatto che il compratore l'avrebbe affittato a prezzi di mercato, non a equo canone.

Davvero? D'Alema - a quanto riferì il Giornale medesimo all'epoca - ha fatto richiesta dell'appartamento nel 1990 e l'ha avuto nel 1991. L'equo canone era tuttora obbligatorio (la prima liberalizzazione è arrivata l'anno dopo, con i patti in deroga). Ci spieghi come avrebbe fatto l'eventuale compratore dell'INAIL ad affittare "a prezzi di mercato, non a equo canone"?

Ma stiamo scherzando ? Scajola e D'Alema avrebbero due profili diversi, come leggo in alcuni commenti ? Al di là del puro danno "monetario", forse peggiore nel caso di D'Alema, perchè con i soldi dell'affitto l'INPS ci paga le pensioni agli operai, meno soldi = meno pensioni oppure + contributi (per gli operai, ovviamente), c'è proprio un principio di etica banale: "anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto", altrocchè!

La verità è che "baffino di ferro", politico di nascita e volontà ereditaria vuole apparire a tutti i costi, e non ha saputo vedere in che cosa si andava a ficcare: si parla di "case", e lui, epigono di Affittopoli, dovrebbe stare nell'ombra, non parlare, muto, invece va a Ballarò. E adesso si potrà (ri)parlare dell'agenzia immobiliare che trovava le case a equo canone ai politici, e non di quell'altra agenzia immobiliare, che invece le cosa te le compra al centro di Roma.

Insomma, certi politici, capaci solo di tramare nell'ombra, incapaci di una visione politica, incapaci di vincere un'elezione, anche all'interno del suo partito, come Vendola ha dimostrato, se ne dovrebbero andare, e non aggiungo dove, anche se lascerei poco spazio all'immaginazione.

E, soprattutto, mai e poi mai parlare di morale ed etica, visto che anche le barche comprate provengono da leasing non proprio trasparenti...

Nella polemica di chi è peggio tendo ad oscillare fra Alberto e Sabino, ma mi sembra secondario. Si', forse nel caso Scaloja vi sono due violazioni dell'etica (e della legge) ma la seconda è ancora da provare (che i 900mila siano parte di un piano corruttivo del ministro, Bertolaso, eccetera). Però nel caso D'Alema c'è l'aggravante che gli appartamenti di proprietà d'enti previdenziali avrebbero potuto essere venduti sul mercato, finanziando l'ente e quindi le pensioni di chi lavora, o affittati ad aventi diritto in base a misure obiettive di bisogno.

Tolto quello, gli argomenti di Alberto sono perfettamente convincenti ed i due sono, eticamente, sullo stesso piano: uno si è "fatto fare un favore" dai compagni che gestiscono l'INPS e l'altro si è "fatto fare un favore" dall'amico che costruisce per il settore pubblico. La differenza, al più, è di qualche decina di migliaia di euro nell'ammontare dei favori.

Per evitare di apparire fissati con D'Alema, vorrei solo ricordare che nello scandalo degli affitti di favore alla casta erano coinvolti anche Veltroni e Rutelli, oltre ad una lunga lista di politici che ora non ricordo. Infatti, se qualcuno ha la lista dei maggiori sarà bene ricordarli perché è giusto che l'immoralità di questi ipocriti sepolcri imbiancati venga regolarmente sbandierata al popolo che li elegge.

 

Secondo me c'e' anche un'altra differenza molto importante: uno ha fatto le cose di nascosto, l'altronon mi risulta (magari mi sbaglio). Parlando di politici cio' non credo possa essere considerato secondario. D'Alema, secondo me, non aveva neanche la percezione che stesse facendo qualcosa di non etico. L'equo canone, come ho anche scritto sopra, era una legge dello stato, tutti i contratti di locazione, privati o pubblici, dovevano essere "equi", poi, nella logica del Partito, e' chiaro che l'operaio si becca il bilocale vicino la fabbrica, il dirigente, il mega appartamento accessoriato vicino al parlamento. Questo andava bene a tutti i compagni, niente di strano. D'Alema non ha tradito le aspettative di chi lo votava.

Non so di Rutelli, ma Veltroni abitava nella casa che era stata data al padre (all'epoca dirigente EIAR), e non credo che sia giusto accomunare le due vicende (quella di WV e di Md'A).

