Riassumendo brevemente il sistema elettorale del Senato, ricordiamo che in questo caso i premi elettorali sono assegnati su base regionale. In ciascuna regione la coalizione che giunge prima ottiene il 55% dei seggi in palio nella regione. Anche le soglie di esclusione sono determinate a livello regionale; in breve, i partiti che si presentano da soli (probabilmente comunisti e grillini) devono ottenere almeno l'8% del voto regionale per ottenere senatori in una data regione, mentre i partiti che appartengono a coalizioni che superano il 20% devono ottenere solo il 3%. Si noti che questo implica che una eventuale alleanza di centro (Fini, Casini, Lombardo, Rutelli e altri minori) dovrà presentare una unica lista, dato che in moltissime regioni il consenso di tale coalizione è appunto tra l'8% e il 20%.
Dato che, anche in queste elezioni, appare abbastanza sicuro che la destra otterrà il premio di maggioranza alla Camera, la domanda principale è se il gioco dei premi di maggioranza regionali, insieme alla presumibile distribuzione territoriale del voto, darà la maggioranza alla destra anche al Senato. Quindi la parte più importante dell'esercizio è cercare di capire quanti seggi la destra è in grado di ottenere in ciascuna regione. Per il resto della disussione sarà utile fare riferimento a questa tabella, che riporta le percentuali ottenute da ciascuna alle elezioni del 13 e 14 aprile 2008 nelle 17 regioni in cui vige il ''porcellum'' (sono escluse Trentino-AA, Val d'Aosta e Molise).
Voto 2008 | Coal. destra | Coal. sin. | Sini. Arc. | UDC | Storace |
---|---|---|---|---|---|
PIEM | 47,5 | 38,2 | 3,3 | 5,3 | 2,7 |
LOMB | 55,1 | 32,0 | 3,2 | 4,2 | 1,6 |
VENETO | 54,4 | 31,6 | 2,2 | 5,7 | 1,7 |
FRIULI-VG | 48,5 | 36,1 | 3,0 | 6,0 | 2,4 |
LIGURIA | 44,1 | 43,1 | 3,5 | 3,8 | 2,3 |
EM-ROM | 36,6 | 49,4 | 3,8 | 4,6 | 2,1 |
TOSCANA | 34,4 | 50,5 | 5,1 | 4,2 | 2,4 |
UMBRIA | 36,7 | 46,4 | 3,1 | 6,0 | 3,0 |
MARCHE | 38,4 | 46,4 | 3,1 | 6,0 | 3,0 |
LAZIO | 44,2 | 41,4 | 3,3 | 4,8 | 3,2 |
ABRUZZI | 43,6 | 41,0 | 3,3 | 4,8 | 3,2 |
CAMPANIA | 51,1 | 33,9 | 2,7 | 6,9 | 1,5 |
PUGLIA | 47,7 | 36,0 | 2,9 | 7,8 | 1,8 |
BASILICATA | 37,0 | 44.6 | 3.4 | 6.6 | 2.0 |
CALABRIA | 44,6 | 36,6 | 3,3 | 7,9 | 1,9 |
SICILIA | 54,7 | 28,9 | 2,6 | 9,6 | 1,7 |
SARDEGNA | 43,7 | 40,4 | 3,3 | 5,6 | 0,0 |
Torneremo a questa tabella per cercare di ragionare su come possono essere assegnati i seggi al Senato in caso di voto immediato. E' difficile avere a disposizione sondaggi regionali, però possiamo usare le elezioni regionali del 2010, le elezioni europee del 2009 e i sondaggi nazionali per avere una qualche idea di quali sono i cambiamenti possibili. Direi che le seguenti tendenze sono state abbastanza visibili: 1) il centrosinistra come coalizione tende a essere stabile, dato che la debolezza del PD è compensata dalla forza di IdV e SeL. 2) il centrodestra appare in espansione nelle regioni del nord dove la Lega raccoglie maggiori consensi; tuttavia il PdL manifesta areee di debolezza al sud (si veda il risultato delle elezioni regionali pugliesi) che è probabile verranno accentuate dalla scissione di Fini.
