Se ci riesce perfino l'Italia...

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Dove si riporta un paragrafo dal blog di Paul Krugman dal quale si evince il livello di prestigio internazionale dell'Italia.

Per dare un po' di contesto, il pezzo è nell'ambito di una discussione sull'esplosione del debito pubblico americano. Krugman, per metterla giù molto semplice, sostiene che non è un grosso problema e che in questo momento ci sono altre cose a cui pensare. Non ho la competenza per discutere la bontà della posizione di Krugman. Voglio solo riportare il seguente pezzo perché fornisce un'idea chiara di come venga considerato il governo italiano all'estero:

 

Oh, one last thing: some commenters say that it's not reassuring to compare America to Italy. I think they're missing the point — if even Italy can handle debt/GDP ratios of 100 percent, we should be able to do it too.

[Traduzione. Oh, un'ultima cosa: alcuni commentatori affermano che non è molto rassicurante comparare l'America all'Italia. Penso che non abbiano colto il punto —se perfino l'Italia può gestire rapporti debito/PIL superiori al 100%, anche noi dovremmo essere in grado in farlo.]

 

Come dicono da queste parti: enough said.

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Commenti

Ci sono 35 commenti

Male, prof.Brusco, molto male: lei non legge Phastidio, questo blog ormai assurto ad opinion maker de noantri...

Umilmente cospargo il mio capo di cenere. A mia parziale discolpa posso solo dire che normalmente Phastidio lo leggo ma che ultimamente sono stato out of town e con scarso accesso a internet. Inoltre, il cane mi ha mangiato il compito... :-)

Bella questa, mi mancava...e così siamo diventati la cartina di tornasole con cui saggiare le pessime politiche economiche altrui? O la cartina igienica con cui gli altri paesi ripuliscono le proprie porcherie additando il compagno di banco ancora più testone di loro?

Su come venga considerato il governo italiano all'estero non mi pronuncio, ma che un americano (sia Brugman o Joe the Plumber) pensi che: se ci riesce l'Italia, a maggior ragione, ci riusciranno gli USA mi sembra la cosa più normale del mondo.
Sono la più grande nazione del mondo, hanno 250 millioni di abitanti, hanno mandato l'uomo sulla Luna, vinto due guerre mondiali! E' chiaro che pensino di riuscire se ci riusciamo noi: il paese che hanno sfamato, con il piano marshall, dopo la guerra e che usano come portaerei. Questo indipendentemente dalla stima che possono avere del nostro governo ( e probabilmente lo stesso Brugman si ricorda il nome del nostro capo del governo perchè appare nelle notizie di gossip).   

 

 

Chiaro che gli USA sono sia demograficamente sia (soprattutto) economicamente più grossi di noi,  e quindi possono fare con minore sforzo cose come il piano Marshall o l'invasione dell'Irak, che noi comunque non potremmo fare. Tieni conto però che stiamo parlando del rapporto debito/PIL; è una misura che non dipende dalla scala del paese.

Ahime', l'Italia serve da esempio negativo anche in materia di mantenimento dell'ordine pubblico:

http://www.wilmott.com/blogs/paul/index.cfm/2009/6/29/Policing-The-Police

[...] It seems to old-fashioned me that police, MPs, anyone with a position of responsibility in public life, should have the personality and self control to stay within the letter and spirit of the law and be role models for everyone else. This is Britain, not Italy!

(E questo e' scritto da uno che si occupa di finanza, non da un No-Global).

Io non sono sempre ottimista sugli Americani, essere stati grandi in passato non significa esserlo in futuro, tutte le grandi potenze sono cadute e capiterà anche agli USA.

E' vero gli americani hanno vinto due guerre mondiali, ma da soli fuori il continente americano non hanno mai vinto una guerra, e cose come il piano marshall sono state fatte per sfamare se stessi non gli europei (se no con chi avrebbero commerciato?),è vero rispetto all'Italia hanno un GDP enorme, ma parliamo di rapporto deficit/gdp. Gli USA negli ultimi anni si sono più o meno lentamente de-industrializzati ed hanno potuto condurre una forte politica estera finchè tutti hanno risposto agli ordini con "Signorsì signor presidente!", il rifiuto di Francia e Germania all'entrata nella guerra in Iraq è un grande segno di decadenza politica ed economica degli USA.

