Ogni volta che lo leggo, e faccio i salti mortali per evitarlo, la stessa incontenibile ridarella m’afferra. Quella stessa che mi prese tredici anni orsono quando per la prima volta l'incontrai di persona, elegantissimo persino nei calzini, ed ascoltai le sue intelligentissime prolusioni ad un pseudo convegno torinese sul belinismo fiscale, su cui al tempo discettava genialmente. Una ridarella che dura per ore, mi fa lacrimare e tossire istericamente e fa persino preoccupare la mia signora che teme da sempre per la mia salute mentale e mi ripete premurosa: lascia stare il Corriere, ti fa male. Sedata la ridarella, scuoto la testa per giorni, senza capacitarmi come si possa essere così, come dire ... ? Così ... difficile dire ...
Va bene, lo dico: così unicamente supponenti senza motivo alcuno! Come si possa essere, con termine che forse anche uno scienziato delle finanze ha udito pronunciare dai colleghi di finanza al singolare e senza scienza davanti, "a pure bubble”. Perché, vedete, con il più geniale commercialista d'Italia, la distanza, la separazione, la divaricazione, lo iatus, come direbbe lui con il suo latinorum da pierino del classico, fra realtà e fantasia, fra convinzione d’essere geniale e realtà d’essere solo pedante, fra auto-elezione a grande statista e realtà d’essere solo un’impiegato (strapagato ma licenziabile) di Berlusconi - dopo esserlo stato per lungo tempo di Craxi e, prima ancora, di Reviglio (e quest'ultimo chi era? diranno i giovani fra di voi. Ecco, appunto: era quello che fece la carriera del nostro commercialista, da scienziato delle finanze a statista dell’Europa che finirà in cote d’azur –) - lo iatus, dicevo, fra apparenza e sostanza, è unico ed insuperabile. Beh, non proprio: un altro ce n’è in Italia che l’eguaglia, quindi almeno un ulteriore ad-personam me lo prenoto fin d’ora ... tanto peccato veniale è, e se mi devo genuflettere, almeno che ne tragga profitto! Comincia per D, poi viene l’apostrofo …
La ridarella isterica di febbraio è stata provocata da una geniale intervista sul Corriere della Sera, dalla quale estraggo le migliori perle.
Sul Programma della CdL, farina del suo geniale sacco:
“La prima, oggettiva differenza è di ritmo. Il programma della sinistra è lento. Questo è rock.”
Oh, yeah!
“Ed è ritmato tra prospettive di sistema e presente quotidiano, tra la tenuta sociale e la carta degli anziani, tra le grandi opere e il provvedimento che consentirà di pagare l'Iva quando si incassa anziché quando si fattura. C'è poi un messaggio politico: alla parola libertà si aggiunge la parola identità; marcatore della tradizione, della famiglia, dei valori.”
Parla come uno di cultural studies! L’uomo e’ di un’attualita’ sorprendente ed ha un vocabolario degno, quasi, d'un Carlo Emilio. È ancora più aggiornato di Flavio Briatore, o di Sgarbi, o persino di quell'assessore (comunista ...) di Bologna che si faceva la Parietti facendo finta di fare il filosofo post-moderno, filone di pensiero che offre l'opportunità di non dire nulla e rimanere in linea - perfetto per chi nulla sa. Forse il commercialista da Sondrio appartiene anch'egli alla medesima corrente di (non) pensiero. Parlare moltissimo senza dire assolutamente nulla dev'essere un'esperienza esilarante, non vi pare? Nessun postmoderno televisivo ha l'obbligo di dire alcunche’, condizione necessaria perche’ le veline e velone televisive ci vadano a letto. Questa della coerenza logica, del referente oggettivo, sono tutte fregnacce che s'è inventato quel comunista-quantista di Sokal, un accademico frustrato che probabilmente e’ in combutta con gli industriali vicentini per costringere il nostro, ed il suo capoufficio, a dire qualcosa quando parlano. Per un creativo grande statista televisivo, cio’ che conta e’ il suono, l’immagine, la dinamica del movimento, il ritmo delle parole, la melodia del vacuo strillare, insomma l’impressione multimediatica. La carta degli anziani! Altro che prebende elettorali, sembra quasi una nuova carta magna. E poi l’identita’ che s’aggiunge alla liberta’, non solo fa la rima baciata - notoriamente fortunata - ma sembra di stare a Philadelphia con i founding fathers (se li e’ letti tutti, si vede). Ed ancora, la famiglia, i valori … geniale. Bossi, Berlusconi, Cicciolina e lui (Calderoli lo lasciamo a casa stavolta): un trio di probi padri di famiglia accompagnati dalla santa madre, grandi lavoratori, uomini del popolo, mani ruvide, cervello fino, tutti d'un pezzo, d'antica morale alpina o sub(alpina). Mica è da Sondrio per caso!