I seggi anomali e le regioni piccole
Cominciamo prendendola un po' alla larga. Ci sono al Senato una serie di seggi (Trentino-Alto Adige, Molise, Val d'Aosta, Estero), per un totale di 16, che vengono assegnati in modo ''anomalo''. Per questi seggi mi limito ad assumere che, se si votasse ora, l'allocazione sarebbe la stessa che nel 2008. La situazione è questa.
Seggi ''anomali'' | |
---|---|
destra | 7 |
sinistra | 7 |
altri | 2 |
Gli ''altri'' qui sono gli autonomisti valdostani e un senatore del sudamerica, entrambi vagamenti riferibili al centro. L'ipotesi che i seggi restino gli stessi non è proprio pacifica, per alcuni di questi seggi il margine era abbastanza ridotto. Comunque al momento mi pare l'ipotesi migliore.
Le regioni ''piccole'' sono quelle in cui vengono aggiudicati tra 7 e 9 seggi, ossia Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Abruzzi, Basilicata, (7 seggi), Liguria, Marche (8 seggi) e Sardegna (9 seggi). Per queste regioni è più facile prevedere la ripartizione dei seggi perché la soglia di sbarramento dell'8% è di fatto irrilevante (bisogna comunque avere più dell'8% per aver seggi, dato che i seggi sono pochi) e perché sono necessarie forti differenze di voto (che tipicamente non si verificano) per avere qualcosa di diverso dalla ripartizione 4-3 (regioni a 7 seggi), 5-3 (regioni a 8 seggi) o 5-4 (regioni a 9 seggi). Questa è stata la ripartizione dei seggi nel 2008.
Voto 2008 | destra | sinistra |
---|---|---|
Abruzzi | 4 | 3 |
Basilicata | 3 | 4 |
Friuli VG | 4 | 3 |
Umbria | 3 | 4 |
Marche | 3 | 5 |
Liguria | 5 | 3 |
Sardegna | 5 | 4 |
TOTALE | 27 | 26 |
Basilicata, Marche e Umbria sono regioni sicure per la sinistra, e finché perdura la forza della Lega, Friuli VG è sicuro per la destra. Le altre regioni sono più incerte, con differenze abbastanza piccole tra le due coalizioni principali. Il centrosinistra ha perso le elezioni regionali sia in Abruzzi sia in Sardegna, mentre il Liguria ha vinto le regionali solo grazie all'alleanza con Rifondazione e UDC (che non potrà ripetersi alle politiche). E' chiaro però che il risultato del 2008 rappresenta un limite superiore per la destra. Anche se questa volta Storace starà nella coalizione di destra, basta che Fini porti via 3-4% dei voti per cambiare potenzialmente il risultato in ciascuna di queste tre regioni. Al contrario, la destra non sembra avere speranza di guadagnare alcun seggio. La mia previsione quindi è che in questo gruppo la destra perderà 1-2 seggi.
Le regioni grandi del nord
In Lombardia e Veneto il centrodestra vincerà sicuramente, e in Piemonte quasi sicuramente. Il PdL in queste regioni ha perso molto consenso nei confronti della Lega. La domanda è se la perdita di consenso si allargherà verso i partiti di centro, e se tale perdita più che compenserà l'avanzata della Lega. Però qui potrebbe giocare un ruolo una delle bizzarrie del porcellum, il cosidetto effetto soglia.
Prendiamo il cao della Lombardia. In questa regione ci sono 47 seggi in palio e il premio di maggioranza è pari a 26 seggi (55% dei seggi arrotondato). Alle ultime elezioni la destra ha preso il 55,1% dei voti. Quindi, direte voi, ha preso 26 seggi senza neanche bisogno del premio di maggioranza. Sbagliato. Il punto è che per la distribuzione dei seggi contano solo i voti ai partiti che superano la soglia dell'8%. Una buona percentuale di voti andarono dispersi da Sinistra Arcobaleno e UDC, dato che entrambi rimasero sotto la soglia. Alla fine solo la coalizione di sinistra, con il 32%, e la coalizione di destra, con il 55,1, parteciparono alla assegnazione dei seggi. Quindi la percentuale del PdL sui voti validi ai fini dell'assegnazione dei seggi fu 55,1/(55,1+32)=63,3%, e questo consentì alla destra di ottenere ben 30 seggi in Lombardia.
