Nel teatrino della politica, si dibatte da mesi sull'elettività del Senato. Renzi non la vuole, la minoranza PD e le opposizioni ne fanno una bandiera, la linea del Piave a difesa della democrazia italiana. I giornali pubblicano dettagliati articoli su trattative in corso fra i renziani e la minoranza PD, o parte di essa. Ho il sospetto che sia in larga parte uno scontro fittizio, che nasconde problemi di potere all'interno del PD, ma farò finta che il dibattito sia reale e che effettivamente l'alternativa sia fra senato eletto dal popolo o nominato dai consigli regionali. Mi domando: cosa cambierebbe in concreto, ceteris paribus, cioè lasciando immutate le altre disposizioni della nuova costituzione? In sostanza, il senato potrà votare su alcune leggi (referenda popolari, temi etici, leggi costituzionali etc.) e i senatori parteciperanno all'elezione del presidente della repubblica. I sostenitori del senato elettivo si concentrano su quest'ultimo punto, affermando che nella formulazione attuale del testo, non ci sarebbero garanzie che l'eletto sia veramente super partes. Il disegno di legge prevede 630 deputati e 100 senatori e l'Italicum prevede una maggioranza di 340 seggi per il partito vincitore delle elezioni (al primo turno o al ballottaggio). La maggioranza assoluta dei membri del parlamento, richiesta per l'elezione del presidente dall'ottavo scrutinio, è di 366 voti (il disegno di legge abolisce i delegati regionali). Quindi bastano 26 voti di senatori, se il partito di maggioranza alla camera è compatto, per eleggere il presidente della repubblica. Mi sembra altamente improbabile che il partito vincitore delle elezioni alla camera non riesca ad avere 26 eletti anche al senato anche in caso di meccanismo proporzionale puro con collegio nazionale sulla base dei risultati del primo turno, l'ipotesi per lui meno favorevole. Nella versione attuale, la legge prevede la nomina dei senatori da parte dai consigli regionali, su base proporzionale, al momento del loro rinnovo. Le elezioni regionali si tengono due - tre anni dopo le politiche e quindi è possibile che l'esito sia più sfavorevole al partito di maggioranza di un'elezione diretta dei senatori contestuale alle politiche. Non escludo che il combinato disposto dell'Italicum e della nuova legge costituzionale rafforzi troppo i poteri del presidente del consiglio, ma non è certo il senato elettivo la soluzione.
È però necessario fare una riflessione più ampia: l'opposizione della minoranza PD sta imponendo a Renzi un cambiamento di strategia che può avere effetti molto negativi. Lo schema iniziale era semplice. Facciamo alcune riforme impopolari (e.s. il Jobs Act) e accontentiamo il popolo dell'antipolitica con la riforma costituzionale in attesa della ripresa economica (o di un po' di flessibilità da Bruxelles). Nei suoi limiti, il disegno ha funzionato e il governo ha fatto qualcosa (sempre meno di quanto io avrei voluto e di quanto sarebbe necessario). Purtroppo, la ripresa economica non si è manifestata e il dibattito sulle riforme e il ritardo della loro approvazione stanno logorando la strategia renziana. Il primo ministro sta quindi tentando di recuperare consensi puntando su misure economiche popolari, come il taglio delle tasse sulla prima casa. Inutile dire che le misure economiche annunciate, oltre che popolari, sono anche molto discutibili, per usare un eufemismo.
Correzione:
C. Tizzoni ha ragione - mi ero a torto fidato di http://www.polisblog.it/post/214803/abolizione-senato-riforma-come-funziona-cosa-cambia
Ma questo rafforza i miei dubbi sulla rilevanza dell'elettività del senato
Mi duole evidenziare una grossa imprecisione nel suo post professor Federico: per l' elezione del PdR dalla settima votazione non occorre più la maggioranza assoluta dell' assemblea ma a seguito di modifiche della camera è necessaria la maggioranza dei 3/5 dei votanti. Vedi su questo documento.Questa modifica, se mantenuta, costringerà i futuri parlamenti ad eleggere PdR condivisi o a restare senza PdR per mesi.
Mi sembra comunque la cartina di tornasole che evidenzia la strumentalità delle obiezioni alla Scalfari sull' eccessivo potere del premier con la riforma Boschi: tale premier non sarà in grado di eleggere il PdR senza il consenso dell' opposizione!!
Corrado Tizzoni