A D'Alema la casa è stata "concessa" per meriti politici, come a tanti altri (l'elenco è segreto..), lo scandalo non è nell'equo canone, ma nel modo in cui l'equo canone è stato calcolato per gli Enti Pubblici, per cui una casa in centro a Roma era calcolata dai vari Enti con un coefficiente tale che risultava casa popolare. I CdA degli enti, pare, non avessero alcun incentivo a far calcolare l'equo canone in altro modo, per cui, pur rimanendo "equo" sarebbe stato almeno utile economicamente.

Il meccanismo era il seguente: l'immobile era valutato sulla base dell'ammortamento del bene (per moltissimi immobili il valore residuo era pari a zero), sulla base della classe catastale del bene, e molti edifici, sia pure in centro a Roma, erano classificati sulla base del catasto di epoca fascista come "edilizia popolare". Qui il metodo di calcolo. Insomma, avere un immobile in locazione da un ente pubblico economico (??) era meglio di un terno al lotto, e se non si aveva avuto accesso per eredità o subentro diretto (il caso di WV) col cavolo che ci entravi. D'Alema per averlo deve aver scavalcato una lunga fila...

 

Tolto quello, gli argomenti di Alberto sono perfettamente convincenti ed i due sono, eticamente, sullo stesso piano: uno si è "fatto fare un favore" dai compagni che gestiscono l'INPS e l'altro si è "fatto fare un favore" dall'amico che costruisce per il settore pubblico. La differenza, al più, è di qualche decina di migliaia di euro nell'ammontare dei favori.

 

Domanda: premesso che immagino che in USA non esista equo canone :-) e che non so se esistano enti previdenziali che possano affittare appartamenti a politici a prezzi di favore o fuori mercato, cosa sarebbe successo ad un parlamentare americano colto nelle due situazioni "imbarazzanti" di cui sopra? Avrebbero dovuto lasciare eventuali responsabilità ed anche il posto alla camera o al senato? Non si usa far firmare le dimissioni in bianco, per esempio?

Francesco

premesse le scontate considerazioni negative sulla politica di d'alema, mi chiedo come mai nella discussione non si sta dando rilievo al fatto che d'alema, dopo (o durante, non so) "affittopoli", ha lasciato quell'appartamento, ha cambiato casa. non è eticamente apprezzabile che si sia reso conto del suo comportamento eticamente censurabile? e non è da giornalismo delinquenziale osservare, come ha fatto quel giornalista, che "se ne è andato come se ne è andato anche scajola"?

No, perché anche Scajola si è "reso conto del suo comportamento eticamente censurabile" ed ha lasciato la carica di ministro. Non ha ancora lasciato l'appartamento, anche se ha promesso di farlo (staremo a vedere). In compenso D'Alema non ha lasciato la sua carica di segretario del PCUS  PDS ed attualmente è presidente del COPASIR, che controlla i servizi segreti. Nè D'Alema, nè Scajola hanno lasciato la carica di parlamentare.

Comunque complimenti, un ministro* del governosi intasca una mazzetta di 900.000 euro (perche' non prendiamoci per i fondelli, di una mazzetta si tratta) finendo implicato nello scandalo degli appalti grandi opere che gia' ha coinvolto Bertolaso (il favorito del Capo) e sfiorato Letta.

Ma siccome con i soldi si e' comprato una casa invece di farci qualcos'altro, uno dei tizi sul libro paga del Capo tira fuori una storia di 15 anni fa e ora siete tutti qua a parlare di d'Alema (che mi tocca ripetere, e' impresentabile e dovrebbe dimettersi per ben altri motivi), che negli anni '90 sfruttava la sua posizione per essere tra i pochi fortunati ad avere un affitto in equo canone a un terzo del valore di mercato. Contenti voi.

 

*Peraltro Scajola e' quello

i) che era ministro degli interni al tempo del G8 di Genova. Ovvero era il vertice della piramide nelle 24 ore di Bolzaneto e della Diaz, della falsa coltellata e delle molotov aggiunte dalla polizia.

ii) che a suon di soldi pubblici fa aprire la tratta aerea Albenga-Roma ogni volta che torna al governo.

iii) che Biagi era un rompicoglioni che continuava a chiedere la scorta.