Questo significa che, anche se la coalizione PdL-Lega mantiene o migliora leggermente le percentuale del 2008 (o anche delle regionali del 2010) rischia di perdere seggi in Lombardia e Veneto se la nuova coalizione di centro supera l'8% in queste regioni. La seguente tabella mostra quale è stata la ripartizione dei seggi nel 2008 in Lombardia e quale sarebbe nel caso in cui si presentasse una lista UDC-Fini che spostasse il 4% dei voti dal PdL a tale lista.
Voti 2008 Lombardia |
Seggi 2008 Lombardia |
Voto con ipotesi Fini 4% |
Seggi con ipotesi Fini 4% | |
---|---|---|---|---|
destra | 55,12% | 30 | 51,12% | 26 |
sinistra | 32,02% | 17 | 32,02% | 17 |
centro | 4,22% | 0 | 8,22% | 4 |
Come vedete, perfino nella roccaforte del centrodestra un buon successo di Fini può fare parecchi danni. Un effetto simile può verificarsi in Veneto, ma su scala ridotta dato che ci sono meno seggi (24 in totale, premio di maggioranza 14). In Piemonte invece l'effetto non dovrebbe essere rilevante.
Riassumendo: nelle regioni grandi del nord la coalizione di destra ottenne nel 2008 un totale di 58 seggi (13 Piemonte, 30 Lombardia, 15 Veneto). Anche questo appare come un limite superiore difficile da superare. La coalizione dovrebbe confermare i seggi in Piemonte, perdere tra 2 e 4 seggi in Lombardia e perdere un seggio in Veneto, dove è probabile che la coalizione Fini-Casini superi l'8%. Un aiuto alla destra potrebbe arrivare dai grillini; a meno di eventi al momento imprevisti tale partito resterà sotto l'8% in ciascuna di queste regioni, quindi disperderà i voti e accrescerà i seggi che vanno al centrodestra. Comunque direi che si può ragionevolmente supporre che il centrodestra perderà almeno 2-3 seggi in questa area. Il danno può essere maggiore se una lista Fini-Casini supera l'8% in Lombardia.
Le regioni ''rosse'' grandi e un riassunto della situazione
In Emilia-Romagna e Toscana ovviamente il premio di maggioranza andrà al centrosinistra, ma anche qui l'effetto soglia può fare scherzi strani. L'Emilia Romagna ha 21 seggi e un premio di maggioranza di 12. La coalizione di centrosinistra prenderà i suoi 12, ma i restanti 9 potrebbero non andare tutti alla destra. Grillo ha preso il 7% alle regionali, per cui se aumenta dell'1% partecipa alla ripartizione dei seggi. L'UDC in questa regione è deboluccia, ma se Fini porta un 4% ce la fa pure la coalizione di centro. La sostanza è che in Emilia-Romagna il centrodestra rischia di perdere 1-2 seggi.
Per la Toscana le cose sono messe un po' meglio per la destra. Qui i seggi sono 18 e il premio è di 10. Alle ultime elezioni, per un meccanismo simile a quello della Lombardia, la sinistra prese più del premio, 11 seggi. In principio la destra può strappare un seggio, ma appare quasi impossibile, dato il buono stato di salute mostrato dalla sinistra alle ultime regionali.
Tiriamo ora le somme parziali prima di passare all'area in cui l'incertezza è maggiore, ossia le regioni medio-grandi del Centro-Sud. Finora abbiamo preso in considerazione aree territoriali che assegnano un totale di 201 seggi. Nelle elezioni del 2008 la destra prese 108 di questi seggi, mentre 91 andarono alla sinistra e 2 ad indipendenti.
Facendo i conti, la destra non sembra poter far meglio che nel 2008; direi che dovrebbe con grande probabilità perdere tra 4 seggi e 7 seggi, qualcosa in più se Fini e Casini raggiungono il quorum in Lombardia. La maggioranza al Senato è di 158 seggi, ma l'esperienza del governo Prodi ha mostrato chiaramente che un margine così ridotto è molto pericoloso. Quindi la domanda può essere posta in questi termini: è in grado il centrodestra di guadagnare 60 seggi nelle 5 regioni che ancora non abbiamo analizzato? Se la risposta è sì, la destra non dovrebbe aver paura delle elezioni. Se è no, le elezioni sono molto rischiose.
