Il primo punto si può, in modo semplificato, porre come segue: come mai esiste la Lega Nord, in Italia?
L'estate scorsa parlai un po' con Michele della situazione politico-economica italiana, e alla fine si rimase che gli dovevo una risposta a questa domanda. La mia inconfessabile sensazione era che la risposta fosse: perché al Nord ci sono molti onesti e operosi e al sud un sacco di buoni a nulla e delinquenti, quindi questi ci vogliono scaricare, e non a torto. Leggendo cose come:
il Mezzogiorno [...] continua a ricevere (e sprecare) ingentissime risorse sottratte a chi, nel Centro-Nord, le produce lavorando
pensai che sotto sotto anche Michele la pensasse così, e gliene chiesi conferma. Ma lui non confermò, anzi tuonò, "Ma mi hai preso per un cretino qualunque?" A quel punto il solo vero cretino restavo io (anche se lui non lo sapeva), e ci dovevo pensare meglio. Adesso, fermo restando il fatto degli operosi ecc, in effetti non credo sia quella la risposta. Credo che la Lega sia nata in Italia perchè il Nord reclamava un peso politico proporzionato alla sua rilevanza economica, in un contesto storico nel quale i trasferimenti spaziali di risorse sono diventati rilevanti almeno quanto quelli economico-sociali (ho scritto un articolo su questo che potete vedere qui).
E il fatto delle 'ingentissime risorse'? Se fosse vero la minaccia di secessione sarebbe credibile. Ma non credo che le cose stiano così. Ho dato un prima occhiata ai dati dei Conti Pubbilici Territoriali (CPT) sulla spesa del settore pubblico allargato e quelli Istat sul PIL (del 2006, gli ultimi che ho trovato completi in entrambi senza sforzo). Ho eliminato il Centro, quindi tutti i totali saranno N+S, non Italia (=N+C+S). Il PIL di Nord+Sud è ripartito nelle proporzioni 70/30 (70% al Nord, 30% al Sud). La popolazione, per inciso, è 56/44. Sui CPT ho guardato le due voci della spesa corrente dove più si annidano gli sprechi: Spesa Personale e Acquisto Beni e Servizi. La ripartizione Nord/Sud è rispettivamente 53/47 e 66/34. C'è ovviamente uno scostamento significativo nelle Spese Personale rispetto alle quote nel PIL, quindi nel Sud c'è spreco in questa voce. Quanto ci perde il Nord? Assumendo che la spesa del Nord sia 'giusta', un totale teorico aggregato per Nord e Sud si trova dividendola per 0,7 (quota PIL del Nord, sempre rispetto a N+S). La spesa giusta del Mezzogiorno sarebbe il complemento al totale teorico; facendo la differenza fra questo e la spesa reale si trova 26.128 milioni di euro. Quanto di questo è finanziato dal Nord? Dai dati CPT le entrate del settore pubblico allargato (N+S) sono ripartite 70/30, quindi il CN ne finanzia il 70%, sicché dall'eccesso personale al Sud il Nord perde 0,7*26.128=18.362 milioni (in questa e nelle prossime moltiplicazioni i risultati sono giusti, i primi membri arrotondati), cioè il 2,3% del PIL del Nord. Anche fermandosi qui, non sembra una cifra che cambia la vita. D'altra parte gli Acquisti Beni e Servizi sono acquisti di manufatti, la cui produzione è ripartita fra Nord e Sud nelle proporzioni 82/18 (voce Istat Industria senza Costruzioni); a Nord e Sud gli acquisti sono risp. 134.378 e 69.824 milioni; a frontiere chiuse il Nord perderebbe ordini per l'82% degli acquisti di beni e servizi del Settore Pubblico Allargato (SPA) al Sud; di questi il 70% sono finanziati da tasse del Nord, sicché il Nord perderebbe 0,3*0,82*69.824=16.921 milioni. Qui sto assumendo (eroicamente, ok) che gli ordini pubblici sono aggiuntivi rispetto alla produzione in assenza di Stato. Se mettiamo in conto gli interessi sul debito che, indipendentemente da 'chi' ha causato l'insorgenza del debito, sono per l'80% erogati al Nord (31.058 MEuro) dunque per il 0,8-0,7 finanziati dal Mezzogiorno, si aggiunge 0,1*31.058=3.195 milioni. Sommando i tre numeri, di spesa corrente a frontiere chiuse il CN guadagna 18.362-(16.921+3.195)=-1.754 milioni. Questo numero cambierebbe certamente con una stima diversa dell'evasione nel Mezzogiorno, o per il fatto che le frontiere non sarebbero del tutto chiuse, o che la produzione per il SPA non è tutta addizionale e in ogni caso contiene beni intermedi prodotti altrove. Ma non credo ne uscirebbe fuori granché. E stiamo tralasciando gli interessi del Nord nel settore privato a Sud, e quelli nelle risorse europee, che sospetto siano forti. In conclusione, da un primo sguardo agli ordini di grandezza dei numeri nei conti sembra doversi dedurre che, in effetti, le minacce di secessione sono solo scruscio.