 

iv) e aggiungiamoci pure che era il responsabile per le elezioni del 2001 di Forza Italia, quando grazie al suo genio nell'assegnazione delle candidatura FI si trovó con sei seggi "vacanti" nel senso che aveva la maggioranza dei voti ma non il candidato da eleggere perchè quelli avevano optato per un altro collegio.

I signori della casta hanno tanti privilegi: dal barbiere gratis, alle auto blu, ai voli gratis, all'accesso ad abitazioni privilegiate e chissa' quant'altro. Tutti questi innumerevoli privilegi sono resi legali dalle stesse persone che ne usufruiscono. L'accesso alla casa INPDAP di Trastevere per D'Alema e' soltanto un esempio di questi privilegi e ha in comune con la vicenda scajola soltanto la parola "casa".

Se dicessi che l'equivalente scajolano e' "Veltroni che usa il barbiere di montecitorio" mi prendereste per matto ma di fatto quale e' la differenza con la casa ad equocanone? Di fatto si tratta di privilegi che la casta si mantiene pagati coi soldi dei cittadini che potrebbero invece essere utilizzati per altri scopi.

In sostanza, mi sembra che con questa storia siamo finiti a fare il gioco sporco di Sallusti e girare l'ennesima vicenda romana nella caciare Italiana di "il tuo politico fa piu' cagare del mio" che e' poi la linea editoriale dei giornali di partito come unita' o ilGiornale.

la cosa è diversa per una ragione alla base degli esempi

1. il barbiere di montecitorio è a disposizione di tutti i parlamentari per principio. (fa schifo l''idea che gli paghiamo pure il barbiere, lo so, ma è a disposizione, di regola, di tutti i parlamentari)

2. la casa in equo canone non è destinata ,in  termini di principio, ai parlamentari, ma a gente che ha titoli di merito (situazioni economiche pregresse etc)per poterci stare: che sia un operaio, uno studente fuori sede o uno che lavora al call centre. se tu politico decidi di stare in equo canone e il proprietario te lo permette poichè tu sei amico di amici che hanno altri amici, è alla fine legalizzato (si dirà magari che è a discrezione dell'ente bla bla bla....)ma non è moralmente perdonabile una cosa simile: fai il comunista stando in una casa "del popolo" con 20.000 euro al mese???

3. Sallusti, persona che mi sta simpatica quanto una multa per divieto di sosta, fa un gioco sporco? forse, ma non far passare d'alema per un santo era giusto e faceva il suo lavoro di giornalista partigiano in un paese con la memoria corta, ma non ha contato balle.

4. perchè il paragone tra scajola e d'alema non è tanto pelegrino, rinvio a commenti piu sopra

Giorgio, capisco che sono cose che fanno arrabbiare, ma io non esagererei.
Per quanto i parlamentari Italiani siano screditati agli occhi dell'opinione pubblica, il parlamento svolge un ruolo importante: quello di fare le leggi. Per questo, il fatto che i parlamentari abbiano uno stipendio alto non mi sembra un'ida sbagliata. A casa mia la qualità si paga. Il barbiere, l'aereo, etc.etc. sono tutti benefit che vanno a contribuire allo stipendio. Penso d'altronde che la carica di parlamentare dovrebbe essere appealing per tutti i cittadini e anche per quelli che hanno delle posizioni lavorative ottime. Un professionista in carriera, intelligente e preparato, vorrei che considerasse la possibilità di fare il parlamentare e non la rifiutasse perché si guadagna troppo poco. Idem un accademico affermato, un imprenditore, etc.etc. Insomma, vorrei the best and the brighest!

Purtroppo non penso che sia questo il calibro di persone che abbiamo in parlamento, e penso sia soprattutto colpa della legge elettorale (che è il modo in cui il parlamento seleziona i parlamentari). D'altronde, se si abbassa lo stipendio o i benefit  rischiamo sempre più di attirare persone che non vorremmo in parlamento, tipo quelli che pensano di usare la loro carica pubblica per far soldi elargendo favori.

Predice il compagno Bisin in un commento di più sopra:

 

Tra un po' si sveglia Boldrin e gli prende un colpo a leggere i commenti :)

 

Esatto.

Ma, siccome sto celebrando il primo "titulo" e quel cialtrone di Totti ha invece zero tituli, non mi cruccio più di tanto

I compagni lettori, evidentemente, amano perder tempo a provare l'ovvio (Scajola è un delinquente, BS è un delinquente, l'intero vertiche del PdL è con molta probabilità un'associazione a delinquere, eccetera) invece di riflettere sulle cose importanti e meno ovvie.