Gli americani hanno un debito enorme, pur avendo risorse naturali enormi rispetto all'italia, pur non avendo un sistema sanitario pubblico(work in progress), io su questo rifletterei e molto. Vogliono creare un sistema sanitario ora, senza tagliare drasticamente le spese militari, perchè  si perdono voti e sono tanti voti, dei militari stessi e dell'indotto creato da esse e qui si torna in un sistema clientelare di ceppaloniana memoria. Pian  piano le cose stanno cambiando pure per loro...spero di sbagliarmi...

Come fa notare Phastidio,

 

Krugman dovrebbe analizzare meglio il case study italiano come modello di declino economico, sociale e civile di lungo periodo.

 

Va bene confrontarsi con l'ultimo della classe per sentirsi meno asini, ma occorre ricordarsi che l'ultimo della classe, di solito, viene bocciato.

Cioè, il mio vicino di casa non parla inglese, capisce 'na mazza di informatica, di economia e di politica è meglio non parlarci proprio, ma ha un'erbetta verde nel giardino che io me la sogno, eppure sono innegabilmente più bravo di lui in quasi tutto il resto.

I mean: noi italiani siamo bravissimi a gestire le situazioni di emergenza e ad uscirne vincenti, è la normalità che non siamo capaci di sostenere, non è quindi detto che sia facile per loro fare bene quanto noi in una situazione disastrata.

 

(E poi Krugman non è che mi piaccia molto, quindi una critica la dovevo trovare...)

 

noi italiani siamo bravissimi a gestire le situazioni di emergenza e ad uscirne vincenti

 

ogni tanto sento questa frase (da italiani, ovviamente). Per curiosità, tu a cosa ti riferisci?

Quando l'emergenza dura così a lungo, infatti  diventa la normailtà. Ergo si ricade nella conclamata incapacità a gestire checchessia. Si vegeta e si declina. E si parla di compartecpazioni agli utili.

luigi zoppoli

Dalle mie parti queste offese si lavano col sangue... ;))

mi sembra proprio "non" riesce, sono le condizioni di emergenza.

Il professor palindromo (AsorRosa) correttamente noto' come nei due casi impressionanti di emergenza, vale a dire il risorgimento e la seconda guerra mondiale, l'Italia proprio "non ce la fa".

In ambedue i casi un intervento violentissimo per altro di potenze straniere (cito a caso, da articolo del luglio del 2009

Ma perché questi piccoli diventassero efficaci al fine coraggiosamente prescelto, fu necessario che dall’esterno altre mani si protendessero a incontrare le nostre. Questo è stato vero anche nei momenti più esaltanti e fondativi della nostra storia: il Risorgimento (Francia e Inghilterra); l’antifascismo e la Resistenza (gli Alleati, ovviamente).

http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=4251

 

 

 

 

D;altro canto la mia (modestissima) esperienza di persona nata in Italia e vissuta non Italia mi dice invece che son bravissimi a far le cose normali bene, quando le fanno. Per chi abbia dubbi posso solo consigliare di guidare una Ferrai per una settimana, e convincersi che i vari Tata e Nissan, se non Audi e AM,,, beh, non passan l'esame neanche con la sufficienza.

 

 


Non capisco il paragone con la Ferrari (che non è cosa normale) e il confronto con Tata&Altri che non producono esattamente per lo stesso settore di mercato automobilistico.

Sul fatto che l'Italia non ce la faccia nei momenti in cui è chiamata a rispondere unita (neanche la prima guerra mondiale è stata fatta da soli contro Francesco Giuseppe, e Monicelli ce lo spiega, credo correttamente) porta a credere che non ci siano motivi per credere che ce la possa fare in questa fase di crisi...

 

 

 

...son bravissimi a far le cose normali bene, quando le fanno. Per chi abbia dubbi posso solo consigliare di guidare una Ferrai per una settimana, e convincersi che i vari Tata e Nissan, se non Audi e AM,,, beh, non passan l'esame neanche con la sufficienza.

 

Giusto! La Ferrari è infatti un tipico esempio di "normalità"... voglio dire, la tipica auto che tutte le persone normalmente possono permettersi. Sai che ti dico? Accetto il tuo consiglio e corro a comprarmene una. Non vedo l'ora di verificare se è davvero meglio della Nissan!

E poi, sai che ti dico? Proprio ieri ho comprato un abito di Armani e... cavolo! E' molto meglio degli ultimi che ho comprato da Zara o da H&M... certo che noi italiani gli facciamo davvero il c***, sia agli spagnoli che agli svedesi!