Sull’Unione Europea
“L'Europa non è un modo per fuggire le responsabilità ma una forma oggettiva e seria di considerazione della realtà.”
Verdiglione, al confronto eri un dilettante …
Su quelli della Voceinfo.org che passano il loro tempo a rifargli i conti perché vorrebbero che o lui o il suo successore li assumesse a via XX Settembre
“I popoli restano sempre uguali ai popoli. Le élites non solo si dissociano dai popoli perché non capiscono la realtà, ma diventano progressivamente, come dire, autoreferenziali, o autistici.”
Eccovi serviti intellettualini del piffero (a volte, diciamolo, mezza l’azzecca ...) Voi siete elite, ed il nostro GT, invece, e’ il popolo, l’uomo comune, l'operaio rude razza pagana: lui oggi, come Marietto Tronti quarant’anni fa! Dall'operaismo del ministeriale romano al popolarismo del contabile di Sondrio, Ole’!
Sulle cause del declino economico italiano
“Un paese è competitivo se produce meglio e più degli altri. Questo dipende da una catena di fattori, dall'energia alle banche, dalle infrastrutture al lavoro. […] Sull'energia scontiamo il ritardo delle grandi scelte; e il programma della sinistra pare un riflesso di questi anni.”
Tocco geniale: è l’energia la causa di tutto! Avessimo l’energia un po’ più a buon mercato e saremo competitivi da far paura a Silicon Valley. Altro che balle: l’energia, con il suo 3-4% dei costi totali di produzione, spiega tutto. Se il petrolio va a 20 dollari il barile riduciamo i nostri costi del 2% e l'Italia riparte in Vespa! Arabi maledetti e antinuclearisti del piffero (m’associo: del piffero), tutta colpa vostra. Grande economista, altro che scienziato delle finanze! Nell’omissis […] non c’era nulla, solo sberleffi a quelli di Prodi, difficili da criticare peraltro (gli sberleffi, non quelli di Prodi.)
Sulle lobbies che gli piacciono, e quelle che invece no
“Leggo spesso dizionari delle liberalizzazioni compilati dai devoti di Scientology: a come agronomi, architetti, avvocati; g come geometri, i come ingegneri; non ho mai letto s come sindacati.”
Dai, aiutiamolo: b come bancari o bottegai, c come commercialisti (oops), f come farmacisti o ferrovieri, m come macellai o ministeriali, n come notai, o come ordinari (d’universita’), p come pensionati, t come tabaccai o taxisti … scomettiamo che, se ci proviamo, c’e’ n’e’ una per ogni lettera dell’alfabeto? Ma allo statista liberale, all'Einaudi del nuovo millennio, dispiace solo quella con la s di mafietta: che sia perché quelli non votano per il suo capo ufficio? Nel caso vi fosse sfuggita, Scientology son quelli di voceinfo.org ... ce l'ha proprio con loro!
Sugli altri accademici (quasi) par suo
“Confesso una certa ignoranza in ordine all'opera di tutti questi autori, devo ancora leggere opere fondamentali di Dostojevskij.”
Suggerirei “L’idiota”, tanto per cominciare …
Sulle privatizzazioni e liberalizzazioni che (non) ha fatto
“Riconosco che sulle liberalizzazioni c'è stato un ritardo. Ricordo che negli Anni '90, dominati dalla sinistra e dall'establishment, si è privatizzato senza liberalizzare, creando così monopoli e quasi monopoli.”
Che parli del suo capo ufficio? No, vero? Non può essere che abbia Mediaset in mente, impossibile … rischierebbe il posto! E notate il riferimento agli anni 90 dominati dall’establishment, di cui ovviamente lui non faceva parte. Mica ha lavorato per Craxi sino al 1992, il nostro GT! I suoi anni 90, poi, devono cominciare nel 1995, quando smise di fare il ministro delle finanze per colpa del Bossi che ora è il suo vice capo ufficio … Negli anni 00, dominati dal suo capo ufficio e dal vice, di liberalizzazioni e privatizzazioni vere ne hanno fatto, si sa, a bizzeffe!