Il secondo punto da discutere si può porre, per riprendere le parole di Michele, è i fatto che il Sud sia ''socialmente marcescente". Sono d'accordo con tale giudizio, e in effetti direi che il Sud è anche economicamente marcescente. "Arrivi a Punta Raisi e senti parlare solo di Bandi" (Oliviero Toscani). Bandi por, bandi fas, bandi qui e bandi lì. Tutti dietro ai Bandi, per due motivi. Uno è quello più evidente: fra una cosa e l'altra c'è un sacco di grana. L'altro è la diversion: nella implementazione dei progetti vengono impiegate risorse umane pagate più del loro contributo marginale. Quindi tutti a caccia. Il che è dannoso, intanto perché questi costi riducono la qualità dei servizi prodotti, ma soprattutto perché si caccia lavoro improduttivo. Distruzione non creativa. Economia drogata, giorni che passano a procacciarsi una misera dose. Attenzione, gli sprazzi di luce ci sono: il Dipartimento Politiche per lo Sviluppo, sotto la guida di Fabrizio Barca, negli anni scorsi ha fatto un sacco di sforzi e ha anche ottenuto risultati. Significativi, ma non determinanti. Il problema (socio-politico, indeed) è che quelli che hanno le rendite più alte nello status quo sono anche i più bravi a raccogliere voti. C'è tecnologia seria di public employment engineering, si spezzetta il titolo, si cedono opzioni sui pacchetti, titoli derivati di sussidi e pensioni, promesse contingenti... insomma ogni briciola di impiego pubblico, se la sfrutti bene, ti regala belle soddisfazioni. Specialmente se chi hai di fronte non vede la differenza fra il fumo e l'arrosto. Per inciso, questo dell'ignoranza io credo sia il pezzo più rilevante della risposta al perché fra nord e sud "siamo davanti a due paesi diversi". Io cerco di sostenerlo da un po' di anni, Sonnino e Franchetti lo dissero più di cent'anni fa. Ma i minorenni non portano voti. A questo punto non so onestamente perché ci troviamo in questa situazione (nel 1200 la Sicilia era un paese di frontiera, al pari della Lombardia), ma mi preme sapere se e come si può cambiare. Quindi la domanda terra terra che mi faccio è: ci sono i voti per una rivoluzione? Sicuramente il cambiamento passa per una ristrutturazione importante del settore pubblico, che indurrebbe una discontinuità nelle aspettative sul lavoro e di conseguenza nei comportamenti delle persone liberando energia imprenditoriale. Ma queste cose hanno benefici che si misurano su orizzonti più lunghi di quelli degli employment engineers. Possiamo sperare che questi accettino di buttar via i voti che hanno in tasca? Mi pare difficile.
E allora? Allora niente revolution, né da dentro né da fuori. Si continua piano piano, cercando di cambiare qualche epsilon qua e là, facendo quasi sempre sangue marcio perché nessuno ti dà retta. E tu, carissimo Michele, onestamente chiedi: dove sono le elites meridionali? Dove sono? A Chicago, New York, London, Milan. A cercare il successo che qui non può arrivare. Ma qui, tranquillo, piano piano sì --ma fermi mai.
Ho letto solo l'intro e ho trovato un errore. Stai insinuando che i politici leghisti non fanno la secessione perche' va contro gli interessi del "Nord" (immagino inteso come gli interessi del proprio elettorato).
Ragionamento sbagliato.
Avresti dovuto scrivere che non fanno la secessione perche' fare il Ministro dell'Interno italiano paga di piu' che fare il presidente dell'Insubria o il Doge della Venetia.
Non lo fanno casomai perche' va contro i loro interessi personali. Perche' come politico e' tanto meglio avere un'Italia anziche' una dozzina di Svizzere. Ma come cittadino piemontese o siciliano sarebbe molto meglio il contrario.
PS. L'articolo comunque dopo lo leggo.
Fare la secessione? E a Renzo chi ci pensa più...?