Vedo che anche il compagno Gilestro ed il compagno Ginelli cadono in questa trappola. Peccato. Capisco i loro sentimenti, ma provo a vedere se, magari, mi riesce di convincerli che discutere della casa di D'Alema mentre il popolo si sollazza su quella di Scaloja è ciò che il saggio dovrebbe fare.

1) Intanto è più interessante, come il dibattito prova. La gente intelligente si annoia a dibattere l'ovvio. Mentre non è ovvio che chiunque legga nFA sia intelligente ed informato, è a costoro che ci dirigiamo e non a chi cerca qui gli anatemi, la propaganda, la conferma dei propri pregiudizi ideologici.

2) nFA non è un luogo per la propaganda di massa: per questo ci sono i TG, l'Unità, il Giornale, eccetera. Noi vorremmo cercare di capire da dove vengono le cose e come vanno interpretate.

3) Ragione per cui, intendere COME la casta faccia male al paese anche quando sembra non violare la legge è attività interessante e di alto valore aggiunto sociale. Perché il problema vero NON è mettere in galera i delinquenti (quello è un problema solo in Italia, problema che abbiamo documentato ampiamente: le prediche dirette a noi, su questo terreno, lasciano il tempo che trovano) ma intendere come limitare i dannosi effetti sociali del potere che, per ragioni di necessità, attribuiamo ai politici.

4) In Italia è diffusa l'erronea visione secondo cui gli scandali ed i reati sono strumenti di lotta politica. L'altro è un delinquente, noi no. La cosa, se fosse vera, sarebbe apprezzabile. Per un periodo era anche vera: sul piano dell'arricchimento personale quelli del PCI erano "meglio" degli altri (erano peggio in altre dimensioni) sino agli anni '70. Ma ora non lo è. Quella differenza è svanita, rimane solo una differenza di stile o anche solo di opportunità. Questo va capito. Non implica che tanto vale votare PdL (o PD ... vi ricordate i discorsi che la stampa di sinistra faceva quando nell'occhio del ciclone c'erano Bassolino per i rifiuti o Del Turco?) perché sono uguali. A mio avviso, notoriamente, la cosa saggia è non votare nessuno dei due, ma questo è secondario. Il punto è che potete votare chi volete, ma non chiedete a noi di fare violenza alla logica ed ai fatti per raccontarvi che quello che votate voi è socialmente meno dannoso.

 

Compagno Michele sono d'accordo con te su quasi tutti i punti: ti lascio il numero 0 su totti che' quello tanto non lo seguo e il numero 1 e ti spiego perche'.

Non credo che questo thread abbia 90 commenti e tre peperoncini perche' la discussione sia particolarmente interessante ma semplicemente perche' ci ha tirato dentro il gioco italiano (sporco, di sallusti, appunto) e cioe' a dibattere se fa piu' schifo quel che ha fatto scajola o quello che ha fatto d'alema il che e', proprio in virtu' del punto 4, inutile. Questo e' il vero sport nazionale ed e' questo tipo di confronto che tiene tutto il dibattito mediatico italiano. Sebbene non fosse, ne sono sicuro, intenzione di Alberto scatenare questo tipo di confronto con questo post, era inevitabile che accadesse. 

Inoltre, non fare assunzioni e non commettere l'errore di pensare che io scriva questo per difendere quel paraculo di d'alema. E' solo che se c'e' una categoria che forse mi sta ancora piu' sullo stomaco della casta politica e' quella dei giornalisti prezzolati e leccaculo col salame sugli occhi e mi va solo di far notare che confrontando mazzette con privilegi si fa solo il gioco di sallusti. 

 

 

mio avviso, notoriamente, la cosa saggia è non votare nessuno dei due, ma questo è secondario. Il punto è che potete votare chi volete, ma non chiedete a noi di fare violenza alla logica ed ai fatti per raccontarvi che quello che votate voi è socialmente meno dannoso.