Le regioni medio-grandi del Centro-Sud
L'incertezza del risultato elettorale nel Centro-Sud deriva principalmente dal fatto che è probabile che in queste regioni Fini abbia più consenso della media nazionale. A ciò si aggiungono vari movimenti locali di centro (non solo l'Mpa di Lombardo ma anche Rutelli e varie altre formazioni minori) che possono contribuire parecchio a un'affermazione di una formazione centrista.
Ci sono due regioni grosse, Lazio e Puglia, in cui è abbastanza probabile che la destra perda il premio di maggioranza. Questi sono i numeri recenti per il Lazio, assegnando Storace alla coalizione di destra (potete controllarli qui, qui e qui).
Lazio |
Senato 2008 |
Europee 2009 |
Regionali 2010 |
---|---|---|---|
destra | 47,37% | 44,72% | 45,24% |
sinistra | 41,41% | 43,26% | 45,56% |
centro | 4,81% | 5,54% | 6,13% |
Per le regionali, ho tolto alla coalizione Polverini i voti UDC e ho tolto alla coalizione Bonino i voti di Rifondazione. Il Lazio è una regione in cui Alleanza Nazionale era forte. Se effettivamente Fini riesce a raccogliere una parte non piccola dell'elettorato di quel partito, è molto probabile che il Lazio passi alla sinistra. Nel Lazio si assegnano 27 seggi e il premio di maggioranza di 15. Nel 2008 finì 15-12 per la destra. Questa volta il centro, sommando i voti di Fini e di Casini, dovrebbe passare la soglia dell'8%, quindi prenderà uno o due seggi che verranno sottratti a chi non prende il premio. Conclusione: nel Lazio è probabile che il centrodestra perda 4-5 seggi.
In Puglia la storia è simile. Se ripetiamo l'esercizio fatto per il Lazio (dati qui, qui e qui), abbiamo i dati seguenti.
Puglia |
Senato 2008 |
Europee 2009 |
Regionali 2010 |
---|---|---|---|
destra | 49,53% | 46,62% | 42,25% |
sinistra | 36,01% | 39,15% | 45,56% |
centro | 7,83% | 9,11% | 8,71% |
Qui la novità è la ritrovata vitalità della coalizione di sinistra, grazie soprattutto a Vendola. Se si votasse a breve è improbabile una replica esatta del successo della sinistra delle ultime regionali (il comportamento al voto amministrativo non sempre è identico a quello del voto politico e inoltre l'elettorato del senato è più vecchio), ma è chiaro che a Fini basterebbe sottrarre il 3-4% alla coalizione di destra, portandolo in dote al centro, per infliggere un colpo durissimo alla coalizione di destra. Anche qui, non solo il PdL perderebbe il premio di maggioranza ma dovrebbe spartire i seggi dell'opposizione con il centro. La Puglia ha 21 seggi, il premio di maggioranza è 12. Anche qui quindi la destra rischia facilmente di perdere 4-5 seggi.
La Calabria assegna solo 10 seggi, con premio di maggioranza 6; c'è poco da dire, probabilmente andava messa nel sacco delle regioni piccole. E' quasi certo, a meno di un massiccio spostamento del voto clientelare, che si replicherà la situazione del 2008, con 6 seggi alla destra e 4 alla sinistra.
La Campania invece presenta in piccolo una situazione simile a quella lombarda. La regione assegna 30 seggi, premio di maggioranza 17. La coalizione di destra nel 2008 ne ottenne 18, grazie al fatto che l'UDC non raggiunse il quorum. In caso di elezioni è praticamente certo che l'alleanza Fini-Casini supererebbe la soglia dell'8%. Questo farebbe perdere un seggio alla destra, che dovrebbe accontentarsi del ''solo'' premio di maggioranza.