Sulle prospettive macroeconomiche dell’Italia, e le radici della competitivita’
“Non è vero. La retorica del declino, la mistica del rovinismo, costruita in alto e altissimo loco, sottoprodotto di un'ignoranza o di una malafede assolute, hanno fatto e faranno il male del paese. […] Cito i dati della Fondazione Edison: tra il '90 e il 2005 l'Italia perde l'1,3% della sua quota sul mercato mondiale; la Francia l'1,4, il Regno Unito l'1,7, il Giappone il 2,1, la Germania il 2,4, gli Usa il 2,5. La nostra bilancia commerciale segna meno 11,2 miliardi. La Francia è a meno 28,9, la Spagna a meno 93,9, il Regno Unito a meno 115,5, gli Usa a meno 767,8. Non è il governo, è l'Italia che tiene.”
Avete capito, voi banda di menagramo? Lui cita, e a memoria, i dati della Fondazione Edison - e chi la conosce, dite voi! Ignoranti, è il "tank" (poco "think") di Alberto Quadrio Curzio, il manager dei neo-ricardiani d'Italia ed un accademico forse tanto intelligente quanto il divino commercialista! In cinque anni ben 4 working papers han pubblicato, ed inoltre gli atti di due convegni (identici tra loro e contenenti i working papers) e ben sette collezioni di "saggi", tutte edite da Quadrio Curzio e tal Fortis, portaborse suo suppongo - altro che quisquiglie e pinzillacchere! I dati, il nostro, se li sà a memoria, e son dati buoni: mica perde tempo con teorie astratte, lui. Dai suoi dati serissimi s'evince che è l’economia degli USA quella che sta peggio, seguita da UK e Spagna con quei deficits di bilancia commerciale da far paura!
Machisenefrega che crescono in media al quadruplo o quintuplo dell'Italietta nostra? È il loro deficit commerciale che li dannerà, ed hanno pure perso più di tutti sul mercato mondiale degli asparagi, delle scarpe di cuoio, delle sedie di legno fatte a Sondrio, dei preservativi griffati, dei calzini colorati a pois d'autore, delle montature d'occhiali fatte a Sappada e delle magliette di cotone (quelle che Maroni vuol salvare a colpi di dazi!)
Machisenefrega dei salari reali e della loro crescita che non c’e’ da quindici anni, della produttivita’ del lavoro che ristagna, del livello d'occupazione che altrettanto, del reddito reale che fra un po' quello spagnolo è più alto, della qualita’ dei servizi pubblici e non, del tasso di innovazione tecnologica da Portogallo, dei livelli di scolarita’ e della qualita’ delle conoscenze da Grecia, della frequenza universitaria da Messico, del debito pubblico che non cala mai, dei lavoratori dipendenti che prendono sempre meno e dei bottegari e commercialisti che intascano sempre di più senza produrre nulla, della pressione fiscale che cresce sempre sui primi e mai sui secondi, del sud (s)governato da mafie e camorre e mantenuto a tsunami di pensioni e trasferimenti pagati da quelli che per il capoufficio di GT non votano, dell’assenza di aziende italiane da tutti i settori ad alto contenuto d’innovazione (pardon, scordavo la moda!) e via sciorinando!
Machisenefrega: è la bilancia commerciale che conta, lo dice il commercialista d'Italia, ‘che lui l’economia l’intende a naso e papille gustative: è uomo del popolo. Mica è mercantilista, lui, e nemmeno mercatista - cosa vuol dire? 'gnorant! Leggeti i suoi scritti teorici!
E l’economia che lui non sa o non capisce o non si ricorda, vuol dire che non conta oppure è una trama di Scientology. Gliel'ha detto Vitaletti.
L'articolo che leggo solo oggi è troppo generoso. E nel frattempo la supponenza del ragioniere ministeriale è cresciuta alla pari della sua produttività in termini di sciocchezze. E siccome Dio li fa e poi li accoppia, adesso ha anche l'insigne revigliano sacconi che fa l'eco del divino.
luigi zoppoli