 

Ma alla fine, quando è il tempo delle elezioni ci sono un numero limitato di opzioni

a) Votare per il Pdl

b) Votare per il PD

c) Votare per una delle formazioni minori

d) Non andare a votare

e) Votare scheda bianca

f) Annullare la scheda

Puó capitare che nessuna delle opzioni scateni l'entusiamo, e si finisca per sceglierne una senza troppa convinzione. Vul dire essre cinici?

mi pare di ricordare che in tempi più recenti ci siano anche altri politici (il sig. Brunetta) che hanno affittato o acquistato immobili di prestigio di proprietà di enti pubblici....

sia la madonna che il bambino hanno pianto a Milano.

apocalisselaica.net/varie/cristianesimo.../a-milano-piange-la-madonna - Italy

I lettori che non trovano appopriato ricordare le storie di affittopoli e svendopoli in queste circostanze lo fanno sulla base dell'argomento secondo cui "così fate di tutta l'erba un fascio".  Questi lettori sono, quasi sempre di sinistra. Bene, anche dal LORO punto di vista, si sbagliano. Due ragioni

- Facciamo di tutta l'erba un fascio perché quest'erba appartiene al medesimo fascio. La casta politica italiana è intrinsecamente e profondamente corrotta sia a destra che a sinistra. La questione morale non è mai stata neanche lontanamente risolta (anche per colpa della sinistra, che ha cercato di usarla pro domo sua) e va messa sul tappeto nella forma: questa classe politica ed i suoi beneficiati (1/4 del paese, circa) versus il resto del paese.

- Non riuscite a capire che SE volete usare la questione morale come carta politica contro l'altra parte, cosa che continuate a fare, ALLORA dovete avere politici che siano davvero come la moglie di Cesare. E non ce li avete, chiaramente. Per cui la tattica vi si ritorce contro. Son 20 anni che vi si ritorce contro, non ve ne rendete conto? Sallusti ed il Giornale fanno il loro lavoro. Se risultano effettivi è perché la classe dirigente della sinistra italiana è stata tagliata dallo stesso legno storto usato per quello di destra. QUINDI o vi cambiate di classe dirigente o lasciate perdere la questione morale.

Fate voi, ma non prendetevela con noi. Non è colpa nostra se la sinistra italiana ha la classe dirigente ipocrita, incompetente ed imbelle che ha. Noi lo notiamo solamente.

 

Standing ovation!!!

"I lettori che non trovano appopriato ricordare le storie di affittopoli e svendopoli in queste circostanze lo fanno sulla base dell'argomento secondo cui "così fate di tutta l'erba un fascio".  

 

Il citare precedenti vicende non è altro che l'applicazione dello strattagemma di AMPLIAMENTO del problema e mutazione della controversia. In modo da portare il problema stesso al di fuori dei suoi limiti naturali e perdere di vista il punto per ottenere ragione.

Le due ragioni poi addotte sal sig. Boldrin (che stimo sempre molto e di cui leggo sempre interessato gli articoli) non sono altro che argomenti ad hominem ovvero si scredita un'affermazione o un'argomentazione attaccando la persona che la sostiene invece di confutare gli argomenti che questa persona ha esposto.

Mi fa venire in mente quelle discussioni tra moglie e marito tipo "caro hai dimenticato i calzini ai piedi del letto, per favore mettili al loro posto. E il marito risponde: ma anche tu hai lasciato la tua camicia ai piedi del letto... dieci anni fa." E la moglie: "i tuoi calzini sono sporchi ma la mia camicia era pulita". E il marito "non esattamente perchè l'avevi usata un giorno". "ma quel giorno non ho sudato".... alla fine si parla della camicia di dieci anni fa e non dei calzini di oggi. Non si risolve il problema.

Tutto questo mi dispiace perchè vedo "scienziati" usare le più basse tecniche retoriche/sofistiche per evitare di risolvere almeno UN problema.

Voglio dire: cominciamo a dirci ma è normale quello che sta capitando a casa Scaiola?

PS: non sono un lettore di sinistra. Non mi piace questo tipo di classificazione.

 

Non riuscite a capire che SE volete usare la questione morale come carta politica contro l'altra parte, cosa che continuate a fare, ALLORA dovete avere politici che siano davvero come la moglie di Cesare. E non ce li avete, chiaramente. Per cui la tattica vi si ritorce contro. Son 20 anni che vi si ritorce contro, non ve ne rendete conto? Sallusti ed il Giornale fanno il loro lavoro. Se risultano effettivi è perché la classe dirigente della sinistra italiana è stata tagliata dallo stesso legno storto usato per quello di destra. QUINDI o vi cambiate di classe dirigente o lasciate perdere la questione morale.