Resta la Sicilia. La comprensione della politica siciliana va al di là delle capacità dei comuni mortali, e sicuramente delle mie. Al momento il governatore è un tizio, Raffaele Lombardo, che si è alleato con Berlusconi alle politiche del 2008, con Storace alle europee del 2009 e ora governa con l'appoggio esterno del PD. Il PdL si presenta in due versioni, PdL e basta e PdL-Sicilia, entrambe con rappresentanti nel governo nazionale ma su lati opposti del governo regionale. Al Senato nel 2008 il PdL prese da solo il 46,84% dei voti, ma alle europee la percentuale cala al 36,45%, mentre esplode il movimento di Lombardo. In sostanza, qua è veramente difficile valutare il possibile risultato futuro guardando ai risultati passati. Un recente sondaggio di Demopolis dava una possibile coalizione Fini-Casini-Lombardo praticamente alla pari del PdL. A me pare che la Sicilia sia il terreno più fertile per la ''rivolta del Sud''. La situazione di spaccatura nel PdL si può facilmente tradurre in una rottura, con un passaggio al centro di una parte del PdL che va oltre l'elettorato con simpatie finiane. La Sicilia ha 26 seggi, il premio di maggioranza è 15. Se la destra perde il premio di maggioranza a favore del centro le conseguenze in termini di seggi sarebbero drammatiche, dato che si troverebbe a spartire gli 11 seggi dell'opposizione con la sinistra. Finirebbe probabilmente 7-4 per la destra, ma 6-5 non sarebbe impossibile. Conclusione: in Sicilia la destra rischia di perdere 8-9 seggi. Si noti qui l'estrema volatilità del possibile risultato: se la destra vince, anche di un pelo, rispetto al centro si tiene tutti i 15 seggi, altrimenti li dimezza.
Tirando le somme
Prima di analizzare le 5 restanti regioni del Centro-Sud avevamo raggiunto la conclusione che alla destra servivano circa 60 seggi in questa area per governare con un minimo di tranquillità, e almeno 55 per raggungere una maggioranza risicata. Ne dovrebbe prendere 6 in Calabria e 17 in Campania. Il resto è tutto per aria.
Lo scenario più da incubo per la destra è quello in cui perde il premio di maggioranza in Lazio, Puglia e Sicilia, uno scenario a bassa probabilità ma non impossibile. In tal caso il PdL otterrebbe 11 (Lazio) +8 (Puglia) + 8 (Sicilia) =27 seggi, ma potrebeb anche andar peggio se il centro risulta essere più forte. Questo porta il totale a 50 seggi, che non sono abbastanza nemmeno per una maggioranza risicata. Se il PdL conservasse il premio di maggioranza in Sicilia il totale andrebbe a 57 seggi, veramente il minimo indispensabile. Se dovessi azzardarmi ad attaccare un numero, senza alcuna tecnologia sofisticata dietro, direi che la probabilità per la destra di perdere il Senato è intorno al 60%.
Direi quindi una situazione di grande incertezza. La coalizione di centrodestra si trova nuovamente di fronte alla pesante contraddizione territoriale che aveva già caratterizzato l'elezione del 2008. Non può vincere senza la Lega ma nemmeno può vincere senza la componente assistenzial-clientelare del mezzogiorno. Quanto a lungo tali componenti potranno stare assieme è impossibile dire. Di certo questa appare situazione assai poco propizia all'attuazione di qualunque riforma, e di quella federale in particolare.
Ho trovato la soluzione per il BS. E' risaputo che conviene avere una coalizione minima per raggiungere la maggioranza (si divide la torta tra meno gente). In questo caso ai due lombardi (BS e UB) conviene allearsi solo con Lombardo in Sicilia e ottengono un numero decente di senatori. Poi per la torta devono solo curarsi dell'assistenzialismo alla Sicilia.
Avere un forte partito regionale finira' per pagare per la Sicilia.
Se Lombardo si allea di nuovo con i lombardi non è più un politico ma merita di essere iscritto d'ufficio fra i professionisti delle arti circensi.
Seguendo il tuo ragionamento, forse potrebbe bastare un alleato piccolo piccolo tipo Storace o la nuova DC (sempre che non sia già stata assorbita nel PdL).