No, guardate, le Ferrari oltre al blasone hanno anche una dinamica del veicolo piuttosto ben curata. Ma per il resto, dal punto di vista tecnico le Ferrari hanno le loro brave magagne. Le finiture sono in tipico stile Fiat (dopo un po' entra l'acqua dalle guarnizioni), l'affidabilità è precaria con oneri di manutenzione esosi, l'ergonomia è praticamente inesistente - per dirne una, è abbastanza noto che l'impianto di ventilazione e climatizzazione non sia esattamente confortevole, per non parlare dei sedili e della visibilità esterna.

Dice: "Eh ma uno mica compra una macchina del genere per queste cose." Appunto. :-) E allora io non farei nemmeno i confronti. O meglio, possiamo usarla come metafora delle cose italiche, dove le cose luccicano dall'esterno e magari hanno sulla carta grandi prestazioni che offuscano la dura realtà che nella vita di tutti i giorni ci si fa un mazzo così con soddisfazioni modeste, e a guadagnarci è sempre un altro (Montezuma, per rimanere nella metafora).

Fabrizio

 

Se ne parla molto poco: il Giappone come fa a non andare in default con un debito del 170/180% sul PIL? So di chiedere una cosa complicata da scriverci un'enciclopedia sopra ma sinteticamente si sono almeno 1 0 2 cose che li fanno stare a galla?

 

 

Se ne parla molto poco: il Giappone come fa a non andare in default con un debito del 170/180% sul PIL? So di chiedere una cosa complicata da scriverci un'enciclopedia sopra ma sinteticamente si sono almeno 1 0 2 cose che li fanno stare a galla?

 

Be', pare che il debito netto (debito lordo meno credito elargito da istituzioni pubbliche e riserve valutarie) sia di gran lunga inferiore a quella cifra. Vedi p.es. questo paper di Broda e Weinstein, che nel 2004 stimava il debito netto nel 2002 al 65% del PIL, contro il 161% per il debito lordo nello stesso anno.

I problemi del Giappone secondo me stanno altrove: in particolare, nell'invecchiamento della societa' e nella progressiva stagnazione che in parte ne e' una conseguenza.

 

pare che il debito netto (debito lordo meno credito elargito da istituzioni pubbliche e riserve valutarie) sia di gran lunga inferiore a quella cifra.

 

 

Applicando questi criteri all'Italia (e più in generale a tutti i principali paesi), che valori verrebbero fuori ?

Non è che cambiano le classifiche sul rapporto debito/pil ?

 

 

 

pare che il debito netto (debito lordo meno credito elargito da istituzioni pubbliche e riserve valutarie) sia di gran lunga inferiore a quella cifra.

 

Applicando questi criteri all'Italia (e più in generale a tutti i principali paesi), che valori verrebbero fuori ?

Non è che cambiano le classifiche sul rapporto debito/pil ?

 

 

Non credo, perche' il paper citato sostene che, una volta tenuto conto dei diversi criteri, il debito pubblico del Giappone (come frazione del PIL) diventa comparabile con quello di altri paesi OCSE a medio indebitamento, tipo Francia o Germania, e nettamente inferiore a quello di Italia e Belgio. Pero' servirebbe l'opinione di qualche economista, che magari si sia occupato di Giappone. Anyone?

 

Purtroppo, ci sono cose a cui temo gli Usa non arriveranno mai...ad esempio, dichiarare continuamente alla stampa che "Noi siamo messi meglio degli altri" "Noi abbiamo previsto la crisi prima degli altri", "Noi abbiamo messo in sicurezza i conti pubblici" "Noi abbiamo ridotto la spesa pubblica".

Mentre i documenti di finanza pubblica firmati dallo stesso signore che dichiara queste cose illustrano con cifre inconfutabili esattamente il contrario...

Un sorriso intristito..

C.

 

 

The United States does a good job enrolling teenagers in college, but only half of students who enroll end up with a bachelor’s degree. Among rich countries, only Italy is worse. That’s a big reason inequality has soared, and productivity growth has slowed.

 

 

David Leonhardt sul NYT. Tutto l'articolo merita di essere letto, assieme ai commenti dell'Economist.

 

Non mi ricordo dove si era parlato di Tobin Tax recentemente su questo blog, quindi posto qui.

In una rigorosa ottica superfissa si esprime Paul Krugman sull'argomento:

www.nytimes.com/2009/11/27/opinion/27krugman.html

Per fortuna negli Stati Uniti ci sono degli anticorpi a questi modo di pensare, che si attivano:

gregmankiw.blogspot.com

aswathdamodaran.blogspot.com/2009/11/tax-on-financial-transactions-good-or.html