 

Credo che questo sia il punto. Tradizione della sinistra (i socialisti dell'era mancini prima e craxi dopo fanno eccezione) era proprio quella di coltivare la propria diversità. Erano noiosi mortalmente, moralisti all'eccesso e onesti (l'ultimo della serie Berlinguer), non avrebbero mai profittato della propria posizione per tornaconto personale. Chi veniva da lontano e doveva lavorare a roma, per lavoro parlamentare o nei quadri del partito, viveva in una camera in una pensione che era convenzionata con botteghe oscure. Altro che attico, al massimo si potevano permettere di comprare il gelato. Gli avversari stessi non si sarebbero mai avventurati nel sostenere che si approfittavano della loro condizione di parlamentari: magari sostenevano che i soldi li prendevano da mosca, oppure attraverso le cooperative rosse, ma anche dopo aver grattato non trovarono mai nulla che potesse permettere di accusarli godere di vantaggi personali ottenuti grazie alla carica. Con il tracollo del PCI cade anche la dedizione alla causa: ma ve lo immaginate oggi uno come Greganti che si fa la galera per non coinvolgere il PD? Eppure quella idea di diversità è rimasta, più nell'immaginario collettivo che nella realtà. E non consente di vedere quello che gli avversari oggi sono in grado di rinfacciare: anche voi siete dei profittatori quando ne avete l'occasione. E questo fa scattare i nervi perchè il feticcio della diversità, si sgretola malamente. Per quattro briciole.

Rispondo a Giorgio (Gilestro) per tutti, perche' solitamente apprezzo i suoi commenti e quindi stavolta mi fa parecchio arrabbiare. 

 

 Se dicessi che l'equivalente scajolano e' "Veltroni che usa il barbiere di montecitorio" mi prendereste per matto ma di fatto quale e' la differenza con la casa ad equocanone? Di fatto si tratta di privilegi che la casta si mantiene pagati coi soldi dei cittadini che potrebbero invece essere utilizzati per altri scopi.

No giorgio, non e' cosi'. Il barbiere e' un privilegio di casta che si sono assegnati; quello delle case no: lo hanno assegnato a tutti gli italiani e poi se lo sono preso solo (o quasi solo) loro. Capisci che la cosa e' diversissima.

In sostanza, mi sembra che con questa storia siamo finiti a fare il gioco sporco di Sallusti e girare l'ennesima vicenda romana nella caciare Italiana di "il tuo politico fa piu' cagare del mio" che e' poi la linea editoriale dei giornali di partito come unita' o ilGiornale.

Questa e' la cosa piu' grave che dici, Giorgio, ed e' quella che ti scopre. 

Prima di tutto, come da attento lettore del sito forse sai, il mio partito e' quello di D'Alema e non quell'altro. Quindi non sto giocando al  "il tuo politico fa piu' cagare del mio". 

E poi l'accusa di fare il gioco del nemico, "il gioco sporco di Sallusti", ti scopre nel senso che dimostra che ragioni per partito preso: o con noi o contro di noi. 

Mi dispiace, io non guardo mai a che gioco faccio - faccio sempre solo il mio.

Voglio finire con una concessione:

se si scoprisse che i 900 mila a Scajola erano direttamente legati a un favore specifico (o a una serie di favori, che 900 mila sono tanti) allora si' che sarebbe diversa la situazione di Scajola e di D'Alema. Ma se i 900 mila fossero un atto di "amicizia" e "generosita'" solo in generale legato a un atteggiamento favorevole da parte del governo, allora la differenza non c'e'. 

 

 

Non ti devi arrabbiare Alberto perche' non mi riferivo al tuo pezzo ma alla discussione che ha generato. Lo so come la pensi e l'ho anche scritto che sono sicuro che questa non fosse la tua intenzione. Pero' e' un fatto che il discorso politico in italia e' fortemente basato su confronti di questo tipo quindi basta dare il LA affinche' abbia inizio la tarantella, come infatti e' successo su questa pagina. 

Per me il caso affittopoli rimane semplicemente un esempio di privilegio, disgustoso, come il barbiere di montecitorio. Il fatto che non sia mai stata nemmeno aperta un'inchiesta lo conferma e il tuo argomento (i cittadini non ne usufruivano i politici si') non e' convincente perche' di case in equocanone ce ne erano a migliaia di politici coinvolti una ventina. Se non sbaglio non furono trovate irregolarita' nel modo in cui le case venivano attribuite ma solo nel fatto che i canoni di affitto non erano aggiornati e consistevano di cifre ridicole. 

Ad ogni modo, voglio sottolineare una cosa. Il caso scajola avra' consenguenze giudiziare, il caso affittopoli non le ebbe. La differenza, *ai fini della discussione*, non e' marginale perche' la legge e' bene o male una soglia oggettiva; la morale invece e' per definizione soggettiva quindi queste discussioni non possono che continuare all'infinito. Il Giornale questo lo sa bene ed e' su questo che gioca. Questa era l'intenzione di sallusti e qui siamo finiti a parare con la discussione e di d'alema vs sallusti si stara' parlando - immagino - in tutti i baretti italiani, spostando l'attenzione da quelli che sono i due veri problemi (i privilegi da una parte, la corruzione dall'altra). Sallusti ha fatto, come si dice su internet, il Troll; first law is "don't feed the trolls".

 

Pur avendo scritto anche io peste e corna di Md'A, ed essendo convinto che i due casi, da un punto di vista etico siano molto simili, come Michele dice, devo dire che approfondendo le due cose cominciano a essere molto diverse (e D'Alema è ancor di più un cretino per essere andato a Ballarò e non essersi preparato, ma la sua supponenza non conosce limiti).

1. L'Inpdap, l'INPS e i vari enti pubblici proprietari di case avevano due criteri diversi di assegnazione, e il criterio del reddito valeva solo per le case di edilizia economica e popolare, mentre gli immobili di "pregio", e quello di D'Alema rientrava fra questi, aveva criteri di assegnazione diversi, fra l'altro l'equo canone era di Lit. 1.060.000 mensili, inferiore ai livelli di mercato per tipologia e appartamento, ma di certo non alla portata di un operaio. Qui c'è la difesa di D'Alema all'epoca (tutto sommato valida anche oggi, poteva usarla anche con Sallusti, ma se uno è impreparato..). Tra l'altro lo scandalo continua..

Infine D'Alema è anche un pirla, visto che poi altri hanno acquistato dall'ente, seguendo questo DL emesso dopo Affittopoli,e gli acquisti hanno generato questi risultati.

Oppure, se si fosse preparato, poteva rispondere domandando conto di questo.

Insomma, pur essendo questioni molto sottili devo ammettere che fra D'Alema e Scajola ci sono delle vistose differenze, e il primo potrebbe aver varcato una soglia (quella del favoritismo), ma di cui non ci sono le evidenze , ed il cui conto non è sfavorevole (pensiamo a come avrebbe ottimizzato D'Alema rimanendo e comprando la stessa casa a prezzi molto inferiori al mercato!), mentre Scajola è semplicemente inqualificabile. La differenza c'è, e si vede.

"Il cittadino Pinco Pallino avrebbe mai potuto, rispettando TUTTI i parametri dettati dalla legge, godere delle stesse agevolazioni del cittadino Marco Aurelio? O quanto meno gareggiare in parità per ottenerle?"

i) Se la risposta è sì allora non vedo motivo per accanirsi contro Marco Aurelio, al massimo si può valutare se la legge vada cambiata o meno, se sia giusta o meno.

ii) Se la risposta è no allora vuol dire che Marco Aurelio ha ricevuto agevolazioni e benefici grazie al suo status. Magari Marco Aurelio non ha formalmente violato nessuna legge dello Stato, ma non mi si chieda di stimarlo e votarlo ancora.

iii) Se non solo Marco Aurelio ha usato il suo status ma ha anche formalmente violato la legge (o tratto vantaggio da una violazione della legge), in tal caso non solo perde la stima e il voto ma dovrebbe anche pagare le senzioni previste.

Tutti gli altri discorsi per me sono "voli" per giustificare questo o quello. Sarà una visione poco pragmatica nel mondo del così fan tutti, ma sono ancora giovane e ho voglia di incazzarmi per queste cose.

Invero c'è di più:

Marco Aurelio, insieme ai suoi compagni dell'ordo equestris, sono quelli che approvano le leggi, delle quali essi stessi traggono vantaggi. Se lo fa Silvius Esecrabilis, si parla di "conflitto d'interessi"; se lo si fa in gruppo cambia qualcosa?

Marco Aurelio, insieme ai suoi compagni dell'ordoequestris, sono quelli che nominano gli aediles degli entia previdentialia, quali a loro volta decidono chi, fra tutti i postulantes che immagino numerosi, avrà accesso alla domus ad pretium favoris. Se i suddetti aediles al termine del loro mandato desiderano essere riconfermati, ovvere procedere oltre nel loro cursus honorum, chi credete che sceglieranno?

scusate il latino maccheronico.

I.A.Q.: Indoor Air Quality,  indicatore usato nel progetto d'impianti di riscaldamento e  condizionamento. Il 52 % delle abitazioni statunitensi, secondo più istituti di rilevazione USA, hanno un cattivo I.A.Q. per insufficiente ventilazione. Dato ancor più impressionante: il 70% degli impianti di aria condizionata presenta polvere in eccesso e persino contaminanti nei condotti. Figuriamoci in Italy :)

Ora, posto che anche solo il cattivo odore abbassa l'I.A.Q., se ci fossero dei puzzometri il nostro lavoro sarebbe assai agevolato. Si potrebbe pensare a puzzometri assoluti, che misurano il valore medio di puzza in un ambiente, e puzzometri relativi che, senza dover confrontare più misurazioni assolute, quantificano direttamente le differenze dicendoci dove l'aria ristagna di più e dove di meno.

Immaginiamo, ora, di disporre di questi 2 strumenti ma che quello assoluto sia rotto. Possiamo solo dire che in salotto, per es., oggi il lato destro sta un po' meglio di quello sinistro e di conseguenza decidere di soggiornare da quel lato. Domani si vedrà.

Metafora della situazione politica italiana: voto csx o cds perché -alla Montanelli- oggi mi pare meno puzzolente dell'altro. Domani si vede. Naturalmente, il fetore totale può salire quanto gli pare: nessuno si preoccupa o è in grado di monitorarlo.

Allora, possiamo spaccare il capello in 8, 16, 32: ottima cosa. Fete meno D'Alema o Scajola, per es.? Ecco la gara. Ecco l'indignazione del leader Maximus a Ballarò: "Non le permetto: io puzzo assai meno di quell'altro!" Già: può darsi. E chi se ne frega ?

L'offerta politica italiana è modulata così da decenni, ormai: voto Berlinguer x fottere Fanfani o Fanfani x fottere Berlinguer. Risultato: 30 milioni di italiani reciprocamente fottuti! Ma Berlinguer non ha colpa, sia chiaro. Sono stati, per me,  i quadri intermedi, (i Fanfani di turno, dall'una e dall'altra parte) a fare spesso il bello e cattivo tempo: l'apoteosi dei mediocri, specie dopo Mani Pulite. A quelli di terza e quarta fila non parve vero: ora comando io! Gli astuti Galloni, "la testa più lucida della DC".  E gli Scajola di oggi. O i D'Alema, perennemente incuciari. Ora capo della Commissione per i servizi segreti grazie a Berlusca, che prima ce lo voleva rifilare agli Esteri in UE. Almeno quella, l'abbiamo scampata !

Si guardi per curiosità la grande novità di Minniti (PD): la fondazione ICSA,  l'apoteosi del mai morto inciucismo dalemiano. L'ennesimo tentativo di legare l'avversario, invece di combattere e formulare un'alternativa. Presidente dell'ICSA: Francesco Cossiga. Oh: noblesse oblige. Il peggior ciarlatano d'Italia. E si guardi il resto, per capire che la tarantella dei ladri di Pisa continua ad libitum :)  

Pensate che Bersani conti qualcosa, contro l'inciucismo che si gioca alle sue spalle? Mi auguro di si, ma ci spero assai poco. E ci meravigliamo degli affitti di D'Alema ? E' la regola non dichiarata. Qualche volta viene fuori, non c'è dubbio ...

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PS delle 15:03 ora italiana: non discuto il valore delle singole persone, sicuramente ottime,  del Consiglio Scientifico dell'ICSA, sia chiaro. E' l'obietivo politico della fondazione nel suo complesso, che sa tanto di ambiguo.